30/06/09
Il Pd per i precari di ISPRA
«I 430 precari dell'Ispra, che per effetto del decreto governativo, tra la fine di giugno e dicembre di quest’anno saranno licenziati, rappresentano una risorsa importantissima per il Paese. L'Istituto, punto di eccellenza per le politiche di controllo e monitoraggio per l’ambiente, viene sistematicamente smontato da questo Governo. Non si comprende come si possa organizzare un Istituto di Ricerca che si occupa di ambiente, con grandi professionalità riguardo alla ricerca marina e alla fauna selvatica, partendo dal licenziamento dei numerosi ricercatori, purtroppo precari, che fino ad oggi hanno garantito il funzionamento di questo Ente “. Cosi si esprimono i deputati del PD della Commissione Ambiente, sottolineando che il PD metterà in campo tutte le iniziative possibili per contrastare tale assurdo provvedimento di licenziamento.
1441 ter ancora. Emendamento Bratti 27.37
1. Le chiedo, signor Ministro, di prestare attenzione, perché vi si parla di una cabina di regia dei piani regionali degli inceneritori. Ai sensi della legge, i piani regionali degli inceneritori non esistono. Esistono, invece, i piani di gestione integrata dei rifiuti di competenza regionale: non si può coordinare dei piani che non esistono. Lo avevamo già affermato durante l'esame di un precedente emendamento; ora reitero questa osservazione: si tratta di un comma assolutamente inapplicabile.
Ci sarebbe anche da contestare la circostanza che il contributo degli inceneritori sia così determinante (vi è stato il Protocollo di Kyoto), ma credo che il problema più grosso in questo comma sia l'istituzione di una cabina di regia che coordina qualcosa che non esiste.
La prego, quindi, di verificare approfonditamente questo comma, ed è questo il motivo per cui ne chiediamo la soppressione.
2. Signor Presidente, poiché riteniamo che potrebbe anche essere utile che vi sia un coordinamento dei piani regionali di gestione integrata dei rifiuti, chiediamo di sostituire il comma 44 - che a nostro avviso è sbagliato, perché fa riferimento a qualcosa che non esiste -, avanzando una proposta che potrebbe essere anche interessante. Chiediamo una cabina di regia nazionale del sistema integrato di gestione dei rifiuti che comprenda sia il sistema di raccolta differenziata, sia il sistema di smaltimento tramite inceneritori, sia di altra impiantistica, quale il trattamento meccanico-biologico; così essa potrebbe avere un senso.
Chiediamo, quindi, di sostituire quel comma sbagliato - perché, lo ripeto, non esiste un piano regionale degli inceneritori - con una proposta sensata, che ci vedrebbe favorevoli, che riguardi il coordinamento dei piani di gestione regionale integrata dei rifiuti.
Clima: un passo avanti sul risparmio energetico
(DIRE) Roma, 30 giu. - "Le politiche per il risparmio energetico fanno oggi in Italia un passo avanti grazie agli emendamenti del Pd al Ddl sviluppo". Lo dicono Alessandro Bratti e Federico Testa, deputati Pd, segnalando che "sono stati accolti appunto due emendamenti che di fatto escludono dal mercato con una tempistica adeguata e in maniera definitiva sia gli elettrodomestici inferiore alla classe A, quindi molto inefficiente, che le lampadine ad incandescenza".
Certo, aggiungono i due democratici, "e' un piccolo risultato ma importante, frutto di un lavoro congiunto delle Commissioni Attivita' produttive e Ambiente che in questi giorni hanno contrastato il provvedimento del Governo attraverso contro proposte di merito e in linea con le scelte di politica energetica dell' Unione europea".
Certo, aggiungono i due democratici, "e' un piccolo risultato ma importante, frutto di un lavoro congiunto delle Commissioni Attivita' produttive e Ambiente che in questi giorni hanno contrastato il provvedimento del Governo attraverso contro proposte di merito e in linea con le scelte di politica energetica dell' Unione europea".
Un, due, tre: ma che almeno scrivano in maniera adeguata!
1. Signor Presidente, dispiace che questo emendamento, che riguarda l'incentivazione del fotovoltaico a concentrazione, non sia stato preso in considerazione. È evidente ed è chiaro che vi sono dei problemi legati al tema della certificazione che fa sì che questi impianti di nuova generazione siano di fatto paragonabili al fotovoltaico tradizionale. Tuttavia, questa è una tecnologia in primo luogo non più sperimentale e assolutamente inserita in una filiera industriale, e in secondo luogo si tratta di una tecnologia italiana.
Sono state scritte tra l'altro varie lettere al Ministero competente in materia di attività produttive e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per far sì che questa tecnologia venga in qualche modo favorita perché è molto più efficiente di quella fotovoltaica tradizionale. Per cui è con grande rammarico che si assiste in qualche modo ad un giudizio negativo da parte del Governo sull'emendamento in esame. Noi comunque insistiamo lo stesso, sperando poi che in futuro vi sia la possibilità di aprire una strada anche verso queste tecnologie di know how italiano, perché è di questo che abbiamo bisogno.
2. Signor Presidente, questo articolo a mio parere è abbastanza ambiguo, a parte il fatto che vorrei chiedere un chiarimento anche su com'è scritto. Infatti, così com'è scritto e come, nello stesso senso, è stato interpretato anche dal servizio studi, si parla di produzione di energia elettrica alimentata con carbon fossile di nuova generazione. Mi risulta che siano gli impianti di nuova generazione e alimentati a carbon fossile. Quindi scritto in questo modo, se non altro, contiene un errore che deve essere corretto perché, a mio avviso, non sarebbe giusto presentarlo così.
È ambiguo perché, riprendendo un altro articolo che abbiamo approvato in uno scorso provvedimento, di fatto la riconversione a carbone elimina la possibilità per le regioni e per gli enti locali di seguire le procedure da un punto di vista della valutazione d'impatto ambientale ordinaria. Addirittura interviene anche sulla localizzazione o la delocalizzazione di questi impianti.
Ancora peggio se poi questo ragionamento è applicato..
3.Signor Presidente, l'emendamento 27.27, a mia prima firma, non fa altro che riprendere quello precedente. Quindi, reitero la richiesta di correggere la dicitura: infatti abbiamo capito che dobbiamo favorire la riconversione delle centrali a carbone. Abbiamo capito che dobbiamo favorire l'ENEL perché dispone di questa tecnologia: perlomeno che il provvedimento venga scritto nella maniera adeguata.
Sono state scritte tra l'altro varie lettere al Ministero competente in materia di attività produttive e al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per far sì che questa tecnologia venga in qualche modo favorita perché è molto più efficiente di quella fotovoltaica tradizionale. Per cui è con grande rammarico che si assiste in qualche modo ad un giudizio negativo da parte del Governo sull'emendamento in esame. Noi comunque insistiamo lo stesso, sperando poi che in futuro vi sia la possibilità di aprire una strada anche verso queste tecnologie di know how italiano, perché è di questo che abbiamo bisogno.
2. Signor Presidente, questo articolo a mio parere è abbastanza ambiguo, a parte il fatto che vorrei chiedere un chiarimento anche su com'è scritto. Infatti, così com'è scritto e come, nello stesso senso, è stato interpretato anche dal servizio studi, si parla di produzione di energia elettrica alimentata con carbon fossile di nuova generazione. Mi risulta che siano gli impianti di nuova generazione e alimentati a carbon fossile. Quindi scritto in questo modo, se non altro, contiene un errore che deve essere corretto perché, a mio avviso, non sarebbe giusto presentarlo così.
È ambiguo perché, riprendendo un altro articolo che abbiamo approvato in uno scorso provvedimento, di fatto la riconversione a carbone elimina la possibilità per le regioni e per gli enti locali di seguire le procedure da un punto di vista della valutazione d'impatto ambientale ordinaria. Addirittura interviene anche sulla localizzazione o la delocalizzazione di questi impianti.
Ancora peggio se poi questo ragionamento è applicato..
3.Signor Presidente, l'emendamento 27.27, a mia prima firma, non fa altro che riprendere quello precedente. Quindi, reitero la richiesta di correggere la dicitura: infatti abbiamo capito che dobbiamo favorire la riconversione delle centrali a carbone. Abbiamo capito che dobbiamo favorire l'ENEL perché dispone di questa tecnologia: perlomeno che il provvedimento venga scritto nella maniera adeguata.
26/06/09
Tempi e modi per l'elezione del Segretario
La Direzione Nazionale del Partito Democratico ha approvato il regolamento che stabilisce tempi e modi con i quali il Partito Democratico arriverà all'elezione del nuovo segretario del Partito Democratico con la Convenzione Nazionale dell'11 ottobre e le primarie che si terranno il 25.
Regolamento per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale
La Direzione del Partito Democratico, riunitasi il 26 giugno 2009, approva il seguente regolamento per le procedure di elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale, dei Segretari Regionali e delle Assemblee Regionali, ai sensi del vigente Statuto del Partito.
I. Convocazione e svolgimento delle Convenzioni nazionale e provinciali e delle riunioni di Circolo
Articolo 1
(Convocazione del procedimento elettorale)
1. La Prima Convenzione nazionale del Partito Democratico è convocata per il giorno 11 ottobre 2009 .
2. Le Convenzioni provinciali si dovranno svolgere entro il 4 ottobre; le Convenzioni Regionali entro il 10 ottobre.
3. La Convenzione nazionale si svolge sulla base della presentazione delle candidature alla carica di Segretario e del confronto sulle relative linee politico-programmatiche, ai sensi delle disposizioni previste dallo Statuto.
4. La data di svolgimento dell’elezione del Segretario e dell’Assemblea nazionale, dei Segretari e delle Assemblee regionali è fissata per il giorno 25 ottobre.
Articolo 2
(Commissione nazionale e Commissioni provinciali)
1. La Direzione nazionale elegge, con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, una Commissione Nazionale formata da 11 componenti, integrata successivamente da un rappresentante per ciascuna delle candidature presentate. Alla Commissione partecipa, in qualità di invitato permanente, il Presidente della Commissione Nazionale di Garanzia o un suo delegato. La Commissione, nella prima seduta, elegge al suo interno il coordinatore.
2. La Commissione, nello svolgimento dei suoi lavori e nelle decisioni che assume, si ispira al principio della ricerca del più ampio consenso.
3. Le Direzioni provinciali eleggono entro il 22 luglio, con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, una Commissione Provinciale , formata al massimo da 11 componenti, successivamente integrata da un rappresentante per ciascuna delle candidature. Alla Commissione partecipa, in qualità di invitato permanente, il Presidente della Commissione di Garanzia o un suo delegato. La Commissione, nella prima seduta, elegge al suo interno il coordinatore.
4. In caso di mancata elezione, entro il 22 luglio, di una o più commissioni provinciali, la Commissione Nazionale entro il 30 luglio provvede alla nomina.
Articolo 3
(Presentazione delle candidature a Segretario nazionale)
1. Entro le ore 20.00 del 23 luglio vengono depositate presso la Commissione Nazionale le candidature alla Segreteria e le relative linee politico-programmatiche.
2. Tutte le candidature debbono essere sottoscritte:
da almeno il 10% dei componenti l’Assemblea Nazionale uscente, oppure, da un numero di iscritti compreso tra 1500 e 2000, distribuiti in non meno di cinque regioni, appartenenti ad almeno tre delle cinque circoscrizioni elettorali per il Parlamento europeo.
3. La Commissione nazionale cura la pubblicazione delle linee politico-programmatiche presentate e assicura a tutte eguale dignità e piena parità di diritti.
4. L’ordine di presentazione delle candidature sarà assunto anche come ordine di illustrazione delle candidature stesse, e delle relative linee politico-programmatiche, nel corso delle Convenzioni provinciali e delle Riunioni di Circolo.
Articolo 4
(Modalità di svolgimento delle riunioni di Circolo)
1. Le riunioni di Circolo si svolgono non oltre il 30 settembre.
2. Partecipano con diritto di parola e di voto alle riunioni di Circolo (territoriale e di ambiente) e possono essere eletti negli organismi dirigenti o di garanzia, nonché essere delegati ad una Convenzione di livello superiore, tutti gli iscritti al partito regolarmente registrati alla data del 21 luglio 2009.
3. Gli iscritti ai Circoli on line, regolarmente registrati, hanno diritto di partecipare con diritto di parola e di elettorato attivo e passivo alle riunioni dei Circoli territoriali o di ambiente da essi indicati all’atto dell’iscrizione come sede di esercizio dei propri diritti, ai sensi dell’art. 14, comma 2, dello Statuto.
4. In apertura delle riunioni di Circolo, su proposta del segretario del Circolo stesso, viene costituita e messa ai voti per l’approvazione una Presidenza, che ha il compito di assicurare il corretto svolgimento dei lavori e che garantisca la presenza di almeno un rappresentante per ciascuna candidatura. Fa parte della Presidenza un membro della Commissione provinciale o un suo delegato esterno alla stessa che è tenuto ad assistere ai lavori della riunione, con funzioni di garanzia circa il regolare svolgimento dei lavori.
5. In apertura delle riunioni di Circolo vengono presentate le linee politiche collegate ai candidati, assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione, entro un tempo massimo di 15 minuti.
6. Le modalità e i tempi di svolgimento delle riunioni di Circolo devono garantire la più ampia possibilità di intervento agli iscritti.
7. Le riunioni di Circolo sono aperte alla partecipazione di elettori e simpatizzanti del Partito Democratico. La Presidenza dell’assemblea, sulla base dei tempi e delle modalità concrete di svolgimento della riunione, valuta la possibilità di dare la parola anche agli elettori e ai simpatizzanti che ne facciano richiesta.
8. Nel corso dello svolgimento della riunione, ed entro un termine fissato dalla Presidenza, vengono presentate le liste dei delegati alla Convenzione provinciale, collegate alle candidature alla Segreteria nazionale. Nella sua composizione ciascuna lista deve rispettare i principi dell’alternanza di genere. Possono essere delegati anche iscritti appartenenti ad altri Circoli della stessa Provincia. È possibile presentate più liste di delegati collegate allo stesso candidato alla Segreteria nazionale: in questo caso il presentatore della mozione nazionale dovrà autorizzarle.
9. La convocazione della riunione deve essere spedita a tutti gli iscritti al circolo almeno 5 giorni prima dello svolgimento, e deve indicare il giorno e l’ora di inizio della riunione, il programma dei lavori e l’orario di avvio e di fine delle votazioni, che dovranno durare non meno di una e non più di sei ore consecutive da collocare in orario di norma non lavorativo e dunque di preferenza dopo le ore 18.00 o nel fine settimana. La votazione avviene assicurando la segretezza e la regolarità del voto. Lo scrutinio è pubblico e viene svolto dalla Presidenza immediatamente dopo la conclusione delle operazioni di voto.
10. E’ compito della Commissione nazionale predisporre il modello di scheda da utilizzare nelle votazioni previste nelle riunioni di circolo.
11. Il numero dei delegati da indicare in ciascuna riunione di Circolo è stabilito dalla Commissione provinciale, sulla base dei criteri fissati dalla Commissione nazionale.
12. La Commissione provinciale, acquisiti tutti i verbali delle Riunioni di Circolo, procede innanzitutto all’assegnazione dei seggi spettanti al complesso delle liste collegate a ciascun candidato a Segretario nazionale. A tal fine si utilizza il metodo del quoziente naturale e dei più alti resti. Il numero dei delegati da assegnare alla lista o alle liste collegate a ciascun candidato a Segretario nazionale è ottenuto dividendo il complesso dei voti da essa o da esse riportati per il quoziente naturale, ovvero il totale dei voti validi divisi per il numero dei delegati da eleggere, ed assegnando i seggi eventualmente così non assegnabili alle liste con i maggiori resti. Nel caso in cui vi siano più liste collegate al medesimo candidato, il complesso dei seggi ad esse attribuito viene tra loro ripartito con il medesimo metodo del quoziente naturale e dei resti più alti.
13. La Commissione provinciale procede quindi alla distribuzione nei singoli circoli dei seggi così assegnati alle varie liste. A tal fine si procede in primo luogo alla assegnazione dei seggi in ogni circolo attribuendo a ciascuna lista di circolo tanti seggi quanti quozienti naturali di circolo interi essa abbia conseguito in quel circolo. Il quoziente di circolo è dato dalla divisione tra la somma dei voti validamente espressi nel circolo e il numero di seggi da assegnare nel circolo stesso. Gli eventuali seggi residui sono attribuiti alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle parti decimali del quoziente ottenuto da ciascuna lista sino alla attribuzione di tutti i seggi spettanti al circolo. A tal fine le operazioni di calcolo procedono a partire dal circolo con il minor numero di iscritti. Nella assegnazione dei seggi non si prendono più in considerazione le liste che abbiano già ottenuto tutti i seggi ad esse spettanti in base ai calcoli di cui al comma 12. Al termine di tali operazioni, i seggi che eventualmente rimangono ancora da assegnare ad una lista sono attributi alla lista stessa nei circoli ove essa abbia ottenuto i maggiori resti, utilizzando per primi i resti che non abbiano già dato luogo alla attribuzione di seggi. I seggi spettanti a ciascuna lista di circolo vengono assegnati ai candidati in base all’ordine di presentazione nella lista stessa.
Articolo 5
(Modalità di svolgimento delle Convenzioni provinciali)
1. La Convenzione provinciale è costituita dall’insieme dei delegati eletti dalle riunioni di Circolo.
2. In apertura della Convenzione provinciale, su proposta del segretario, viene costituita e messa ai voti per l’approvazione una Presidenza, che ha il compito di assicurare il corretto svolgimento dei lavori, e che veda la presenza di almeno un rappresentante per ciascuna candidatura. Fa parte della Presidenza un membro, o un delegato della Commissione nazionale, che è tenuto ad assistere ai lavori della riunione, con funzioni di garanzia circa il regolare svolgimento dei lavori.
3. In apertura della Convenzione provinciale vengono presentate le linee politiche collegate ai candidati, assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione.
