Tra
imputati gli imprenditori Lombardi e commissione collaudo
La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per 11
persone fisiche e due società coinvolte nell'indagine sul presunto
disastro ambientale causato dalla discarica di Conversano, sotto
sequestro da oltre un anno. All'udienza preliminare saranno chiamati a
rispondere a vario titolo dei reati di falso ideologico, omissione di
atti di ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, gestione di
rifiuti non autorizzata e disastro ambientale gli imprenditori Rocco e
Paolo Lombardi, titolari della società 'Lombardi Ecologica Srl',
proprietaria della discarica di contrada Martucci. Rischiano il processo
anche Carmine Carella, direttore dei lavori della discarica; Angelo
Vito Antonio Procaccio, capo impianto; Giancarlo Florio, ingegnere
responsabile del cantiere; Francesco Bitetto, Antonio De Risi e Romano
Donno, tutti componenti della commissione di collaudo regionale che
avrebbero omesso i controlli; Antonio Albanese, amministratore della
"Progetto gestione bacino Bari 5" che gestisce l'impianto; Saverio
Misceo, direttore tecnico del consorzio Gestioni ambientali ed Enrico
Tato', responsabile del cantiere per la ditta Lombardi ecologica srl.
Secondo la ricostruzione accusatoria, la vasca che per anni ha raccolto i
rifiuti (alcuni anche pericolosi e non autorizzati) non sarebbe stata
costruita secondo il progetto e le norme di legge; in particolare
sarebbe stata usata una quantità inferiore di argilla ("9.250
tonnellate a fronte delle 140mila previste") e questo avrebbe provocato
l'infiltrazione del percolato nel sottosuolo. Così la falda sarebbe
stata inquinata e, di conseguenza, anche i terreni agricoli dell'area.
Secondo gli accertamenti disposti dal procuratore aggiunto Lino Giorgio
Bruno e dal sostituto Baldo Pisani, sarebbe stato provocato "un danno a
prorompente diffusione e un nocumento potenzialmente espansivo e
irreversibile tale da porre in pericolo la pubblica incolumita'". Negli
atti del procedimento la Procura contesta "omessi controlli", la
"falsificazione del collaudo" delle vasche della discarica, la
"strutturale inidoneita' geologica del sito", "gravi violazioni nella
realizzazione delle vasche", il "tombamento e lo smaltimento di rifiuti
non autorizzati anche pericolosi" e il "non corretto smaltimento del
percolato anche mediante innaffiamento".
(ANSA)
Nessun commento:
Posta un commento