«L’annuncio dato ieri dal Consiglio dei Ministri che la futura "service tax" distinguerà la tassa sui rifiuti dalla tassa sui servizi indivisibili raccoglie un’indicazione avanzata e sostenuta dal Ministero dell’ambiente in attuazione del principio “chi inquina paga”, la cui piena applicazione alla gestione dei rifiuti solidi urbani può stimolare forme virtuose ed ecosostenibili di smaltimento dei rifiuti, superando l’attuale impostazione della Tares». Lo ha dichiarato il ministro dell’ambiente Andrea Orlando all’indomani dell’annuncio sulla service tax che dal 2014 sostituirà l’Imu e comprenderà anche la Tares.
«Ora ha continuato Orlando ci sono le condizioni per un passo ulteriore, in sede di definizione della Legge di stabilità 2014, nella direzione della chiarezza: distinguere anche dal punto di vista formale il pagamento. I destinatari della tassa sono i produttori dei rifiuti, a prescindere dalla superficie degli immobili che occupano».
«L’altra voce della service tax, invece, sono i beneficiari dell’insieme dei servizi erogati, in primo luogo quindi i proprietari. Come ho già scritto al Ministro Saccomanni nelle scorse settimane ha concluso il ministro una formulazione confusa di questo importante e delicato aspetto renderebbe complessa e caotica la gestione del sistema di finanziamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani con conseguenze sulla qualità dei servizi e sui bilanci delle imprese».
Sulla questione interviene anche Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera: «Sarebbe un gravissimo errore se l’imposizione fiscale sui rifiuti non fosse legata alla quantità dei rifiuti prodotti».
«Modulare la Tares sull’efficienza della raccolta – conclude – sarebbe un modo per responsabilizzare i cittadini e le imprese e per favorire politiche virtuose sul fronte della raccolta differenziata e del recupero dei materiali.
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