Due
studi pubblicati oggi dalla Commissione europea mostrano come la
politica ambientale possa incentivare la crescita economica attraverso
il potenziamento delle misure di difesa dalle inondazioni e una
fiscalità più ecologica.
Uno dei due studi fornisce ulteriori prove dei
vantaggi economici complessivi derivanti da investimenti tempestivi
nelle misure di difesa dalle inondazioni, mentre l’altro sottolinea i
vantaggi offerti dallo spostamento della pressione fiscale dal lavoro
all’uso delle risorse e all’inquinamento.
Janez Potočnik,
Commissario europeo responsabile per l’Ambiente ha dichiarato:
“Investire nella protezione dalle inondazioni può apportare benefici
complessivi per l’economia, soprattutto se si privilegiano soluzioni
basate sulla natura, molto efficaci sotto il profilo dei costi. Inoltre,
la riforma della fiscalità ambientale potrebbe quasi raddoppiare le
entrate delle tesorerie nazionali rispetto a quelle attuali, offrendo
vantaggi per l’ambiente e la possibilità di tagliare le tasse sul lavoro
o di ridurre il disavanzo; un argomento, quest’ultimo, particolarmente
convincente e che potrebbe spingere a cambiare lo status quo.”
Lo
studio sul potenziale di una fiscalità più ecologica, che si basa sui
dati provenienti da 12 Stati membri, suggerisce che lo spostamento della
pressione fiscale dal lavoro all’inquinamento (ad esempio, con
l’aumento delle tasse sulle fonti di inquinamento atmosferico e idrico)
darebbe luogo a entrate pari a 35 miliardi di euro in termini reali nel
2016, che arriverebbero a 101 miliardi di euro nel 2025, con cifre molto
più alte se venissero anche adottate misure per abolire le sovvenzioni
dannose per l’ambiente. A seconda dello Stato membro interessato, le
possibili entrate variano da più dell’1% a oltre il 2,5% del PIL annuo
nel 2025. Il secondo studio esamina i diversi legami esistenti tra
l’ambiente e le politiche economiche, compresi l’impatto macroeconomico
delle inondazioni e le migliori prassi nel sostenere le PMI che
utilizzano le risorse in modo efficiente, senza dimenticare la spesa per
l’ambiente in tutti gli Stati Membri. Il costo totale approssimativo
dei danni causati dalle inondazioni nell’UE, nel periodo 2002-2013, è
stato di almeno 150 miliardi di euro. Investire in misure volte a
ridurre le inondazioni rappresenta una soluzione estremamente efficace,
con un costo dalle 6 alle 8 volte più basso rispetto a quello per
rimediare ai danni causati dalle alluvioni. Fattore ancora più
importante è il fatto che i vantaggi derivanti dagli investimenti nelle
infrastrutture verdi, ad esempio il ripristino di elementi naturali per
gestire e immagazzinare l’acqua durante le alluvioni, includono
l’aumento della biodiversità e la riduzione dei costi per la
costruzione.Contesto
Gli studi pubblicati oggi saranno utilizzati
nel contesto del semestre europeo, un meccanismo istituito nel 2010 per
migliorare il coordinamento delle politiche economiche nei paesi
dell’Unione europea. Tale meccanismo ha rappresentato una delle risposte
dell’UE alla crisi economica e finanziaria, che ha dato luogo alla
contrazione delle attività economiche e all’aumento della disoccupazione
in molti Stati membri. Il semestre europeo si fonda sull’idea che,
considerata l’elevata integrazione delle economie europee, un maggiore
coordinamento delle politiche può contribuire a stimolare lo sviluppo
economico nell’UE in generale.Introducendo considerazioni di
carattere ambientale
(http://ec.europa.eu/environment/integration/green_semester/index_en.htm)
nel semestre europeo, la Commissione intende garantire la sostenibilità
delle politiche macroeconomiche, non soltanto dal punto di vista
economico e sociale, ma anche sotto il profilo ambientale. Da uno studio
condotto in precedenza sui vantaggi economici della tutela ambientale
che si è concentrato sull’attuazione della normativa sui rifiuti per
stimolare la “crescita verde”
(http://ec.europa.eu/environment/waste/studies/pdf/study%2012%20FINAL%20REPORT.pdf),
è emerso che la sua piena attuazione consentirebbe di risparmiare
annualmente 72 miliardi di euro, di aumentare il fatturato annuo dell’UE
di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei
rifiuti e di creare oltre 400 000 posti di lavoro entro il 2020
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