4. Le modalità e i tempi di svolgimento delle Convenzioni provinciali devono garantire la più ampia possibilità di intervento ai delegati, secondo le modalità previste per le riunioni dei circoli.
5. Nel corso dello svolgimento della Convenzione provinciale, ed entro un termine fissato dalla Presidenza, vengono presentate le liste dei delegati alla Convenzione nazionale, collegate alle candidature alla Segreteria nazionale
6. La convocazione della Convenzione provinciale deve essere spedita a tutti i delegati almeno 3 giorni prima dello svolgimento e deve contenere il giorno e l’orario di inizio della seduta, il programma dei lavori e l’orario di avvio e di chiusura delle votazioni.
7. Il numero dei delegati da eleggere in ciascuna Convenzione provinciale è stabilito preventivamente dalla Commissione nazionale.
8. Il numero dei delegati spettante ad ogni mozione collegata a ciascun candidato Segretario è assegnato proporzionalmente in base al numero dei voti ottenuti nelle riunioni di circolo sulla base del metodo del quoziente naturale (totale dei voti diviso per il numero dei delegati da eleggere) e dei migliori resti. I delegati sono assegnati alle liste sulla base dei consensi ottenuti da ciascuna lista mediante il riparto proporzionale dei quozienti interi e dei più alti resti.
9. La delegazione di ogni mozione deve rispettare, nella sua composizione, il principio dell’alternanza di genere. Possono essere delegati anche iscritti appartenenti ad altre Provincie della Regione o eletti nella Regione. È possibile presentare più liste di delegati collegate allo stesso candidato alla Segreteria nazionale. In questo caso, fermo restando il numero dei delegati assegnati ad ogni mozione e il principio dell’alternanza di genere, questi vengono ripartiti tra le varie liste della stessa mozione sulla base del metodo del quoziente naturale (totale dei voti ottenuti diviso per il numero dei delegati da eleggere) e dei migliori resti. Partecipano al voto per la scelta dei delegati di ciascuna mozione alla convenzione nazionale, i soli delegati alla convenzione provinciale eletti nelle liste collegata alla medesima mozione e al medesimo candidato a Segretario nazionale. I seggi spettanti a ciascuna lista sono assegnati ai candidati secondo l’ordine di presentazione nella stessa lista.
Articolo 6
(Compiti della Commissione nazionale)
1. La Commissione nazionale, nominata ai sensi dell’art. 2 del presente Regolamento, procede, entro il 5 agosto, alla definizione dei delegati spettanti a ciascun Coordinamento provinciale/territoriale, assegnandone il 50% in ragione dei voti ottenuti dal Partito Democratico nelle elezioni del 2008 per la Camera dei Deputati, e il 50% in ragione del numero degli iscritti. Non vengono attribuiti delegati in ragione degli iscritti alle Province/territori i cui iscritti non sono regolarmente certificati.
2. La Commissione nazionale detta altresì i criteri di composizione delle Convenzioni provinciali, sulla base dei quali le Commissioni provinciali procederanno alla indicazione del numero dei delegati da eleggere in ciascuna riunione di Circolo.
3. La Commissione nazionale predispone il modello di verbale sulla base del quale registrare i risultati delle votazioni nelle riunioni di Circolo e nelle Convenzioni provinciali.
4. La Commissione nazionale assicura che un suo membro, o un delegato, partecipino allo svolgimento delle Convenzioni provinciali.
5. La Commissione nazionale promuove l’apertura della seconda fase del procedimento di elezione del Segretario nazionale e dell’Assemblea nazionale. La data di svolgimento dell’elezione del Segretario e dell’Assemblea nazionale, dei Segretari e delle Assemblee regionali è fissata per il giorno 25 ottobre.
Articolo 7
(Composizione della Convenzione nazionale)
1. La Convenzione nazionale è composta da:
a) 1000 delegati eletti nelle Convenzioni provinciali. Ad ogni Coordinamento provinciale/territoriale è assegnato un minimo di due delegati.
b) Dai delegati per funzione: il Segretario nazionale e i candidati alla carica di Segretario nazionale; i componenti della Commissione nazionale, il Presidente della Commissione di garanzia.
Alla Convenzione nazionale partecipano, in qualità di invitati, i componenti della Commissione Nazionale di Garanzia.
Articolo 8
(Svolgimento della Convenzione nazionale)
1. In apertura della Convenzione nazionale, su proposta del Segretario, viene costituita e messa ai voti per l’approvazione una Presidenza, che ha il compito di assicurare il corretto svolgimento dei lavori e che veda la presenza di almeno un rappresentante per ciascuna candidatura.
2. In apertura della Convenzione, la Commissione nazionale comunica ufficialmente i risultati delle votazioni svoltesi nelle riunioni di Circolo e, sulla base di quanto stabilito dallo Statuto (art. 9, comma 6), determina il numero dei candidati ammessi alla seconda fase del procedimento di elezione del Segretario nazionale, ovvero “i tre candidati che abbiano ottenuto il consenso del maggior numero di iscritti purché abbiano ottenuto almeno il cinque per cento dei voti validamente espressi e, in ogni caso, quelli che abbiano ottenuto almeno il quindici per cento dei voti validamente espressi e la medesima percentuale in almeno cinque regioni o province autonome”.
3. In apertura della Convenzione nazionale vengono presentate le linee politiche collegate ai candidati, assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione.
Articolo 9
(Dibattito politico e programmatico nel corso della Convenzione Nazionale)
1. Le modalità e i tempi di svolgimento della Convenzione nazionale devono garantire la più ampia possibilità di intervento ai delegati.
2. La Convenzione nazionale istituisce una o più Commissioni tematiche con il compito di elaborare ipotesi di modifica dello Statuto, del Codice etico o del Manifesto dei valori, le quali saranno trasmesse alla Assemblea Nazionale eletta il successivo 25 ottobre.
Articolo 10
(Elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale)
1. La Commissione nazionale, ai sensi dell’art. 9, comma 7, dello Statuto determina, entro il 5 settembre, la ripartizione territoriale dei componenti l’Assemblea nazionale (fissati nel numero di 1000 dall’art. 4, c.1, dello Statuto), definendo il numero dei seggi spettanti alle diverse circoscrizioni regionali e il numero dei collegi in cui ciascuna di esse è articolata. Tale ripartizione viene effettuata proporzionalmente per il 50% sulla base della popolazione residente e per il restante 50% sulla base dei voti ricevuti dal Partito Democratico nelle elezioni del 2008 per la Camera dei Deputati.
2. Con l’eccezione della Valle d’Aosta e del Molise, le circoscrizioni regionali sono articolate in collegi nei quali sono assegnati da un minimo di quattro ad un massimo di nove seggi. Le province autonome di Trento e Bolzano costituiscono ciascuna una circoscrizione. Nella composizione delle liste deve essere rispettata l’alternanza di genere.
3. La Commissione nazionale determina i confini di ciascun collegio assumendo, di norma, i confini provinciali o i confini dei territori corrispondenti ai coordinamenti territoriali del Partito. La Commissione nazionale, sentita la Commissione provinciale, determina anche i confini di eventuali collegi sub-provinciali, qualora questo sia reso necessario dal numero di seggi spettanti alla relativa provincia.
4. In ciascuna circoscrizione regionale viene istituita una Commissione regionale. Alla Commissione regionale spettano le funzioni di cui ai commi 8, 9 e 10. La Commissione regionale, su proposta del Segretario regionale, viene eletta dalla Direzione Regionale, con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, entro il 23 luglio.
5. In ciascun collegio possono essere presentate una o più liste collegate a ciascun candidato alla Segreteria. Sono ammesse le liste presenti in almeno la metà dei collegi di una circoscrizione regionale. Le liste devono essere sottoscritte da almeno 50 iscritti in ciascun collegio.
6. La presentazione delle liste avviene su base regionale, depositando l’elenco dei candidati presso la Commissione regionale, entro le ore 20.00 del 12 ottobre. Ciascuna lista deve indicare a quale, tra i candidati alla Segreteria ammessi, essa intenda collegarsi. Entro due giorni dalla presentazione delle liste, le Commissioni regionali accertano l’accettazione del collegamento da parte del candidato alla segreteria nazionale.
7. Ciascuna commissione regionale, accertati i collegamenti tra candidati alla Segreteria e liste di candidati all’Assemblea nazionale, predispone il modello di scheda per ciascun collegio, sulla base dei criteri indicati dalla Commissione nazionale.
8. Ciascuna commissione provinciale, entro il 21 settembre, determina il numero e l’ubicazione delle sezioni elettorali, sulla base di criteri di omogeneità territoriale e demografica, prevedendo di norma una sezione per ogni Comune ad eccezione dei Comuni superiori ai 30.000 abitanti.
9. I seggi assegnati a ciascun collegio sono ripartiti proporzionalmente tra le liste, secondo il metodo del quoziente naturale (totale dei voti validi del collegio / numero dei seggi del collegio), attribuendo tanti seggi quanti sono i quozienti pieni ottenuti da ciascuna lista. I voti residui non utilizzati vengono conteggiati a livello di circoscrizione regionale, assegnando, con il medesimo metodo, i seggi non ancora attribuiti. Gli ulteriori seggi non attribuiti sulla base di un quoziente pieno, vengono assegnati alle liste che abbiano riportato i migliori resti. I seggi così assegnati vengono poi attribuiti ai collegi che non abbiano ancora visto assegnati tutti i propri seggi spettanti, e alle liste che abbiano conseguito il miglior rapporto tra voti residui e quoziente di collegio.
10. A conclusione delle operazioni di voto in ciascuna sezione elettorale viene redatto un verbale che viene immediatamente trasmesso alla Commissione provinciale, la quale, a sua volta, acquisiti tutti i verbali dei collegi, li trasmette alla Commissione regionale, per le operazioni di calcolo di propria competenza. La commissione regionale, conclusa la procedura di attribuzione di tutti i seggi spettanti, trasmette il verbale dei risultati e i nomi degli eletti alla Commissione nazionale, proclama eletti i membri dell’Assemblea Nazionale e ne da comunicazione alla Commissione nazionale.
11. I membri dell’Assemblea nazionale vengono eletti sulla base dell’ordine di presentazione nella lista.
Articolo 11
(Diritto e modalità di voto)
1. Possono partecipare al voto per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale, tutte le elettrici e gli elettori che, al momento del voto, rientrano nei requisiti di cui all’art. 2, comma 3, dello Statuto, ovvero le elettrici e gli elettori che sono registrati nell’Albo degli elettori e delle elettrici del Partito Democratico, o che, prima di esprimere il proprio voto, dichiarino e sottoscrivano la richiesta di registrazione.
2. La Commissione nazionale predispone il modello per la registrazione degli elettori. Tale modello prevede, oltre al nome e cognome, i dati anagrafici, la residenza dell’elettore, e un eventuale indirizzo di posta elettronica. Il modello della registrazione contiene altresì l’esplicita autorizzazione dell’elettore all’uso dei suoi recapiti al fine di ricevere informazioni e notizie sull’attività del Partito Democratico.
3. Ogni elettrice ed elettore, per poter esprimere il proprio voto, è tenuta/o a devolvere un contributo di 2 euro destinato direttamente al finanziamento dei circoli e alle spese per l’organizzazione delle elezioni.
4. L’elettrice/elettore esprime il suo voto tracciando un unico segno su una delle liste di candidati all’Assemblea Nazionale.
Articolo 12
(Proclamazione dei risultati e nomina del Segretario)
1. La Commissione nazionale, acquisiti tutti i verbali circoscrizionali, comunica i risultati del voto e convoca la prima riunione dell’Assemblea nazionale entro 14 giorni.
2. L’Assemblea nazionale, sotto la presidenza provvisoria della Commissione nazionale, elegge il proprio Presidente. Le modalità di presentazione delle candidature alla carica di Presidente dell’Assemblea Nazionale e le relative modalità di voto, vengono proposte dalla Commissione nazionale e approvate dall’Assemblea.
3. Il Presidente dell’Assemblea Nazionale proclama eletto alla carica di Segretario il candidato che, sulla base delle comunicazioni della Commissione nazionale, abbia riportato la maggioranza assoluta dei membri dell’Assemblea Nazionale eletti nelle liste a lui collegate.
4. Qualora nessun candidato abbia riportato tale maggioranza assoluta, il Presidente dell’Assemblea nazionale indice, in quella stessa seduta, il ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati collegati al maggior numero di componenti l’Assemblea e proclama eletto Segretario il candidato che ha ricevuto il maggior numero di voti validamente espressi.
II. Le garanzie congressuali
Articolo 13
(Anagrafe degli iscritti)
1. La Direzione Nazionale del Partito, all’atto della costituzione della Commissione nazionale, affida alla Commissione stessa la responsabilità di accesso e vigilanza sull’anagrafe degli iscritti e sull’Albo degli elettori.
2. L’anagrafe è redatta dall’ufficio adesioni provinciale e certificata dalla Commissione provinciale di garanzia che la ratifica con il voto della maggioranza dei 2/3 dei componenti. L’anagrafe così certificata viene trasmessa all’ufficio adesioni regionale e nazionale. Qualora la Commissione provinciale di garanzia non approvi, come precedentemente stabilito con il voto della maggioranza dei 2/3 dei componenti l’anagrafe, sarà compito della Commissione regionale di garanzia esaminare ed approvare l’anagrafe provinciale con la stessa maggioranza.
3. L’assegnazione dei delegati alle diverse Convenzioni provinciali è stabilito sulla base dei criteri di cui all’art. 6, comma 1 del presente Regolamento.
4. Le commissioni per l’Anagrafe, ove costituite, e in loro assenza le Commissioni di Garanzia collaborano, fino all’insediamento delle Commissioni nazionale e provinciali, con gli organi dei coordinamenti territoriali e delle Unioni regionali al fine di assicurare la formazione degli elenchi degli iscritti e la loro trasmissione ai livelli regionali e nazionali. Tali elenchi, risultanti dall’Anagrafe, debbono consentire l’identificazione degli aventi diritto al voto.
5. La Commissione nazionale ha il compito di acquisire gli elenchi nominativi degli iscritti.
6. I Circoli hanno l’obbligo di presentare al Coordinamento provinciale/territoriale gli elenchi completi dei propri iscritti.
In caso di presunte irregolarità gli iscritti possono presentare – entro 2 giorni dalla pubblicazione degli elenchi - formale reclamo alla Commissione provinciale. La Commissione è tenuta a pronunciarsi entro due giorni. Contro la decisione, o in caso di inerzia, può essere proposto motivato ricorso alla Commissione regionale di Garanzia.
7. La Commissione nazionale di garanzia è incaricata di redigere entro il 21 luglio 2009 il regolamento di cui all’articolo 42 dello Statuto nazionale del partito ed in particolare di disciplinare le modalità di accesso ai dati contenuti nell’Anagrafe degli iscritti da parte dei dirigenti di ciascun livello territoriale, dei candidati ad elezioni interne e dei candidati del Partito democratico a cariche istituzionali elettive, avendo cura di definire le procedure atte a garantire ai candidati su basi paritarie la possibilità di comunicare con gli iscritti.
Articolo 14
(Le garanzie)
1. La commissione nazionale provvede a disciplinare la diffusione più ampia possibile delle linee politico-programmatiche presentate dai candidati alla carica di Segretario e, allo scopo di garantire pari opportunità tra i candidati, stabilisce gli indirizzi e le modalità per la equa ripartizione delle attività di comunicazione e delle risorse finanziarie.
2. Le commissioni per la Convenzione, ai vari livelli, hanno il compito di garantire che la procedura di elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale si svolga in modo democratico e che in tutte le iniziative e in tutti i momenti del dibattito sia assicurata piena parità di diritti, nei modi previsti dal regolamento, a tutte le mozioni politiche.
3. Sulla base di quanto previsto dal regolamento di autodisciplina della campagna elettorale per le elezioni del 14 ottobre 2007, la Commissione Nazionale di Garanzia approva, entro il 21 luglio 2009, il regolamento che disciplina i limiti di spesa e la trasparenza relativa ai contributi e alle spese sostenute dai candidati ispirandosi ai principi di sobrietà e correttezza di cui al punto 3, lettera d del Codice Etico.
4. Eventuali contestazioni sulla regolarità del percorso e della gestione delle riunioni di Circolo e delle Convenzioni vanno rivolte alle Commissioni competenti in merito.
5. I ricorsi riguardanti richieste di annullamento, per gravi irregolarità, di Convenzioni provinciali, o di singole decisioni da essi prese, vanno presentati entro 2 giorni dallo svolgimento di tali Convenzioni prima alla Commissione regionale e poi alla Commissione nazionale, che sono chiamate a decidere, in modo insindacabile, entro i 2 giorni successivi.
6. I ricorsi riguardanti le riunioni di Circolo vengono sottoposti, con le stesse modalità, alle Commissioni provinciali e, in seconda istanza, a quelle regionali.
Articolo 15
(Elezione dei Segretari Regionali)
1. Le Direzioni Regionali, ai sensi degli art. 15 e 45 dello Statuto e in coerenza con quanto previsto dal presente regolamento, approvano, entro il 23 luglio 2009, il regolamento regionale che stabilisce la data e le modalità per lo svolgimento della convenzione regionale.
2. Nella stessa seduta eleggono con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, una Commissione Regionale, formata al massimo da 11 componenti, successivamente integrata da un rappresentante per ciascuna delle candidature. Alla Commissione partecipa, in qualità di invitato permanente, il Presidente della Commissione di Garanzia o un suo delegato. La Commissione, nella prima seduta, elegge al suo interno il coordinatore.
3. Entro le ore 20.00 del 31 luglio vengono depositate presso la Commissione regionale le candidature alla carica di Segretario regionale e le relative linee politico- programmatiche. Tutte le candidature debbono essere sottoscritte: da almeno il 10% dei componenti l’assemblea regionale uscente oppure da un numero di iscritti pari all’1% degli iscritti certificati nella regione e comunque non meno di 150.
