S'inaugura la conduttura: energia "pulita" dal sole. E la Cina chiede il progetto
Il gas viaggerà nelle tubature fino agli appartamenti e alle aziende
Leggi su La repubblica l'articolo di Canciullo
Arezzo prima città a idrogeno nelle case sostituirà il metano - ambiente - Repubblica.it
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30/04/08
Sogni di centro-sinistra
MUHAMMAD YUNUS su L'Unità. L’inventore del microcredito e Nobel per la Pace, sogna di abolire la povertà. Perché l’utopia si avveri vuole convincere le imprese a «crescere» e impegnarsi per realizzare obiettivi sociali.
La povertà non è distribuita in modo uniforme, ma si concentra in alcune regioni del Sud come l’Africa subsahariana, l’Asia meridionale e l’America latina, dove milioni di poveri sono costretti a lottare per la mera sopravvivenza.Partito Democratico
Periodicamente si scatenano calamità naturali (come lo tsunami del 2004) che uccidono centinaia di migliaia di persone povere e vulnerabili. Il divario fra il Nord e il Sud globali, fra la parte più ricca e il resto del mondo non ha fatto che ampliarsi.
Alcuni dei paesi che nell’ultimo trentennio sono riusciti a sfondare sul piano economico hanno comunque dovuto pagare un prezzo molto pesante (...)
Ma questo notevole progresso ha anche aggravato le tensioni sociali. Nel perseguire una crescita economica impetuosa, le autorità cinesi hanno chiuso tutti e due gli occhi sull’inquinamento di aria e acqua prodotto dall’industria e, nonostante il miglioramento delle condizioni di tanti poveri, il divario fra chi ha e chi non ha niente è aumentato costantemente. Se misurata con un indicatore economico specifico come l’indice di Gini, la disuguaglianza nel reddito è oggi maggiore in Cina che in India. (...)
La sfida globale che la povertà rappresenta, tuttavia, è sotto gli occhi di tutti, e all’inizio del nuovo millennio tutte le nazioni hanno cercato di affrontarla. Nel 2000 i governanti di tutto il mondo si sono riuniti all’Onu per impegnarsi, tra l’altro, a ridurre della metà il numero dei poveri entro il 2015. Ma sono passati già sette anni e i risultati sono deludenti, al punto che quasi tutti gli osservatori concordano nel ritenere che gli «Obiettivi di sviluppo del millennio» non saranno raggiunti. Mi fa piacere sottolineare che in questo panorama, il mio paese, il Bangladesh, rappresenta una felice eccezione: sta operando con continuità nella direzione stabilita e si sta dimostrando in grado di dimezzare il numero di poveri entro il 2015.
Cos’è che non va? Come mai in un mondo in cui l’ideologia liberista non incontra più nessuna reale opposizione non basta il libero mercato a far uscire dalla povertà una parte così grande della popolazione mondiale? E se tante nazioni proseguono senza scosse nel loro cammino verso la prosperità, perché altrettante restano invece sempre più indietro?
La spiegazione è molto semplice. Il libero mercato, senza vincoli di sorta, così come è oggi concepito, non è pensato per affrontare i problemi sociali, anzi, può portare ad aggravare povertà, inquinamento e disuguaglianze e a diffondere malattie, corruzione e criminalità.
Sono un sostenitore convinto della globalizzazione, perché promuove l’espansione del libero mercato, supera le barriere nazionali con lo sviluppo del commercio internazionale e della libera circolazione dei capitali, e stimola i governi ad attirare nel proprio paese le multinazionali offrendo loro infrastrutture per lo sviluppo delle imprese, incentivi all’attività e vantaggi fiscali e normativi. Come impostazione economica generale, la globalizzazione è in grado, sulla carta, di garantire ai poveri una quantità di benefici superiore a qualsiasi altra strategia. Però, abbandonata a se stessa, in assenza di principi guida e di controlli, può anche essere devastante.
Mi piace paragonare il commercio mondiale a un’autostrada con cento corsie che solca la superficie del globo. Ma se questa autostrada rimane senza pedaggio, senza semafori, limiti di velocità, limiti di ingombro e perfino senza le linee di separazione fra le corsie, essa verrà rapidamente occupata dai tir provenienti dai paesi con le economie più potenti. I veicoli più piccoli, come i camioncini dei contadini o i carretti a buoi e i risciò a piedi del Bangladesh saranno inesorabilmente espulsi.
Perché tutti possano trarre vantaggio dalla globalizzazione è necessario un buon «codice della strada», servono segnali e semafori e ci vuole una politica del traffico ben definita. La regola «il più forte piglia tutto» va sostituita da altri assunti capaci di garantire anche ai più poveri un posto sull’autostrada, altrimenti a controllare il commercio mondiale sarà l’imperialismo finanziario.
Anche a livello regionale, nazionale e locale i mercati hanno bisogno, in modo del tutto analogo, di regole e controlli che salvaguardino gli interessi dei più deboli, altrimenti i ricchi riusciranno facilmente a piegare le condizioni economiche a proprio esclusivo vantaggio. Gli effetti negativi di un capitalismo monolitico e senza regole sono ben rintracciabili anche nella cronaca quotidiana, che ci fa vedere le multinazionali spostare i propri stabilimenti nei paesi più poveri del mondo dove possono sfruttare liberamente forza lavoro a basso prezzo (compresi i bambini) e dove trionfano promozioni commerciali e campagne pubblicitarie ingannevoli di prodotti potenzialmente pericolosi o semplicemente di cui non abbiamo un reale bisogno.
Ma soprattutto sono evidenti nell’esistenza stessa di interi settori economici che semplicemente prescindono dalla presenza dei poveri, come se metà della popolazione mondiale non esistesse nemmeno. Sono i settori che si occupano della vendita di merci di lusso a gente che non ne ha un reale bisogno, solo perché così sono possibili profitti maggiori.
Io credo nel libero mercato come fonte di libertà e di nuove idee per tutti, non come strumento della decadente architettura economica progettata per una ristretta élite. In America del Nord, Europa e parte dell’Asia, i paesi più ricchi hanno potuto trarre enormi benefici dall’energia creativa, dall’efficienza e dal dinamismo generati dal libero mercato. Io ho speso tutta la mia vita nel cercare di garantire quegli stessi benefici anche agli esseri dimenticati dal mondo, a quegli strati estremamente poveri dei quali gli uomini d’affari e gli economisti non tengono mai conto quando parlano di mercati. L’esperienza mi ha insegnato che il libero mercato è uno strumento potente e utile anche per affrontare problemi come la povertà globale o il degrado ambientale, ma solo a patto che non sia posto esclusivamente al servizio degli obiettivi finanziari dei soggetti economici più ricchi.
Il capitalismo è un sistema sviluppato solo a metà
Il capitalismo concepisce gli uomini come esseri a una sola dimensione, preoccupati esclusivamente di perseguire il massi mo profitto. Anche la nozione di libero mercato, nella sua accezione comune, si basa su questo modello di essere umano unidimensionale.
Infatti, la comune teoria del libero mercato sostiene che ciascuno può contribuire nel modo migliore possibile al bene della società e del pianeta solo se si preoccupa esclusivamente di cercare il massimo dei vantaggi per sé.
Quando i sostenitori di questa teoria vedono in televisione solo cattive notizie, invece di chiedersi se sia proprio vero che la ricerca del profitto è una panacea universale, sono subito pronti a mettere da parte ogni dubbio e a dare la colpa di tutto ciò che di male succede nel mondo a una qualche “violazione della concorrenza”. La loro mente è allenata a dare per scontato che da un sistema di mercato veramente libero e ben organizzato non possano scaturire cattive sorprese.
Io invece penso che se le cose vanno male la colpa non sia da cercare in un difetto di funzionamento del mercato ma molto più nel profondo, nel fatto cioè che la teoria corrente del libero mercato non funziona nella pratica perché si basa su un concetto inadeguato e troppo riduttivo della natura umana.
La teoria economica convenzionale, per ricoprire il ruolo di guida dell’impresa, ha escogitato quell’essere umano a una dimensione che è l’imprenditore. Lo ha isolato dal resto della vita, separandolo dalla sfera religiosa, da quella delle emozioni, da quella politica e da quella sociale, così che non gli resti che occuparsi di una sola cosa, la massimizzazione del profitto. In questo si farà aiutare da altri uomini a una dimensione che gli procureranno il denaro necessario. Per citare Oscar Wilde, si tratta di gente che conosce il prezzo di tutte le cose, ma il valore di nessuna.
La teoria economica ha insomma creato un intero mondo a una dimensione popolato esclusivamente da quelli che si dedicano al gioco del libero mercato e della concorrenza in cui il profitto è la sola misura del successo. Poiché siamo tutti convinti che la ricerca del profitto sia la via migliore per portare agli uomini la felicità, ecco che ci mettiamo a emulare con entusiasmo la teoria economica e facciamo ogni sforzo per trasformarci in esseri umani a una sola dimensione. Invece di produrre una teoria capace di «imitare» la realtà, noi facciamo violenza alla realtà perché scimmiotti la teoria.
Il mondo odierno è così ipnotizzato dal successo del capitalismo che nessuno osa mettere in dubbio la teoria che sta dietro a quel sistema.
In realtà le cose sono molto diverse. Le persone non sono entità a una sola dimensione, ma esseri sorprendentemente multidimensionali. Emozioni, convinzioni, priorità, schemi di comportamento formano una pluralità che richiama i milioni di sfumature cromatiche che si possono costruire a partire dai tre colori fondamentali. Quando diventano abbastanza famosi, scopriamo che anche i capitalisti sono animati da una molteplicità di interessi e di spinte diverse, ed è proprio per questo che figure emblematiche del sistema, da Andrew Carnegie ai Rockefeller fino a Bill Gates, a un certo punto della vita hanno tutte mollato il gioco della ricerca del profitto per occuparsi di obiettivi di più alta sostanza.
Sono proprio queste mille sfaccettature della nostra personalità a farci capire che non è detto che ogni impresa debba necessariamente uniformarsi all’esclusivo obiettivo della ricerca del massimo profitto, ed è qui che entra in scena il nuovo concetto di business sociale.
La povertà non è distribuita in modo uniforme, ma si concentra in alcune regioni del Sud come l’Africa subsahariana, l’Asia meridionale e l’America latina, dove milioni di poveri sono costretti a lottare per la mera sopravvivenza.Partito Democratico
Periodicamente si scatenano calamità naturali (come lo tsunami del 2004) che uccidono centinaia di migliaia di persone povere e vulnerabili. Il divario fra il Nord e il Sud globali, fra la parte più ricca e il resto del mondo non ha fatto che ampliarsi.
Alcuni dei paesi che nell’ultimo trentennio sono riusciti a sfondare sul piano economico hanno comunque dovuto pagare un prezzo molto pesante (...)
