La decisione rappresenta una vittoria per l'amministrazione Obama
La
Corte Suprema americana ha permesso all'amministrazione Obama di
mettere a segno una vittoria nella lotta contro il cambiamento climatico
nei suoi sforzi di regolare le emissioni di gas serra provenienti da
centrali elettriche, raffinerie e altre strutture fonte di inquinamento.
Pur riconoscendone un approccio talvolta troppo aggressivo,
l'Environmental Protection Agency (Epa, Agenzia per la protezione
ambientale) "ottiene quasi tutto quello che voleva in questo caso", ha
riassunto il giudice Antonin Scalia, spiegando: "Cercava di regolare
fonti che sosteneva essere responsabili dell'86% di tutte le emissioni
di gas serra provenienti da impianti attivi su scala nazionale. In base
alla nostra decisione, Epa sarà in grado di regolare fonti responsabili
dell'83% di quelle emissioni".
La decisione, votata 7 a 2, è stata ben accolta dall'Epa: "E' una vittoria per i nostri sforzi volti a ridurre gas serra". L'unico semaforo rosso acceso dai giudici del massimo organo giudiziario americano, con voti 5 a 4 - riguarda il fatto che Epa aveva di fatto riscritto un programma - il Clean Air Act - stabilito dal Congresso per l'aria pulita. Quel programma richiede a grandi strutture responsabili dell'emissione di certi agenti inquinanti di ottenere un permesso prima di ampliarsi o modernizzarsi. "Un'agenzia non ha il potere di adattare la legislazione a obiettivi di politica burocratica riscrivendo termini regolamentari inequivocabili", ha dichiarato Scalia.
Su questo fronte, a cantare vittoria è stato il settore industriale rappresentato dalla National Federation of Independent Business: "Se tale norma fosse rimasta, i proprietari di piccole attività come agricoltori, artigiani, ristoratori e altri avrebbero dovuto fare i conti con più scartoffie, più controlli e più multe". Il grosso dei recenti piani dell'amministrazione Obama volti a ridurre le emissioni da impianti a carbone non sembrano però essere toccati da questa decisione.
TMNews
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