Articolo 16
(Elezione dei Segretari Provinciali e di Circolo)
1. Ai sensi dell’art 15 dello Statuto e dei rispettivi Statuti regionali, le Direzioni Regionali deliberano, entro il 23 luglio, i tempi e le modalità delle elezioni dei Segretari provinciali e di circolo che dovranno comunque svolgersi tra il 15 novembre 2009 e il 17 gennaio 2010 oppure tra il 4 aprile e il 30 maggio 2010. In caso di mancata approvazione del regolamento entro 23 luglio 2009 provvede la Commissione nazionale. In ogni caso gli iscritti che hanno diritto di voto sono quelli regolarmente registrati alla data del 21 luglio 2009.
Articolo 17
(Partecipazione al voto degli italiani all’estero)
1. La commissione nazionale nomina un comitato, composto da sette membri che, secondo i criteri e le modalità stabilite dal presente regolamento, promuove e organizza la partecipazione al voto degli italiani all’estero.
Articolo 18
1. Alla commissione nazionale è demandato il compito di intervenire con appositi indirizzi e norme esplicative del regolamento approvato.
Regolamento per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale
La Direzione del Partito Democratico, riunitasi il 26 giugno 2009, approva il seguente regolamento per le procedure di elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale, dei Segretari Regionali e delle Assemblee Regionali, ai sensi del vigente Statuto del Partito.
I. Convocazione e svolgimento delle Convenzioni nazionale e provinciali e delle riunioni di Circolo
Articolo 1
(Convocazione del procedimento elettorale)
1. La Prima Convenzione nazionale del Partito Democratico è convocata per il giorno 11 ottobre 2009 .
2. Le Convenzioni provinciali si dovranno svolgere entro il 4 ottobre; le Convenzioni Regionali entro il 10 ottobre.
3. La Convenzione nazionale si svolge sulla base della presentazione delle candidature alla carica di Segretario e del confronto sulle relative linee politico-programmatiche, ai sensi delle disposizioni previste dallo Statuto.
4. La data di svolgimento dell’elezione del Segretario e dell’Assemblea nazionale, dei Segretari e delle Assemblee regionali è fissata per il giorno 25 ottobre.
Articolo 2
(Commissione nazionale e Commissioni provinciali)
1. La Direzione nazionale elegge, con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, una Commissione Nazionale formata da 11 componenti, integrata successivamente da un rappresentante per ciascuna delle candidature presentate. Alla Commissione partecipa, in qualità di invitato permanente, il Presidente della Commissione Nazionale di Garanzia o un suo delegato. La Commissione, nella prima seduta, elegge al suo interno il coordinatore.
2. La Commissione, nello svolgimento dei suoi lavori e nelle decisioni che assume, si ispira al principio della ricerca del più ampio consenso.
3. Le Direzioni provinciali eleggono entro il 22 luglio, con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, una Commissione Provinciale , formata al massimo da 11 componenti, successivamente integrata da un rappresentante per ciascuna delle candidature. Alla Commissione partecipa, in qualità di invitato permanente, il Presidente della Commissione di Garanzia o un suo delegato. La Commissione, nella prima seduta, elegge al suo interno il coordinatore.
4. In caso di mancata elezione, entro il 22 luglio, di una o più commissioni provinciali, la Commissione Nazionale entro il 30 luglio provvede alla nomina.
Articolo 3
(Presentazione delle candidature a Segretario nazionale)
1. Entro le ore 20.00 del 23 luglio vengono depositate presso la Commissione Nazionale le candidature alla Segreteria e le relative linee politico-programmatiche.
2. Tutte le candidature debbono essere sottoscritte:
da almeno il 10% dei componenti l’Assemblea Nazionale uscente, oppure, da un numero di iscritti compreso tra 1500 e 2000, distribuiti in non meno di cinque regioni, appartenenti ad almeno tre delle cinque circoscrizioni elettorali per il Parlamento europeo.
3. La Commissione nazionale cura la pubblicazione delle linee politico-programmatiche presentate e assicura a tutte eguale dignità e piena parità di diritti.
4. L’ordine di presentazione delle candidature sarà assunto anche come ordine di illustrazione delle candidature stesse, e delle relative linee politico-programmatiche, nel corso delle Convenzioni provinciali e delle Riunioni di Circolo.
Articolo 4
(Modalità di svolgimento delle riunioni di Circolo)
1. Le riunioni di Circolo si svolgono non oltre il 30 settembre.
2. Partecipano con diritto di parola e di voto alle riunioni di Circolo (territoriale e di ambiente) e possono essere eletti negli organismi dirigenti o di garanzia, nonché essere delegati ad una Convenzione di livello superiore, tutti gli iscritti al partito regolarmente registrati alla data del 21 luglio 2009.
3. Gli iscritti ai Circoli on line, regolarmente registrati, hanno diritto di partecipare con diritto di parola e di elettorato attivo e passivo alle riunioni dei Circoli territoriali o di ambiente da essi indicati all’atto dell’iscrizione come sede di esercizio dei propri diritti, ai sensi dell’art. 14, comma 2, dello Statuto.
4. In apertura delle riunioni di Circolo, su proposta del segretario del Circolo stesso, viene costituita e messa ai voti per l’approvazione una Presidenza, che ha il compito di assicurare il corretto svolgimento dei lavori e che garantisca la presenza di almeno un rappresentante per ciascuna candidatura. Fa parte della Presidenza un membro della Commissione provinciale o un suo delegato esterno alla stessa che è tenuto ad assistere ai lavori della riunione, con funzioni di garanzia circa il regolare svolgimento dei lavori.
5. In apertura delle riunioni di Circolo vengono presentate le linee politiche collegate ai candidati, assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione, entro un tempo massimo di 15 minuti.
6. Le modalità e i tempi di svolgimento delle riunioni di Circolo devono garantire la più ampia possibilità di intervento agli iscritti.
7. Le riunioni di Circolo sono aperte alla partecipazione di elettori e simpatizzanti del Partito Democratico. La Presidenza dell’assemblea, sulla base dei tempi e delle modalità concrete di svolgimento della riunione, valuta la possibilità di dare la parola anche agli elettori e ai simpatizzanti che ne facciano richiesta.
8. Nel corso dello svolgimento della riunione, ed entro un termine fissato dalla Presidenza, vengono presentate le liste dei delegati alla Convenzione provinciale, collegate alle candidature alla Segreteria nazionale. Nella sua composizione ciascuna lista deve rispettare i principi dell’alternanza di genere. Possono essere delegati anche iscritti appartenenti ad altri Circoli della stessa Provincia. È possibile presentate più liste di delegati collegate allo stesso candidato alla Segreteria nazionale: in questo caso il presentatore della mozione nazionale dovrà autorizzarle.
9. La convocazione della riunione deve essere spedita a tutti gli iscritti al circolo almeno 5 giorni prima dello svolgimento, e deve indicare il giorno e l’ora di inizio della riunione, il programma dei lavori e l’orario di avvio e di fine delle votazioni, che dovranno durare non meno di una e non più di sei ore consecutive da collocare in orario di norma non lavorativo e dunque di preferenza dopo le ore 18.00 o nel fine settimana. La votazione avviene assicurando la segretezza e la regolarità del voto. Lo scrutinio è pubblico e viene svolto dalla Presidenza immediatamente dopo la conclusione delle operazioni di voto.
10. E’ compito della Commissione nazionale predisporre il modello di scheda da utilizzare nelle votazioni previste nelle riunioni di circolo.
11. Il numero dei delegati da indicare in ciascuna riunione di Circolo è stabilito dalla Commissione provinciale, sulla base dei criteri fissati dalla Commissione nazionale.
12. La Commissione provinciale, acquisiti tutti i verbali delle Riunioni di Circolo, procede innanzitutto all’assegnazione dei seggi spettanti al complesso delle liste collegate a ciascun candidato a Segretario nazionale. A tal fine si utilizza il metodo del quoziente naturale e dei più alti resti. Il numero dei delegati da assegnare alla lista o alle liste collegate a ciascun candidato a Segretario nazionale è ottenuto dividendo il complesso dei voti da essa o da esse riportati per il quoziente naturale, ovvero il totale dei voti validi divisi per il numero dei delegati da eleggere, ed assegnando i seggi eventualmente così non assegnabili alle liste con i maggiori resti. Nel caso in cui vi siano più liste collegate al medesimo candidato, il complesso dei seggi ad esse attribuito viene tra loro ripartito con il medesimo metodo del quoziente naturale e dei resti più alti.
13. La Commissione provinciale procede quindi alla distribuzione nei singoli circoli dei seggi così assegnati alle varie liste. A tal fine si procede in primo luogo alla assegnazione dei seggi in ogni circolo attribuendo a ciascuna lista di circolo tanti seggi quanti quozienti naturali di circolo interi essa abbia conseguito in quel circolo. Il quoziente di circolo è dato dalla divisione tra la somma dei voti validamente espressi nel circolo e il numero di seggi da assegnare nel circolo stesso. Gli eventuali seggi residui sono attribuiti alle liste seguendo la graduatoria decrescente delle parti decimali del quoziente ottenuto da ciascuna lista sino alla attribuzione di tutti i seggi spettanti al circolo. A tal fine le operazioni di calcolo procedono a partire dal circolo con il minor numero di iscritti. Nella assegnazione dei seggi non si prendono più in considerazione le liste che abbiano già ottenuto tutti i seggi ad esse spettanti in base ai calcoli di cui al comma 12. Al termine di tali operazioni, i seggi che eventualmente rimangono ancora da assegnare ad una lista sono attributi alla lista stessa nei circoli ove essa abbia ottenuto i maggiori resti, utilizzando per primi i resti che non abbiano già dato luogo alla attribuzione di seggi. I seggi spettanti a ciascuna lista di circolo vengono assegnati ai candidati in base all’ordine di presentazione nella lista stessa.
Articolo 5
(Modalità di svolgimento delle Convenzioni provinciali)
1. La Convenzione provinciale è costituita dall’insieme dei delegati eletti dalle riunioni di Circolo.
2. In apertura della Convenzione provinciale, su proposta del segretario, viene costituita e messa ai voti per l’approvazione una Presidenza, che ha il compito di assicurare il corretto svolgimento dei lavori, e che veda la presenza di almeno un rappresentante per ciascuna candidatura. Fa parte della Presidenza un membro, o un delegato della Commissione nazionale, che è tenuto ad assistere ai lavori della riunione, con funzioni di garanzia circa il regolare svolgimento dei lavori.
3. In apertura della Convenzione provinciale vengono presentate le linee politiche collegate ai candidati, assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione.
4. Le modalità e i tempi di svolgimento delle Convenzioni provinciali devono garantire la più ampia possibilità di intervento ai delegati, secondo le modalità previste per le riunioni dei circoli.
5. Nel corso dello svolgimento della Convenzione provinciale, ed entro un termine fissato dalla Presidenza, vengono presentate le liste dei delegati alla Convenzione nazionale, collegate alle candidature alla Segreteria nazionale
6. La convocazione della Convenzione provinciale deve essere spedita a tutti i delegati almeno 3 giorni prima dello svolgimento e deve contenere il giorno e l’orario di inizio della seduta, il programma dei lavori e l’orario di avvio e di chiusura delle votazioni.
7. Il numero dei delegati da eleggere in ciascuna Convenzione provinciale è stabilito preventivamente dalla Commissione nazionale.
8. Il numero dei delegati spettante ad ogni mozione collegata a ciascun candidato Segretario è assegnato proporzionalmente in base al numero dei voti ottenuti nelle riunioni di circolo sulla base del metodo del quoziente naturale (totale dei voti diviso per il numero dei delegati da eleggere) e dei migliori resti. I delegati sono assegnati alle liste sulla base dei consensi ottenuti da ciascuna lista mediante il riparto proporzionale dei quozienti interi e dei più alti resti.
9. La delegazione di ogni mozione deve rispettare, nella sua composizione, il principio dell’alternanza di genere. Possono essere delegati anche iscritti appartenenti ad altre Provincie della Regione o eletti nella Regione. È possibile presentare più liste di delegati collegate allo stesso candidato alla Segreteria nazionale. In questo caso, fermo restando il numero dei delegati assegnati ad ogni mozione e il principio dell’alternanza di genere, questi vengono ripartiti tra le varie liste della stessa mozione sulla base del metodo del quoziente naturale (totale dei voti ottenuti diviso per il numero dei delegati da eleggere) e dei migliori resti. Partecipano al voto per la scelta dei delegati di ciascuna mozione alla convenzione nazionale, i soli delegati alla convenzione provinciale eletti nelle liste collegata alla medesima mozione e al medesimo candidato a Segretario nazionale. I seggi spettanti a ciascuna lista sono assegnati ai candidati secondo l’ordine di presentazione nella stessa lista.
Articolo 6
(Compiti della Commissione nazionale)
1. La Commissione nazionale, nominata ai sensi dell’art. 2 del presente Regolamento, procede, entro il 5 agosto, alla definizione dei delegati spettanti a ciascun Coordinamento provinciale/territoriale, assegnandone il 50% in ragione dei voti ottenuti dal Partito Democratico nelle elezioni del 2008 per la Camera dei Deputati, e il 50% in ragione del numero degli iscritti. Non vengono attribuiti delegati in ragione degli iscritti alle Province/territori i cui iscritti non sono regolarmente certificati.
2. La Commissione nazionale detta altresì i criteri di composizione delle Convenzioni provinciali, sulla base dei quali le Commissioni provinciali procederanno alla indicazione del numero dei delegati da eleggere in ciascuna riunione di Circolo.
3. La Commissione nazionale predispone il modello di verbale sulla base del quale registrare i risultati delle votazioni nelle riunioni di Circolo e nelle Convenzioni provinciali.
4. La Commissione nazionale assicura che un suo membro, o un delegato, partecipino allo svolgimento delle Convenzioni provinciali.
5. La Commissione nazionale promuove l’apertura della seconda fase del procedimento di elezione del Segretario nazionale e dell’Assemblea nazionale. La data di svolgimento dell’elezione del Segretario e dell’Assemblea nazionale, dei Segretari e delle Assemblee regionali è fissata per il giorno 25 ottobre.
Articolo 7
(Composizione della Convenzione nazionale)
1. La Convenzione nazionale è composta da:
a) 1000 delegati eletti nelle Convenzioni provinciali. Ad ogni Coordinamento provinciale/territoriale è assegnato un minimo di due delegati.
b) Dai delegati per funzione: il Segretario nazionale e i candidati alla carica di Segretario nazionale; i componenti della Commissione nazionale, il Presidente della Commissione di garanzia.
Alla Convenzione nazionale partecipano, in qualità di invitati, i componenti della Commissione Nazionale di Garanzia.
Articolo 8
(Svolgimento della Convenzione nazionale)
1. In apertura della Convenzione nazionale, su proposta del Segretario, viene costituita e messa ai voti per l’approvazione una Presidenza, che ha il compito di assicurare il corretto svolgimento dei lavori e che veda la presenza di almeno un rappresentante per ciascuna candidatura.
2. In apertura della Convenzione, la Commissione nazionale comunica ufficialmente i risultati delle votazioni svoltesi nelle riunioni di Circolo e, sulla base di quanto stabilito dallo Statuto (art. 9, comma 6), determina il numero dei candidati ammessi alla seconda fase del procedimento di elezione del Segretario nazionale, ovvero “i tre candidati che abbiano ottenuto il consenso del maggior numero di iscritti purché abbiano ottenuto almeno il cinque per cento dei voti validamente espressi e, in ogni caso, quelli che abbiano ottenuto almeno il quindici per cento dei voti validamente espressi e la medesima percentuale in almeno cinque regioni o province autonome”.
3. In apertura della Convenzione nazionale vengono presentate le linee politiche collegate ai candidati, assicurando a ciascuna di esse pari opportunità di esposizione.
Articolo 9
(Dibattito politico e programmatico nel corso della Convenzione Nazionale)
1. Le modalità e i tempi di svolgimento della Convenzione nazionale devono garantire la più ampia possibilità di intervento ai delegati.
2. La Convenzione nazionale istituisce una o più Commissioni tematiche con il compito di elaborare ipotesi di modifica dello Statuto, del Codice etico o del Manifesto dei valori, le quali saranno trasmesse alla Assemblea Nazionale eletta il successivo 25 ottobre.
Articolo 10
(Elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale)
1. La Commissione nazionale, ai sensi dell’art. 9, comma 7, dello Statuto determina, entro il 5 settembre, la ripartizione territoriale dei componenti l’Assemblea nazionale (fissati nel numero di 1000 dall’art. 4, c.1, dello Statuto), definendo il numero dei seggi spettanti alle diverse circoscrizioni regionali e il numero dei collegi in cui ciascuna di esse è articolata. Tale ripartizione viene effettuata proporzionalmente per il 50% sulla base della popolazione residente e per il restante 50% sulla base dei voti ricevuti dal Partito Democratico nelle elezioni del 2008 per la Camera dei Deputati.
2. Con l’eccezione della Valle d’Aosta e del Molise, le circoscrizioni regionali sono articolate in collegi nei quali sono assegnati da un minimo di quattro ad un massimo di nove seggi. Le province autonome di Trento e Bolzano costituiscono ciascuna una circoscrizione. Nella composizione delle liste deve essere rispettata l’alternanza di genere.
3. La Commissione nazionale determina i confini di ciascun collegio assumendo, di norma, i confini provinciali o i confini dei territori corrispondenti ai coordinamenti territoriali del Partito. La Commissione nazionale, sentita la Commissione provinciale, determina anche i confini di eventuali collegi sub-provinciali, qualora questo sia reso necessario dal numero di seggi spettanti alla relativa provincia.
4. In ciascuna circoscrizione regionale viene istituita una Commissione regionale. Alla Commissione regionale spettano le funzioni di cui ai commi 8, 9 e 10. La Commissione regionale, su proposta del Segretario regionale, viene eletta dalla Direzione Regionale, con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, entro il 23 luglio.
5. In ciascun collegio possono essere presentate una o più liste collegate a ciascun candidato alla Segreteria. Sono ammesse le liste presenti in almeno la metà dei collegi di una circoscrizione regionale. Le liste devono essere sottoscritte da almeno 50 iscritti in ciascun collegio.