Ma questo notevole progresso ha anche aggravato le tensioni sociali. Nel perseguire una crescita economica impetuosa, le autorità cinesi hanno chiuso tutti e due gli occhi sull’inquinamento di aria e acqua prodotto dall’industria e, nonostante il miglioramento delle condizioni di tanti poveri, il divario fra chi ha e chi non ha niente è aumentato costantemente. Se misurata con un indicatore economico specifico come l’indice di Gini, la disuguaglianza nel reddito è oggi maggiore in Cina che in India. (...)
La sfida globale che la povertà rappresenta, tuttavia, è sotto gli occhi di tutti, e all’inizio del nuovo millennio tutte le nazioni hanno cercato di affrontarla. Nel 2000 i governanti di tutto il mondo si sono riuniti all’Onu per impegnarsi, tra l’altro, a ridurre della metà il numero dei poveri entro il 2015. Ma sono passati già sette anni e i risultati sono deludenti, al punto che quasi tutti gli osservatori concordano nel ritenere che gli «Obiettivi di sviluppo del millennio» non saranno raggiunti. Mi fa piacere sottolineare che in questo panorama, il mio paese, il Bangladesh, rappresenta una felice eccezione: sta operando con continuità nella direzione stabilita e si sta dimostrando in grado di dimezzare il numero di poveri entro il 2015.
Cos’è che non va? Come mai in un mondo in cui l’ideologia liberista non incontra più nessuna reale opposizione non basta il libero mercato a far uscire dalla povertà una parte così grande della popolazione mondiale? E se tante nazioni proseguono senza scosse nel loro cammino verso la prosperità, perché altrettante restano invece sempre più indietro?
La spiegazione è molto semplice. Il libero mercato, senza vincoli di sorta, così come è oggi concepito, non è pensato per affrontare i problemi sociali, anzi, può portare ad aggravare povertà, inquinamento e disuguaglianze e a diffondere malattie, corruzione e criminalità.
Sono un sostenitore convinto della globalizzazione, perché promuove l’espansione del libero mercato, supera le barriere nazionali con lo sviluppo del commercio internazionale e della libera circolazione dei capitali, e stimola i governi ad attirare nel proprio paese le multinazionali offrendo loro infrastrutture per lo sviluppo delle imprese, incentivi all’attività e vantaggi fiscali e normativi. Come impostazione economica generale, la globalizzazione è in grado, sulla carta, di garantire ai poveri una quantità di benefici superiore a qualsiasi altra strategia. Però, abbandonata a se stessa, in assenza di principi guida e di controlli, può anche essere devastante.
Mi piace paragonare il commercio mondiale a un’autostrada con cento corsie che solca la superficie del globo. Ma se questa autostrada rimane senza pedaggio, senza semafori, limiti di velocità, limiti di ingombro e perfino senza le linee di separazione fra le corsie, essa verrà rapidamente occupata dai tir provenienti dai paesi con le economie più potenti. I veicoli più piccoli, come i camioncini dei contadini o i carretti a buoi e i risciò a piedi del Bangladesh saranno inesorabilmente espulsi.
Perché tutti possano trarre vantaggio dalla globalizzazione è necessario un buon «codice della strada», servono segnali e semafori e ci vuole una politica del traffico ben definita. La regola «il più forte piglia tutto» va sostituita da altri assunti capaci di garantire anche ai più poveri un posto sull’autostrada, altrimenti a controllare il commercio mondiale sarà l’imperialismo finanziario.
Anche a livello regionale, nazionale e locale i mercati hanno bisogno, in modo del tutto analogo, di regole e controlli che salvaguardino gli interessi dei più deboli, altrimenti i ricchi riusciranno facilmente a piegare le condizioni economiche a proprio esclusivo vantaggio. Gli effetti negativi di un capitalismo monolitico e senza regole sono ben rintracciabili anche nella cronaca quotidiana, che ci fa vedere le multinazionali spostare i propri stabilimenti nei paesi più poveri del mondo dove possono sfruttare liberamente forza lavoro a basso prezzo (compresi i bambini) e dove trionfano promozioni commerciali e campagne pubblicitarie ingannevoli di prodotti potenzialmente pericolosi o semplicemente di cui non abbiamo un reale bisogno.
Ma soprattutto sono evidenti nell’esistenza stessa di interi settori economici che semplicemente prescindono dalla presenza dei poveri, come se metà della popolazione mondiale non esistesse nemmeno. Sono i settori che si occupano della vendita di merci di lusso a gente che non ne ha un reale bisogno, solo perché così sono possibili profitti maggiori.
Io credo nel libero mercato come fonte di libertà e di nuove idee per tutti, non come strumento della decadente architettura economica progettata per una ristretta élite. In America del Nord, Europa e parte dell’Asia, i paesi più ricchi hanno potuto trarre enormi benefici dall’energia creativa, dall’efficienza e dal dinamismo generati dal libero mercato. Io ho speso tutta la mia vita nel cercare di garantire quegli stessi benefici anche agli esseri dimenticati dal mondo, a quegli strati estremamente poveri dei quali gli uomini d’affari e gli economisti non tengono mai conto quando parlano di mercati. L’esperienza mi ha insegnato che il libero mercato è uno strumento potente e utile anche per affrontare problemi come la povertà globale o il degrado ambientale, ma solo a patto che non sia posto esclusivamente al servizio degli obiettivi finanziari dei soggetti economici più ricchi.
Il capitalismo è un sistema sviluppato solo a metà
Il capitalismo concepisce gli uomini come esseri a una sola dimensione, preoccupati esclusivamente di perseguire il massi mo profitto. Anche la nozione di libero mercato, nella sua accezione comune, si basa su questo modello di essere umano unidimensionale.
Infatti, la comune teoria del libero mercato sostiene che ciascuno può contribuire nel modo migliore possibile al bene della società e del pianeta solo se si preoccupa esclusivamente di cercare il massimo dei vantaggi per sé.
Quando i sostenitori di questa teoria vedono in televisione solo cattive notizie, invece di chiedersi se sia proprio vero che la ricerca del profitto è una panacea universale, sono subito pronti a mettere da parte ogni dubbio e a dare la colpa di tutto ciò che di male succede nel mondo a una qualche “violazione della concorrenza”. La loro mente è allenata a dare per scontato che da un sistema di mercato veramente libero e ben organizzato non possano scaturire cattive sorprese.
Io invece penso che se le cose vanno male la colpa non sia da cercare in un difetto di funzionamento del mercato ma molto più nel profondo, nel fatto cioè che la teoria corrente del libero mercato non funziona nella pratica perché si basa su un concetto inadeguato e troppo riduttivo della natura umana.
La teoria economica convenzionale, per ricoprire il ruolo di guida dell’impresa, ha escogitato quell’essere umano a una dimensione che è l’imprenditore. Lo ha isolato dal resto della vita, separandolo dalla sfera religiosa, da quella delle emozioni, da quella politica e da quella sociale, così che non gli resti che occuparsi di una sola cosa, la massimizzazione del profitto. In questo si farà aiutare da altri uomini a una dimensione che gli procureranno il denaro necessario. Per citare Oscar Wilde, si tratta di gente che conosce il prezzo di tutte le cose, ma il valore di nessuna.
La teoria economica ha insomma creato un intero mondo a una dimensione popolato esclusivamente da quelli che si dedicano al gioco del libero mercato e della concorrenza in cui il profitto è la sola misura del successo. Poiché siamo tutti convinti che la ricerca del profitto sia la via migliore per portare agli uomini la felicità, ecco che ci mettiamo a emulare con entusiasmo la teoria economica e facciamo ogni sforzo per trasformarci in esseri umani a una sola dimensione. Invece di produrre una teoria capace di «imitare» la realtà, noi facciamo violenza alla realtà perché scimmiotti la teoria.
Il mondo odierno è così ipnotizzato dal successo del capitalismo che nessuno osa mettere in dubbio la teoria che sta dietro a quel sistema.
In realtà le cose sono molto diverse. Le persone non sono entità a una sola dimensione, ma esseri sorprendentemente multidimensionali. Emozioni, convinzioni, priorità, schemi di comportamento formano una pluralità che richiama i milioni di sfumature cromatiche che si possono costruire a partire dai tre colori fondamentali. Quando diventano abbastanza famosi, scopriamo che anche i capitalisti sono animati da una molteplicità di interessi e di spinte diverse, ed è proprio per questo che figure emblematiche del sistema, da Andrew Carnegie ai Rockefeller fino a Bill Gates, a un certo punto della vita hanno tutte mollato il gioco della ricerca del profitto per occuparsi di obiettivi di più alta sostanza.
Sono proprio queste mille sfaccettature della nostra personalità a farci capire che non è detto che ogni impresa debba necessariamente uniformarsi all’esclusivo obiettivo della ricerca del massimo profitto, ed è qui che entra in scena il nuovo concetto di business sociale.
Perdenti ma determinati: riflessioni di una "matricola"
Sono iniziati i lavori parlamentari. Il clima non è dei più favorevoli: pesa la sconfitta di Roma. Il malcontento unito al disorientamento delle "matricole" creano un ambiente non entusiasmante. Quando si perde, che sia politica o sport, si tende a mettere tutto in discussione. Per un Partito appena nato è un rischio che può essere degenerante. Io penso si debba continuare sulla strada intrapresa: programmi, chiarezza e ricambio della classe dirigente. Sono troppe le incrostazioni storiche che non permettono un dialogo sereno, troppi i rancori. Una riflessione sulla sconfitta è fondamentale. Così come è cruciale radicare, di più, di nuovo e in modo diverso, il partito nel territorio. Quindi ben venga un confronto, anche aspro, che non deve essere vissuto e portato avanti come un regolamento dei conti.
Ho aderito con entusiasmo al PD anche, e soprattutto, nel superamento della logica della somma dei due partiti maggiori che lo hanno costituito.
Da oggi, non solo dobbiamo pensare a conquistare una parte dell'elettorato, non solo bisogna capire come portare le istanze di una parte della sinistra non istituzionalmente rappresentata, ma dobbiamo anche impegnarci per mantenere la fiducia di chi ci ha votato.
ps
Fini Presidente con 335 voti e applauso bipartisan
29/04/08
PRIMA SEDUTA DELLA XVI LEGISLATURA
Meno solenne di quello che mi aspettavo e praticamente senza cerimonie, sono iniziati oggi i lavori parlamentari. Poiché nessun deputato ha raggiunto, nelle tre votazioni, il quorum richiesto dei due terzi dei votanti, si procederà ad una quarta votazione che avrà luogo mercoledì 30 aprile alle 9,30, cioè domani.
Il primo Presidente della Camera è stato Giovanni Gronchi, fondatori del Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo, eletto l'8 maggio del 1948.
La mia prima "chiama" al voto (cosi si dice) di oggi invece non ci ha dato la nomina del prossimo. Aspettiamo domani.
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Il primo Presidente della Camera è stato Giovanni Gronchi, fondatori del Partito popolare italiano di don Luigi Sturzo, eletto l'8 maggio del 1948.
