10/10/08

Ecco la" potenza" del Ministro dell'ambiente

E’ iniziata la discussione sulla finanziaria e sui collegati alla stessa in un clima di grande difficoltà dovuta in parte alla crisi di borse e mercati a livello internazionale. In realtà però i pesanti tagli che si riscontrano sia sul versante delle infrastrutture che dell’ambiente erano stati decisi già nella manovra di luglio all’interno del Decreto 112.
Alessandro Bratti nel suo intervento in Commissione ha sottolineato che : “un terzo del bilancio del Ministero dell’Ambiente è stato tagliato. Per quanto riguarda la difesa idrogeologica in tre anni si passa da 513 milioni a 93 milioni di euro mentre nessuna risorsa è destinata alle azioni di contrasto e adattamento al cambiamento climatico. Vi è poi un taglio netto sulle politiche per contrastare l’inquinamento dell’aria penalizzando Regioni ed Enti locali, in modo particolare le Regioni padane. Rispetto alla vigilanza ambientale per il contrasto dell’illegalità viene tolto il 20 % dei finanziamenti mettendo in difficoltà le già esigue forze quali i carabinieri del nucleo ecologico. Si decurtano infine i finanziamenti dell’ISPRA , la nuova creatura che ha circa la metà del personale precario e che il Governo non intende in gran parte stabilizzare”. E’ evidente che il Ministro dell’Ambiente costituisce uno degli anelli deboli di questo Governo.

3 commenti:

Paolo ha detto...

La logica del decreto Gelmini sulla scuola fa (appunto) scuola: Tagliamo e saremo contenti. Fare cassa innanzitutto. Non c'è progetto e non c'e conoscenza su cosa si taglia e che servizi si indeboliranno o cancelleranno. Non lo sa il governo e non lo sanno soprattutto i cittadini che subiranno gli effetti di un sistema dei controlli indebolito

Emilio D'Alessio ha detto...

L'Europa però tiene la barra del timone diritta, o quasi. Martedì scorso la commissione ambiente di Strasburgo ha approvato un pacchetto di misure contro il cambiamento climatico che confermano le scelte politiche fatte in tempi meno "critici".
Buona parte della destra, a cominciare dal PPE, avrebbe voluto il contrario. Ma i popolari di Irlanda, Olanda e Gran Bretagna hanno votato a favore.

Paolo ha detto...

Gli obblighi di rispetto degli indirizzi comunitari resteranno, ma sempre minore sarà la capacità di risposta da parte italiana. Il successo di politiche virtuose è legato anche alle persone (non più risorse umane, brutto termine) che dalle loro posizioni (MATTM, ISPRA, enti locali, etc.)le sostengono e le realizzano attraverso azioni quotidiane, frutto di conoscenza, dinamismo ed esperienza. Tutto ciò è sempre più in crisi