Dichiarazione comune firmata a Pechino per accelerare i colloqui
internazionali e le azioni sul clima. Costituito il Climate Change
Working Group
Le minacce della Corea del Nord hanno
fatto passare praticamente sotto silenzio uno dei più importanti
risultati della visita del segretario di Stato Usa John Kerry in Cina.
Infatti, il 13 aprile il Dipartimento di Stato Usa ha pubblicato la
dichiarazione congiunta sul cambiamento climatico che Usa e Cina hanno
firmato a Pechino, e che segna una svolta nella politica internazionale
sul tema per le due più grandi potenze economiche (e i due più grandi
inquinatori) del pianeta.
«Gli Stati Uniti d'America e la
Repubblica popolare cinese - si legge nella dichiarazione - riconoscono
che i crescenti pericoli presentati dai cambiamenti climatici paragonati
all'inadeguatezza della risposta globale richiedono un'iniziativa più
mirata e urgente. Le due parti si sono impegnate in discussioni
costruttive, attraverso vari canali e per diversi anni, sia bilaterali
che multilaterali, tra le quali il processo dell'UN Framework Convention
on Climate Change ed il Major Economies Forum. Inoltre, entrambe le
parti ritengono che lo schiacciante consenso scientifico per quanto
riguarda il cambiamento climatico costituisce un invito irresistibile
all'azione, fondamentale per avere un impatto globale sul cambiamento
climatico. I due Paesi hanno preso atto specialmente dello stragrande
consenso scientifico sul cambiamento climatico di origine antropica e
delle sue conseguenze, tra cui il forte aumento delle temperature medie
globali nel secolo scorso, l'allarmante acidificazione degli oceani, la
rapida perdita del ghiaccio marino artico e la notevole incidenza di
eventi meteorologici estremi che si verificano in tutto il mondo.
Entrambe le parti riconoscono che, data la comprensione scientifica del
cambiamento climatico accelerato e l'urgente necessità di intensificare
gli sforzi globali per ridurre le emissioni di gas serra,
necessariamente, un'azione appropriata nazionale da parte degli Stati
Uniti e della Cina - compresa un'azione cooperativa su larga scala - è
più essenziale che mai. Tale azione è fondamentale sia per contenere i
cambiamenti climatici che per impostare il tipo di esempio potente che
può ispirare il mondo».
Ecco che, «Al fine di raggiungere questo obiettivo di elevare la sfida del cambiamento climatico ad altissima priorità», Cina ed Usa, in vista dello Strategic and economic dialogue (S&ed) 2013, hanno costituito un Climate Change Working Group e spiegano che «In linea con la visione condivisa dai leader dei due Paesi, il Working Group inizierà immediatamente a determinare e definire i modi in si può far avanzare la cooperazione in materia di tecnologia, ricerca, conservazione ed energie alternative e rinnovabili. Questo mette l'iniziativa su un percorso più veloce attraverso l'affiancamento all'S&ed che ha programma di incontrarsi la prossima estate».
Il Working Group sino-americano sarà presieduto da Todd Stern, l'inviato speciale Usa per i cambiamenti climatici, e da Xie Zhenhua, vicepresidente della Commissione per lo sviluppo nazionale e la riforma della Ciona. «Lo scopo del Climate Change Working Group - si legge nella dichiarazione finale - sarà quello di fare i preparativi per l'S&ed prendendo le attività di cooperazione esistenti in relazione al cambiamento climatico e il potenziale per migliorare tali sforzi attraverso gli appropriati canali ministeriali, e individuando nuove aree per una concreta azione cooperativa per la crescita di una economia green e low-carbon, anche attraverso, se sarà il caso, l'utilizzo di partnership pubblico-private». Il Climate Change Working Group dovrebbe comprendere i ministeri competenti e presenterà le sue conclusioni al prossimo meeting dei rappresentanti speciali dei leader per l'S&ed.
Usa e Cina «Hanno inoltre preso atto dei notevoli vantaggi reciproci e di un'intensificata azione e cooperazione in materia di cambiamento climatico, tra i quali una maggiore sicurezza energetica, un ambiente più pulito e risorse naturali più abbondanti». Hanno inoltre ribadito che «Lavorare insieme sia nella negoziazione multilaterale che nel far avanzare azioni concrete sul cambiamento climatico può essere un pilastro delle relazioni bilaterali, costruire fiducia e rispetto reciproci e in generale spianare la strada a una collaborazione più forte».