La mia prima "chiama" al voto (cosi si dice) di oggi invece non ci ha dato la nomina del prossimo. Aspettiamo domani.
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Clima, a Parigi 30 ministri dell'Ambiente
Due giorni di lavori per discutere le sfide e le opportunità di fronte ai cambiamenti climatici e i legami tra competitività globale e le politiche ambientali. Nella capitale francese due giornate di incontro presso la sede dell’Ocse
Via la nuova ecologia La Nuova Ecologia - Clima, a Parigi 30 ministri dell'Ambiente
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28/04/08
Fare opposizione intelligente: il programma del Popolo della Libertà per l'ambiente
Si articola in 24 pagine. Tra le proposte in tema di ambiente, energia, infrastrutture e trasporti si evidenziano:
il rilancio della “Legge Obiettivo” e delle Grandi Opere con priorità alle Pedemontane lombarda e veneta, al Ponte sullo Stretto di Messina e all’Alta velocità ferroviaria;
l’incentivazione della raccolta differenziata e la realizzazione di termovalorizzatori;
il rilancio del trasporto aereo, con valorizzazione degli “Hub” di Malpensa e di Fiumicino;
la partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione;
gli incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili: dal solare al geotermico, dall’eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani e all’idroelettrico;
la realizzazione dei rigassificatori già autorizzati e la diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici ad olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito;
la graduale detassazione degli investimenti in riscaldamento e difesa termica delle abitazioni e degli investimenti per la costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei.
Il capitolo “Ambiente” (pag 6 del programma) prevede:
l’introduzione della destinazione di un “5 per mille” per l’ambiente;
una legge obiettivo per recupero, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e tutela del paesaggio, nel rispetto delle autonomie territoriali, attraverso la demolizione degli ecomostri;
la promozione di azioni coordinate di valorizzazione del territorio mediante programmazione con le Regioni, per l’utilizzo dei fondi europei relativi ai beni culturali e al recupero dei centri storici;
la realizzazione di strumenti di tutela del suolo e delle acque per una razionalizzazione della gestione delle risorse e per la prevenzione dei disastri idrogeologici, fatte salve le competenze regionali;
l’aggiornamento della Legge 157/92 secondo gli indirizzi europei in materia di attività venatoria.
il rilancio della “Legge Obiettivo” e delle Grandi Opere con priorità alle Pedemontane lombarda e veneta, al Ponte sullo Stretto di Messina e all’Alta velocità ferroviaria;
l’incentivazione della raccolta differenziata e la realizzazione di termovalorizzatori;
il rilancio del trasporto aereo, con valorizzazione degli “Hub” di Malpensa e di Fiumicino;
la partecipazione ai progetti europei di energia nucleare di ultima generazione;
gli incentivi alla diversificazione, alla cogenerazione, all’uso efficiente di energia, alle fonti rinnovabili: dal solare al geotermico, dall’eolico alle biomasse, ai rifiuti urbani e all’idroelettrico;
la realizzazione dei rigassificatori già autorizzati e la diversificazione del funzionamento degli impianti elettrici ad olio combustibile attraverso il ricorso al carbone pulito;
la graduale detassazione degli investimenti in riscaldamento e difesa termica delle abitazioni e degli investimenti per la costruzione nelle città di nuovi posti-auto sotterranei.
Il capitolo “Ambiente” (pag 6 del programma) prevede:
l’introduzione della destinazione di un “5 per mille” per l’ambiente;
una legge obiettivo per recupero, salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e tutela del paesaggio, nel rispetto delle autonomie territoriali, attraverso la demolizione degli ecomostri;
la promozione di azioni coordinate di valorizzazione del territorio mediante programmazione con le Regioni, per l’utilizzo dei fondi europei relativi ai beni culturali e al recupero dei centri storici;
la realizzazione di strumenti di tutela del suolo e delle acque per una razionalizzazione della gestione delle risorse e per la prevenzione dei disastri idrogeologici, fatte salve le competenze regionali;
l’aggiornamento della Legge 157/92 secondo gli indirizzi europei in materia di attività venatoria.
27/04/08
Un bel libro da leggere
Recentemente a Ferrara si è svolto il Festival della "Città e Territorio". L'occasione è stata ghiotta per ascoltare Giorgio Ruffolo che ha tenuto una vera e propria lezione sul tema della sostenibilità. Ruffolo ha fatto riferimento ad un suo recente libro dal titolo: Il capitalismo ha i secoli contati.
26/04/08
Darwin on line
La Cambridge University Library, che nel 1942, sessant'anni esatti dopo la morte di Darwin, ricevette dagli eredi l'archivio personale dell'autore di "Le origini della specie", ha messo da alcuni giorni sul web l'intera documentazione, vale a dire oltre 20 mila libri, manoscritti, lettere, taccuini e circa 90 mila immagini, schizzi, fotografie, disegni.
Darwin Online: Darwin's insects in Stephens' Illustrations of British entomology (1829-32): "Darwin's insects in Stephens' Illustrations of British entomology (1829-32)"
Ben Harper per l'ambiente
GREEN DEETS 017: Ben Harper 02 from George Spyros on Vimeo
"Nessuna nobiltà nel glorificare i problemi, la nobiltà sta nel cercare soluzioni"
via http://www.treehugger.com/
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25/04/08
Ferrara in serie A
Il Basket club è stato promosso in Serie A. E’ indubbiamente uno dei più importanti successi sportivi conseguiti dalla nostra comunità . Un successo non casuale, frutto di una programmazione intelligente, di scelte opportune e di una grande determinazione. Dirigenza e atleti a cui va il ringraziamento di tutta la città.
Si discute molto oggi di che cosa significa fare sport. Lo sport come educazione , lo sport come salute, lo sport come spettacolo. Tutti aspetti importanti a volte integrati spesso disgiunti.
E’stato un percorso difficile, caratterizzato da momenti euforici ad esempio la promozione dalla B alla Lega 2 nel 2001 e gli ottimi campionati nel 2004 e nel 2006, ma anche da difficoltà quali il reperimento delle risorse economiche e la ricerca di un rapporto con la città non sempre idilliaco.
Finalmente Ferrara può gioire. Ma la sfida, così come sempre quando si raggiungono grandi traguardi, riparte e diventa sempre più difficile.
Non c’è bisogno di consigliare strategie all’attuale gruppo dirigente né di sottolineare quanto un risultato di questo tipo debba essere considerato dalle nostre amministrazioni locali. Ma vorrei enfatizzare due aspetti che mi sembrano importanti.
Uno riguarda l’attenzione verso i vivai giovanili. Il risultato esaltante vedrà moltissimi bambini avvicinarsi a questo bellissimo sport. Ci saranno molte aspettative: è un’occasione da non lasciarsi sfuggire per potenziare le strutture organizzative dedicate ai giovani, per formare ragazzi e atleti che saranno la continuità della pallacanestro a Ferrara. Ci sono esempi, anche vicino a noi, di grande attenzione ai giovani che hanno dato risultati importanti, altri nella nostra città riguardo ad altre discipline che frutto di disinteresse ai vivai hanno lasciato eredità pesanti e situazioni critiche di sopravvivenza .
L’altro tema è quello delle infrastrutture; in questo caso l’evento del basket ripropone l’esigenza di avere nella nostra città un nuovo Palasport. Come risposta immediata penso che la soluzione che si sta profilando sia quella più razionale (ipotesi tensostruttura). Però ritengo che vada colta l’occasione per impostare la realizzazione di un nuovo impianto, magari polivalente, moderno che possa dare non solo una risposta per gli eventi sportivi ma che sia anche un importante contenitore per manifestazioni culturali e di attualità. L’esperienza degli stadi di calcio inglesi e olandesi è interessante. Un paio di anni fa ho partecipato ad un convegno europeo sui temi ambientali tenuto nello stadio di Tillburg in Olanda, una città non molto più grande di Ferrara.La struttura era impegnata tutto l’anno in virtù di una grande polivalenza.
Penso anche che un’opera del genere non possa essere realizzata dalle amministrazioni pubbliche ma che sia indispensabile, in una logica di corretta programmazione territoriale, costruirla attraverso l’attivazione di strumenti che aiutino le partnership pubblico-privato. La nostra città anche per la sua vocazione costruita in questi anni, molto propensa alla cultura e al turismo dovrà dotarsi di un Palasport moderno che consenta di affrontare in maniera adeguata le sfide future.
Ancora 25 aprile
Guardate i tre video storici di Germano Nicolini, il partigiano "Comandante Diavolo" del terzo battaglione Sap della 77ª brigata Manfredi che parla dopo anni di silenzio in occasione del raduno dei fan dei Modena City Ramblers del 29 maggio 2005.
Sono tre questo è il secondo.
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Sono tre questo è il secondo.
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Fare la differenza 2
Italiani, proviamo a ridurre le differenze.... però ho riso:-)
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La Repubblica apre gli archivi
Disponibile per tutti on lne l'archivio che raccoglie non solo gli articoli, i reportage e i commenti comparsi su circa novemila numeri del giornale fondato da Eugenio Scalfari usciti dal 1984 a oggi, ma contiene anche migliaia di gallerie fotografiche e di video provenienti dalle pagine di Repubblica. it, da Repubblica tv e dagli altri siti collegati.
Repubblica, la storia in un clic Online l'archivio gratuito dal 1984 - cronaca - Repubblica.it
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25 aprile
“Dietro ogni articolo della Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta.” Piero Calamandrei
Grazie ai ragazzi di Laboratorio '48
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Grazie ai ragazzi di Laboratorio '48
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Roma e la cura della città vista da Antonioni
Cercando reperti nel sito dell'Istituto Luce ho trovato questo documentario di Antonioni. Gli spazzini di Roma che si prendono cura della città che si sveglia meritano 4 minuti di attenzione.
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24/04/08
In edicola l'ultimo numero dell'Internazionale. Con il mio oroscopo....
Toro (20 aprile - 20 maggio)
"La forma più grave di povertà è la noia", sosteneva la mia insegnante Ann Davies. "L'inferno peggiore è non avere un obiettivo". Tieni a mente queste due frasi quando ti accingerai a svolgere il duplice compito che ti aspetta. In primo luogo, usa tutto il tuo ingegno per evitare le cose che potrebbero annoiarti. E poi sfrutta il tuo ottimismo e il tuo senso della disciplina per individuare uno scopo che ti permetta di raggiungere quello stato che i mistici definiscono "paradiso in terra".
Oroscopo – Internazionale
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"La forma più grave di povertà è la noia", sosteneva la mia insegnante Ann Davies. "L'inferno peggiore è non avere un obiettivo". Tieni a mente queste due frasi quando ti accingerai a svolgere il duplice compito che ti aspetta. In primo luogo, usa tutto il tuo ingegno per evitare le cose che potrebbero annoiarti. E poi sfrutta il tuo ottimismo e il tuo senso della disciplina per individuare uno scopo che ti permetta di raggiungere quello stato che i mistici definiscono "paradiso in terra".
