12/04/08

Jeremy Rifkin: "Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima"


"Sono attivi nel mondo 439 reattori nucleari che producono il 5% dell'energia mondiale e stanno invecchiando". Per ottenere "un risultato significativo per la lotta all'emissione dei gas serra, questa percentuale dovrebbe salire al 20%".
Questo "vorrebbe dire costruire tre impianti ogni 30 giorni nei prossimi 60 anni, secondo uno studio dell'Università di Oxford". Insomma, chi ne farla fa "solo politica".
Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on economic trends e 'guru' dell'idrogeno, durante la presentazione della rete sperimentale di distributori di idrogeno che sarà realizzata in Puglia, taglia corto sull'opportunità della scelta nucleare. Un'opzione perdente "sia dal punto di vista economico che da quello ambientale".


La Cina, "dove dicono che il mercato del nucleare esploderà, ha soltanto 11 centrali e ne ha programmate altre 40- aggiunge l'economista- sarei molto sorpreso se delle 439 centrali del mondo ne venisse sostituita anche solo la metà" con impianti nuovi. I governanti "dicono che il nucleare serve a tutelare il clima dalle emissioni di gas serra- prosegue Rifkin- ma per avere un impatto solo marginale l'apporto del nucleare al fabbisogno energetico mondiale dovrebbe crescere dal 5 al 20%". E proprio per arrivare al 20% "bisognerebbe iniziare a costruire tre impianti ogni 30 giorni per 60 anni".

Inoltre, prosegue Jeremy Rifkin, "non sappiamo ancora cosa fare delle scorie. Nel mio paese, dove certo non mancano i bravi ingegneri e ce ne sono tra i migliori del mondo, abbiamo impegnato 18 anni e 8 miliardi di dollari per realizzare il deposito di Yucca Mountain, che già ha delle perdite". Nel frattempo, prosegue, "continuiamo a non sapere cosa fare delle scorie che intanto si stanno ammucchiando".

Ma non basta: "si stima che al 2025 si andra' incontro ad una scarsità di uranio- avverte Rifkin- e allora si parla di passare ad usare il plutonio". Una cosa non consigliabile "in un mondo con terrorismo crescente" come è quello attuale. E ancora, "non c'e' abbastanza acqua per raffreddare gli impianti- avverte Rifkin- basti pensare che in Francia, paese molto nuclearista, il 40% di tutta l'acqua consumata in un anno va a raffreddare le centrali atomiche". Ed è anche accaduto "che nell'estate del 2003, quando molta gente morì per il caldo e di acqua ce n'era poca, questa non bastava" a servire gli impianti.

Insomma, il nucleare "non è una bella idea di business, non è una bella idea per l'ambiente, non è una bella idea per il Pianeta- conclude Rifkin- lavoro con le maggiori società energetiche del mondo e posso garantire che non si rinnoverà nemmeno la metà delle 439 centrali nucleari esistenti: è ora di passare alle rinnovabili, quella sull'atomo è una discussione senza fine che non ci porta alla soluzione dei nostri problemi".

http://www.dire.it/HOME/jeremy_rifkin.php?c=10034&m=3&l=it
10 aprile 2008

Nessun commento: