17/05/13

Ansa/ Sisma: modello Emilia per nuova legge delle emergenze

Errani e Gabrielli, qui buone pratiche' ma servono decisioni

'La vera difficolta' e' stata trovarci a scrivere norme in una pagina bianca, dentro all'emergenza. E' stato assolutamente difficile'. Vasco Errani, presidente dell'Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, commissario alla ricostruzione dopo i due terremoti del maggio 2012 che hanno devastato mezza Emilia, l'ha fatto. Non da solo.
'Non c'e' un uomo al comando, ma un sistema di governo con i Comuni e le Province', ha detto piu' volte il 'commissario' che non ama essere chiamato cosi'.
'L'Emilia e' fucina di buone pratiche', commenta il capo della Protezione civile nazionale, Franco Gabrielli. 'L'Emilia ci ha insegnato come gli Enti locali debbano essere coinvolti subito. Di questo deve rimanere la filosofia di fondo'.
Entrambi, Errani e Gabrielli, condividono la 'fotografia' delle esigenze, servono norme che risolvano bisogni. Sia nell'immediata urgenza che nelle 'pagine' di ricostruzione che Errani ha scritto con le ordinanze: la gestione di troppe emergenze passate, quelle sotto infrazione dell'Unione europea per le riduzioni fiscali o quelle sotto inchiesta della magistratura, avevano fatto tabula rasa delle leggi precedenti.
E le nuove norme avevano le maglie strette proprio con la crisi che morde, come mai prima. Anche solo per far partire la 'macchina' al momento della calamita', Gabrielli sottolinea c'e' bisogno di una 'certezza di fondi in capo al Dipartimento della Protezione civile, che oggi, venerdi' 17 maggio 2013, ha: zero euro. Ho chiesto 50 milioni, che erano quelli che avevo all'inizio del terremoto dell'Emilia'.
'In quel momento - ricorda Gabrielli - ci siamo trovati con il Dl 59 pubblicato in Gazzetta ufficiale da soli quattro giorni, convertito poi in luglio nella legge 100 di riforma, nata pero' sulle ali delle vicende giudiziarie e tesa unicamente a riportare la Protezione civile sotto la tutela del Ministero dell'Economia e della Presidenza del Consiglio. Una riforma al ribasso, che dava alla Protezione civile solo il compito di assistenza e soccorso tecnico urgenti, e di salvaguardia dell'incolumita' delle persone. L'Emilia - precisa - ha messo in evidenza come quell'approccio fosse inadeguato, soprattutto per le grandi emergenze'. Cosi' altri due Dl, 74 e 83, hanno affrontato qualche problema, ma sono 'disorganici: serve una rivisitazione complessiva'.
Per non parlare della ricostruzione. 'Ci siamo trovati senza norme e senza risorse - rileva Errani -. La nuova legge ci permetteva solo di assistere le persone, ma fin da subito abbiamo gestito molti altri problemi. Dovevamo farlo. Ce n'era bisogno'. La tenacia di Errani poi ha trovato anche i fondi, in tutto una decina di miliardi, in tre anni. Non tanti come i fiumi passati da altri disastri, ma i fondi che servono, e per il 'commissario' dovrebbero essere sufficienti.
Poi, 'questo e' il primo terremoto finito tutto sul tavolo dell'Unione europea preventivamente': e' la nuova via trovata per evitare le contestazioni sulle riduzioni fiscali, arrivate ad esempio all'Aquila. 'Tutto verificato a monte dalla Ue'.
Insomma, 'abbiamo costruito un'esperienza - rivendica Errani - e deve dare vita finalmente in Italia a una legge nazionale per le grandi emergenze. Questo Paese non puo' ricominciare sempre daccapo come abbiamo fatto noi'.
Anche l'efficienza emiliana non e' stata pero' esente da critiche: famiglie e imprese hanno lamentato burocrazia e lentezze. Errani non nasconde le difficolta', ma ricorda che 'qui stiamo sperimentando un sistema inedito per la legalita' e la trasparenza'. E la procedura sta cominciando a funzionare: le domande di ricostruzione arrivano alle banche, che pagano direttamente le imprese edili. E' il sistema imbastito con Prefetture, Ministero e Gruppo Interforze, comprese le 'white list' di aziende per evitare infiltrazioni mafiose. 'Questo ha dei tempi - ammette Errani - ma credo che siano ben spesi'.

(ANSA) - BOLOGNA, 17 MAG (di Giulia Seno)

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