Oroscopo – Internazionale
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Imprese e ambiente
DALLA RELAZIONE DEL PRESIDENTE DESIGNATO EMMA MARCEGAGLIA ALLA GIUNTA DI CONFINDUSTRIA 23 aprile 2008
Tra le priorità:Ambiente Energia e Sviluppo Sostenibile
"Come ho detto poco fa, considero questo un tema di massima rilevanza strategica.
Noi dobbiamo dare il nostro contributo alla ricostituzione di una cultura ambientale che coniughi il rapporto tra risorse disponibili e sviluppo.
E non sono certo le prescrizioni dirigistiche dell’Unione europea la via d’uscita.
- Dovremo individuare una curva delle emissioni inquinanti per il nostro paese a medio termine per avviare una azione incisiva presso le autorità nazionali europee;
- lavorare a una concreta attuazione del piano nazionale di efficienza energetica;
- riattivare un dibattito concreto sul ritorno italiano al nucleare;
aumentare il livello di concorrenza sui mercati del gas e dell’energia, consapevoli che questa è una condizione non sufficiente ma certamente necessaria.
Per quanto riguarda la politica ambientale nazionale noi chiederemo che sia costruita sui fatti e non sulle ideologie, senza pregiudizi e nell’interesse del bene comune. Alle imprese chiederemo una sempre maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente, investimenti nell’innovazione e nella corretta gestione. Alla società vorremmo offrire un’industria capace di costruire ricchezza assieme ad un ambiente migliore".
Sos Wwf: Artico verso estinzione, ghiaccio ridotto del 39%
"Un nuovo studio rivela un record di scioglimento dei ghiacci grazie ai dati riportati dal satellite: la calotta di ghiaccio marino è ridotta del 39% rispetto alle medie più recenti, i valori più bassi mai registrati nel XX secolo".
E’ una delle evidenze svelate da un rapporto del Wwf, Arctic climate impact science, un aggiornamento dell’Acia (Arctic climate impact assessment. Leggi su Agenzia DIRE
Sos Wwf: Artico versp estinzione, ghiaccio ridotto del 39% 39% | DIRE AMBIENTE | Agenzia DIRE: "Sos Wwf: Artico versp estinzione, ghiaccio ridotto del 39%"
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To be CO2 accountable
Le società inglesi quotate in borsa dovranno rendicontare nelle loro relazioni annuali sulle emissioni di carbonio. Il governo ha approvato un emendamento alla Legge sui Cambiamenti Climatici (Climate Change Bill) che prevede che le aziende includano l’informazione sulle emissioni di carbonio nei loro rapporti annuali.
I critici parlano degli alti costi prodotti dall’emendamento, i favorevoli ribattono che gli attuali requisiti in materia di reporting ambientale sono troppo deboli, rimanendo a discrezione delle società. Via ecoblog Le aziende inglesi dovranno dichiarare le emissioni
Leggi in originale su The Indipendent Companies will have to tell all on carbon emissions - Business News, Business - The Independent
23/04/08
Parcheggiare bene la bicicletta
Beh.... a noi ferraresi fa un certo effetto.
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European Environment Agency: i dati preliminari sull’inventario dei gas serra della UE
La European Environment Agency (EEA) ha pubblicato i dati preliminari relativi all’inventario dei gas serra della UE per il periodo 1990-2006, trasmessi al Segretariato della UNFCCC il 15 aprile 2008 (“Annual European Community greenhouse gas inventory 1990–2006 and inventory report 2008”).
Secondo il rapporto, tra il 2005 e il 2006 le emissioni di gas serra dell’UE-15 sono diminuite dello 0,9%.La EEA presenterà la versione definitiva e consolidata dell’inventario nel giugno 2008.
Scarica il doc dal sito del Kyoto club. foto C.Jordan
Kyoto Club
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Caffè? 140 litri di acqua
Lo studio ‘Water footprint of nation: Water use by people as a function of their consumption pattern’, pubblicato sul sito web www.waterfootprint.org gestito dall’Università di Twente, dà la possibilità ai consumatori di scoprire cosa è nascosto dietro alle normali abitudini di consumo.
Settanta litri per una mela, 140 per due tazzine di caffè, 1.760 per un litro di latte.Lo studio olandese sul consumo d'acqua per la produzione di beni e servizi conferma il peso delle attività umane sulla disponibilità di questa risorsa
La Nuova Ecologia - L'impronta dell'acqua
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Al Gore incontra i Blogger
Al Gore a Roma per presentare il sequel del suo film.
Se vi interessa qui la prenotazione:
SKY "Speciale Al Gore", Roma, 8 maggio: Al Gore incontra i Blogger, Roma 8 Maggio: come arrivare
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"Fare la differenza"
Assegnati da UNEP gli award ambientali. Greenreport ne riporta i commenti.
Il premio speciale Champions of the Earth 2008 è stato assegnato a Helen Clark, il primo ministro laburista della Nuova Zelanda, un Paese che si è impegnato a raggiungere le zero emissioni di CO2. «Abbiamo lanciato il primo sistema di scambio di emissioni che copre tutti i settori e raggiungeremo l’obiettivo del 90% di energia rinnovabile entro il 2025 – ha detto la Clark – La sfida è quella di mantenere la biodiversità, la diversità culturale e l’integrità ambientale che abbiamo avuto nel nostro mondo e che sono sempre più in pericolo. Il premio speciale dell’Unep è una motivazione incredibile e stimolante per la reputazione del mio Paese. Ci sono sempre delle critiche. Ma noi facciamo la differenza e continueremo a fare la differenza».
greenreport - quotidiano ambientale
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22/04/08
Per chi ama l'ambiente ma anche i Beatles
L'ex beatle Paul McCartney chiede al mondo di diventare vegetariano, un modo per combattere l'effetto serra. In un'intervista con il gruppo animalista Peta, McCartney ha detto che l'industria della carne è tra le maggiori responsabili del riscaldamento del pianeta. La Nuova Ecologia - «Vegetariani per il clima»
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Riflessioni su rappresentanza e partecipazione
Non ci siamo ancora ripresi dallo shock elettorale anche se è cominciata, come non potrebbe essere altrimenti, la ricerca dei perché, la cosiddetta “analisi della sconfitta”.
Credo che la realtà dia indicazioni chiare. I partiti devono avere radicamento nella società. Lo sapevamo anche prima che la sfiducia nella politica era grande. Sapevamo che le politiche incentivanti la partecipazione dei cittadini alle scelte potevano aiutare a riconquistare questa fiducia. In tanti abbiamo provato, nei nostri ruoli, ad andare in questa direzione.
Veltroni ha lanciato quest’idea, ma partivamo da molto lontano. La strada è ancora molto lunga. Non basta sostenere che un dirigente in quanto sindaco già titolato a rappresentare le istanze di un territorio e quindi a pieno diritto debba essere il punto di riferimento politico.
Che esiste una specificità territoriale in Italia è storicamente evidente. Che non tutte le ricette vadano bene per le diverse parti del Paese è altrettanto certo.
Forse per aumentare la capacità di rappresentare qualcuno o qualcosa dovremmo moltiplicare i circoli, non cento ma mille per territorio: ovunque, come i candidati del PD hanno fatto in Lombardia tra i pendolari, tra chi lavora in casa, nei negozi, nelle piccole imprese, nelle reti virtuali e non.
Credo che anche in politica, fra gli amministratori, debba prevalere quel criterio della meritocrazia e della capacità di rappresentare la gente che tanto abbiamo enfatizzato in campagna elettorale.
- - - - - - -
Sui comitati è vero che storicamente hanno sempre svolto un ruolo di segnalazione dei problemi, ma è altrettanto vero che se chiedi di partecipare, non puoi non farti carico di una parte delle scelte. Tanto abbiamo enfatizzato il ruolo dei processi partecipati dei processi di Agenda 21 locale. Questi processi presuppongono un’assunzione di responsabilità (“Est autem partecipare quasi partem capere” affermava Tommaso d’Aquino) che si può esprimere a livello morale con il sostegno o il consenso, ma anche a livello più concreto con la realizzazione di attività.
Se non riusciamo a riattivare questi due aspetti vitali della democrazia, non andiamo da nessuna parte.
A call for climate: mobilitiamoci per la terra
Tutti gli appuntamenti sono all'insegna della parola d'ordine "A call for climate", ovvero "una chiamata per il clima". L'invito rivolto dagli organizzatori ai cittadini è infatti a fare una telefonata "ai propri governanti per richiamare la loro attenzione sui problemi ambientali". A Roma, dove stasera in piazza del Campidoglio si terrà un concerto a impatto zero, questo si traduce in un appello a chiamare la Camera dei deputati (06-67601). Nel resto del mondo, soprattutto negli Stati Uniti, dove l'appuntamento clou sarà con il Green Apple Festival
in programma a Central Park, gli organizzatori puntano a superare un milione di telefonate, prendendo di mira soprattutto i deputati del Congresso americano Era il 1969 quando Gaylord Nelson, senatore degli Stati Uniti, lancio' l'idea di celebrare, il 22 aprile di ogni anno, una festa dedicata al nostro pianeta per stimolare il governo federale a dare piu' peso all'ambiente nelle politiche pubbliche.
Dal 1970, ogni anno il 22 aprile si svolgono manifestazioni ed iniziative sull'ambiente in tutto il mondo, tanto che spesso la data è richiamata simbolicamente come il momento della nascita del movimento ecologista contemporaneo.
Anche in Italia si celebra la Giornata della terra. Due eventi sono in programma nel cuore di Roma e la televisione satellitare si mobilita.
Una mostra fotografica, “Running the numbers” di Chris Jordan, dal 21 al 30 aprile nello spazio aperto di fronte al mausoleo dell’ Ara Pacis. Il fotografo statunitense propone un “autoritratto americano”, con una serie di fotografie sui consumi e gli sprechi della sua nazione. Tra le opere esposte, “Barbie Dolls”, un’immagine composta da 32.000 barbie, corrispondenti al numero di interventi volontari di ingrandimento del seno eseguiti ogni mese negli Usa, nell’anno 2006, e “Plastic ottles”, che raffigura due milioni di bottiglie di plastica per bevande, pari al numero di bevande in bottiglia di plastica consumate negli USA ogni cinque minuti.
Il 22 aprile, a partire dalle 20, un grande concerto gratuito in Piazza del Campidoglio, realizzato con tecnologie che ne riducono l’impatto ambientale. Sul palco Vinicio Capossela, Cesaria Evora, Sud Sound System, Nidi d’Arac con I Tamburellisti di San Rocco e la cantante italo-etiope Saba. Segue la diretta dell'evento LifeGate Radio.