6. La presentazione delle liste avviene su base regionale, depositando l’elenco dei candidati presso la Commissione regionale, entro le ore 20.00 del 12 ottobre. Ciascuna lista deve indicare a quale, tra i candidati alla Segreteria ammessi, essa intenda collegarsi. Entro due giorni dalla presentazione delle liste, le Commissioni regionali accertano l’accettazione del collegamento da parte del candidato alla segreteria nazionale.
7. Ciascuna commissione regionale, accertati i collegamenti tra candidati alla Segreteria e liste di candidati all’Assemblea nazionale, predispone il modello di scheda per ciascun collegio, sulla base dei criteri indicati dalla Commissione nazionale.
8. Ciascuna commissione provinciale, entro il 21 settembre, determina il numero e l’ubicazione delle sezioni elettorali, sulla base di criteri di omogeneità territoriale e demografica, prevedendo di norma una sezione per ogni Comune ad eccezione dei Comuni superiori ai 30.000 abitanti.
9. I seggi assegnati a ciascun collegio sono ripartiti proporzionalmente tra le liste, secondo il metodo del quoziente naturale (totale dei voti validi del collegio / numero dei seggi del collegio), attribuendo tanti seggi quanti sono i quozienti pieni ottenuti da ciascuna lista. I voti residui non utilizzati vengono conteggiati a livello di circoscrizione regionale, assegnando, con il medesimo metodo, i seggi non ancora attribuiti. Gli ulteriori seggi non attribuiti sulla base di un quoziente pieno, vengono assegnati alle liste che abbiano riportato i migliori resti. I seggi così assegnati vengono poi attribuiti ai collegi che non abbiano ancora visto assegnati tutti i propri seggi spettanti, e alle liste che abbiano conseguito il miglior rapporto tra voti residui e quoziente di collegio.
10. A conclusione delle operazioni di voto in ciascuna sezione elettorale viene redatto un verbale che viene immediatamente trasmesso alla Commissione provinciale, la quale, a sua volta, acquisiti tutti i verbali dei collegi, li trasmette alla Commissione regionale, per le operazioni di calcolo di propria competenza. La commissione regionale, conclusa la procedura di attribuzione di tutti i seggi spettanti, trasmette il verbale dei risultati e i nomi degli eletti alla Commissione nazionale, proclama eletti i membri dell’Assemblea Nazionale e ne da comunicazione alla Commissione nazionale.
11. I membri dell’Assemblea nazionale vengono eletti sulla base dell’ordine di presentazione nella lista.
Articolo 11
(Diritto e modalità di voto)
1. Possono partecipare al voto per l’elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale, tutte le elettrici e gli elettori che, al momento del voto, rientrano nei requisiti di cui all’art. 2, comma 3, dello Statuto, ovvero le elettrici e gli elettori che sono registrati nell’Albo degli elettori e delle elettrici del Partito Democratico, o che, prima di esprimere il proprio voto, dichiarino e sottoscrivano la richiesta di registrazione.
2. La Commissione nazionale predispone il modello per la registrazione degli elettori. Tale modello prevede, oltre al nome e cognome, i dati anagrafici, la residenza dell’elettore, e un eventuale indirizzo di posta elettronica. Il modello della registrazione contiene altresì l’esplicita autorizzazione dell’elettore all’uso dei suoi recapiti al fine di ricevere informazioni e notizie sull’attività del Partito Democratico.
3. Ogni elettrice ed elettore, per poter esprimere il proprio voto, è tenuta/o a devolvere un contributo di 2 euro destinato direttamente al finanziamento dei circoli e alle spese per l’organizzazione delle elezioni.
4. L’elettrice/elettore esprime il suo voto tracciando un unico segno su una delle liste di candidati all’Assemblea Nazionale.
Articolo 12
(Proclamazione dei risultati e nomina del Segretario)
1. La Commissione nazionale, acquisiti tutti i verbali circoscrizionali, comunica i risultati del voto e convoca la prima riunione dell’Assemblea nazionale entro 14 giorni.
2. L’Assemblea nazionale, sotto la presidenza provvisoria della Commissione nazionale, elegge il proprio Presidente. Le modalità di presentazione delle candidature alla carica di Presidente dell’Assemblea Nazionale e le relative modalità di voto, vengono proposte dalla Commissione nazionale e approvate dall’Assemblea.
3. Il Presidente dell’Assemblea Nazionale proclama eletto alla carica di Segretario il candidato che, sulla base delle comunicazioni della Commissione nazionale, abbia riportato la maggioranza assoluta dei membri dell’Assemblea Nazionale eletti nelle liste a lui collegate.
4. Qualora nessun candidato abbia riportato tale maggioranza assoluta, il Presidente dell’Assemblea nazionale indice, in quella stessa seduta, il ballottaggio a scrutinio segreto tra i due candidati collegati al maggior numero di componenti l’Assemblea e proclama eletto Segretario il candidato che ha ricevuto il maggior numero di voti validamente espressi.
II. Le garanzie congressuali
Articolo 13
(Anagrafe degli iscritti)
1. La Direzione Nazionale del Partito, all’atto della costituzione della Commissione nazionale, affida alla Commissione stessa la responsabilità di accesso e vigilanza sull’anagrafe degli iscritti e sull’Albo degli elettori.
2. L’anagrafe è redatta dall’ufficio adesioni provinciale e certificata dalla Commissione provinciale di garanzia che la ratifica con il voto della maggioranza dei 2/3 dei componenti. L’anagrafe così certificata viene trasmessa all’ufficio adesioni regionale e nazionale. Qualora la Commissione provinciale di garanzia non approvi, come precedentemente stabilito con il voto della maggioranza dei 2/3 dei componenti l’anagrafe, sarà compito della Commissione regionale di garanzia esaminare ed approvare l’anagrafe provinciale con la stessa maggioranza.
3. L’assegnazione dei delegati alle diverse Convenzioni provinciali è stabilito sulla base dei criteri di cui all’art. 6, comma 1 del presente Regolamento.
4. Le commissioni per l’Anagrafe, ove costituite, e in loro assenza le Commissioni di Garanzia collaborano, fino all’insediamento delle Commissioni nazionale e provinciali, con gli organi dei coordinamenti territoriali e delle Unioni regionali al fine di assicurare la formazione degli elenchi degli iscritti e la loro trasmissione ai livelli regionali e nazionali. Tali elenchi, risultanti dall’Anagrafe, debbono consentire l’identificazione degli aventi diritto al voto.
5. La Commissione nazionale ha il compito di acquisire gli elenchi nominativi degli iscritti.
6. I Circoli hanno l’obbligo di presentare al Coordinamento provinciale/territoriale gli elenchi completi dei propri iscritti.
In caso di presunte irregolarità gli iscritti possono presentare – entro 2 giorni dalla pubblicazione degli elenchi - formale reclamo alla Commissione provinciale. La Commissione è tenuta a pronunciarsi entro due giorni. Contro la decisione, o in caso di inerzia, può essere proposto motivato ricorso alla Commissione regionale di Garanzia.
7. La Commissione nazionale di garanzia è incaricata di redigere entro il 21 luglio 2009 il regolamento di cui all’articolo 42 dello Statuto nazionale del partito ed in particolare di disciplinare le modalità di accesso ai dati contenuti nell’Anagrafe degli iscritti da parte dei dirigenti di ciascun livello territoriale, dei candidati ad elezioni interne e dei candidati del Partito democratico a cariche istituzionali elettive, avendo cura di definire le procedure atte a garantire ai candidati su basi paritarie la possibilità di comunicare con gli iscritti.
Articolo 14
(Le garanzie)
1. La commissione nazionale provvede a disciplinare la diffusione più ampia possibile delle linee politico-programmatiche presentate dai candidati alla carica di Segretario e, allo scopo di garantire pari opportunità tra i candidati, stabilisce gli indirizzi e le modalità per la equa ripartizione delle attività di comunicazione e delle risorse finanziarie.
2. Le commissioni per la Convenzione, ai vari livelli, hanno il compito di garantire che la procedura di elezione del Segretario e dell’Assemblea Nazionale si svolga in modo democratico e che in tutte le iniziative e in tutti i momenti del dibattito sia assicurata piena parità di diritti, nei modi previsti dal regolamento, a tutte le mozioni politiche.
3. Sulla base di quanto previsto dal regolamento di autodisciplina della campagna elettorale per le elezioni del 14 ottobre 2007, la Commissione Nazionale di Garanzia approva, entro il 21 luglio 2009, il regolamento che disciplina i limiti di spesa e la trasparenza relativa ai contributi e alle spese sostenute dai candidati ispirandosi ai principi di sobrietà e correttezza di cui al punto 3, lettera d del Codice Etico.
4. Eventuali contestazioni sulla regolarità del percorso e della gestione delle riunioni di Circolo e delle Convenzioni vanno rivolte alle Commissioni competenti in merito.
5. I ricorsi riguardanti richieste di annullamento, per gravi irregolarità, di Convenzioni provinciali, o di singole decisioni da essi prese, vanno presentati entro 2 giorni dallo svolgimento di tali Convenzioni prima alla Commissione regionale e poi alla Commissione nazionale, che sono chiamate a decidere, in modo insindacabile, entro i 2 giorni successivi.
6. I ricorsi riguardanti le riunioni di Circolo vengono sottoposti, con le stesse modalità, alle Commissioni provinciali e, in seconda istanza, a quelle regionali.
Articolo 15
(Elezione dei Segretari Regionali)
1. Le Direzioni Regionali, ai sensi degli art. 15 e 45 dello Statuto e in coerenza con quanto previsto dal presente regolamento, approvano, entro il 23 luglio 2009, il regolamento regionale che stabilisce la data e le modalità per lo svolgimento della convenzione regionale.
2. Nella stessa seduta eleggono con la maggioranza dei tre quarti dei votanti, una Commissione Regionale, formata al massimo da 11 componenti, successivamente integrata da un rappresentante per ciascuna delle candidature. Alla Commissione partecipa, in qualità di invitato permanente, il Presidente della Commissione di Garanzia o un suo delegato. La Commissione, nella prima seduta, elegge al suo interno il coordinatore.
3. Entro le ore 20.00 del 31 luglio vengono depositate presso la Commissione regionale le candidature alla carica di Segretario regionale e le relative linee politico- programmatiche. Tutte le candidature debbono essere sottoscritte: da almeno il 10% dei componenti l’assemblea regionale uscente oppure da un numero di iscritti pari all’1% degli iscritti certificati nella regione e comunque non meno di 150.
Articolo 16
(Elezione dei Segretari Provinciali e di Circolo)
1. Ai sensi dell’art 15 dello Statuto e dei rispettivi Statuti regionali, le Direzioni Regionali deliberano, entro il 23 luglio, i tempi e le modalità delle elezioni dei Segretari provinciali e di circolo che dovranno comunque svolgersi tra il 15 novembre 2009 e il 17 gennaio 2010 oppure tra il 4 aprile e il 30 maggio 2010. In caso di mancata approvazione del regolamento entro 23 luglio 2009 provvede la Commissione nazionale. In ogni caso gli iscritti che hanno diritto di voto sono quelli regolarmente registrati alla data del 21 luglio 2009.
Articolo 17
(Partecipazione al voto degli italiani all’estero)
1. La commissione nazionale nomina un comitato, composto da sette membri che, secondo i criteri e le modalità stabilite dal presente regolamento, promuove e organizza la partecipazione al voto degli italiani all’estero.
Articolo 18
1. Alla commissione nazionale è demandato il compito di intervenire con appositi indirizzi e norme esplicative del regolamento approvato.
Hey, guys. Good afternoon
Qualche minuto fa, in America.
REMARKS BY THE PRESIDENT ON THE IMPORTANCE OF PASSING A HISTORIC ENERGY BILL, Rose Garden, 2:00 P.M.
THE PRESIDENT: Hey, guys. Good afternoon. Right now, the House of Representatives is moving towards a vote of historic proportions on a piece of legislation that will open the door to a new clean energy economy.
Qui il seguito.
Update: legge approvata. Tutto il sistema produttivo americano dovra' ridurre le emissioni del 17% entro il 2020 e dell'83% entro il 2050.
REMARKS BY THE PRESIDENT ON THE IMPORTANCE OF PASSING A HISTORIC ENERGY BILL, Rose Garden, 2:00 P.M.
THE PRESIDENT: Hey, guys. Good afternoon. Right now, the House of Representatives is moving towards a vote of historic proportions on a piece of legislation that will open the door to a new clean energy economy.
Qui il seguito.
Update: legge approvata. Tutto il sistema produttivo americano dovra' ridurre le emissioni del 17% entro il 2020 e dell'83% entro il 2050.
25/06/09
In Parlamento..oggi. Ultimo intervento della settimana
Signor Presidente, vorrei intervenire su un'affermazione del collega onorevole Raisi che mi ha lasciato un po' perplesso, perché non è vero che le estrazioni in mare non creano disagi alla popolazione. Dal punto di vista ambientale soprattutto le zone del ravennate, ma anche quelle del Veneto, hanno subito negli anni a causa, non solo ma soprattutto, dell'estrazione di idrocarburi ingenti danni per quanto riguarda il tema della subsidenza. Quindi, dire che quelle popolazioni non risentono di un danno e pertanto non sono giustificate queste royalty mi sembra abbastanza eccessivo.
Terrei, tra l'altro, a precisare che anche in precedenza, rispetto alla ripresa delle trivellazioni soprattutto nel golfo adriatico, noi avevamo esternato questa grande preoccupazione legata al fenomeno della subsidenza della costa. Desidero inoltre sottoscrivere l'emendamento in discussione.
Terrei, tra l'altro, a precisare che anche in precedenza, rispetto alla ripresa delle trivellazioni soprattutto nel golfo adriatico, noi avevamo esternato questa grande preoccupazione legata al fenomeno della subsidenza della costa. Desidero inoltre sottoscrivere l'emendamento in discussione.
Incontri
"Cosa succede quando qualcosa di irrefrenabile incontra qualcosa di inamovibile?" (Batman-il cavaliere oscuro). Molte cose. Un bellissimo film. Buonanotte.
24/06/09
Sviluppo: dal Pd no per rientro al nucleare
(ANSA) - ROMA, 24 GIU - 'Il Pd oggi ha rinnovato il suo voto contrario alla delega al governo per il rientro del nucleare in Italia'. Lo sottolinea il deputato del Pd e membro della commissione Ambiente di Montecitorio, Alessandro Bratti, spiegando la scelta del suo gruppo durante le votazioni sul ddl sviluppo in Aula alla Camera. 'La proposta portata in Parlamento dal governo - dice Bratti - e' assolutamente inadeguata sia per i costi che per le garanzie relative alla sicurezza degli impianti in costruzione. Abbiamo percio' espresso un voto contrario perche', in ogni caso, non ci esistono sufficienti garanzie, anche sugli organi che devono presidiare la sicurezza. Inoltre, si continua a insistere sulla militarizzazione dei siti ma non vengono sentiti su questo gli enti territoriali e delle Regioni. Se non bastasse, il provvedimento introduce proposte inapplicabili, come il Piano nazionale degli inceneritori che bypassa tutta la normativa esistente in tema di rifiuti'.
Io sto con Dario
(DIRE) Roma, 24 giu. - Da una parte le "appartenenze", dall'altra l'amico di una vita. Alessandro Bratti ha pochi dubbi: "Io sto con Dario", dice senza riserve.
Ricercatore universitario e oggi deputato del Pd, Bratti conosce Franceschini da quattro decenni. Da quando, erano gli anni '70, compagni di banco allo Scientifico Roiti di Ferrara, militavano tuttavia sui due lati opposti della barricata. Bratti era militante del Pci, Franceschini un democristiano atipico, con la barba rossa e l'eskimo. Leggeva il Popolo, e Bratti, come si conveniva allora, glielo bruciava.
Oggi le cose sono davvero cambiate. "Dario e' la proposta giusta per il Pd- dice Bratti- e io saro' al suo fianco". Un ex comunista, emiliano per giunta, davvero sui generis. Per dire: dovrebbe preferire Bersani, e senza pensarci nemmeno troppo. "Non solo vengo dal Pci, ho fatto anche la Fgci e poi il Pds, i Ds e oggi il Pd. Ma rimango convinto: Franceschini e' la scelta giusta. Di Bersani ho tanta stima ma esprime un certo tipo di cultura politica, radicata in Emilia Romagna, che secondo me e' meno idonea di quella espressa da Dario. Lui ha una visione di partito nuovo che a Bersani manca. Oggi e' il momento di guardare avanti".
Un consiglio all'amico, ex-avversario dello scudocrociato?
"Sia se stesso. Ha la grande capacita' di essere una persona naturale. Dica quel che pensa e sappia che la gente ci chiede di cambiare la classe dirigente. Se lo fa, ha gia' vinto".
E ancora l' 1441-ter
1. Signor Presidente, non credo di aver capito male, ma se la questione del nucleare viene messa nei termini in cui la ha messa il Viceministro, che dice che non vuole creare inutili »allarmismi" rispetto alla collocazione delle centrali, questo mi fa capire che vi è già da parte di chi la propone una preoccupazione rispetto a questa tecnologia: una preoccupazione che dovrebbe far ripensare lo stesso Governo. Se infatti la proposta di centrali nucleari provoca allarmismi, vuol dire che non si tratta di una tecnologia così sicura.
2. Signor Presidente, prima di addentrarmi specificatamente nel merito dell'emendamento volevo fare alcune considerazioni, in parte già svolte nella discussione sulle linee generali, che credo possano essere utili, se non a far decidere in maniera diversa quest'Aula, almeno a portare qualche elemento conoscitivo nella nostra discussione. Oltre a tenere presente le considerazioni svolte precedentemente svolte da tanti colleghi, non ultimo dall'onorevole Quartiani, rispetto alle modalità e all'ampiezza della delega che il Governo si prende su un tema di questo genere, volevo sottolineare alcuni recentissimi studi. Ne cito uno che mi sembra molto autorevole, quello del Massachusetts Institute of Technology che aggiorna un report mondiale sul nucleare fino al 2009, e che afferma sostanzialmente che lo sviluppo del nucleare a livello mondiale è in calo, ad eccezione dell'Asia.
