29/04/09

Un Codice Ambientale da migliorare

E qui il testo del mio intervento sulla L.152 di ieri. L'ho anche riportato qui sotto, se volete....

PRESIDENTE. Chiedo ai presentatori
se accedano all’invito al ritiro degli identici
emendamenti Mariani 12.1 e Piffari 12.1
formulato dal relatore.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presi-
dente, riprendo alcune delle considera-
zioni che faceva il collega Realacci in
merito alla complessità di questo Codice
ambientale, che – lo ricordo – fu ampia-
mente criticato nel 2006 dalle forze del
centrosinistra e anche dalle regioni, per-
ché presentava già numerose lacune sia
nella parte relativa ai rifiuti, sia nelle parti
relative alle bonifiche, alla gestione del
ciclo delle acque e in materia di tutela
dell’aria.
In ogni caso, l’articolo 1, comma 6,
della legge delega prevedeva che entro due
anni vi fosse la possibilità di presentare
dei decreti correttivi. Così è stato fatto. Ne
sono stati presentati due, di cui l’ultimo è
sicuramente il più importante, ma poi – e
il fatto ha destato ovviamente numerose
discussioni anche nel merito – in forma
assolutamente biasimabile questo Go-
verno, attraverso una serie di provvedi-
menti d’urgenza, ha apportato moltissime
modifiche di varia natura allo stesso Co-
dice ambientale.
Facendo un attento monitoraggio del-
l’applicazione dei decreti attuativi ci si
rende conto che sono oltre ottanta i vari
decreti ministeriali che sono incompleti o
non sono stati emanati. Ricordo inoltre
che riguardo alla cattiva applicazione del
Codice risulta anche che, rispetto alle
cento e oltre infrazioni comunitarie, il 50
per cento di queste infrazioni riguardano
la materia ambientale. Insomma si tratta
di una situazione preoccupante che è si-
curamente da rivedere.
Noi su questo avevamo mostrato
un’ampia disponibilità in Commissione a
rivedere tutto il percorso che ha portato
alla stesura del Codice ambientale. Veniva
ricordato prima che sia il Ministro Mat-
teoli sia il Ministro Pecoraro Scanio hanno
sempre tenuto – vorrei dire quasi in
maniera scientifica – fuori il Parlamento
rispetto alla costruzione del Codice stesso.
Ci si è sempre rivolti a delle fantomatiche
commissioni per mascherare in realtà una
situazione per cui lobby potenti, sotto
dettatura, facevano lavorare i dirigenti per
arrivare a definire i vari articoli del Codice
stesso. Il Ministro, come già fatto in altri
provvedimenti (la riorganizzazione delle
Agenzie nazionali, la riorganizzazione dei
distretti idrografici, la materia del danno
ambientale, il tema delle bonifiche) non ha
espresso un parere, per così dire, positivo
rispetto a eventuali suggerimenti che pos-
sono arrivare dalle Commissioni compe-
tenti. L’ampia delega che deriverebbe da
questo provvedimento andrebbe probabil-
mente rivista anche alla luce delle nuove
priorità emerse negli ultimi anni. Ricordo
il tema dei cambiamenti climatici e il
rapporto con i temi energetici che solo
parzialmente si ritrovano nella delega.
Insomma, non è chiaro qual è l’indi-
rizzo di politica ambientale che il Governo
vuole perseguire. Si dice tutto e il contra-
rio di tutto. Da un lato, si propone la
semplificazione delle procedure autorizza-
tive e poi, dall’altro lato, sottolineando
l’importanza dei controlli, si smantellano
completamente le Agenzie proposte ai con-
trolli stessi. Ricordo la situazione del-
l’Agenzia ambientale, inchiodata e ferma a
quello che ci è stato proposto sei mesi fa.
Continuiamo a firmare Protocolli interna-
zionali (anche recentemente al G8) fa-
cendo dichiarazioni nel merito riguardo al
tema della lotta ai cambiamenti climatici,
e poi si frenano gli incentivi con ogni
mezzo.
Ricordo che non è ancora stato adot-
tato il modulo dell’Agenzia delle entrate
per la richiesta della detrazione fiscale del
55 per cento. Si dichiara che si vuole
risanare l’ambiente, ma poi si scopre che
i 3.000 miliardi circa dedicati alle bonifi-
che dei siti di interesse nazionale non ci
sono e che vengono destinati ad altre
situazioni.
Insomma, credo sia il caso che, prima
di proporci un’ulteriore delega, vi chiariate
le idee e che il Governo si chiarisca le idee;
sempre tenuto – vorrei dire quasi in
maniera scientifica – fuori il Parlamento
rispetto alla costruzione del Codice stesso.
Ci si è sempre rivolti a delle fantomatiche
commissioni per mascherare in realtà una
situazione per cui lobby potenti, sotto
dettatura, facevano lavorare i dirigenti per
arrivare a definire i vari articoli del Codice
stesso. Il Ministro, come già fatto in altri
provvedimenti (la riorganizzazione delle
Agenzie nazionali, la riorganizzazione dei
distretti idrografici, la materia del danno
ambientale, il tema delle bonifiche) non ha
espresso un parere, per così dire, positivo
rispetto a eventuali suggerimenti che pos-
sono arrivare dalle Commissioni compe-
tenti. L’ampia delega che deriverebbe da
questo provvedimento andrebbe probabil-
mente rivista anche alla luce delle nuove
priorità emerse negli ultimi anni. Ricordo
il tema dei cambiamenti climatici e il
rapporto con i temi energetici che solo
parzialmente si ritrovano nella delega.
Insomma, non è chiaro qu
in questo modo credo ci si potrà confron-
tare anche sul codice ambientale, evitando
piccole furbizie e dichiarazioni vacue.
Questo è il motivo per cui chiediamo la
soppressione dell’articolo 12 in toto (Ap-
plausi dei deputati del gruppo Partito De-
mocratico) da parte della relatrice e del Governo, a
migliorarlo e, qualora non venisse accet-
tato questo nostro emendamento, almeno
a modificarne il testo.

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