La tv satellitare dedica alla terra l’intera giornata. Sky si propone di approfondire i temi ambientali, con documentari, film e interviste, e promuove il proprio impegno attraverso uno spot con il brano “Aria...non sei più tu”, interpretato da Adriano Celentano e scritto da Jovanotti. Su Sky Cinema Mania saranno programmati tre documentari che descrivono le condizioni del pianeta, “Una Scomoda Verità” di Al Gore, “Microcosmos” e “Il Popolo Migratore”, intervallati da un’intervista al cantante Jovanotti. Anche Sky Tg24, per tutta la giornata, presenta documenti, testimonianze ed interventi di esperti sui problemi ambientali attuali.
Su National Geographic Channel va in onda una nuova serie in otto parti e due speciali di un'ora per esplorare gli effetti dell'attività umana sul mondo e i metodi per ridurne l’impatto ambientale. La serie “I Meccanici del pianeta” vede protagonisti due geniali eco-inventori britannici, Dick Strawbridge e Jem Stansfield. Mettendo a frutto le sue doti tecniche, inventive e umoristiche, il duo affronta creativamente una serie di sfide "verdi".
Giornata sull'ambiente anche per i canali Discovery: tre puntate speciali della serie Eco-Tech dedicate al problema dei rifiuti, agli studi sui combustibili alternativi e alla costruzione di abitazioni ecologiche.
Animal Planet presenta “Animals Save the Planet”, una divertente serie di corti animati che raccontano la vita di animaletti alle prese con uno stile di vita eco-compatibile
21/04/08
Il TIME per l'ambiente
Ecorazzi il blog "latest in green gossip" riporta l'ultima copertina di TIME che abbandona il classico bordo rosso per il verde.
La ricetta del Time per combattere il global warming si chiama semplicemente "cap and trade", mercato. Mi piacerebbe leggere cosa ne pensate.
Leggete qui:Time Magazine Feeling The Heat Over Global Warming Cover // Archives // ecorazzi.com :: the latest in green gossip
Battaglia di Iwo Jima e la foto storica di Joe Rosenthal
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Domani è l'Earth Day: 24 ore per sensibilizzare i governi sull'ambiente
Un bell'articolo di jovanotti da leggere qui:Musica e piccoli gesti per il futuro di tutti - ambiente - Repubblica.it
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16/04/08
Si inizia....
Dal sito della camera dei deputati:
La prima riunione delle nuove Camere è fissata, ai sensi del d.P.R. 6 febbraio 2008, n. 20, per il prossimo 29 aprile. All’ordine del giorno della prima seduta della Camera dei deputati figureranno: la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, la costituzione della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione di deputati subentranti, nonché l’elezione del Presidente. http://politiche.interno.it/ (15 aprile 2008)
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Una opposizione intelligente
Le elezioni hanno dato il loro responso, la coalizione del Popolo della libertà e della Lega Nord hanno vinto. I numeri ci sono, la semplificazione che ci si aspettava, grazie alla scelta del PD di correre da solo, si è compiuta. Ora al nuovo Governo il compito di attuare il programma ambizioso proposto.
I temi ambientali sono stati fuori da questa campagna elettorale. Soprattutto non vi è stato un riscontro elettorale da parte dell’ambientalismo del "contro" della cosidetta “sinistra radicale” o liste civiche nazionali che hanno fallito clamorosamente. L’immobilismo, il litigio, l’allarmismo hanno creato una condizione per cui i cittadini hanno bocciato questa opzione ambientalista.
Il rischio vero è che nel nome della “modernizzazione” non si riesca a discutere rispetto alle diverse opzioni infrastrutturali riguardo all’energia, allo smaltimento dei rifiuti, all’Alta velocità, alle strade e autostrade. Il rischio è che da una situazione di immobilità si passi alla linea che tutto si può fare..
Sta al PD vigilare e verificare che ciò non avvenga. La nostra sensibilità e la nostra competenza devono costituire l’asse del nostro operare quotidiano dall’opposizione.
Dobbiamo riuscire a far funzionare gli strumenti del Partito democratico come i forum e costruire delle reti che ci consentano di affrontare le varie questioni in maniera tempestiva e partecipata…
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I temi ambientali sono stati fuori da questa campagna elettorale. Soprattutto non vi è stato un riscontro elettorale da parte dell’ambientalismo del "contro" della cosidetta “sinistra radicale” o liste civiche nazionali che hanno fallito clamorosamente. L’immobilismo, il litigio, l’allarmismo hanno creato una condizione per cui i cittadini hanno bocciato questa opzione ambientalista.
Il rischio vero è che nel nome della “modernizzazione” non si riesca a discutere rispetto alle diverse opzioni infrastrutturali riguardo all’energia, allo smaltimento dei rifiuti, all’Alta velocità, alle strade e autostrade. Il rischio è che da una situazione di immobilità si passi alla linea che tutto si può fare..
Sta al PD vigilare e verificare che ciò non avvenga. La nostra sensibilità e la nostra competenza devono costituire l’asse del nostro operare quotidiano dall’opposizione.
Dobbiamo riuscire a far funzionare gli strumenti del Partito democratico come i forum e costruire delle reti che ci consentano di affrontare le varie questioni in maniera tempestiva e partecipata…
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Approvata la nuova direttiva sulla qualità dell'aria
In città si dovrà ridurre l'esposizione al Pm2,5 del 20% entro il 2020 rispetto ai valori del 2010, arrivando a un massimo di 20 microgrammi/mc nel 2015 (25 a livello nazionale).
http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/atmosferico/9648.php.
È realtà la nuova direttiva europea sulla qualità dell'aria, adottata ieri in via definitiva. La Commissione europea ha espresso soddisfazione in quanto il testo adottato dagli stati membri e dal Parlamento europeo "riprende quasi integralmente - ha detto la portavoce all'ambiente Barbara Helfferich - la proposta che aveva presentato nel settembre 2005 e dimostra il forte impegno dell'Unione europea a migliorare la qualità dell'aria nell'Ue attraverso la definizione di livelli di concentrazione vincolanti per le particelle sottili (PM2,5)".
Per il Commissario all'ambiente, Stavros Dimas, l'Unione europea "ha compiuto un passo decisivo nella lotta contro una delle principali cause dei problemi che colpiscono l'ambiente e la salute". La nuova direttiva sulla qualità dell' aria "è una risposta ai timori dei cittadini perché - ha aggiunto Dimas - fissa standard elevati, ma realistici, per combattere l'inquinamento dovuto alle particelle sottili (PM2,5) nell'Unione europea".
Le particelle sottili sono considerate tra gli inquinanti più pericolosi per la salute umana assieme alle particelle più "grosse" note come PM10, già regolamentate da altre normative. Studi europei evidenziano che un'esposizione a livelli alti di particelle sottili può ridurre di otto mesi l'aspettativa di vita per ciascun cittadino.
La nuova direttiva prevede che, nelle aree urbane, gli Stati membri riducano mediamente del 20% l'esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010, obbligandoli a portare i livelli di esposizione in queste zone al di sotto di 20 microgrammi/m3 nel 2015. A livello dell'intero territorio nazionale, gli Stati membri dovranno rispettare il valore limite di 25 microgrammi di PM2,5/m3, da raggiungere obbligatoriamente entro il 2015 e, se possibile, già nel 2010.
The Top 35 Environmental Blogs
Sono centinaia, se non migliaia, i blog ambientali nel mondo.
In questo sito trovate i migliori.
Ho riportato anche l'elenco (continua).
The Top 35 Environmental Blogs - ReadWriteWeb
Ecco l'elenco:
TreeHugger http://www.treehugger.com/- TreeHugger is the mother of all environmental blogs, ranking #17 on Technorati's top blogs list (which makes it at least one of the most referenced enviroblogs). It covers general environmental news, events and products.
EcoGeek - Geek chic environmental is a good way to describe EcoGeek, which writes about gadgets that are earth friendly.
Environmental Law Prof Blog - From the always-good Law Professor Blog Network, this one deals with pressing concerns surrounding the issue of environmental law.
New Scientist Environment Blog - Excellent environmental commentary and analysis from New Scientist magazine.
AutoblogGreen - A spin-off from Weblogs Inc.'s popular Autoblog, the green version deals with cars and the environment -- think hybrids, gas consumption, alternative fuels, etc.
Eco-worrier - Musings on the environment from a columnist at the Times of London.
Grist Mill - Daily environmental news delivered in blog form from Grist magazine (which is also about the environment).
Green Car Congress - Another environmentally focused automobile blog, focusing on technology, news, and politics relating to the green mobility industry.
Inhabitat - Generally about living a greener lifestyle, this blog often deals with subjects around green building and sustainable living.
Ecomoto - A two year old blog/magazine examining environmental trends.
The Lazy Environmentalist - The blog for a nationally syndicated (US) talk radio show about easy green living.
Alternative Consumer - Environmentally friendly products: you want 'em and Alternative Consumer has you covered.
Teensy Green - Got kids? Then give Teensy Green a read. A blog for the environmentally aware parent.
Haute*Nature - In their own words: "Ecologically based creative ideas, art & green products for your children, home and lifestyle... blending style with sustainability."
Hippy Shopper - From the Shiny Media blog network, Hippy Shopper is about all the eco-friendly stuff you covet.
Sustainable Style - You can have your cake and eat it too, or in the case of Sustainable Style look good and do well for the environment.
Green Options - A great general enviroblog and community based out of Berkley, California.
No Impact Man - The chronicle of a man living in New York City as he attempts to go completely zero impact (i.e., ride a bicycle everywhere, recycle everything, eat locally produced food, and so on).
"You click off family’s electricity and make them go to bed at nine every night because it’s too dark to do anything else. You ban them from the elevator so they have to walk up and down nine flights of stairs. You take away their fridge so they can’t keep more than a day or two of food around the house. All this and then they turn around and say it’s life as usual?" -- No Impact Man
Great Green Baby - Another site for the green parent, Great Green Baby reviews eco-friendly baby products.
EcoFriend - EcoFriend is a blog about all those sexy, environmentally aware products you want but can't afford.
ecoFabulous - Reviews of great green stuff for the house, home, and body.
Ecorazzi - Celebrity gossip meets environmentalism. Did you hear that Leonardo DiCaprio is building a 'green hotel' on his 104-acre private island off the coast of Belize with the owners of the Four Seasons Resort chain? No? Then read Ecorazzi.
EcoStreet - A well-written and actively updated general evironmental news and commentary blog.
Green As Thistle - Green As Thistle chronicles the progress of Vanessa, a Canadian journalist, as she tries to "spend each day, for an entire calendar year, doing one thing that betters the environment." She's on day 229 and still kicking.
The Green Guy - The Green Guy writes about "ethical living" and about how to go green without making drastic, life-altering changes to your routine. I just wish he'd update more (by the way, the Adam Vaughn, who writes The Green Guy, also founded another blog on our list, Hippy Shopper).
Mindful Momma - There are a lot of blogs out there about green parenting -- it's an entire niche unto itself -- and Mindful Momma is one of the best.
Got2BeGreen - A blog focused on all sorts a cool green technology (a recent post deals with how to power your laptop with the sun, for example).