Complessivamente vi sono 44 impianti attualmente in costruzione e di questi solo quattro sono nei Paesi dell'Unione europea, di cui due in Bulgaria. Negli Stati Uniti, non vi è attualmente alcun cantiere aperto e il lento sviluppo del nucleare, rispetto agli annunci e alle previsioni, rende meno probabile lo scenario ipotizzato nel 2003, dove probabilmente le condizioni di mercato erano molto differenti. Viene, dunque, ribadito un concetto chiave che credo sia fondamentale e che, in realtà, non integra questa tecnologia con le altre di produzione energetica, ma le mette in concorrenza: in un'economia di mercato, oggi, il nucleare non è competitivo rispetto al gas o al carbone. I costi finanziari delle centrali continuano ad essere, infatti, significativamente incerti. Dal 2003 i costi di costruzione delle centrali sono aumentati drasticamente, con una media del 15 per cento l'anno. Nel 2007 - sempre secondo i dati riportati da questo studio - realizzare una centrale costa 4 mila dollari per kilowattora contro i 2 mila di quattro anni prima.
Quindi, si tratta di un aumento molto più consistente di quanto è accaduto nel carbone e nel gas dove si stima attualmente un costo di 2.300 dollari e 850 dollari al kilowatt/ora contro i 1.300 e i 500 del 2003. In buona sostanza, affinché oggi il nucleare sia competitivo deve essere incentivato quasi al pari delle energie rinnovabili. Quindi, di fatto, diviene una tecnologia soprattutto in un Paese come il nostro in concorrenza con le fonti rinnovabili. Ritengo che questa sia una considerazione da tener presente. Inoltre, se vogliamo rimanere a casa nostra, nel contesto europeo, la stessa Commissione europea riporta nei documenti ufficiali come le prospettive di investimento nella tecnologia del nucleare siano più interessanti se si pone l'attenzione non su nuovi impianti ma sulla sostituzione ed estensione della durata di vita delle centrali nucleari che raggiungeranno il termine della loro vita utile originariamente al 2020. Quindi, si afferma che è meglio investire su quelle già esistenti, prolungandone la vita piuttosto che avventurarsi nella costruzione di nuovi impianti. Fatto sta che ad oggi ne abbiamo soltanto due: uno finlandese, con tutte le difficoltà del caso, e uno in Francia. Altri non ne abbiamo.
Riguardo poi al grado di accettabilità che veniva ricordato prima presso le popolazioni, al di là del fatto che si preferisce una soluzione altamente dirigista, si ribadisce anche da sondaggi fatti che l'accettazione che è una delle condizioni fondamentali perché questa tecnologia si sviluppi - non allarmismi ma accettazione - è legata alla disponibilità di soluzioni sicure e permanenti per la gestione dei rifiuti radioattivi che è una questione non risolta nel nostro Paese.
Proprio ieri, parlando della centrale di Caorso, l'assessore regionale dell'Emilia Romagna metteva in evidenza come queste scorie che, peraltro, costano nel riprocessamento centinaia di milioni di euro, ritorneranno poi nel sito di Caorso stesso. Pertanto, non esiste un deposito e ci riprenderemo queste scorie.
Per ritornare all'emendamento Bratti 25.4, sostanzialmente in esso si chiede di seguire almeno nell'applicazione della delega in materia nucleare direttamente le direttive, cercando di non ampliare ulteriormente la delega che già il Governo si è attribuito ed è già molto vasta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
3.Signor Presidente, affrontiamo un argomento molto importante collegato alla scelta di entrare nel nucleare e ritengo che verrà ricordato in sede di dichiarazione di voto che l'Agenzia è stata voluta fortemente dal nostro partito - ritengo - assolutamente a ragione, in quanto un tassello fondamentale della politica energetica legata al nucleare non può essere dissociato da un'altrettanta costituzione di un'Agenzia o di organismi preposti alla sicurezza.
Detto questo, è riconosciuto anche che al Senato sono stati introdotti tutta una serie di interventi migliorativi molti dei quali, tra l'altro, erano stati proposti da noi in prima lettura in questa Camera: non si capisce per quale motivo in questa sede ce li avete rifiutati per poi approvarli e introdurli nel testo al Senato. Tuttavia se rimaniamo alla sostanza dei fatti, giudichiamo assolutamente positiva la modifica apportata al Senato. Ci sono dei «però»: se guardiamo le Agenzie di sicurezza dei Paesi come la Francia ci si rende conto che ci troviamo di fronte ad una proposta assolutamente carente.
Volevo anche richiamare alcuni obblighi che forse non sono stati del tutto recepiti all'interno di questo provvedimento che riguardano la direttiva Euratom che è stata la prima richiamata, dove, all'articolo 9, si sottolinea la necessità di avere a disposizione esperti della materia, ricordando che nei decenni passati non è stato fornito un numero di specialisti e che, quindi, in questo settore sussiste il problema dell'invecchiamento del personale e degli ispettori. È una considerazione che viene svolta a livello europeo e vale molto di più per il nostro Paese poiché, essendo uscito dal nucleare nel 1987, come veniva ricordato, oggi, negli organismi che si occupano di nucleare e che sono l'ISPRA e l'ENEA, il personale è molto vicino al pensionamento senza considerare il fatto che una parte di personale si trova in situazioni di precariato. Sarebbe, quindi, opportuno rivedere questa proposta, che sia in termini di qualificazione di personale sia in termini di finanziamenti economici non sarà sicuramente all'altezza di ciò che viene scritto all'articolo 29.
Per quanto riguarda anche il punto di vista della sussistenza economica-finanziaria, mentre da un lato si provvederà a finanziare nel personale l'Agenzia per la sicurezza, dall'altro questi soldi verranno presi dall'Istituto per la ricerca ambientale. Quindi alla fine, come nel gioco dei tre bussolotti, si buttano via finanziamenti per un organismo preposto alla sicurezza ambientale ma, in realtà, si mette in difficoltà un altro organismo preposto all'autorizzazione e alla sicurezza ambientale su altri fronti.Quindi, ritengo che questa proposta, per quanto assolutamente indispensabile e necessaria, dal mio punto di vista sia totalmente carente sia per quanto riguarda l'aspetto economico sia per quanto riguarda la qualificazione del personale.
Per quanto riguarda poi l'emendamento specifico Bratti 29.2, si chiede di allargare, così come succede per altre agenzie per la sicurezza nucleare, anche alle funzioni e ai compiti di salvaguardia e di protezione fisica passiva degli impianti e dei materiali nucleari le competenze dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Quindi, si chiede ovviamente un voto favorevole all'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
4. Signor Presidente, in questo caso ci troviamo di fronte al commissariamento di uno degli enti di ricerca più importanti nel nostro Paese in tema di ambiente ed energia. Vorrei dire che ancora una volta ci troviamo di fronte ad un commissariamento, dopo che abbiamo già assistito, dall'insediamento di questo Governo, a diverse operazioni che hanno previsto questi commissariamenti.
Faccio riferimento all'Agenzia per l'ambiente APAT, che è stata commissariata con un provvedimento contenuto in uno dei due decreti-legge sui rifiuti per la Campania ed è a tutt'oggi commissariata. Era un'Agenzia tecnica, così come sono agenzie tecniche per l'ambiente tutte quelle agenzie che operano in Europa, e il Governo l'ha trasformata, almeno sulla carta, in un istituto per la ricerca.
Ad oggi questa Agenzia è ancora commissariata, non si capisce quale sarà il suo futuro; è un'agenzia che ha moltissimi problemi legati al precariato, mantiene il contratto della ricerca ma in realtà non si sa di che cosa esattamente si occuperà nell'ambito della ricerca ambientale.
Abbiamo poi assistito allo scioglimento di commissioni tecniche importanti, la Commissione valutazione di impatto ambientale, la Commissione autorizzazione integrata Ambientale, anche queste con una logica molto da spoil system. Poi, ancora, abbiamo assistito in un provvedimento recente alla trasformazione del Coviri, altro comitato, anche questo commissariato. Ci troviamo però qui di fronte ad una situazione veramente preoccupante, perché questo ente, che era un istituto di ricerca tra i più prestigiosi, e che negli ultimi anni, soprattutto sul tema ambiente ed energia, aveva costituito un punto di riferimento per le politiche di sviluppo sostenibile del nostro Paese, viene trasformato in un'Agenzia tecnica, che sicuramente si occuperà ancora parzialmente di ricerca, ma in realtà viene assoggettata di fatto ad un unico Ministero, quello dello sviluppo economico.
A questo punto la domanda che noi ci poniamo, al di là del fatto che siamo contrari a tali operazioni di commissariamento e di spoil system mascherato, è: quei 400 ricercatori che oggi si occupano di problematica ambientale, dove andranno ad essere collocati? In quanto se va avanti, come noi ormai pensiamo e crediamo, questa proposta, di ambiente, in realtà, in questa ENEA si parlerà molto poco.
Noi siamo quindi fermamente contrari alla proposta dell'articolo 37, proprio perché ci pare da un lato uno spoil system mascherato, dall'altro un accaparrarsi da parte del Ministero dello sviluppo economico di un istituto di ricerca che fino a ieri si occupava anche di questioni ambientali, ed era anche molto legato al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Per cui il nostro giudizio è assolutamente negativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
2. Signor Presidente, prima di addentrarmi specificatamente nel merito dell'emendamento volevo fare alcune considerazioni, in parte già svolte nella discussione sulle linee generali, che credo possano essere utili, se non a far decidere in maniera diversa quest'Aula, almeno a portare qualche elemento conoscitivo nella nostra discussione. Oltre a tenere presente le considerazioni svolte precedentemente svolte da tanti colleghi, non ultimo dall'onorevole Quartiani, rispetto alle modalità e all'ampiezza della delega che il Governo si prende su un tema di questo genere, volevo sottolineare alcuni recentissimi studi. Ne cito uno che mi sembra molto autorevole, quello del Massachusetts Institute of Technology che aggiorna un report mondiale sul nucleare fino al 2009, e che afferma sostanzialmente che lo sviluppo del nucleare a livello mondiale è in calo, ad eccezione dell'Asia.
Complessivamente vi sono 44 impianti attualmente in costruzione e di questi solo quattro sono nei Paesi dell'Unione europea, di cui due in Bulgaria. Negli Stati Uniti, non vi è attualmente alcun cantiere aperto e il lento sviluppo del nucleare, rispetto agli annunci e alle previsioni, rende meno probabile lo scenario ipotizzato nel 2003, dove probabilmente le condizioni di mercato erano molto differenti. Viene, dunque, ribadito un concetto chiave che credo sia fondamentale e che, in realtà, non integra questa tecnologia con le altre di produzione energetica, ma le mette in concorrenza: in un'economia di mercato, oggi, il nucleare non è competitivo rispetto al gas o al carbone. I costi finanziari delle centrali continuano ad essere, infatti, significativamente incerti. Dal 2003 i costi di costruzione delle centrali sono aumentati drasticamente, con una media del 15 per cento l'anno. Nel 2007 - sempre secondo i dati riportati da questo studio - realizzare una centrale costa 4 mila dollari per kilowattora contro i 2 mila di quattro anni prima.
Quindi, si tratta di un aumento molto più consistente di quanto è accaduto nel carbone e nel gas dove si stima attualmente un costo di 2.300 dollari e 850 dollari al kilowatt/ora contro i 1.300 e i 500 del 2003. In buona sostanza, affinché oggi il nucleare sia competitivo deve essere incentivato quasi al pari delle energie rinnovabili. Quindi, di fatto, diviene una tecnologia soprattutto in un Paese come il nostro in concorrenza con le fonti rinnovabili. Ritengo che questa sia una considerazione da tener presente. Inoltre, se vogliamo rimanere a casa nostra, nel contesto europeo, la stessa Commissione europea riporta nei documenti ufficiali come le prospettive di investimento nella tecnologia del nucleare siano più interessanti se si pone l'attenzione non su nuovi impianti ma sulla sostituzione ed estensione della durata di vita delle centrali nucleari che raggiungeranno il termine della loro vita utile originariamente al 2020. Quindi, si afferma che è meglio investire su quelle già esistenti, prolungandone la vita piuttosto che avventurarsi nella costruzione di nuovi impianti. Fatto sta che ad oggi ne abbiamo soltanto due: uno finlandese, con tutte le difficoltà del caso, e uno in Francia. Altri non ne abbiamo.
Riguardo poi al grado di accettabilità che veniva ricordato prima presso le popolazioni, al di là del fatto che si preferisce una soluzione altamente dirigista, si ribadisce anche da sondaggi fatti che l'accettazione che è una delle condizioni fondamentali perché questa tecnologia si sviluppi - non allarmismi ma accettazione - è legata alla disponibilità di soluzioni sicure e permanenti per la gestione dei rifiuti radioattivi che è una questione non risolta nel nostro Paese.
Proprio ieri, parlando della centrale di Caorso, l'assessore regionale dell'Emilia Romagna metteva in evidenza come queste scorie che, peraltro, costano nel riprocessamento centinaia di milioni di euro, ritorneranno poi nel sito di Caorso stesso. Pertanto, non esiste un deposito e ci riprenderemo queste scorie.
Per ritornare all'emendamento Bratti 25.4, sostanzialmente in esso si chiede di seguire almeno nell'applicazione della delega in materia nucleare direttamente le direttive, cercando di non ampliare ulteriormente la delega che già il Governo si è attribuito ed è già molto vasta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
3.Signor Presidente, affrontiamo un argomento molto importante collegato alla scelta di entrare nel nucleare e ritengo che verrà ricordato in sede di dichiarazione di voto che l'Agenzia è stata voluta fortemente dal nostro partito - ritengo - assolutamente a ragione, in quanto un tassello fondamentale della politica energetica legata al nucleare non può essere dissociato da un'altrettanta costituzione di un'Agenzia o di organismi preposti alla sicurezza.
Detto questo, è riconosciuto anche che al Senato sono stati introdotti tutta una serie di interventi migliorativi molti dei quali, tra l'altro, erano stati proposti da noi in prima lettura in questa Camera: non si capisce per quale motivo in questa sede ce li avete rifiutati per poi approvarli e introdurli nel testo al Senato. Tuttavia se rimaniamo alla sostanza dei fatti, giudichiamo assolutamente positiva la modifica apportata al Senato. Ci sono dei «però»: se guardiamo le Agenzie di sicurezza dei Paesi come la Francia ci si rende conto che ci troviamo di fronte ad una proposta assolutamente carente.
Volevo anche richiamare alcuni obblighi che forse non sono stati del tutto recepiti all'interno di questo provvedimento che riguardano la direttiva Euratom che è stata la prima richiamata, dove, all'articolo 9, si sottolinea la necessità di avere a disposizione esperti della materia, ricordando che nei decenni passati non è stato fornito un numero di specialisti e che, quindi, in questo settore sussiste il problema dell'invecchiamento del personale e degli ispettori. È una considerazione che viene svolta a livello europeo e vale molto di più per il nostro Paese poiché, essendo uscito dal nucleare nel 1987, come veniva ricordato, oggi, negli organismi che si occupano di nucleare e che sono l'ISPRA e l'ENEA, il personale è molto vicino al pensionamento senza considerare il fatto che una parte di personale si trova in situazioni di precariato. Sarebbe, quindi, opportuno rivedere questa proposta, che sia in termini di qualificazione di personale sia in termini di finanziamenti economici non sarà sicuramente all'altezza di ciò che viene scritto all'articolo 29.
Per quanto riguarda anche il punto di vista della sussistenza economica-finanziaria, mentre da un lato si provvederà a finanziare nel personale l'Agenzia per la sicurezza, dall'altro questi soldi verranno presi dall'Istituto per la ricerca ambientale. Quindi alla fine, come nel gioco dei tre bussolotti, si buttano via finanziamenti per un organismo preposto alla sicurezza ambientale ma, in realtà, si mette in difficoltà un altro organismo preposto all'autorizzazione e alla sicurezza ambientale su altri fronti.Quindi, ritengo che questa proposta, per quanto assolutamente indispensabile e necessaria, dal mio punto di vista sia totalmente carente sia per quanto riguarda l'aspetto economico sia per quanto riguarda la qualificazione del personale.
Per quanto riguarda poi l'emendamento specifico Bratti 29.2, si chiede di allargare, così come succede per altre agenzie per la sicurezza nucleare, anche alle funzioni e ai compiti di salvaguardia e di protezione fisica passiva degli impianti e dei materiali nucleari le competenze dell'Agenzia per la sicurezza nucleare. Quindi, si chiede ovviamente un voto favorevole all'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
4. Signor Presidente, in questo caso ci troviamo di fronte al commissariamento di uno degli enti di ricerca più importanti nel nostro Paese in tema di ambiente ed energia. Vorrei dire che ancora una volta ci troviamo di fronte ad un commissariamento, dopo che abbiamo già assistito, dall'insediamento di questo Governo, a diverse operazioni che hanno previsto questi commissariamenti.
Faccio riferimento all'Agenzia per l'ambiente APAT, che è stata commissariata con un provvedimento contenuto in uno dei due decreti-legge sui rifiuti per la Campania ed è a tutt'oggi commissariata. Era un'Agenzia tecnica, così come sono agenzie tecniche per l'ambiente tutte quelle agenzie che operano in Europa, e il Governo l'ha trasformata, almeno sulla carta, in un istituto per la ricerca.
Ad oggi questa Agenzia è ancora commissariata, non si capisce quale sarà il suo futuro; è un'agenzia che ha moltissimi problemi legati al precariato, mantiene il contratto della ricerca ma in realtà non si sa di che cosa esattamente si occuperà nell'ambito della ricerca ambientale.
