Secondo il documento, il tallone d'Achille nel settore energia per i tedeschi e' la grande dipendenza del carbone, che non fara' che aggravarsi con la decisione della progressiva uscita dal nucleare presa dopo l'incidente di Fukushima. A questo si aggiunge che la Germania non promuove la nuova tecnologia della cattura e stoccaggio della CO2 (Ccs) e che il carbone viene preferito al gas sulla base di una questione di costo, in evidente contraddizione con l'uso di incentivi 'verdi', molto cari per l'energia rinnovabile. La politica energetica della Germania e' giudicata quindi dall'istituto di Oxford come ''miope e parrocchiale: mina la posizione dell'Ue sulle questioni del clima, gia' indebolita dalle carenze del suo sbandierato sistema dello scambio delle emissioni'', aumentando cosi' la probabilita' di ''un fallimento globale'' nell'affrontare l'emergenza dei cambiamenti climatici.
BRUXELLES
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