08/10/14

Fior, il super tecnico dei rifiuti che viaggiava su yacht di 18 metri


Era stato chiamato anche a Napoli dall’allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso

Fabio Fior, l’ingegnere di Noale finito agli arresti nell’ambito dell’inchiesta «Buondì », non era un dirigente tra tanti, a Palazzo Balbi. Entrato in Regione come funzionario poco dopo la laurea all’università di Catania, nel 1988, aveva compiuto negli anni tutta la scalata all’interno dell’organigramma del settore Ambiente, diventando prima dirigente del Servizio rifiuti nel 1997 e poi direttore generale della Tutela dell’ambiente cinque anni più tardi. Vice presidente della Commissione tecnica regionale ambiente per otto anni, vicepresidente della Commissione regionale Via per altri due, di fatto era l’uomo che sovrintendeva a tutte le procedure per il rilascio delle autorizzazioni inerenti al delicato business dei rifiuti. Esperto a tal punto, che nel 2007 fu nominato dalla Giunta Galan a capo della Commissione per la riattivazione dell’inceneritore di Cà del Bue, nel Veronese, un «dossier» al centro di furiose polemiche con i comitati e gli ambientalisti (se ne occupò anche Beppe Grillo), e nel 2008 fu chiamato niente meno che dalla Presidenza del Consiglio come «consulente esperto della soluzione dei problemi di smaltimento dei rifiuti di Napoli e della Campania», nel pool allestito dall’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso per liberare la città partenopea dall’assedio della ‘munnezza, per gestire «conflitti di grave e ripetuta entità» nell’inceneritore di Acerra e nelle discariche di San Tammaro e Terzigno. Ha tenuto anche alcune lezioni all’università di Padova, è stato consulente per i Tribunali di Venezia e di Trento ed ha consigliato perfino il ministro dell’Ambiente albanese, alle prese con il Piano nazionale di smaltimento di Tirana.
Le cose, però, cambiano radicalmente con l’avvicendamento tra Giancarlo Galan e Luca Zaia, nel 2010. Il nuovo assessore regionale all’Ambiente, il leghista Maurizio Conte (che prende il posto del quasi omonimo forzista Giancarlo Conta, pure coinvolto nell’operazione «Buondì »), a soli cinque mesi dalle elezioni decide di spostare Fior dal settore di una vita all’Energia, che peraltro sta sotto l’ombrello di un altro assessore, quello ai Lavori pubblici Massimo Giorgetti. Al suo posto, in un giro di valzer che coinvolge pure altri dirigenti e funzionari del settore Ambiente e della commissione Via, arriva il direttore dell’Arpav di Padova Alessandro Benassi. Perché? In molti se lo chiedono tra Palazzo Balbi e Palazzo Ferro Fini ma le risposte sono vaghe («Questione di opportunità») almeno quanto i sussurri sul conto di Fior, sospettato di vivere una vita al di sopra delle possibilità garantite dal suo (pur lauto) stipendio: circa 150 mila euro l’anno. Si favoleggia, ad esempio, di uno yacht da 18 metri, con cui l’ingegnere era solito divertirsi al largo della Croazia, tra l’ammirazione e l’invidia di amici, colleghi ed anche qualche superiore. E si arriva all’anno chiave, il 2013. Ad aprile il Corriere del Veneto scopre che la Finanza sta indagando con discrezione sui trascorsi del settore Ambiente e Rifiuti ed ha nel mirino proprio Fior.

Il primo ottobre la Commissione di valutazione interna, composta dal segretario della Programmazione Tiziano Baggio, della Giunta Mario Caramel e del Consiglio Roberto Zanon, infligge al dirigente sei mesi di sospensione dall’incarico (tornerà ma solo dopo un nuovo spostamento, al settore «Patto dei Sindaci e Paes»). Cominciano ad emergere le prime anomalie nell’assunzione degli incarichi esterni e dei collaudi, tra cui quello alla Mestrinaro. Un mese dopo, dalla procura di Venezia, filtrano le prime conferme: Fior è indagato. Oggi il coup de théâtre. «Conoscevo bene il settore, essendo stato presidente della commissione Ambiente quand’ero consigliere - racconta ora l’assessore Conte - e dopo la nomina in giunta ho ritenuto opportuno aprire le finestre e far entrare un po’ di aria fresca, creando una discontinuità col passato. Questo a prescindere dai sussurri che circolavano a Palazzo: ho fatto lo stesso anche al settore Cave. La Regione, dal 2010, ha sempre vigilato con attenzione su quel che stava accadendo come dimostra non solo la collaborazione assicurata alla Finanza ma anche il provvedimento di sospensione deciso a carico di Fior».

Corriere veneto

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