L’accordo che il 25 giugno scorso il Parlamento Europeo, il Consiglio Europeo e la Commissione Europea hanno raggiunto sulla riforma della Pac è stato valutato negativamente dal tavolo unitario delle 14 associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica (Aiab, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio Upbio, Firab, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Slow Food, Touring Club Italiano, Pro Natura, Società Italiana Ecologia del Paesaggio, Wwf).
Uno dei pochi aspetti positivi è che le nuove regole comunitarie lasciano una buona possibilità di scegliere agli stati membri nell’applicazione della nuova Pac come ad esempio la flessibilità dei fondi tra i due pilastri, la definizione dell’agricoltore attivo, il tetto massimo degli aiuti e le misure per i giovani agricoltori. Su questi temi il Tavolo delle associazioni, vuole contribuire con alcune proposte e per questo ha chiesto un incontro al ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo e agli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente che coordinano le relative Commissioni della Conferenza delle Regioni.
Nella circostanza saranno presentate le richieste sulle decisioni che il Governo dovrà assumere d’intesa con le Regioni per l’attuazione della riforma della Pac nel nostro paese, sull’impostazione dell’accordo di partenariato per la programmazione dei fondi Europei 2014 – 2020 e la definizione dei Pan pesticidi. «L’accordo raggiunto a livello europeo non ha prodotto la riforma della Pac attesa dai cittadini e dalla componente più avanzata del mondo agricolo che in questo momento di crisi economica chiedevano una svolta radicale verso un nuovo modello agricolo in grado di premiare le aziende più virtuose, che producono i maggiori benefici per la società, cibo sano, tutela dell’ambiente e capacità di creare lavoro per i giovani- ha dichiarato la portavoce del Tavolo Maria Grazia Mammuccini.
Adesso ci sono alcune scelte che spettano all’Italia e che possono cercare d’interpretare le aspettative e le richieste della maggioranza dei cittadini per un’agricoltura più sostenibile, attenta ai beni comuni e all’interesse generale e su queste scelte chiediamo di essere ascoltati per poter contribuire portando le nostre proposte» fra quali la prima è usare la flessibilità dei fondi tra i due pilastri per spostare il 15% dal primo al secondo, vero strumento per lo sviluppo sostenibile delle imprese e del territorio.
Tra l’altro proprio ieri, informano le associazioni, la Conferenza delle Regioni ha approvato la posizione sul negoziato per l’applicazione della Riforma della Pac con aspetti coerenti con le posizioni del tavolo e con un principio di fondo condivisibile e cioè che fino ad oggi non si è colto a livello nazionale un indirizzo politico vero mentre è assolutamente necessario in questa fase realizzare scelte chiare individuando priorità e strategie adeguate alla crisi economica che vivono le imprese agricole e l’intero sistema economico. L’auspicio delle associazioni è che in vista della definizione del quadro strategico di riferimento per la programmazione di tutti i Fondi Comunitari per il periodo 2014 2020, siano opportunamente coinvolte. Altro tema posto dal Tavolo delle associazioni, è quello inerente il Piano di azione nazionale (Pan) per l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Infatti c’è una stretta relazione tra questo e la definizione delle misure agro ambientali della nuova programmazione dello Sviluppo Rurale. «Sul Pan pesticidi, dopo una prima consultazione delle parti sociali ed economiche interessate completata nei primi mesi del 2013, il processo per l’adozione del Pan si è bloccata in attesa che venga approvata dal Consiglio tecnico scientifico previsto dalla direttiva comunitaria e per il quale il ministero dell’Agricoltura deve produrre il Decreto che ne formalizza la costituzione».
Sul Pan le 14 associazioni hanno prodotto osservazioni e proposte che mettono in primo piano la salute dei cittadini e degli agricoltori, la qualità dell’ambiente e delle aree rurali, la sicurezza alimentare e adesso vogliono di nuovo sottoporre queste proposte all’attenzione del governo, delle regioni e delle province, affinché si facciano garanti della corretta ed esaustiva applicazione della Direttiva comunitaria sui pesticidi.
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