Abbiamo poi assistito allo scioglimento di commissioni tecniche importanti, la Commissione valutazione di impatto ambientale, la Commissione autorizzazione integrata Ambientale, anche queste con una logica molto da spoil system. Poi, ancora, abbiamo assistito in un provvedimento recente alla trasformazione del Coviri, altro comitato, anche questo commissariato. Ci troviamo però qui di fronte ad una situazione veramente preoccupante, perché questo ente, che era un istituto di ricerca tra i più prestigiosi, e che negli ultimi anni, soprattutto sul tema ambiente ed energia, aveva costituito un punto di riferimento per le politiche di sviluppo sostenibile del nostro Paese, viene trasformato in un'Agenzia tecnica, che sicuramente si occuperà ancora parzialmente di ricerca, ma in realtà viene assoggettata di fatto ad un unico Ministero, quello dello sviluppo economico.
A questo punto la domanda che noi ci poniamo, al di là del fatto che siamo contrari a tali operazioni di commissariamento e di spoil system mascherato, è: quei 400 ricercatori che oggi si occupano di problematica ambientale, dove andranno ad essere collocati? In quanto se va avanti, come noi ormai pensiamo e crediamo, questa proposta, di ambiente, in realtà, in questa ENEA si parlerà molto poco.
Noi siamo quindi fermamente contrari alla proposta dell'articolo 37, proprio perché ci pare da un lato uno spoil system mascherato, dall'altro un accaparrarsi da parte del Ministero dello sviluppo economico di un istituto di ricerca che fino a ieri si occupava anche di questioni ambientali, ed era anche molto legato al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Per cui il nostro giudizio è assolutamente negativo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
23/06/09
Oggi in Parlamento..
Signor Presidente, vorrei subito entrare nel merito del provvedimento svolgendo una brevissima considerazione di metodo, esaminando poi alcuni aspetti dei contenuti.
Nel metodo, la cosa che un po' ci irrita è che in prima lettura abbiamo presentato diversi emendamenti che sono stati respinti nel corso della discussione, molti dei quali sono stati poi reintrodotti al Senato. Questo anche a dimostrazione che le osservazioni che avevamo fatto erano assolutamente pertinenti e non strumentali.
Nel merito, questo provvedimento è assolutamente complesso e in qualche caso anche un po' raffazzonato, dal mio punto di vista, perché tocca diverse materie che tra loro hanno anche poco a che fare. Non v'è dubbio che il tema del rientro del nostro Paese nel nucleare è l'elemento fondamentale che troviamo all'interno di questo provvedimento.
A questo proposito, visto che un po' di tempo è passato e che le situazioni cambiano, tutte le perplessità che avevamo manifestato nella discussione precedente rimangono, ma vengono anche rafforzate da recenti studi di autorevoli istituti scientifici, che indicano come l'opzione nucleare presenti numerosi rischi soprattutto di carattere economico e di sicurezza.
Faccio riferimento ad un documento del Massachusetts Institute of Technology, che aggiorna un report dal 2003 al 2009 e sottolinea che, nonostante l'attenzione sul tema sia notevolmente cresciuta e nuove politiche di rilancio siano state annunciate in molti Paesi, lo sviluppo del nucleare è in calo a livello globale. Ad eccezione di Asia, in particolare di Cina, India e Corea, esistono infatti pochissimi progetti concreti. Stiamo parlando di quarantaquattro impianti attualmente in costruzione, di cui solo quattro nei Paesi dell'Unione europea, che sono ventisette, dei quali ne troviamo due in Bulgaria.
Negli Stati Uniti non vi è attualmente alcun cantiere aperto ed il lento sviluppo del nucleare rispetto agli annunci ed alle previsioni rende meno probabile lo scenario di espansione ipotizzato nel 2003 (si parlava di 1000 gigawatt elettrici nel 2050, di cui 300 negli Stati Uniti).
Viene inoltre ribadito il concetto-chiave che, in un'economia di mercato, il nucleare non è ad oggi competitivo rispetto al gas o al carbone: i costi del capitale ed i costi finanziari delle centrali nucleari continuano ad essere infatti significativamente incerti. Dal 2003 i costi di costruzione delle centrali nucleari sono aumentati drasticamente, con una media del 15 per cento all'anno in più (come dimostrano le esperienze in Giappone e in Corea).
Nel 2007, sempre secondo i dati che vengono citati in questo studio, realizzare una centrale nucleare costa 4000 dollari per chilowattora contro i 2000 di quattro anni prima: si tratta di un aumento di costo molto più consistente di quanto è accaduto nel campo del carbone e del gas, attualmente stimato rispettivamente a 2300 e a 850 dollari a chilowattora contro i 1.300 e i 500 del 2003.
Tale crescita si ripercuote inevitabilmente anche sui costi finali dell'energia: rispetto ai 6,7 centesimi a chilowattora stimati nel 2003, il nucleare è passato oggi ad 8,4 centesimi a chilowattora.
In buona sostanza quindi - ed in questo studio ciò viene ribadito - perché il nucleare oggi sia competitivo, deve essere fortemente incentivato.
Credo sia giusto ricavare alcune considerazioni anche dai vari documenti che ci propone la Commissione europea, la quale afferma che le prospettive di investimento nel nucleare in Europa sono più interessanti se si pone l'attenzione alla sostituzione o all'estensione della durata di vita delle centrali nucleari che raggiungeranno il termine della loro vita utile originariamente al 2020, piuttosto che costruire nuovi impianti.
Secondo le previsioni attuali - che tengono conto anche delle probabili famose quattro centrali nucleari che dovremmo realizzare in Italia - la capacità nucleare dell'Unione europea potrebbe diminuire di circa 33 gigawatt elettrici.
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Riguardo poi al grado di accettabilità che questa tecnologia ha presso le popolazioni si ribadisce - anche da indagini compiute da Eurobarometro - che detta accettabilità è fortemente legata alla disponibilità di soluzioni sicure e permanenti per quanto riguarda la gestione dei rifiuti radioattivi (una questione che, ad oggi, non è stata risolta da nessuna parte).
Particolare attenzione viene poi data al fatto che gli impianti nucleari devono essere attentamente protetti sia contro i tentativi di sabotaggio, sia contro gli eventuali attacchi terroristici e l'eventuale furto di materiale nucleare.
Rispetto poi alla sicurezza - ed anche su questo punto il provvedimento in esame presenta, come abbiamo sottolineato più volte, numerose lacune - la proposta di direttiva EURATOM definisce in maniera precisa le caratteristiche dell'Autorità di regolamentazione raccomandandone la competenza e l'indipendenza.
All'articolo 9 si sottolinea la necessità di avere a disposizione esperti nella materia, ricordando che nei decenni passati non è stato fornito un numero sufficiente di specialisti e che, quindi, in questo settore sussiste anche il problema dell'invecchiamento del personale e degli ispettori.
Si ricordi, inoltre, che l'obbligo di garantire la disponibilità di sufficiente personale qualificato è riconosciuto anche dall'articolo 11 della Convenzione sulla sicurezza nucleare.
Da ultimo non va dimenticato - ne abbiamo discusso varie volte in questo contesto - l'articolo 5, che ribadisce la trasparenza volta a garantire ai cittadini la partecipazione ad un processo decisionale trasparente (queste sono le indicazioni delle direttive europee).
Ho voluto riportare parzialmente il contenuto di questi documenti proprio per evidenziare come la proposta del Governo - al di là del fatto di essere d'accordo o meno sul nucleare in sé, che mi sembra anche una discussione sterile - non consideri però gran parte di queste indicazioni europee e, soprattutto, proponga un percorso assolutamente inadeguato.
Se consideriamo, ad esempio, la proposta relativa all'Agenzia per la sicurezza nucleare - che, devo dire, è migliorata rispetto alla prima lettura - rimangono due nodi irrisolti fondamentali, che rendono il provvedimento non congruo con le indicazioni europee.
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Il primo è quello relativo al finanziamento, poiché in realtà nella fase iniziale si costituisce l'Agenzia prendendo una parte dei finanziamenti, che sarebbero comunque insufficienti, dall'Agenzia nazionale ambientale (l'ISPRA) indebolendo, quindi, ulteriormente un istituto che si trova in una fase caotica da diversi mesi, in quanto a tutt'oggi commissariato.
Inoltre gran parte di questo personale che dovrebbe confluire nell'Agenzia dovrebbe provenire sia dall'ISPRA sia dall'ENEA. È personale precario (lo sono molti di questi), oppure - come veniva ricordato prima - vicino al pensionamento. Sarebbe quindi necessario nuovo personale o comunque prevedere un serio programma di qualificazione data la delicatezza della materia. Invece è spuntato un emendamento, presentato in sede di Commissione attività produttive, del Governo che mira addirittura a cancellare un articolo dove si fa questo richiamo alla qualificazione del personale e alla specializzazione.
Ricordo molto brevemente altre questioni che non riguardano in questo caso il nucleare. Pur apprezzando alcune proposte che sono nell'articolo 27 (quello sulle misure per la sicurezza e il potenziamento del settore energetico), non condividiamo - come è già stato ricordato - la soppressione che è stata posta per il divieto di commercializzazione sia per quanto riguarda le lampadine ad incandescenza, sia per quello che riguarda gli elettrodomestici inferiori alla classe A. Ci sembrava un bel segnale, e questa soppressione ci vede totalmente in disaccordo. Così come non capiamo - anche qui lo avevamo segnalato più volte - per quale motivo non vengano previsti incentivi anche per quelle tecnologie, quali il fotovoltaico a concentrazione, molto più efficienti di quelle tradizionali per le quali tra l'altro l'Italia vanta un primato sulla ricerca e lo sviluppo tecnologico. Quindi anche in questo caso, nonostante i nostri solleciti non ci pervengono le risposte. Poi vi sono anche alcuni errori abbastanza marchiani. Mi riferisco ad esempio all'articolo 27, comma 25, dove si parla di carbon fossile di nuova generazione. Non mi risulta che esista un carbone di nuova generazione. Penso che il tema «nuova generazione» debba riferirsi agli impianti di produzione che utilizzano il carbone. Ritengo inoltre che, seppur non vi siano dubbi sul fatto che le aree industriali dismesse debbano essere soggette ad un processo di riconversione produttiva, non sia opportuno che a tal fine siano previste
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deroghe alle normative regionali in tema di tutela ambientale e programmazione del territorio. Tra l'altro va anche ricordato che per quanto riguarda questo spesso enunciato tema del sequestro di carbonio - è quanto dice questo lavoro del MIT - si tratta di una tecnologia che avanza molto lentamente rispetto a quello che si pensava, e quindi anche tutta la questione del carbone «pulito» oggi ha subito uno stop interessante. Ricordo sul tema della geotermia - concludo - come rispetto alla possibilità di sfruttamento di pozzi geotermici rimanga un canale preferenziale per ENEL ed ENI. Allora ci sembra che questo articolato e in particolare questo diritto di prelazione oggi non siano più coerenti con la liberalizzazione dei mercati del settore energetico. Ricordiamo inoltre che abbiamo presentato anche una richiesta di provvedimento per normare l'emissione dei campi geotermici.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Non mi soffermo - concludo, signor Presidente - sul tema dell'ENEA perché non è vero, come ricordava il relatore, che vi è un passaggio che qualifica l'ente; lo penalizza fortemente in quanto non si capisce poi dove andranno a finire i 400 ricercatori che si occupano dell'ambiente. In buona conclusione per questi motivi e per queste ragioni esprimiamo un giudizio abbastanza negativo in generale, ma soprattutto per le parti che riguardano il tema energia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Nel metodo, la cosa che un po' ci irrita è che in prima lettura abbiamo presentato diversi emendamenti che sono stati respinti nel corso della discussione, molti dei quali sono stati poi reintrodotti al Senato. Questo anche a dimostrazione che le osservazioni che avevamo fatto erano assolutamente pertinenti e non strumentali.
Nel merito, questo provvedimento è assolutamente complesso e in qualche caso anche un po' raffazzonato, dal mio punto di vista, perché tocca diverse materie che tra loro hanno anche poco a che fare. Non v'è dubbio che il tema del rientro del nostro Paese nel nucleare è l'elemento fondamentale che troviamo all'interno di questo provvedimento.
A questo proposito, visto che un po' di tempo è passato e che le situazioni cambiano, tutte le perplessità che avevamo manifestato nella discussione precedente rimangono, ma vengono anche rafforzate da recenti studi di autorevoli istituti scientifici, che indicano come l'opzione nucleare presenti numerosi rischi soprattutto di carattere economico e di sicurezza.
Faccio riferimento ad un documento del Massachusetts Institute of Technology, che aggiorna un report dal 2003 al 2009 e sottolinea che, nonostante l'attenzione sul tema sia notevolmente cresciuta e nuove politiche di rilancio siano state annunciate in molti Paesi, lo sviluppo del nucleare è in calo a livello globale. Ad eccezione di Asia, in particolare di Cina, India e Corea, esistono infatti pochissimi progetti concreti. Stiamo parlando di quarantaquattro impianti attualmente in costruzione, di cui solo quattro nei Paesi dell'Unione europea, che sono ventisette, dei quali ne troviamo due in Bulgaria.
Negli Stati Uniti non vi è attualmente alcun cantiere aperto ed il lento sviluppo del nucleare rispetto agli annunci ed alle previsioni rende meno probabile lo scenario di espansione ipotizzato nel 2003 (si parlava di 1000 gigawatt elettrici nel 2050, di cui 300 negli Stati Uniti).
Viene inoltre ribadito il concetto-chiave che, in un'economia di mercato, il nucleare non è ad oggi competitivo rispetto al gas o al carbone: i costi del capitale ed i costi finanziari delle centrali nucleari continuano ad essere infatti significativamente incerti. Dal 2003 i costi di costruzione delle centrali nucleari sono aumentati drasticamente, con una media del 15 per cento all'anno in più (come dimostrano le esperienze in Giappone e in Corea).
Nel 2007, sempre secondo i dati che vengono citati in questo studio, realizzare una centrale nucleare costa 4000 dollari per chilowattora contro i 2000 di quattro anni prima: si tratta di un aumento di costo molto più consistente di quanto è accaduto nel campo del carbone e del gas, attualmente stimato rispettivamente a 2300 e a 850 dollari a chilowattora contro i 1.300 e i 500 del 2003.
Tale crescita si ripercuote inevitabilmente anche sui costi finali dell'energia: rispetto ai 6,7 centesimi a chilowattora stimati nel 2003, il nucleare è passato oggi ad 8,4 centesimi a chilowattora.
In buona sostanza quindi - ed in questo studio ciò viene ribadito - perché il nucleare oggi sia competitivo, deve essere fortemente incentivato.
Credo sia giusto ricavare alcune considerazioni anche dai vari documenti che ci propone la Commissione europea, la quale afferma che le prospettive di investimento nel nucleare in Europa sono più interessanti se si pone l'attenzione alla sostituzione o all'estensione della durata di vita delle centrali nucleari che raggiungeranno il termine della loro vita utile originariamente al 2020, piuttosto che costruire nuovi impianti.
Secondo le previsioni attuali - che tengono conto anche delle probabili famose quattro centrali nucleari che dovremmo realizzare in Italia - la capacità nucleare dell'Unione europea potrebbe diminuire di circa 33 gigawatt elettrici.
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Riguardo poi al grado di accettabilità che questa tecnologia ha presso le popolazioni si ribadisce - anche da indagini compiute da Eurobarometro - che detta accettabilità è fortemente legata alla disponibilità di soluzioni sicure e permanenti per quanto riguarda la gestione dei rifiuti radioattivi (una questione che, ad oggi, non è stata risolta da nessuna parte).
Particolare attenzione viene poi data al fatto che gli impianti nucleari devono essere attentamente protetti sia contro i tentativi di sabotaggio, sia contro gli eventuali attacchi terroristici e l'eventuale furto di materiale nucleare.
Rispetto poi alla sicurezza - ed anche su questo punto il provvedimento in esame presenta, come abbiamo sottolineato più volte, numerose lacune - la proposta di direttiva EURATOM definisce in maniera precisa le caratteristiche dell'Autorità di regolamentazione raccomandandone la competenza e l'indipendenza.
All'articolo 9 si sottolinea la necessità di avere a disposizione esperti nella materia, ricordando che nei decenni passati non è stato fornito un numero sufficiente di specialisti e che, quindi, in questo settore sussiste anche il problema dell'invecchiamento del personale e degli ispettori.
Si ricordi, inoltre, che l'obbligo di garantire la disponibilità di sufficiente personale qualificato è riconosciuto anche dall'articolo 11 della Convenzione sulla sicurezza nucleare.
Da ultimo non va dimenticato - ne abbiamo discusso varie volte in questo contesto - l'articolo 5, che ribadisce la trasparenza volta a garantire ai cittadini la partecipazione ad un processo decisionale trasparente (queste sono le indicazioni delle direttive europee).
Ho voluto riportare parzialmente il contenuto di questi documenti proprio per evidenziare come la proposta del Governo - al di là del fatto di essere d'accordo o meno sul nucleare in sé, che mi sembra anche una discussione sterile - non consideri però gran parte di queste indicazioni europee e, soprattutto, proponga un percorso assolutamente inadeguato.
Se consideriamo, ad esempio, la proposta relativa all'Agenzia per la sicurezza nucleare - che, devo dire, è migliorata rispetto alla prima lettura - rimangono due nodi irrisolti fondamentali, che rendono il provvedimento non congruo con le indicazioni europee.
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Il primo è quello relativo al finanziamento, poiché in realtà nella fase iniziale si costituisce l'Agenzia prendendo una parte dei finanziamenti, che sarebbero comunque insufficienti, dall'Agenzia nazionale ambientale (l'ISPRA) indebolendo, quindi, ulteriormente un istituto che si trova in una fase caotica da diversi mesi, in quanto a tutt'oggi commissariato.
Inoltre gran parte di questo personale che dovrebbe confluire nell'Agenzia dovrebbe provenire sia dall'ISPRA sia dall'ENEA. È personale precario (lo sono molti di questi), oppure - come veniva ricordato prima - vicino al pensionamento. Sarebbe quindi necessario nuovo personale o comunque prevedere un serio programma di qualificazione data la delicatezza della materia. Invece è spuntato un emendamento, presentato in sede di Commissione attività produttive, del Governo che mira addirittura a cancellare un articolo dove si fa questo richiamo alla qualificazione del personale e alla specializzazione.