La dichiarazione di Pechino conclude: «Entrambe le parti hanno notato un interesse comune per lo sviluppo e la distribuzione di nuove tecnologie ambientali ed energetiche pulite che promuovono la prosperità economica e la creazione di posti di lavoro, riducendo al contempo le emissioni di gas serra. Alla luce delle precedenti dichiarazioni congiunte, degli accordi esistenti e dei lavori in corso, entrambe le parti concordano sul fatto che è essenziale migliorare la portata e l'impatto della cooperazione in materia di cambiamenti climatici, commisurata all'urgenza crescente di affrontare le nostre comuni sfide climatiche».
La dichiarazione sino-statunitense sui cambiamenti climatici è stata accolta con prudente favore da diverse associazioni ambientaliste. Come ha detto Svend Søyland, senior advisor di Bellona per l'energia internazionale e le scelte climatiche, «Il nuovo e incoraggiante tenore di questa dichiarazione è la maggiore enfasi sul cambiamento climatico e l'enfasi sul consenso scientifico. Ci aspettiamo che sia gli Stati Uniti che la Cina colgano l'occasione offerta dal Fifth Assessment Report dell'Ipcc per cercare di influenzare i ritardatari».
In effetti, se la dichiarazione sino-americana contiene concetti che suonano familiari, c'è anche una chiara rottura con la retorica Usa del passato, soprattutto quando si prende atto dello schiacciante consenso scientifico sul global warming di origine antropica e sulle sue possibili devastanti conseguenze.
Cina ed Usa hanno già diversi accordi di cooperazione esistenti per l'energia low carbon, come il Clean energy research center, e prevedono di continuare il lavoro dell'Asia Pacific Partnership avviato già durante la presidenza di George W. Bush. Secondo Søyland, «Il nuovo accordo è il prossimo passo logico nella continuazione di questi sforzi. La crescita industriale estrema della Cina nel corso degli ultimi anni e il suo utilizzo pesante di carbone l'hanno portata circa 6 anni fa a superare gli Stati Uniti come il più grande emettitore di gas serra del mondo. Questo ha causato la scarsità d'acqua e la contaminazione del terreno, nonché la degenerazione della qualità dell'aria, costringendo le autorità di Pechino a chiudere temporaneamente le fabbriche ed a limitare il traffico.
Gli Usa nel frattempo hanno ridotto le loro emissioni di carbonio cavalcando il tesoro del gas naturale attraverso la fratturazione idraulica, essa stessa un procedimento che pone problemi ambientali a causa dei rischi per le acque sotterranee e il rilascio di emissioni del gas serra metano. Intanto, gli Usa esportano l'eccesso di carbone nei mercati dell'Unione europea, indebolendo la riduzione netta delle emissioni mondiali di carbonio».
La notizia che Cina e Usa prevedano di lavorare insieme sulle tecnologie verdi è particolarmente interessante, data la serie di liti commerciali che coinvolgono i due Paesi sul presunto "dumping" di pannelli solari cinesi nei mercati Usa, cosa che ha portato Barack Obama ad imporre dazi sulle celle solari e le importazioni dalla Cina di pannelli solari, 3,1 miliardi di dollari nel 2011. Ma la dichiarazione sino-americana è soprattutto l'ultima di una serie di iniziative da parte dell'amministrazione Usa per dimostrare che è impegnata ad affrontare la sfida climatica. La scorsa settimana il Dipartimento di Stato ha ospitato una riunione delle nazioni più ricche sui finanziamenti climatici che dovrebbero rifornire il Green Climate Found.
Alden Meyer, un esperto climatico statunitense, ha detto a Rtcc che «La dichiarazione è incoraggiante, ma è vitale che entrambe le parti mantengano lo slancio prima dello Strategic and economic dialogue di luglio. Questo è potenzialmente uno sviluppo molto significativo, in quanto il documento viene dalle due più grandi economie ed emettitrici di gas serra del mondo. Impegnandosi ad "impostare il tipo di esempio potente che può ispirare il mondo", la dichiarazione congiunta pone certamente delle aspettative che sia gli Stati Uniti che la Cina si muovano con più forza per affrontare la minaccia del cambiamento climatico».
Umberto Mazzantin
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