Triple Pundit - An intersection of the evironment and politics delivered in an interesting voice with useful commentary.
"Americans themselves don't want higher fleet standards for mileage unless they can still accelerate like Burt Reynolds in a black Trans Am with a golden eagle on the hood. So, automakers don't want higher fleet standards, because their fleet will sit on the American Car lots for longer than it does already. High mileage, room for seven and rapid acceleration are conflicting realities." -- Triple Pundit
Celsias - A great general blog about the environment, politics, sustainability, and green living.
Enviroblog - Eviroblog talks about public health in the context of environmental policy.
Get With Green - If you're remodeling your home or building a new one, subscribe to Get With Green to learn about all the ways you can make your living space environmentally friendly.
Green Thinkers - Green Thinkers is, in its own words, "an informal forum for ideas and thoughts on how to live a more green life."
Green Wombat - From Business 2.0, Green Wombat was a blog about business, technology, and the environment. With the closing of the magazine this month, however, its future is likely grim. Read the archives online while you still can.
Lighter Footstep - Lighter Footsteps is all about sustainable living and leaving less of an imprint by making greener living choices.
Life Goggles - Another great general green living blog, with a slight focus on TV and movies as they relate to the environment.
15/04/08
Il nuovo parlamento
Questi sono i risultati, i "numeri", per così dire...
Domani raccoglierò le idee per scrivere quello che penso.
Poi il 29 aprile si inizia.
http://www.ilsole24ore.com/
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13/04/08
Aria di libertà, piazze piene, voglia di affrontare le sfide del futuro: così, comunque vada, si chiude la bella campagna elettorale del PD
Si è conclusa la campagna elettorale. Una campagna elettorale molto particolare e ricca di emozioni. Piazze piene, tanta partecipazione, tanta voglia di “vera politica”, di passione, di credere che esiste un futuro. Questa è una delle tante novità del PD. La sensazione è che, girando per i Circoli e parlando con le persone nonostante i tanti problemi, si respiri aria di libertà. La libertà di chi è consapevole delle proprie idee e le può dire, le può discutere, le può proporre.
Si è discusso di tante cose, di problemi economici, del fisco, della sicurezza, di ambiente. Sempre avendo chiare, non solo le criticità, ma anche le soluzioni. Finalmente una campagna elettorale per fare e non contro qualcosa o qualcuno.
Un nuovo modo di fare politica ha vinto, una politica dal “cuore intelligente” come l’aveva definita Veltroni nella fase costituente del PD.
Una politica che riesca a suscitare emozioni, sensazioni, entusiasmi ma che al tempo stesso affronti le sfide che il futuro ci propone. Sfide che non vanno vissute con paura ma con speranza.
Si vinceranno queste elezioni? Difficile da dirsi ma credo che il mondo politico nazionale debba essere grato al PD, a Veltroni e a tutte quelle persone che con grande generosità hanno reso possibile far capire a tutti noi che la politica, quella vera, è una cosa bella semplicemente bella….
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Prodi su La repubblica: Il mondo senza cibo un disastro evitabile
Il problema è grave. Il mondo se ne sta accorgendo. Da alcuni giorni tutta la stampa internazionale e i blog più attenti ne parlano.
"Dopo aver tanto parlato della crisi energetica e della crisi finanziaria ci siamo finalmente resi conto di un dramma ancora più grande e di conseguenze immediate per l'umanità: la crisi alimentare".
Il mondo senza cibo un disastro evitabile - ambiente - Repubblica.it
Miliardi di persone soprattutto in Africa, in Asia e in America centro-meridionale, sono colpiti da un progressivo e insostenibile rincaro di tutti i prodotti agricoli, dal grano alla soia, dal riso al mais, dal latte alla carne. Ogni giorno scoppiano rivolte e si ha notizie di repressioni.
Alcuni governi, come quello egiziano, sono costretti a impiegare nel sussidio del pane la gran parte delle risorse generate dalla buona crescita economica e in altri casi, come nel Corno d'Africa, nei paesi subsahariani e a Haiti non resta che la fame e la sempre più vicina prospettiva di una tragica carestia.
Alla base di questi aumenti di prezzi vi sono certo anche realtà positive, come il miglioramento della dieta in Cina, in India e in molti altri paesi. Per nutrirsi con la carne si impiega infatti una superficie di terreno di almeno cinque volte superiore di quanto richiesto da una nutrizione a base di cereali.
Vi sono altre realtà rispetto alle quali ben poco si può fare, come l'aumento dei prezzi dei carburanti e dei fertilizzanti necessari a produrre o trasportare i prodotti alimentari.
Ma vi è una decisione politica che sta aggravando in modo precipitoso la situazione ed è la progressiva sottrazione di suolo alla produzione di cibo per utilizzarlo a produrre biocarburanti. Sulla carta questo risponde al nobile scopo di attenuare la nostra dipendenza dalla benzina e dal gasolio nei trasporti e così facendo, ridurre l'impatto ambientale in termini di anidride carbonica. Purtroppo le cose non stanno così.
I più recenti studi (come quelli dell'Ocse e Royal Society) sostengono invece che con le tecnologie oggi impiegate per produrre biocarburanti, il bilancio energetico è solo marginalmente positivo o addirittura negativo. Il computo preciso dipende dalle specifiche realtà territoriali ma vi è chi autorevolmente sostiene (come le analisi apparse su National Resources Research) che l'energia impiegata per produrre biocarburanti sia negli Stati Uniti del 30% superiore all'energia prodotta.
Complessivamente un bel disastro sia dal punto di vista energetico che da quello ambientale. Ma il disastro ancora più grande è quello di mettere in conflitto il cibo con il carburante in un periodo già di scarsità. Un conflitto vero, tragico.
Per descriverlo in modo semplice e fortemente evocativo basta dire che il grano richiesto per riempire il serbatoio di un così detto Sport Utility Vehicle (Suv) con etanolo (240 chilogrammi di mais per 100 litri di etanolo) è sufficiente per nutrire una persona per un anno. E già siamo arrivati ad utilizzare per usi energetici intorno al 20% di tutta la superficie coltivata a mais negli Stati Uniti.
Una superficie più grande della Svizzera è stata sottratta di colpo alla produzione di cibo per effetto delle pressioni delle potenti lobby agricole e di una parte non informata o distratta di quelle ambientalistiche. E nel frattempo, come conseguenza, il prezzo della terra e dei fertilizzanti sale in tutto il mondo facendo a sua volta moltiplicare il prezzo dei prodotti alimentari. E questo fa scoppiare tumulti per la fame a Città del Messico, in Egitto, nel west Bengala, in Senegal, in Mauritania mentre la Fao ci dice che 36 paesi hanno oggi bisogno di urgenti spedizioni di grano e di riso.
Questo non comporta che la produzione di energie alternative vada del tutto cancellata perché vi sono situazioni in cui essa non è in diretta concorrenza con la produzione agricola, utilizzando terreni non alternativi a produzioni alimentari, aree boschive o biomasse. E soprattutto bisogna incentivare la ricerca sulla "seconda generazione" di biocarburanti, attraverso la selezione di nuove specie, attraverso una maggiore efficienza dei processi e l'utilizzazione di terre marginali (ad es. il bosco ceduo) non alternative all'agricoltura.
E' quindi necessario che i governi smettano di sovvenzionare gli agricoltori al fine di produrre meno cibo, obbligando i paesi poveri a svenarsi per assicurare il pane quotidiano a coloro che muoiono di fame. E bisogna che questo obiettivo venga tradotto subito in decisioni politiche. La prima di queste decisioni è di intervenire dove sono in corso i drammi maggiori.
Rendere quindi subito disponibili i 500 milioni di dollari richiesti per l'emergenza del Programma Alimentare Mondiale delle nazioni Unite e il miliardo e mezzo di dollari richiesto dalla Fao. Ma non si può non affrontare nel contempo il problema politico fondamentale, in modo da invertire l'aspettativa di ulteriori aumenti dei prodotti alimentari prima che i paesi che hanno produzione eccedente proibiscano (come hanno già cominciato a fare) l'esportazione di prodotti alimentari trasformando, con questo, l'attuale crisi in tragedia mondiale.
I due prossimi grandi appuntamenti internazionali, cioè la riunione della Fao a Roma e dei G8 in Giappone, debbono diventare il momento di discussione e di decisione di una nuova politica che fermi i danni dell'attuale politica e che possa redistribuire al mondo le risorse alimentari di cui ha bisogno.
Non sono decisioni facili, ma bisogna agire perché sia negli Stati Uniti che in Europa la produzione di carburante in concorrenza col cibo si fermi e gli incentivi vengano riservati agli studi e alle ricerche necessarie per arrivare alla produzione di biocarburanti di nuova generazione. Non possiamo più ammettere che la gente muoia di fame in Africa perché c'è qualcuno negli Stati Uniti che considera i voti degli agricoltori o dei proprietari terrieri più importanti della sopravvivenza di milioni di persone. È vero che la politica di oggi è stata decisa quando si pensava di vivere in un mondo di scarsità energetica e di eccedenza alimentare. Ma oggi le cose non stanno più così.
È ora quindi di cambiare politica perché i rimedi finora adottati sono peggiori del male che si voleva curare. Queste sono le politiche serie che la globalizzazione ci impone e l'Italia non può certo sottrarsi alle sue responsabilità.
"Dopo aver tanto parlato della crisi energetica e della crisi finanziaria ci siamo finalmente resi conto di un dramma ancora più grande e di conseguenze immediate per l'umanità: la crisi alimentare".
Il mondo senza cibo un disastro evitabile - ambiente - Repubblica.it
Miliardi di persone soprattutto in Africa, in Asia e in America centro-meridionale, sono colpiti da un progressivo e insostenibile rincaro di tutti i prodotti agricoli, dal grano alla soia, dal riso al mais, dal latte alla carne. Ogni giorno scoppiano rivolte e si ha notizie di repressioni.
Alcuni governi, come quello egiziano, sono costretti a impiegare nel sussidio del pane la gran parte delle risorse generate dalla buona crescita economica e in altri casi, come nel Corno d'Africa, nei paesi subsahariani e a Haiti non resta che la fame e la sempre più vicina prospettiva di una tragica carestia.
Alla base di questi aumenti di prezzi vi sono certo anche realtà positive, come il miglioramento della dieta in Cina, in India e in molti altri paesi. Per nutrirsi con la carne si impiega infatti una superficie di terreno di almeno cinque volte superiore di quanto richiesto da una nutrizione a base di cereali.
Vi sono altre realtà rispetto alle quali ben poco si può fare, come l'aumento dei prezzi dei carburanti e dei fertilizzanti necessari a produrre o trasportare i prodotti alimentari.