Ricordo molto brevemente altre questioni che non riguardano in questo caso il nucleare. Pur apprezzando alcune proposte che sono nell'articolo 27 (quello sulle misure per la sicurezza e il potenziamento del settore energetico), non condividiamo - come è già stato ricordato - la soppressione che è stata posta per il divieto di commercializzazione sia per quanto riguarda le lampadine ad incandescenza, sia per quello che riguarda gli elettrodomestici inferiori alla classe A. Ci sembrava un bel segnale, e questa soppressione ci vede totalmente in disaccordo. Così come non capiamo - anche qui lo avevamo segnalato più volte - per quale motivo non vengano previsti incentivi anche per quelle tecnologie, quali il fotovoltaico a concentrazione, molto più efficienti di quelle tradizionali per le quali tra l'altro l'Italia vanta un primato sulla ricerca e lo sviluppo tecnologico. Quindi anche in questo caso, nonostante i nostri solleciti non ci pervengono le risposte. Poi vi sono anche alcuni errori abbastanza marchiani. Mi riferisco ad esempio all'articolo 27, comma 25, dove si parla di carbon fossile di nuova generazione. Non mi risulta che esista un carbone di nuova generazione. Penso che il tema «nuova generazione» debba riferirsi agli impianti di produzione che utilizzano il carbone. Ritengo inoltre che, seppur non vi siano dubbi sul fatto che le aree industriali dismesse debbano essere soggette ad un processo di riconversione produttiva, non sia opportuno che a tal fine siano previste
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deroghe alle normative regionali in tema di tutela ambientale e programmazione del territorio. Tra l'altro va anche ricordato che per quanto riguarda questo spesso enunciato tema del sequestro di carbonio - è quanto dice questo lavoro del MIT - si tratta di una tecnologia che avanza molto lentamente rispetto a quello che si pensava, e quindi anche tutta la questione del carbone «pulito» oggi ha subito uno stop interessante. Ricordo sul tema della geotermia - concludo - come rispetto alla possibilità di sfruttamento di pozzi geotermici rimanga un canale preferenziale per ENEL ed ENI. Allora ci sembra che questo articolato e in particolare questo diritto di prelazione oggi non siano più coerenti con la liberalizzazione dei mercati del settore energetico. Ricordiamo inoltre che abbiamo presentato anche una richiesta di provvedimento per normare l'emissione dei campi geotermici.
PRESIDENTE. Deve concludere.
ALESSANDRO BRATTI. Non mi soffermo - concludo, signor Presidente - sul tema dell'ENEA perché non è vero, come ricordava il relatore, che vi è un passaggio che qualifica l'ente; lo penalizza fortemente in quanto non si capisce poi dove andranno a finire i 400 ricercatori che si occupano dell'ambiente. In buona conclusione per questi motivi e per queste ragioni esprimiamo un giudizio abbastanza negativo in generale, ma soprattutto per le parti che riguardano il tema energia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
21/06/09
Wendy, tesoro...
"Wendy, tesoro, luce della mia vita! Non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto, quella testa te la spacco in due, quella tua testolina te la faccio a pezzi!".
20/06/09
Per l'Abruzzo
Tra le nuvole e i sassi passano i sogni di tutti (Ligabue)
passa il sole ogni giorno senza mai tardare. (Tiziano Ferro)
Dove sarò domani? (Enrico Ruggeri)
Dove sarò? (Gianni Morandi)
Tra le nuvole e il mare c'è una stazione di posta (Franco Battiato)
uno straccio di stella messa lì a consolare (Massimo Ranieri)
sul sentiero infinito (Max Pezzali)
del maestrale (Eugenio Finardi)
Day by day (Zucchero)
Day by day (Cesare Cremonini)
hold me shine on me. (Zucchero)
shine on me (Cesare Cremonini)
Day by day save me shine on me (Zucchero, Carmen Consoli, Mauro Pagani, Cesare Cremonini, Eugenio Finardi)
Ma domani, domani, domani, lo so (Francesco Renga)
Lo so che si passa il confine, (Roberto Vecchioni)
E di nuovo la vita (Mauro Pagani)
sembra fatta per te (Giuliano Palma)
e comincia (Elio)
domani (Elio e Le Storie Tese, Vittorio Cosma )
domani è già qui (Jovanotti)
rap 1 Estraggo un foglio nella risma nascosto scrivo e non riesco forse perché il sisma mha scosso (Caparezza)
rap 2 Ogni vita che salvi, ogni pietra che poggi, fa pensare a domani ma puoi farlo solo oggi (Frankie Hi Energy)
e la vita la vita si fa grande così (Gianluca Grignani)
e comincia domani (Giuliano Sangiorgi)
Tra le nuvole e il mare si può fare e rifare (Claudio Baglioni)
con un pò di fortuna (Ron)
si può dimenticare. (Luca Carboni)
Dove sarò (Baustelle)
domani? Dove sarò? (Samuele Bersani e Baustelle)
oh oh oh (coro: Carmen Consoli, Antonella Ruggiero, Alioscia, Pacifico, Mango, Massimo Ranieri, Bluvertigo, Nek, Giuliano Palma, Antonello Venditti, Roberto Vecchioni, Albano)
rap 3 Dove sarò domani che ne sarà dei miei sogni infranti, dei miei piani
Dove sarò domani, tendimi le mani, tendimi le mani (Marracash)
Tra le nuvole e il mare si può andare e andare (Laura Pausini)
sulla scia delle navi di là del temporale (Carmen Consoli)
e qualche volta si vede (Nek)
domani (Antonello Venditti)
una luce di prua (Nek)
e qualcuno grida: Domani (Antonello Venditti)
rap 4 Come laquila che vola
libera tra il cielo e i sassi siamo sempre diversi e siamo sempre gli stessi,
hai fatto il massimo e il massimo non è bastato e non sapevi piangere e adesso
che hai imparato non bastano le lacrime ad impastare il calcestruzzo
eccoci qua cittadini dAbruzzo
e aumentano dintensità le lampadine una frazione di
secondo prima della finee la tua mamma,
la tua patria da ricostruire,
comu le scole, le case e specialmente lu core
e puru nu postu cu facimu lamore
(Jovanotti, J Ax, Fabri Fibra e in chiusura Sud Sound System)
non siamo così soli (Giuliano Sangiorgi)
a fare castelli in aria (J Ax e Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giuliano Sangiorgi)
sulla stessa barca (J Ax , Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giorgia)
a fare castelli in aria (J Ax e Fabri Fibra)
non siamo così soli (Giorgia)
a stare bene in Italia (J Ax e Fabri Fibra)
sulla stessa barca (J Ax)
a immaginare un nuovo giorno in Italia (Giorgia, Giusy Ferreri, Dolcenera, Mario Venuti, Jovanotti, J Ax, Fabri Fibra)
Tra le nuvole e il mare si può andare, andare
Sulla scia delle navi di là dal temporale (Piero Pelù)
Qualche volta si vede una luce di prua e qualcuno grida, domani (Morgan)
Non siamo così soli (Giorgia, Mario Venuti, Giusy Ferreri, Dolcenera, Giuliano Sangiorgi)
(tromba solo di Roy Paci)
Domani è già qui
Domani è già qui (Jovanotti, Marracash, FabriFibra, J Ax)
(Assolo violino Mauro Pagani)
Ma domani domani, domani lo so, lo so, che si passa il confine (Gianna Nannini)
E di nuovo la vita sembra fatta per te e comincia (Elisa)
domani (Sud Sound System)
Tra le nuvole e il mare, si può fare e rifare
Con un pò di fortuna si può dimenticare (Manuel Agnelli Afterhours)
E di nuovo la vita, sembra fatta per te (Mango)
E comincia (Niccolò Fabi)
(coro finale)
domani
E domani domani, domani lo so
Lo so che si passa il confine
E di nuovo la vita sembra fatta per te
E comincia domani
(Manuel Agnelli, Dolcenera, Zucchero, Niccolò Fabi, Pacifico, Giusy Ferreri, Alioscia, Pacifico, Max Pezzali, Caparezza, Niccolò Agliardi, Luca Carboni, Roy Paci, Tricarico, Ron, Giuliano Sangiorgi, negramaro, Negrita, Giorgia, Francesco Renga, Malika Ayane, Laura Pausini, Morgan, Jovanotti, Massimo Ranieri, Nek, Enrico Ruggeri, Piero Pelù, Antonello Venditti, Roberto Vecchioni, Carmen Consoli, Mango, Cesare Cremonini, Saturnino)
Domani è già qui, domani è già qui (Jovanotti)
19/06/09
Il PD ferrarese per la SPAL
Ecco il comunicato stampa dell'incontro di oggi. Siamo vicini a tutto lo sport ferrarese Giacomense, Basket , Pallavolo, Pallamano, Atletica, Pugilato etc ma la SPAL è la SPAL
Il presidente della Spal Cesare Butelli ha incontrato in mattinata il segretario nazionale del Partito Democratico Dario Franceschini, accompagnato dall’onorevole Alessandro Bratti e dal candidato sindaco Tiziano Tagliani.
Franceschini, in visita alla sua Ferrara per la chiusura della campagna elettorale, ha voluto conoscere il presidente Butelli per essere direttamente informato dei progetti e dei programmi della gloriosa società biancoazzurra in vista del prossimo campionato. Butelli ha illustrato gli orientamenti del club e ha dettagliato gli impegni per il consolidamento societario e per lo sviluppo del settore giovanile, in un’ottica di valorizzazione del vivaio e di promozione dello sport come veicolo di crescita e socializzazione fra i giovani. Si è parlato anche delle tante iniziative previste dalla società per dare lustro a Ferrara e alla sua squadra di calcio.
Franceschini ha preso atto con soddisfazione dei buoni risultati finora raccolti e ha apprezzato la volontà di dispiegare al meglio, secondo linee di serietà e correttezza, il progetto di rilancio del sodalizio biancoazzurro. Da parte sua, il segretario del Pd – unitamente a Bratti e al candidato Tiziano Tagliani - si è impegnato a garantire il massimo appoggio alla società per favorire la realizzazione di un progetto che vede la Spal proiettata verso traguardi più consoni alla storia e alla tradizione di Ferrara.
17/06/09
Rifiuti: i responsabili del disastro siciliano riferiscano in Parlamento
Un mio comunicato di oggi sulla situazione siciliana
(AGI) - Roma, 17 giu. - "Mentre Berlusconi a Tef Channel magnifica le lodi del suo Governo per aver risolto l'emergenza in Campania, si allarga l'emergenza rifiuti in Sicilia. A Bagheria sono stati chiusi scuole e uffici pubblici e i problemi sanitari sono dietro l'angolo". Lo ha dichiarato Alessandro Bratti capogruppo del Pd in commissione Bicamerale per le indagini sui traffici illeciti legati alla gestione dei rifiuti. "Cosi' come avevamo sostenuto in numerosi dibattiti in Commissione Ambiente e in Aula alla Camera - prosegue Bratti - l'emergenza rifiuti nel nostro Paese e' ben lungi dall'essere risolta. I nodi stanno venendo al pettine e in questo caso la Sicilia, governata dal centrodestra, rappresentera' la nuova emergenza rifiuti nazionale. Speriamo che in pochi giorni - conclude Bratti- ci sia la possibilita' di avere i responsabili dell'attuale disastro amministrativo e tecnico in Commissione Bicamerale per verificare in maniera dettagliata come mai si e' arrivati nella Regione siciliana ad una situazione cosi' drammatica". (AGI) Com/Ted 171526 GIU 09
(AGI) - Roma, 17 giu. - "Mentre Berlusconi a Tef Channel magnifica le lodi del suo Governo per aver risolto l'emergenza in Campania, si allarga l'emergenza rifiuti in Sicilia. A Bagheria sono stati chiusi scuole e uffici pubblici e i problemi sanitari sono dietro l'angolo". Lo ha dichiarato Alessandro Bratti capogruppo del Pd in commissione Bicamerale per le indagini sui traffici illeciti legati alla gestione dei rifiuti. "Cosi' come avevamo sostenuto in numerosi dibattiti in Commissione Ambiente e in Aula alla Camera - prosegue Bratti - l'emergenza rifiuti nel nostro Paese e' ben lungi dall'essere risolta. I nodi stanno venendo al pettine e in questo caso la Sicilia, governata dal centrodestra, rappresentera' la nuova emergenza rifiuti nazionale. Speriamo che in pochi giorni - conclude Bratti- ci sia la possibilita' di avere i responsabili dell'attuale disastro amministrativo e tecnico in Commissione Bicamerale per verificare in maniera dettagliata come mai si e' arrivati nella Regione siciliana ad una situazione cosi' drammatica". (AGI) Com/Ted 171526 GIU 09
Oggi in Parlamento
Vi riporto i miei tre interventi di oggi.
1. Signor Presidente, continuo sulle questioni già enunciate da chi mi ha preceduto. Infatti questo comportamento riguardo alle politica ambientali tenuto dal Ministero competente ormai è una prassi.
Veniva ricordato prima il tema dei commissariamenti dell'ISPRA all'interno del decreto-legge cosiddetto rifiuti. Vorrei ricordare anche lo spoil system effettuato sulla commissione per la valutazione dell'impatto ambientale e l'autorizzazione ambientale integrale. Voglio ricordare il fatto di aver inserito la revisione del decreto legislativo n. 152 del 2006 all'interno di un provvedimento che riguardava le disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione e la competitività, nonché in materia di processo civile. Voglio ricordare la riconversione della centrale a carbone di Porto Tolle nel decreto-legge che riguardava le quote latte. Ritengo che vi siano tutti gli elementi per acquisire il fatto che le politiche ambientali del Governo non esistono perché, data la maggioranza che c'è, basterebbe emanare un provvedimento unico che ci consentirebbe di discutere tutte le questioni. Pertanto, come ricordava l'onorevole Realacci, questo articolo non c'entra assolutamente niente con le vicende del terremoto e ne chiediamo quindi la soppressione.
2. Sono d'accordo anch'io che sarebbe più importante sopprimere la norma in esame, alla luce del fatto che esiste una proposta di iniziativa popolare, che riguarda appunto la gestione dell'acqua, che stiamo discutendo in Commissione, ed anche alla luce di quanto prevede il famoso articolo 23-bis della legge n. 133 del 2008, che prima o poi, spero, discuteremo.
Quindi, ancora una volta, riteniamo che sia stato un errore - un errore grossolano e macroscopico - proporre questa questione all'interno del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
3.Signor Presidente, mentre si decide il da farsi, volevo fare un'ulteriore puntualizzazione, che non so se è riportata nell'ordine del giorno proposto. Credo che oggi abbiamo uno strumento ulteriore, perché abbiamo fatto una discussione rispetto alla possibilità di transazione nel caso di situazioni che riguardano i siti contaminati.
Credo assolutamente che ci sia lo strumentario per poter affrontare, vieppiù in una situazione di emergenza, la questione dei siti contaminati che venivano ricordati prima, perché, ripeto, oltre agli strumenti tradizionali legislativi, oggi ne abbiamo uno ulteriore in campo, che abbiamo discusso un paio di mesi fa, che è quello del termine della transazione riguardo al danno ambientale.
Li trovate anche qui
1. Signor Presidente, continuo sulle questioni già enunciate da chi mi ha preceduto. Infatti questo comportamento riguardo alle politica ambientali tenuto dal Ministero competente ormai è una prassi.
Veniva ricordato prima il tema dei commissariamenti dell'ISPRA all'interno del decreto-legge cosiddetto rifiuti. Vorrei ricordare anche lo spoil system effettuato sulla commissione per la valutazione dell'impatto ambientale e l'autorizzazione ambientale integrale. Voglio ricordare il fatto di aver inserito la revisione del decreto legislativo n. 152 del 2006 all'interno di un provvedimento che riguardava le disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione e la competitività, nonché in materia di processo civile. Voglio ricordare la riconversione della centrale a carbone di Porto Tolle nel decreto-legge che riguardava le quote latte. Ritengo che vi siano tutti gli elementi per acquisire il fatto che le politiche ambientali del Governo non esistono perché, data la maggioranza che c'è, basterebbe emanare un provvedimento unico che ci consentirebbe di discutere tutte le questioni. Pertanto, come ricordava l'onorevole Realacci, questo articolo non c'entra assolutamente niente con le vicende del terremoto e ne chiediamo quindi la soppressione.
2. Sono d'accordo anch'io che sarebbe più importante sopprimere la norma in esame, alla luce del fatto che esiste una proposta di iniziativa popolare, che riguarda appunto la gestione dell'acqua, che stiamo discutendo in Commissione, ed anche alla luce di quanto prevede il famoso articolo 23-bis della legge n. 133 del 2008, che prima o poi, spero, discuteremo.
Quindi, ancora una volta, riteniamo che sia stato un errore - un errore grossolano e macroscopico - proporre questa questione all'interno del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
3.Signor Presidente, mentre si decide il da farsi, volevo fare un'ulteriore puntualizzazione, che non so se è riportata nell'ordine del giorno proposto. Credo che oggi abbiamo uno strumento ulteriore, perché abbiamo fatto una discussione rispetto alla possibilità di transazione nel caso di situazioni che riguardano i siti contaminati.
Credo assolutamente che ci sia lo strumentario per poter affrontare, vieppiù in una situazione di emergenza, la questione dei siti contaminati che venivano ricordati prima, perché, ripeto, oltre agli strumenti tradizionali legislativi, oggi ne abbiamo uno ulteriore in campo, che abbiamo discusso un paio di mesi fa, che è quello del termine della transazione riguardo al danno ambientale.
Li trovate anche qui
16/06/09
Il Bilancio sociale del mio primo anno di attività alla Camera
Ieri ho presentato alla stampa cittadina il primo rendiconto annuale delle mie attività alla Camera e del lavoro fatto come parlamentare. Ai cittadini il compito di giudicare se è poco, giusto o molto.... Potete scaricarlo dal sito del PD di Ferrara. Graditi i commenti e i suggerimenti.
