31/10/08

La risposta in "burocratese" di Menia su ISPRA

Leggete la discussione avuta ieri in occasione della risposta all'interpellanza urgente sulla situazione dei "precari" in ISPRA. Nessuna certezza nonostante qualche apertura (?) del Ministro Prestigiacomo (ascolta l'audio su RadioRadicale.it ). Ancora una volta politica degli annunci e, per il momento, nessun fatto concreto. Si continua a giocare sulla pelle delle persone....

Iniziative per garantire la regolare prosecuzione
delle attività dell’Istituto superiore
per la protezione e la ricerca ambientale
con riferimento alla dotazione
organica – n. 2-00155)
PRESIDENTE. L’onorevole Bratti ha
facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00155, concernente iniziative per garantire la regolare prosecuzione delle attività dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale con riferimentoalla dotazione organica (vedi l’allegato
A – Interpellanze urgenti).
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente,
vorrei brevemente illustrare la mia
interpellanza, anche perché nel momento
in cui è stata presentata lo si è fatto
mettendo sotto la lente di ingrandimento il
provvedimento che era allora in discussione
in Aula, il disegno di legge n. 1441-
quater che abbiamo già approvato.
Nel frattempo, è successo che ieri si è
svolta un’audizione con il Ministro dell’ambiente
e della tutela del territorio e del
mare dove si è parlato dell’ISPRA, cioè
dell’Istituto superiore per la protezione e
la ricerca ambientale, e quindi rispetto ad
un mese fa disponiamo di qualche elemento
in più per ragionare.
Vorrei rivolgere alcune domande al
sottosegretario, che ovviamente ringrazio
per la sua presenza.
Rileggendo la relazione che ha svolto
ieri il Ministro, mi è venuta qualche perplessità
rispetto alla sistemazione e al
percorso di stabilizzazione dei numerosi
precari che sono presenti all’interno di
ISPRA. Apro una breve parentesi relativa
ad ISPRA: non siamo stati d’accordo sul
percorso di costituzione di questo istituto
superiore che deriva dalla fusione di altri
tre istituti. Lo abbiamo detto e speriamo
che ci sia la possibilità di arrivare ad un
confronto. Però, è curioso che oggi ci
troviamo a discutere di pianta organica
quando non è ancora stata focalizzata e
delineata la funzione di questo istituto
superiore. Al momento attuale, vi è qualche
idea che ieri è emersa dalle parole del
Ministro, ma in realtà, vi è ancora, a mio
avviso, qualche elemento di confusione su
cosa deve essere questo istituto.
Comunque, prendiamo i dati per quello
che sono: vi sono circa 700 dipendenti
atipici, chiamiamoli così, perché, tra l’altro,
non sono neanche collocati nell’ambito
di un analogo inquadramento giuridico,
Infatti, abbiamo dipendenti a tempo
determinato, Co.co.co. e Co.co.pro; vi è
tutta una tipologia che, in questi anni,
purtroppo, è venuta a crearsi. Il numero è
imponente all’interno di questo ente. Ad
oggi, esso riesce ad espletare una serie di
funzioni assolutamente fondamentali e basilari
per la sicurezza ambientale di questo
Paese grazie anche e soprattutto a questo
personale che oggi è in agitazione. Infatti,
– fra l’altro, ieri lo avevo sottolineato – il
percorso che è stato delineato o quanto
meno presentato dai commissari straordinari
non è così chiaro. Ieri l’ho detto, ma
ovviamente non avevo occasione di rispondere
alla replica del Ministro.
Da un lato, si dice di annullare una
parte dei concorsi, dall’altro, dall’ultima
dichiarazione del 23 e 24 ottobre del
commissario Grimaldi – e la voglio leggere
perché ritengo debba rimanere agli atti –
emerge che egli prenderà le seguenti iniziative:
in primo luogo, apertura del procedimento
di verifica della graduatoria di
stabilizzazione ai sensi della legge finanziaria
2007 ed eventuale rettifica della
graduatoria in esito ai rilievi formulati dal
Ministero della funzione pubblica al Ministero
dell’ambiente. Ciò si riferisce ad un
concorso che, probabilmente, è stato eseguito
in maniera non corretta. Però, qui
non si parla di annullamento, bensì di
verifiche, che è cosa diversa.