Ma vi è una decisione politica che sta aggravando in modo precipitoso la situazione ed è la progressiva sottrazione di suolo alla produzione di cibo per utilizzarlo a produrre biocarburanti. Sulla carta questo risponde al nobile scopo di attenuare la nostra dipendenza dalla benzina e dal gasolio nei trasporti e così facendo, ridurre l'impatto ambientale in termini di anidride carbonica. Purtroppo le cose non stanno così.
I più recenti studi (come quelli dell'Ocse e Royal Society) sostengono invece che con le tecnologie oggi impiegate per produrre biocarburanti, il bilancio energetico è solo marginalmente positivo o addirittura negativo. Il computo preciso dipende dalle specifiche realtà territoriali ma vi è chi autorevolmente sostiene (come le analisi apparse su National Resources Research) che l'energia impiegata per produrre biocarburanti sia negli Stati Uniti del 30% superiore all'energia prodotta.
Complessivamente un bel disastro sia dal punto di vista energetico che da quello ambientale. Ma il disastro ancora più grande è quello di mettere in conflitto il cibo con il carburante in un periodo già di scarsità. Un conflitto vero, tragico.
Per descriverlo in modo semplice e fortemente evocativo basta dire che il grano richiesto per riempire il serbatoio di un così detto Sport Utility Vehicle (Suv) con etanolo (240 chilogrammi di mais per 100 litri di etanolo) è sufficiente per nutrire una persona per un anno. E già siamo arrivati ad utilizzare per usi energetici intorno al 20% di tutta la superficie coltivata a mais negli Stati Uniti.
Una superficie più grande della Svizzera è stata sottratta di colpo alla produzione di cibo per effetto delle pressioni delle potenti lobby agricole e di una parte non informata o distratta di quelle ambientalistiche. E nel frattempo, come conseguenza, il prezzo della terra e dei fertilizzanti sale in tutto il mondo facendo a sua volta moltiplicare il prezzo dei prodotti alimentari. E questo fa scoppiare tumulti per la fame a Città del Messico, in Egitto, nel west Bengala, in Senegal, in Mauritania mentre la Fao ci dice che 36 paesi hanno oggi bisogno di urgenti spedizioni di grano e di riso.
Questo non comporta che la produzione di energie alternative vada del tutto cancellata perché vi sono situazioni in cui essa non è in diretta concorrenza con la produzione agricola, utilizzando terreni non alternativi a produzioni alimentari, aree boschive o biomasse. E soprattutto bisogna incentivare la ricerca sulla "seconda generazione" di biocarburanti, attraverso la selezione di nuove specie, attraverso una maggiore efficienza dei processi e l'utilizzazione di terre marginali (ad es. il bosco ceduo) non alternative all'agricoltura.
E' quindi necessario che i governi smettano di sovvenzionare gli agricoltori al fine di produrre meno cibo, obbligando i paesi poveri a svenarsi per assicurare il pane quotidiano a coloro che muoiono di fame. E bisogna che questo obiettivo venga tradotto subito in decisioni politiche. La prima di queste decisioni è di intervenire dove sono in corso i drammi maggiori.
Rendere quindi subito disponibili i 500 milioni di dollari richiesti per l'emergenza del Programma Alimentare Mondiale delle nazioni Unite e il miliardo e mezzo di dollari richiesto dalla Fao. Ma non si può non affrontare nel contempo il problema politico fondamentale, in modo da invertire l'aspettativa di ulteriori aumenti dei prodotti alimentari prima che i paesi che hanno produzione eccedente proibiscano (come hanno già cominciato a fare) l'esportazione di prodotti alimentari trasformando, con questo, l'attuale crisi in tragedia mondiale.
I due prossimi grandi appuntamenti internazionali, cioè la riunione della Fao a Roma e dei G8 in Giappone, debbono diventare il momento di discussione e di decisione di una nuova politica che fermi i danni dell'attuale politica e che possa redistribuire al mondo le risorse alimentari di cui ha bisogno.
Non sono decisioni facili, ma bisogna agire perché sia negli Stati Uniti che in Europa la produzione di carburante in concorrenza col cibo si fermi e gli incentivi vengano riservati agli studi e alle ricerche necessarie per arrivare alla produzione di biocarburanti di nuova generazione. Non possiamo più ammettere che la gente muoia di fame in Africa perché c'è qualcuno negli Stati Uniti che considera i voti degli agricoltori o dei proprietari terrieri più importanti della sopravvivenza di milioni di persone. È vero che la politica di oggi è stata decisa quando si pensava di vivere in un mondo di scarsità energetica e di eccedenza alimentare. Ma oggi le cose non stanno più così.
È ora quindi di cambiare politica perché i rimedi finora adottati sono peggiori del male che si voleva curare. Queste sono le politiche serie che la globalizzazione ci impone e l'Italia non può certo sottrarsi alle sue responsabilità.
12/04/08
Jeremy Rifkin: "Il nucleare è solo politica, non aiuta il clima"
"Sono attivi nel mondo 439 reattori nucleari che producono il 5% dell'energia mondiale e stanno invecchiando". Per ottenere "un risultato significativo per la lotta all'emissione dei gas serra, questa percentuale dovrebbe salire al 20%".
Questo "vorrebbe dire costruire tre impianti ogni 30 giorni nei prossimi 60 anni, secondo uno studio dell'Università di Oxford". Insomma, chi ne farla fa "solo politica".
Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on economic trends e 'guru' dell'idrogeno, durante la presentazione della rete sperimentale di distributori di idrogeno che sarà realizzata in Puglia, taglia corto sull'opportunità della scelta nucleare. Un'opzione perdente "sia dal punto di vista economico che da quello ambientale".
La Cina, "dove dicono che il mercato del nucleare esploderà, ha soltanto 11 centrali e ne ha programmate altre 40- aggiunge l'economista- sarei molto sorpreso se delle 439 centrali del mondo ne venisse sostituita anche solo la metà" con impianti nuovi. I governanti "dicono che il nucleare serve a tutelare il clima dalle emissioni di gas serra- prosegue Rifkin- ma per avere un impatto solo marginale l'apporto del nucleare al fabbisogno energetico mondiale dovrebbe crescere dal 5 al 20%". E proprio per arrivare al 20% "bisognerebbe iniziare a costruire tre impianti ogni 30 giorni per 60 anni".
Inoltre, prosegue Jeremy Rifkin, "non sappiamo ancora cosa fare delle scorie. Nel mio paese, dove certo non mancano i bravi ingegneri e ce ne sono tra i migliori del mondo, abbiamo impegnato 18 anni e 8 miliardi di dollari per realizzare il deposito di Yucca Mountain, che già ha delle perdite". Nel frattempo, prosegue, "continuiamo a non sapere cosa fare delle scorie che intanto si stanno ammucchiando".
Ma non basta: "si stima che al 2025 si andra' incontro ad una scarsità di uranio- avverte Rifkin- e allora si parla di passare ad usare il plutonio". Una cosa non consigliabile "in un mondo con terrorismo crescente" come è quello attuale. E ancora, "non c'e' abbastanza acqua per raffreddare gli impianti- avverte Rifkin- basti pensare che in Francia, paese molto nuclearista, il 40% di tutta l'acqua consumata in un anno va a raffreddare le centrali atomiche". Ed è anche accaduto "che nell'estate del 2003, quando molta gente morì per il caldo e di acqua ce n'era poca, questa non bastava" a servire gli impianti.
Insomma, il nucleare "non è una bella idea di business, non è una bella idea per l'ambiente, non è una bella idea per il Pianeta- conclude Rifkin- lavoro con le maggiori società energetiche del mondo e posso garantire che non si rinnoverà nemmeno la metà delle 439 centrali nucleari esistenti: è ora di passare alle rinnovabili, quella sull'atomo è una discussione senza fine che non ci porta alla soluzione dei nostri problemi".
http://www.dire.it/HOME/jeremy_rifkin.php?c=10034&m=3&l=it
10 aprile 2008
Ambiente: industria inquina per 80%, in aumento emissioni domestiche
L'industria e' responsabile dell'inquinamento atmosferico in Italia per l'80% delle emissioni di inquinanti che generano effetto serra, il 90% delle emissioni che sono all'origine del fenomeno dell'"acidificazione" e piu' del 60% delle emissioni di gas responsabili della formazione dell'ozono troposferico2. Quel che resta si puo' attribuire alle attivita' delle famiglie, soprattutto per quanto riguarda trasporto privato e riscaldamento: Le emissioni i'domestiche' sono pero' in costante aumento, mentre quella industriale e' in leggero calo. Lo rileva l'Istat su dati Namea, National accounting matrix including environmental accounts, per gli anni 1990-2005.
http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080411_01/
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http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20080411_01/
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Scienza e ambiente: nuovo studio della UE sulle PM
Secondo uno studio recente, l’estensione della misura del particolato alle particelle ultrasottili è necessaria per il monitoraggio della qualità dell’aria poiché, permetterebbe di distinguere l’origine del PM. Le particelle di dimensioni minori (PM fino a 1 micron), infatti, derivano dalla combustione nei motori delle centrali e delle automobili, mentre le più grandi traggono origine da processi meccanici e meccanismi naturali.
Il problema deriva dal fatto che gli standard europei di misura in voga finora sono limitati alle PM2,5 e non permettono una classificazione certa delle particelle più piccole (PM2,5 e minori). Proprio le PM2.5, infatti sono difficili da interpretare, poiché includono particolato sia da processi meccanici che dalla combustione.
http://ec.europa.eu/environment/integration/research/newsalert/pdf/101na5.pdf
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Il problema deriva dal fatto che gli standard europei di misura in voga finora sono limitati alle PM2,5 e non permettono una classificazione certa delle particelle più piccole (PM2,5 e minori). Proprio le PM2.5, infatti sono difficili da interpretare, poiché includono particolato sia da processi meccanici che dalla combustione.
http://ec.europa.eu/environment/integration/research/newsalert/pdf/101na5.pdf
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11/04/08
Come ti calcolo la qualità dell´aria: in Francia
Greereport di oggi pubblica un articolo sull'indice Atmo.
L’indice Atmo, proposto attraverso un decreto dal ministero dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile francese (luglio 2004) relativo agli indici della qualità dell’aria, permette di ottenere informazioni sintetiche sull’inquinamento atmosferico urbano in una determinata zona geografica e in un determinato momento temporale.
http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=12944
L’esigenza di avere indicatori sempre più affidabili ed indici sintetici, leggibili e facilmente comprensibili per tutti, si pone per tutte le matrici e in tutti i Paesi europei. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, in Francia, negli agglomerati urbani con più di 100.000 abitanti (le grandi città), viene calcolato obbligatoriamente un indice sintetico di qualità (chiamato Atmo) ad opera delle Aasqa, associazioni autorizzate di sorveglianza della qualità dell’aria e per lo studio dell’inquinamento atmosferico.
