Rivelazione mette in discussione apertura 22 nuovi impianti
Le emissioni provenienti da nuove previste centrali a carbone nella
provincia del Guangdong potrebbero causare la morte di 16.000 persone
nei prossimi 40 anni. A rivelarlo è una ricerca commissionata da
Greenpeace a Andrew Gray, un consulente privato americano esperto in
qualità dell'aria. La scioccante rivelazione ha rimesso in discussione
per la provincia l'apertura dei 22 nuovi impianti, dei quali la metà
sono già in costruzioni e l'altra metà in fase di progettazione,
tornando alla vecchia politica del 2009 che prevedeva l'alt all'apertura
di nuovi impianti nella zona del Delta del fiume delle Perle. Nel solo
2011 ci sono state 3600 morti riconducibili all'inquinamento da
emissioni provenienti dai 96 impianti già operativi nella provincia del
Guangdong e a Hong Kong, e 4000 casi di asma infantile. Ma non tutti
sembrano d'accordo sull'ipotesi di bloccare i nuovi impianti."
Che
dovrebbe fare il Guangdong? ha scritto sul suo microblog Yu Yang, uno
studente della Stanford University che si occupa di ricerche sulle
politiche ambientali - trasportare elettricità dalla zona sud
occidentale del paese?". Yang ha anche aggiunto che una tale ipotesi
creerebbe più inquinamento e danni per l'ecologia locale. Altra ipotesi
sarebbe quella di fare ricorso all'energia nucleare, ma la stessa
Greenpeance ha portato avanti campagne contro l'energia nucleare
sollevando questioni di sicurezza.
Delle ipotetiche 16.000 morti
che si verificherebbero nei prossimi 40 anni, i due terzi avverrebbero
per ictus e il resto per cancro al polmone e per malattie cardiache.
L'inquinamento provocherebbe anche 15.000 nuovi casi di asma e 19.000
casi di bronchite cronica.
(Ansa)
Nessun commento:
Posta un commento