20/06/08

Intervento 3: per farvi una idea....

Dagli interventi di oggi che trovate qui: Sed. n. 20 di giovedì 19 giugno 2008 , vi potete fare una idea di come sia il lavoro da parlamentare.

Signor Presidente, il comma 1 dell'articolo 7 del decreto-legge in esame, insieme ai fini del contenimento della spesa pubblica e dell'incremento dell'efficienza procedimentale, si propone di ridurre da 60 a 50 i membri della commissione di verifica dell'impatto ambientale, di cui all'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 14 maggio 2007, n. 90. Entro trenta giorni il Ministro dell'ambiente nomina i nuovi 50 commissari ed entro sessanta giorni lo stesso Ministro procede, con decreto, a definire il nuovo regolamento della commissione.
Innanzitutto c'è da premettere che questa disposizione è assolutamente estranea ai motivi di necessità e urgenza che hanno portato all'emanazione del decreto-legge. Questo, è da notare, avviene nonostante la discussione che abbiamo svolto nei giorni scorsi e nonostante i numerosi richiami di esperti costituzionali, i quali chiedono un maggiore rigore nella definizione delle materie trattate nelle leggi e invitano a non abusare della decretazione d'urgenza.

Anzi, andando nel concreto, si potrebbe anche aggiungere che la disposizione in questione, poiché prevede l'azzeramento della commissione e la messa a regime in ben tre mesi di una nuova commissione - in ordine alla quale, peraltro, concordiamo sul fatto che possa essere inadeguata - in realtà presenta degli elementi di aperta contraddizione con i motivi di necessità e di urgenza che hanno portato all'adozione del provvedimento. Tra l'altro, con un atto regolamentare a contenuto sostanzialmente normativo da poco promulgato, come il decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2007, che reca appunto la firma del Presidente della Repubblica, era stato stabilito che, per garantire l'operatività della commissione VIA ordinaria e speciale per le infrastrutture e gli insediamenti strategici, nonché per la valutazione ambientale strategica, fosse congruo il numero di 60 membri. La disposizione appare logica, considerate le nuove incombenze in materia di VAS e il rilevante carico di lavoro generato dalla VIA speciale che - lo ricordo - si applica a tutte le grandi opere incluse nel Primo programma per le infrastrutture e gli insediamenti strategici che, secondo il servizio studi della Camera dei deputati, ad oggi ricomprende complessivamente 243 opere per 543 progetti, per un valore di circa 305 miliardi di euro. Quindi, non stiamo parlando di una commissione secondaria.
In termini di efficienza e di razionalizzazione - se questa è la ratio del provvedimento -. sarebbe invece forse il caso di applicare ciò che è contenuto nel decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, all'articolo 8, comma 2, laddove si prevede che «nel caso di progetti per i quali la valutazione d'impatto ambientale spetta allo Stato, e che ricadano nel campo di applicazione di cui all'allegato V del decreto legislativo 18 febbraio 2005 n. 59, il supporto tecnico-scientifico viene assicurato in coordinamento con la commissione istruttoria per l'autorizzazione ambientale integrata», quindi con l'altra commissione che era oggetto del primo emendamento del Governo. Dunque, ciò potrebbe anche prefigurare la possibilità, invece di avere due commissioni, di averne una sola e, quindi, di ridurre ulteriormente le spese.

Pertanto, quello prefigurato dall'articolo 7, comma 1, del decreto-legge in esame, sembra essere nella sostanza nient'altro che l'applicazione di una sorta di spoil system esteso, impropriamente, oltre che agli incarichi apicali della pubblica amministrazione di nomina politica, anche ad una commissione tecnica. Spesso, come veniva ricordato, si è assistito anche in passato a forzature analoghe, ma ciò non significa che sia stata una pratica corretta. Noi crediamo che all'interno di questi organismi tecnici ci debbano essere delle professionalità consolidate, di comprovata esperienza, altamente qualificate e, soprattutto, che occorra garantire quella terzietà indispensabile per assicurare ai cittadini la massima tutela ambientale e sanitaria, e che non debba trattarsi di un organo di consulenza del Ministro dell'ambiente.


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