22/07/08

Presentazione ordine del giorno n 72 sul provvedimento Tremonti 112


Signor Presidente.


nonostante si fosse convenuto di affrontare il tema dei controlli ambientali e della loro organizzazione attraverso un percorso legislativo che potesse coinvolgere il Parlamento, il Governo ha riproposto la decretazione di urgenza . Lo scopo è ben preciso: appropriarsi del sistema dei controlli e delle commissioni autorizzative per legge stravolgendo il ruolo di terzietà e di garanzia di questi organi che devono garantire la sicurezza dei cittadini, la tutela della loro salute oltre ad esprimersi sulla fattibilità o meno di infrastrutture strategiche . Il disegno è chiaro, da un lato si propone la costruzione di impianti nucleari dall’altro si costruisce la strada per non trovare ostacoli di nessun tipo e genere riguardo alle autorizzazioni. Un disegno miope che tende a svilire sempre di più organi tecnici asservendoli a decisioni già assunte.


Si individua nell’ambito della strategia energetica nazionale l’opzione nucleare più come slogan che come reale fattibilità mentre non si parla di interventi di risparmio energetico. Rispetto a Kyoto non vengono destinate attenzioni particolari né finanziamenti mirati, così come pare molto debole la volontà di puntare sulle energie alternative. Nulla si dice rispetto ai Parchi, dimenticando la loro potenziale funzione in termini di serbatoi di C02 e quindi fondamentali per le politiche per contrastare i cambiamenti climatici. Nulla viene proposto rispetto alle azioni di adattamento da mettere in campo per far fronte al cambiamento del clima. Non vi è una svolta importante riguardo all’incentivazione del trasporto pubblico: il trasporto, una delle maggiori fonte di produzione di gas serra, non può avvalersi di energia nucleare. Non vi si trova traccia di finanziamenti o di azioni a supporto della difesa idrogeologica del territorio, niente di concreto sul tema della fiscalità ambientale.

Il Ministro dell’Ambiente nell’audizione in Commissione ha lamentato ritardi nel rilascio delle autorizzazioni da parte dell’attuale Commissione per l’Autorizzazione ambientale integrata (insediata nell’Ottobre 2007). In realtà buona parte di questi ritardi è da imputare al Governo condotto dall’attuale maggioranza negli anni 2002 – 2006 che non ha emanato i tariffari e che ha infarcito la prima Commissione di persone senza i necessari requisiti tecnici tanto da non ottenere la registrazione del decreto di nomina alla Corte dei Conti .Quella Commissione, in quasi un anno, non ha prodotto una pagina!
Si propone un Istituto di ricerca di protezione ambientale (anzi Istituto superiore) , non sapendo la differenza evidentemente fra istituto di ricerca e organo tecnico strumentale né la relazione esistente fra queste sfere. Le domanda che si pone è, dato che si parla di razionalizzazione degli enti, perché si crea un altro ente di ricerca ? Come si intreccia l’attività di questo nuovo ente con i vari Istituti del CNR , con ENEA, con IRSA ? E ancora rispetto ad un ente come l’INFS come viene regolamentato il rapporto con le regioni rispetto ai calendari venatori ? Mi pare che vi sia una grande confusione.
La formazione dell’ ISPRA (tra l’altro porta il nome della località che ospita e spesso dà il nome al JRC uno fra i più importanti Centri di ricerca ambientali europei) riguarda circa direttamente e indirettamente 10.000 tecnici che si occupano di monitoraggi e controlli nel Paese. Dall’impostazione del Decreto l’impressione è che si voglia andare verso una centralizzazione del sistema attraverso la nomina di “tecnici” di fiducia, per poter esercitare un forte condizionamento politico su gli apparati tecnici e gli organi di controllo praticando uno spoil system mascherato, e di fatto esautorare completamente il sistema delle regioni.
L’efficacia del sistema dei controlli è fondamentale per mantenere la legalità in questo Paese. Non ci si può riempire la bocca di legalità e sicurezza quando si parla di immigrazione inventandosi provvedimenti estemporanei e solo di facciata e poi smantellare una parte del sistema dei controlli che serve a garantire la legalità in un settore come quello ambientale, che come abbiamo visto per i rifiuti, è estremamente delicato. In questo modo non solo non si tutela l’ambiente ma si creano per le imprese condizioni di disparità di trattamento nel territorio nazionale creando fenomeni di dumping industriale e favorendo condizioni di illegalità.

Il recente summit di Parigi per i Paesi de Mediterraneo, ha approvato sei grandi progetti che riguardano l´ambiente e lo Gran parte di questi progetti sarebbero di pertinenza del l’ICRAM (Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al mare), Istituto di cui questo decreto ne sancisce lo scioglimento. Non si capisce anche qui quale è la logica che muove il governo: da un lato si condivide il progetto politico dei Paesi sul Mediterraneo e poi si distrugge, senza proporre nulla di innovativo, l’unico ente che si occupa di monitorare e controllare la qualità delle acque marine costiere , probabilmente perché non se ne conosce le funzioni.
In conclusione in questo provvedimento emerge tra le tante contraddizioni anche quella riguardo alle politiche ambientali. Non vi è integrazione fra le politiche sociali, ambientali e economiche così come vuole il concetto di sostenibilità ma piuttosto si assiste ad un salto nel passato con l’ambiente inteso come un orpello fastidioso per lo sviluppo e non come un’opportunità per il futuro.
Pur quindi non condividendo l’impostazione generale in questo odg proponiamo che il nuovo Istituto abbia le seguenti caratteristiche:
il federalismo come modello organizzativo complessivo;
la terzieta` rispetto al binomio pubblico-privato;
la multireferenzialita` nei confronti dei diversi soggetti istituzionali .
l’autonomia scientifica, di gestione e di programma.

1 commento:

L'Albi ha detto...

Un gran bel intervento (purtroppo) che coglie nel segno. Speriamo non venga lasciato inascoltato del tutto.

L'Albi