In secondo luogo, si parla di contestuale
apertura di una procedura di inte-
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grazione della graduatoria per la stabilizzazione,
ai sensi della legge finanziaria
2008, sulle disponibilità derivanti dal turn
over, nonché di proroga iniziale al 31
dicembre 2008 del personale con contratto
a tempo determinato e dei Co.co.co. in
scadenza.
Inoltre, si parla di redazione della dotazione
organica provvisoria (questo, a
onor del vero, c’è stato confermato anche
ieri da parte del Ministro), di redazione
del documento di programmazione del
fabbisogno triennale e, infine, di attivazione
delle procedure concorsuali entro
dicembre 2008.
Dalle parole che, invece, ieri ha pronunciato
il Ministro in replica e che non
si trovano nella relazione, pare che, rispetto
alla graduatoria provvisoria, dall’attuale
numero delle unità (che, se non
sbaglio, sono circa 1492, forse mi sbaglio
di qualche unità), la pianta organica provvisoria
dovrebbe diventare di circa 1326
persone. Il Ministro ci ha, peraltro, assicurato
che per circa 400 unità è stato
definito comunque un percorso di stabilizzazione
(vorrei, tuttavia, esserne certo).
Rimarrebbero, alla fine, 170 posizioni indeterminate,
nel senso che non si sa se
verranno riconfermate o meno.
Quindi, con questa interpellanza, si
cercava di chiedere semplicemente – mi
rendo conto anche delle difficoltà – cosa
sarà di questo personale e come questo
ente potrà mai funzionare se questo personale
o una parte di esso non verrà in
qualche modo stabilizzato.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di
Stato per l’ambiente e la tutela del territorio
e del mare, Roberto Menia, ha facoltà
di rispondere.
ROBERTO MENIA, Sottosegretario di
Stato per l’ambiente e la tutela del territorio
e del mare. Signor Presidente, come peraltro
diceva l’onorevole Bratti, molte delle
questioni che vengono poste in questa
interpellanza hanno, di fatto, trovato risposta
nell’intervento di ieri del Ministro
Prestigiacomo in un’audizione presso la
Commissione ambiente. Per tale motivo mi
auguro che gli ulteriori elementi che fornirò
rispondendo questa sera possano essere
considerati integrativi e migliorativi di
un quadro che, comunque, mi pare sia
stato sufficientemente delineato anche ieri
in sede di audizione.
Partiamo dalla situazione del personale.
L’attuale situazione di personale all’interno
dell’Ispra, ottenuta, come si ricordava,
dalla sommatoria delle tre realtà
preesistenti, l’APAT, l’Icram e l’Infs, fa
registrare un organico di 1.494 ed una
presenza di 1.544 unità lavorative, di cui,
è opportuno specificare, solo 926 a tempo
indeterminato. In vista della realizzazione
del nuovo Istituto superiore, la legge 25
agosto 2008, n. 133, impone, inoltre, ai
sensi dell’articolo 74, un ridimensionamento
degli organici di tutte le pubbliche
amministrazioni, secondo i parametri prestabiliti
per le qualifiche dirigenziali di
prima e seconda fascia e per il personale
non dirigenziale.
L’Ispra evidentemente non potrà che
attenersi a tutte le disposizioni di legge
vigenti in materia di personale e, ove
previsto, ad avvalersi ai sensi dell’articolo
28, comma 4 della legge 133 del 2008,
delle disposizioni di favore esistenti per
l’APAT, l’Icram e l’Infs. In questo quadro
l’istituto, da un lato, si accinge a porre
in essere iniziative volte a ristabilire una
corretta interpretazione delle disposizioni
di legge in materia di personale, anche
suffragate da autorevoli indicazioni del
Dipartimento della funzione pubblica;
dall’altro lato, porrà in essere tutti gli
adempimenti previsti per poter disporre
delle disposizioni di favore prescritte in
materia concorsuale per l’ex APAT, nonché
per individuare percorsi di trasformazione
dei rapporti di lavoro a tempo
determinato in tempo indeterminato, nel
rispetto, come è ovvio, del principio costituzionale
di cui all’articolo 97 della
Costituzione.
A tale ultimo scopo, la prima misura
che si impone è la definizione, ai sensi
dell’articolo 74, della dotazione organica
del nuovo organismo, ferme restando le
successive indicazioni che scaturiranno
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dall’adozione dei provvedimenti previsti
dall’articolo 28, comma 3, della legge
n. 133 del 2008, le eventuali nuove disposizioni
di legge e, comunque, in coerenza
con gli obiettivi ivi contenuti.