15/06/09
Situazione rifiuti in Sicilia: dove e' la rapida soluzione?
Un mio comunicato sulla situazione siciliana....
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - 'La situazione dei rifiuti a Palermo e' drammatica: le parole rassicuranti del ministro Prestigiacomo che annunciavano la rapida risoluzione dell'emergenza si sono rilevate, ancora una volta, non corrispondenti alla realta' dei fatti'. Lo dice il capogruppo del Pd nella commissione Bicamerale per le indagini sulle attivita' illecite legate alla gestione dei rifiuti, Alessandro Bratti.
'L'emergenza - prosegue Bratti - si sta estendendo in tutto il palermitano e nel catanese. La discarica di Bellolampo e' in condizioni critiche, numerosi incendi sono stati appiccati ai cumuli dei rifiuti nelle strade, aumentano i pericoli igienico-sanitari e il sistema di gestione e della raccolta dei rifiuti e' al collasso a causa degli enormi debiti accumulati negli anni e del non pagamento degli stipendi ai netturbini.
Questa e' la prova concreta di una pessima gestione del Piano dei rifiuti regionale, tra l'altro assolutamente anacronistico e inapplicabile, basato su una capacita' di incenerimento inesistente'.
'Mi chiedo chi paghera' i danni ambientali e gli enormi debiti accumulati. Infine - conclude - il gruppo del Pd alla Camera ha presentato un'interrogazione al governo su cui non abbiamo ancora ricevuto una risposta'.(ANSA).
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - 'La situazione dei rifiuti a Palermo e' drammatica: le parole rassicuranti del ministro Prestigiacomo che annunciavano la rapida risoluzione dell'emergenza si sono rilevate, ancora una volta, non corrispondenti alla realta' dei fatti'. Lo dice il capogruppo del Pd nella commissione Bicamerale per le indagini sulle attivita' illecite legate alla gestione dei rifiuti, Alessandro Bratti.
'L'emergenza - prosegue Bratti - si sta estendendo in tutto il palermitano e nel catanese. La discarica di Bellolampo e' in condizioni critiche, numerosi incendi sono stati appiccati ai cumuli dei rifiuti nelle strade, aumentano i pericoli igienico-sanitari e il sistema di gestione e della raccolta dei rifiuti e' al collasso a causa degli enormi debiti accumulati negli anni e del non pagamento degli stipendi ai netturbini.
Questa e' la prova concreta di una pessima gestione del Piano dei rifiuti regionale, tra l'altro assolutamente anacronistico e inapplicabile, basato su una capacita' di incenerimento inesistente'.
'Mi chiedo chi paghera' i danni ambientali e gli enormi debiti accumulati. Infine - conclude - il gruppo del Pd alla Camera ha presentato un'interrogazione al governo su cui non abbiamo ancora ricevuto una risposta'.(ANSA).
11/06/09
Ma il Ministro Brunetta che dati cita?
Abbiamo presentato un'interrogazione al Ministro Brunetta per fare chiarezza sui dati da Lui più volte citati riguardo alle assenze dei lavoratori di ISPRA..Dalle fonti ufficiali sembrerebbe che la situazione non sia quella rappresentata dal Ministro. E intanto nell'Istituto regna il caos..
Al Ministro della Funzione pubblica On. Renato Brunetta
Per Sapere
Premesso che:
• L’art. 28, comma 1, del D .L. n. 112/2008, convertito con modificazioni dalla Legge n. 133/2008, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”, al fine di garantire la razionalizzazione delle strutture tecniche statali, ha istituito l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale);
• L’art. 28, comma 2, del succitato D.L., ha attribuito all’ISPRA le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale dell’APAT, dell’INFS e dell’ICRAM, i quali sono soppressi a decorrere dalla data di insediamento dei commissari di cui al comma 5 del medesimo articolo;
Type rest of the post here
• L’ISPRA in forza delle suddette norme continua a svolgere le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici di cui all’articolo 38 del Decreto Legislativo n. 300 del 30 luglio 1999 e successive modificazioni, dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 e successive modificazioni, e dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare di cui all’articolo 1-bis del decreto-legge 4 dicembre 1993, n.496, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 21 gennaio 1994, n. 61.
• Il Ministro Brunetta, in più occasioni, nell’ambito di recenti interviste per la presentazione del suo ultimo libro “Rivoluzione in corso” durante trasmissioni televisive in prima serata (l’ultima “Porta a Porta” del 21 maggio u.s.), ha presentato dati relativi alle assenze per malattia del personale ISPRA che mostrerebbero una diminuzione delle stesse del 94% a seguito dell’entrata in vigore delle disposizioni contenute nel Dl 112 del 25.06.08, rispetto al periodo febbraio-marzo 2008
• I dati presentati dal Ministro Brunetta porrebbero l’ISPRA tra le amministrazioni pubbliche con la più alta percentuale di assenze per malattia apparentemente “ingiustificate”
• Da dati ufficiali forniti in data 27/05/2009 dal Commissario ISPRA, Prefetto Vincenzo Grimaldi, alle organizzazioni sindacali, si rileva che mediamente la riduzione (tra il 2008 e il 2009) delle assenze per malattia è, invece, intorno al 48%, come già in precedenza comunicato dalla struttura commissariale di ISPRA al Ministero della Funzione Pubblica.
- se il Ministro interrogato sia al corrente dei fatti riportati e se sia in possesso dei dati reali corretti relativi alle assenze per malattia del personale ISPRA
- se il Ministro interrogato e gli organi commissariali dell’ISPRA intendano fornire chiarimenti e/o smentite rispetto ai numeri presentati dal Ministro Brunetta, che, se non confermati, continuerebbero a ledere ingiustamente l’immagine pubblica di un Istituto, l’ISPRA, che dovrebbe costituire, secondo quanto dichiarato dallo stesso Ministro dell’Ambiente, un punto di riferimento istituzionale per la ricerca e i controlli in campo ambientale oltre che per la programmazione e lo sviluppo delle politiche ambientali nel nostro paese.
Alessandro Bratti , Raffaella Mariani, Chiara Braga, Angela Mastromauro , Carmen Motta, Roberto Morassut, Ermete Realacci, Emilia De Biasi, Salvatore Margiotta
Al Ministro della Funzione pubblica On. Renato Brunetta
Per Sapere
Premesso che:
• L’art. 28, comma 1, del D .L. n. 112/2008, convertito con modificazioni dalla Legge n. 133/2008, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”, al fine di garantire la razionalizzazione delle strutture tecniche statali, ha istituito l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale);
• L’art. 28, comma 2, del succitato D.L., ha attribuito all’ISPRA le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale dell’APAT, dell’INFS e dell’ICRAM, i quali sono soppressi a decorrere dalla data di insediamento dei commissari di cui al comma 5 del medesimo articolo;
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• L’ISPRA in forza delle suddette norme continua a svolgere le funzioni, con le inerenti risorse finanziarie, strumentali e di personale, dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici di cui all’articolo 38 del Decreto Legislativo n. 300 del 30 luglio 1999 e successive modificazioni, dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157 e successive modificazioni, e dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare di cui all’articolo 1-bis del decreto-legge 4 dicembre 1993, n.496, convertito in legge, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della legge 21 gennaio 1994, n. 61.
• Il Ministro Brunetta, in più occasioni, nell’ambito di recenti interviste per la presentazione del suo ultimo libro “Rivoluzione in corso” durante trasmissioni televisive in prima serata (l’ultima “Porta a Porta” del 21 maggio u.s.), ha presentato dati relativi alle assenze per malattia del personale ISPRA che mostrerebbero una diminuzione delle stesse del 94% a seguito dell’entrata in vigore delle disposizioni contenute nel Dl 112 del 25.06.08, rispetto al periodo febbraio-marzo 2008
• I dati presentati dal Ministro Brunetta porrebbero l’ISPRA tra le amministrazioni pubbliche con la più alta percentuale di assenze per malattia apparentemente “ingiustificate”
• Da dati ufficiali forniti in data 27/05/2009 dal Commissario ISPRA, Prefetto Vincenzo Grimaldi, alle organizzazioni sindacali, si rileva che mediamente la riduzione (tra il 2008 e il 2009) delle assenze per malattia è, invece, intorno al 48%, come già in precedenza comunicato dalla struttura commissariale di ISPRA al Ministero della Funzione Pubblica.
- se il Ministro interrogato sia al corrente dei fatti riportati e se sia in possesso dei dati reali corretti relativi alle assenze per malattia del personale ISPRA
- se il Ministro interrogato e gli organi commissariali dell’ISPRA intendano fornire chiarimenti e/o smentite rispetto ai numeri presentati dal Ministro Brunetta, che, se non confermati, continuerebbero a ledere ingiustamente l’immagine pubblica di un Istituto, l’ISPRA, che dovrebbe costituire, secondo quanto dichiarato dallo stesso Ministro dell’Ambiente, un punto di riferimento istituzionale per la ricerca e i controlli in campo ambientale oltre che per la programmazione e lo sviluppo delle politiche ambientali nel nostro paese.
Alessandro Bratti , Raffaella Mariani, Chiara Braga, Angela Mastromauro , Carmen Motta, Roberto Morassut, Ermete Realacci, Emilia De Biasi, Salvatore Margiotta
10/06/09
Che cosa significa il provvedimento sulle intercettazioni per l'ambiente ?
Vi riporto un mio comunicato sull'argomento
RIFIUTI. PD: IN MAXIEMENDAMENTO GOVERNO DIMENTICA TRAFFICANTI
(DIRE) Roma, 10 giu. - "Nel maxi emendamento presentato dal Governo , su cui e' stata posta la fiducia, ci si e' dimenticati completamente dei trafficanti di rifiuti. Non vi e' traccia della proposta del Pd e dell'onorevole Pecorella che prevedeva la possibilita' di utilizzare le intercettazioni per i reati relativi all'attivita' organizzata per il traffico illecito di rifiuti". L'accusa arriva da Alessandro Bratti capogruppo del Pd della commissione Bicamerale sulle indagini per le attivita' illecite legate alla gestione dei rifiuti.
"Dalle diverse audizioni con i carabinieri e importanti magistrati, fatte in Bicamerale, e' emersa in maniera decisiva l'importanza delle intercettazioni per individuare traffici dei rifiuti connessi con la malavita organizzata- ricorda Bratti- togliere questa possibilita' significa aprire un'autostrada per i trafficanti di rifiuti dando un colpo mortale all'attivita' di indagine che, pur lentamente, cominciava a dare risultati importanti". Questi provvedimenti- conclude il parlamentare- "uniti all'inefficienza delle politiche ambientali di programmazione messe in campo dal ministro dell'Ambiente rischiano, al di la' dei facili proclami, di aggravare una situazione di illegalita' diffusa che tende sempre di piu' ad espandersi in zone di Italia che ad oggi erano immuni". Come Partito Democratico "chiediamo un intervento piu' serio e coerente del Governo rispetto agli impegni presi in sede parlamentare attraverso l'approvazione di mozioni che vengono regolarmente disattese". Il provvedimento "presentato dal ministro Alfano non tiene assolutamente in considerazione questa situazione, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, il completo disinteresse per i temi ambientali
RIFIUTI. PD: IN MAXIEMENDAMENTO GOVERNO DIMENTICA TRAFFICANTI
(DIRE) Roma, 10 giu. - "Nel maxi emendamento presentato dal Governo , su cui e' stata posta la fiducia, ci si e' dimenticati completamente dei trafficanti di rifiuti. Non vi e' traccia della proposta del Pd e dell'onorevole Pecorella che prevedeva la possibilita' di utilizzare le intercettazioni per i reati relativi all'attivita' organizzata per il traffico illecito di rifiuti". L'accusa arriva da Alessandro Bratti capogruppo del Pd della commissione Bicamerale sulle indagini per le attivita' illecite legate alla gestione dei rifiuti.
"Dalle diverse audizioni con i carabinieri e importanti magistrati, fatte in Bicamerale, e' emersa in maniera decisiva l'importanza delle intercettazioni per individuare traffici dei rifiuti connessi con la malavita organizzata- ricorda Bratti- togliere questa possibilita' significa aprire un'autostrada per i trafficanti di rifiuti dando un colpo mortale all'attivita' di indagine che, pur lentamente, cominciava a dare risultati importanti". Questi provvedimenti- conclude il parlamentare- "uniti all'inefficienza delle politiche ambientali di programmazione messe in campo dal ministro dell'Ambiente rischiano, al di la' dei facili proclami, di aggravare una situazione di illegalita' diffusa che tende sempre di piu' ad espandersi in zone di Italia che ad oggi erano immuni". Come Partito Democratico "chiediamo un intervento piu' serio e coerente del Governo rispetto agli impegni presi in sede parlamentare attraverso l'approvazione di mozioni che vengono regolarmente disattese". Il provvedimento "presentato dal ministro Alfano non tiene assolutamente in considerazione questa situazione, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, il completo disinteresse per i temi ambientali
08/06/09
Forza si riparte.....
Primi risultati. Le europee potevano andare meglio ma il dato politico generale ci conforta. Abbiamo tenuto il 26% è una buona base da cui ripartire!! Complessivamente le forze di opposizione vanno bene. Il PDL non sfonda (ricordo si parlava del 40% in su). Attendiamo con ansia le amministrative. Franceschini ha fatto un ottimo lavoro che fa ben sperare per il futuro. Ricordo che, di partiti progressisti in Europa, dopo il PSOE, ci siamo noi in termini percentuali. Al solito stonate le dichiarazioni di D'Alema sulla Repubblica di oggi che parte già per il Congresso. Dall'articolo, direi leggermente inquietante, traspare che accordi erano già stati fatti ancor prima delle dimissioni di Veltroni: speriamo di chiudere la fase dei complotti perchè caso contrario significa che non impariamo niente dalla storia e questo non è bene per chi fa politica....
07/06/09
Fino all'ultimo
Mancano poche ore alla chiusura dei seggi. Votare per il Partito Democratico significa oggi un voto per la qualità della democrazia, per arginare un degrado morale e culturale nel paese. Si poteva fare meglio, è vero, abbiamo fatto tanti errori, e forse ancora ne faremo. Ma il progetto è e rimane attuale e vivo. Guardiamo ai democratici degli Stati Uniti, al presidente Obama, come punto di riferimento per le forze progressiste nel mondo. Il momento è difficile, ma il futuro ci darà ragione. Diamo un segnale in questa direzione votiamo per il PD !!
05/06/09
Sul finire del 5 giugno, giornata mondiale dell'ambiente
Yann Arthus-Bertrand, il fotografo che ha tappezzato il mondo delle sue foto del mondo, lancia oggi, giornata mondiale dell'ambiente, un grande progetto che ha al centro il documentario “Home”, visibile un po’ ovunque, e anche in rete.
04/06/09
La forza della parola
"I have come here to seek a new beginning". Qui il testo integrale del discorso di Obama al Cairo. Nella culla del Verbo, il nuovo presidente americano si affida proprio alla forza della parola per fare quello che nessuno prima di lui è riuscito a fare.
03/06/09
Rifiuti Napoli: 15 arresti tra politici, professori e funzionari
Che gli impianti per la produzione del CDR avessero dei problemi e probabilmente continueranno ad averli è noto e scontato! Siamo alle solite: l'emergenza Campania, ma la chiamerei "Rifiuti" in Italia è lungi dall'essere risolta.
Certo la protezione civile sta facendo molto. Ma, così come per Palermo e tutta la Sicilia, sarebbe il caso di smettere di fare proclami e lavorare tutti insieme per rendere normale la gestione dei rifiuti.
Via Reuters
Certo la protezione civile sta facendo molto. Ma, così come per Palermo e tutta la Sicilia, sarebbe il caso di smettere di fare proclami e lavorare tutti insieme per rendere normale la gestione dei rifiuti.
Via Reuters
Appello elettorale
Ultimi giorni di questa strana campagna elettorale. Si vota per le europee ma quasi nessuno ha parlato di Europa. In verità come PD in tempi non sospetti abbiamo presentato le nostre proposte al riguardo, ma ormai nel nostro Paese pare che interessino solo i fatti personali del premier. Ha ragione D'Alema: la moglie di Berlusconi scrive su Repubblica dei suoi problemi con il marito, lui va a Porta a Porta e in uno show senza precedenti parla dei fatti suoi e poi, siamo al paradosso, imputa tutto ciò alla sinistra. Sarebbe comica se non fosse che stiamo parlando del nostro Capo del Governo.
Franceschini bravo! Non perchè è un amico ma perchè ha ricominciato a parlare, in maniera semplice di politica. L'impostazione della campagna elettorale che abbiamo fatto, al di là dei risultati di questa elezione, è quella giusta!!! Bisogna ascoltare la gente, capirne le esigenze , stare in mezzo alla gente. Questo è quello che ogni dirigente di questo Partito deve, dico deve fare tutti i giorni. Se vogliamo portare avanti il nostro Progetto non abbiamo alternative...Non abbiamo soldi e televisioni, abbiamo idee e voglia di verità, non quella assoluta, ma quella di tutti i giorni. Niente rassegnazione alla sconfitta, ma un impegno concreto fin da queste elezioni..Chiediamo come PD una mano, una mano per avere un Paese più giusto.
Franceschini bravo! Non perchè è un amico ma perchè ha ricominciato a parlare, in maniera semplice di politica. L'impostazione della campagna elettorale che abbiamo fatto, al di là dei risultati di questa elezione, è quella giusta!!! Bisogna ascoltare la gente, capirne le esigenze , stare in mezzo alla gente. Questo è quello che ogni dirigente di questo Partito deve, dico deve fare tutti i giorni. Se vogliamo portare avanti il nostro Progetto non abbiamo alternative...Non abbiamo soldi e televisioni, abbiamo idee e voglia di verità, non quella assoluta, ma quella di tutti i giorni. Niente rassegnazione alla sconfitta, ma un impegno concreto fin da queste elezioni..Chiediamo come PD una mano, una mano per avere un Paese più giusto.