Questi insetticidi possiedono proprietà fisiche, chimiche e biochimiche che ne allargano il raggio d'azione ben oltre la specie coltivata e il luogo di somministrazione. Agiscono a livello sistemico (penetrano e si distribuiscono all'interno della pianta), mostrano una discreta persistenza ambientale (mesi o anni) e una elevata solubilità in acqua, fattori che contribuiscono ad estendere la contaminazione a suolo, acque sotterranee e superficiali e vegetazione. E' così che le api possono venire direttamente contaminate in volo dalle polveri emesse dalle seminatrici pneumatiche durante la semina delle sementi conciate. La pellicola di insetticida che ricopre il seme si erode nel corso delle operazioni di semina producendo (è il caso della semina del mais) un particolato letale per le api. Più in generale si può osservare che, in relazione alla modalità di utilizzo e alle proprietà dell'insetticida, gli organismi sia terrestri che acquatici sono spesso ripetutamente esposti a concentrazioni tutt'altro che trascurabili. Infine, secondo lo studio, a livello globale l'attuale uso degli insetticidi neonicotinoidi e del fipronil ha portato a livelli di contaminazione ambientale spesso eccedenti le concentrazioni tossicologicamente rilevanti per un ampio spettro di organismi ''non target'', con prevedibili impatti negativi sulla qualità degli ecosistemi interessati. La Task Force auspica che ''la politica'' riconosca l'entità dei rischi ambientali derivanti, a livello globale, dall'uso di tali insetticidi e che agisca di conseguenza per promuovere una loro più consona regolamentazione. La Task Force on Systemic Pesticides è un gruppo di lavoro internazionale e multidisciplinare costituito da circa 50 studiosi appartenenti ad agenzie o enti di ricerca pubblici (principalmente Università) o ad associazioni che si dedicano esclusivamente alla conservazione e protezione delle risorse ambientali.
(Adnkronos)
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