Nella consapevolezza della necessità
di non privarsi di professionalità di elevato
livello formatesi all’interno dell’istituto,
le operazioni sul personale non
potranno, tuttavia, non tenere in considerazione
il fabbisogno finanziario che
per Ispra, per il 2009, è stato fissato in
circa 90 milioni di euro. Ciò imporrà una
razionalizzazione nell’utilizzo del personale
all’interno dell’istituto facendo in
modo che la stipula di accordi o convenzioni
sia realmente finalizzata ad attività
di studio e ricerca e non finisca per
diventare un modo surrettizio di finanziamento
delle spese di personale, con
conseguente lievitazione del numero del
personale precario impiegato.
Su ogni operazione si intende comunque
comunicare ai sindacati le strategie
poste in essere per assicurare il funzionamento
dell’istituto e per garantire i diritti
dei lavoratori precari che scaturiscono da
disposizioni normative.
PRESIDENTE. L’onorevole Bratti ha
facoltà di replicare.
ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente,
ringrazio il sottosegretario Menia
perché so che segue con particolare attenzione
la situazione, ma non mi posso
definire soddisfatto. Infatti, sia dalle dichiarazioni
del Ministro, ma anche dalle
precisazioni, oltre ad aver capito che c’è
un ridimensionamento dell’ente, che c’è un
taglio di quasi il 15, 20 per cento del
bilancio dell’ente, che sono bravi, però ci
sono delle situazioni più generali che non
consentiranno – forse, o meglio non si sa
come – di procedere ad una stabilizzazione,
credo che non ci siano degli elementi
di certezza.
Ieri mi sembrava di aver capito – forse
ho compreso male ma ho chiesto una
copia del resoconto stenografico relativo
alla replica del Ministro – che su questo
monte di settecento precari vi fosse, per
almeno quattrocento di loro, la possibilità
di addivenire ad un futuro certo. Lo spero.
Mi piacerebbe, tuttavia, che ciò venisse
dichiarato in qualche modo dal Governo,
perché altrimenti questo stato di agitazione
all’interno dell’ente permarrà e non
avrà fine, anzi tenderà ad avere qualche
recrudescenza. Una tale recrudescenza sicuramente
avverrà nei prossimi giorni, e
probabilmente accadrà comunque, perché
è chiaro ed evidente che tutti chiederanno,
in qualche modo, il riconoscimento del
lavoro che hanno svolto in passato.
Tuttavia, se almeno vi fosse una prima
indicazione certa, per una parte consistente
di questo personale vi sarebbe la
possibilità di vedere, in un certo senso, la
fine di un tunnel. Ciò sarebbe, a mio
avviso, un fatto estremamente positivo, in
un momento in cui anche, lo ricordo, si
parla del controllo ambientale. Sebbene
non abbiamo ancora iniziato a discutere
il tema dell’Agenzia per la sicurezza nucleare,
sappiamo, tuttavia, che una parte
consistente di questo personale che oggi
è in Ispra costituirà il nocciolo intorno a
cui verrà costruita la nuova Agenzia per
la sicurezza nucleare. Ricordo, tra l’altro,
che gran parte di questo personale è
precario, perché i dipendenti a tempo
indeterminato sono molto vicini alla pensione,
come potete ben capire, in quanto
si occupavano di energia nucleare
vent’anni fa. Pertanto, è evidente che
siamo di fronte, a mio avviso, ad una
sorta di corto circuito, da un punto di
vista politico.
Dunque, i dubbi rimangono tutti. Come
ho già detto, non mi dichiaro soddisfatto
ma, comunque, ringrazio e spero che, pur
con tutte le difficoltà che abbiamo, potremo
continuare insieme a cercare anche
di capire come costituire, in maniera più
razionale ed efficiente, questo nuovo istituto,
cercando anche di salvaguardare
questi giovani e queste professionalità che
sono un patrimonio da non perdere. Li
abbiamo formati, sono anni che lavorano,
sono competenti, e mi sembrerebbe veramente
un peccato perdere queste professionalità.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Tutto il mondo è paese... Se i precari non vengono stabilizzati nelle amministrazioni centrali, immaginiamoci cosa succede negli Enti Locali. Nella grassa Bologna (Provincia) 60 precari rischiano di fare la stessa fine!