Tali strutture sono autorizzate dal ministero dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile e sono presenti in ogni regione francese. L’aspetto interessante di queste associazioni, è che sono organismi “partecipati”, infatti vi prendono parte rappresentanti dello stato (gli unici in grado di poter adottare misure per le emissioni inquinanti), rappresentanti pubblici (portavoce dei bisogni dei cittadini), rappresentanti delle industrie (che ricadono in quel territorio specifico) ed infine, esperti e persone competenti che si occupano della comunicazione delle informazioni per difendere gli interessi del grande pubblico.
E’ calcolato sulla base di 4 sostanze inquinanti le cui concentrazioni sono monitorate dalle centraline di rilevamento: il biossido di azoto, il biossido di zolfo, l’ozono e le particelle in sospensione. L’indice complessivo corrisponde al sottoindice con il valore maggiore tra i quattro misurati per ogni zona geografica. Per facilitare la comprensione il dato di concentrazione viene riparametrato attraverso una scala qualitativa di colore, cifra e valutazione, cioè: da verde a rosso, da 1 a 10 e da molto negativo a molto buono.
E’ necessario sottolineare che ad ogni sostanza presa in considerazione corrisponde un sotto-indice che rappresenta la media delle concentrazioni massime della sostanza in esame, ovviamente per l’arco temporale ed il luogo selezionato. Ogni inquinante preso in considerazione è scaturito da una o più fonti e per un’analisi più complessa dell’inquinamento dell’aria i singoli dati andrebbero elaborati, ma non vi è dubbio che con l’indice ATMO si abbiano risposte di sintesi che favoriscono una comunicazione più chiara e diretta con i cittadini, che così ricevono informazioni sulla situazione qualitativa dell’aria della zona che a loro interessa. Nei centri con meno di 100.000 abitanti, il nome dell’analogo indice calcolato è invece il Iqa (indice di qualità dell’aria semplificata).
08/04/08
Sipuòfaresipuòfaresipuòfaresipuòfare
Questo video nasce da un gruppo di professionisti della comunicazione che hanno deciso di mettere insieme le loro competenze per fare un "regalo" speciale a Walter Veltroni.
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Australia, primo impianto 'geosequestration'
Inaugurato il primo impianto nell'emisfero sud, e uno dei pochi al mondo, nel quale le emissioni di anidride carbonica vengono pompate a 2 km di profondità. In uno o due anni potrà catturare e comprimere 100mila tonnellate di CO2
http://www.lanuovaecologia.it/inquinamento/clima/9598.php
Su MTV il portale per i giovani elettori
Il blog politicaduepuntozero, http://www.politicaduepuntozero.it/, riporta il portale di MTV per i giovani elettori. Oltre ai simpatici Professori, c'è anche un glossario.
E-Lezione #2: Perché si vota - Crea il tuo blog con audio, foto e video su www.mtv.it!
http://www.politicaduepuntozero.it/?p=400#more-400
Election Day 2008 è un portale di informazioni e notizie. Le sezioni principali del sito sono due:
FAI SENTIRE LA TUA VOCE: comprende un blog che racconta il percorso di una serie di iniziative sul terriorio per sensibilizzare e coinvolgere i giovani in vista delle elezioni; un forum di discussione; uno spazio che ospita videoclip in cui i giovani rivolgono domande alla politica e ai politici (si spera, ovviamente, che prima o poi arriveranno anche le risposte dei candidati premier…).
TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE: contienele le istruzioni per votare (queste sono probabilmente le elezioni più complcate della storia) e un glossario molto ricco sulle parole (e i paroloni) della politica. Veramente carino!!
http://www.mtv.it/speciali/index.asp?speciale=elezioni&from=spot_tv
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E-Lezione #2: Perché si vota - Crea il tuo blog con audio, foto e video su www.mtv.it!
http://www.politicaduepuntozero.it/?p=400#more-400
Election Day 2008 è un portale di informazioni e notizie. Le sezioni principali del sito sono due:
FAI SENTIRE LA TUA VOCE: comprende un blog che racconta il percorso di una serie di iniziative sul terriorio per sensibilizzare e coinvolgere i giovani in vista delle elezioni; un forum di discussione; uno spazio che ospita videoclip in cui i giovani rivolgono domande alla politica e ai politici (si spera, ovviamente, che prima o poi arriveranno anche le risposte dei candidati premier…).
TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE: contienele le istruzioni per votare (queste sono probabilmente le elezioni più complcate della storia) e un glossario molto ricco sulle parole (e i paroloni) della politica. Veramente carino!!
http://www.mtv.it/speciali/index.asp?speciale=elezioni&from=spot_tv
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Elezioni e responsabilita'
Il blog "La nebbia" ha mostrato ieri che il tanto criticato disegno dei simboli legati assieme in riquadri stava allegato esattamente al decreto firmato del leghista Castelli e da Silvio Berlusconi nel 2006, e correggeva un disegno diverso previsto dalla legge Calderoli: ha ragione il ministro Amato. Hanno torto Berlusconi e Bossi.
Ecco le indicazioni:
- I contrassegni delle liste e delle coalizioni vanno messi sulle schede in orizzontale secondo l'ordine risultante dai sorteggi;
- In ogni scheda vi possono essere al massimo 4 righe contenente i simboli;
- Sulle schede i contrassegni delle liste collegate appartenenti alla stessa coalizione sono riprodotti di seguito, in linea orizzontale, uno accanto all'altro, su un'unica riga, all’interno di un più ampio riquadro;
- Solo quando una coalizione ha almeno 5 liste ha diritto ad avere una riga intera dedicata;
- Il numero massimo di simboli su ogni riga è 10. Tale numero può essere aumentato se una coalizione è composta da più di 10 liste;
Alla legge c’è allegata una tabella contenente il facsimile della scheda (foto).
http://lanebbia.splinder.com/tag/politica
07/04/08
Franceschini sui rifiuti
Il Popolo della libertà ha "strumentalizzato" l'emergenza rifiuti in Campania per "guadagnare qualche consenso". Una cosa "deprimente", dice Dario Franceschini.
Il sito di Dario Franceschini
Il vice di Veltroni, parlando con i giornalisti nel capoluogo partenopeo, ha dichiarato di aver "girato un po' per la città di Napoli" ma ha osservato: "Mi sembra un'immagine un po' diversa da quella che si vede in televisione. E' chiaro che c'è stata un'emergenza che in parte si sta superando", ha detto Franceschini.
Pur sottolineando come occorrano "interventi strutturali", Franceschini ha difeso l'operato del commissario straordinario Gianni De Gennaro. "Abbiamo sostenuto e sosteniamo il prefetto De Gennaro nel lavoro delicato e difficile che gli è stato
assegnato. Si è rimboccato le maniche e si è messo a lavorare - ha continuato - mentre altri si sono preoccupati solo di mostrare il più possibile immagini di repertorio per guadagnare qualche consenso da qualche altra parte d'Italia non accorgendosi del danno che, in questo modo, viene fatto a tutto il Paese e non solo a Napoli e alla Campania. Il danno che viene fatto all'immagine ha amplificato un problema che andava risolto e si sta risolvendo ma - ha concluso Franceschini - strumentalizzarlo in campagna elettorale è veramente un'altra delle cose deprimenti a cui abbiamo assistito".
Rottamiamo il petrolio
“Abbiamo assoluto bisogno di un Paese che si impegni in materia di risparmio energetico e sviluppi nuove tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Walter Veltroni, intervenendo a Taranto, lancia il progetto del PD sul tema energia e ambiente.Un piano che da una parte si concentra sulla promozione di nuove fonti di energia, e dall’altra spinge sulla necessità di mutamenti negli stili di vita dei cittadini, al fine di favorire uno sviluppo sempre più compatibile con un virtuoso rapporto tra attività umane e condizione climatica del pianeta.
“Abbiamo bisogno di riconvertire le nostri fonti di energia – ha sottolineato Veltroni – e per fare questo ci vogliono scelte coraggiose e radicali, serve una nuova spinta, una concezione moderna del termine ambientalismo. Non abbiamo bisogno del no a tutto.
Serve un grande piano di incentivazione all’uso di pannelli solari, che consenta, in pochi anni, di alimentare tutti gli edifici pubblici con energia solare. E in un paese come l’Italia, sfruttare il sole non dovrebbe rappresentare un problema…”.
Non solo, “occorre ridurre gli imballaggi degli oggetti che compriamo, dobbiamo cambiare le lampadine che usiamo con quelle a basso consumo energetico, dobbiamo cambiare abitudini e comportamenti. Dobbiamo portare a termine un ciclo moderno di rifiuti, come succede in tutti gli altri paesi europei”. Tutte cose che in Italia non è ancora stato possibile realizzare, proprio a causa della politica del “no” dei veti, dei conservatorismi e della paura. “tutti hanno paura dei cambiamenti – ha detto il leader del PD – ma noi dobbiamo imparare a governarli i cambiamenti. E per farlo abbiamo dalla nostra parte la scienza, non bisogna avere paura della scienza. E non bisogna credere e a chi dice che prima si stava meglio. Non è vero, abbiamo fatto grandissimi passi in avanti, e ora dobbiamo proseguire”. E in questo contesto, “la riconversione ambientale dell’economia è una delle grandi realtà con cui fare ripartire il Pil”.
Un impegno, quello sottolineato da Veltroni, che il Partito Democratico si è assunto fin dal momento della sua nascita e che può essere riassunto con lo slogan “L’ambientalismo del fare”. Un concetto, questo, che viene ribadito nelle piazze e d’Italia in occasione della “Giornata del Sole”, con una serie di iniziative di sensibilizzazione, promosse direttamente sul territorio, per illustrare alla gente le proposte del PD in materia in tema di energia, di ambiente e di lotta ai cambiamenti climatici.
“Per noi – ha spiegato il responsabile Ambiente Roberto Della Seta – la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, in particolare l’obiettivo riassunto dallo slogan ‘rottamare il petrolio’, puntando sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica, non solo è per l’Italia la via obbligata dettata dal Protocollo di Kyoto e dalle scelte dell’Unione europea per ridurre le emissioni di gas climalternati, ma è anche una delle strade principali per promuovere l’innovazione tecnologica, la creazione di nuova occupazione e per abbassare i costi energetici delle famiglie e delle imprese”.
Risparmio energetico e uso di fonti rinnovabili
Obiettivi del ddl che il PD porterà in Consiglio dei ministri
Il disegno di legge si articola in un complesso di misure volte al conseguimento delle compatibilità ambientali previste entro il 2020 attraverso il pieno coinvolgimento dei territori e di tutte le categorie interessate. Tra i provvedimenti proposti, quello di rendere permanete il meccanismo di incentivazione fiscale, tramite detrazioni, a favore degli investimenti sostenuti dai cittadini per l’installazione di pannelli solari. Una misura diretta, che contribuisca a superare l’attuale incertezza legata alla presenza o meno di dette misure nelle manovre finanziarie di fine anno. Quanto agli enti pubblici, l’obiettivo è che, tramite un mirato sostegno finanziario, si sostituiscano gli impianti e le apparecchiature per il riscaldamento degli edifici che utilizzano combustibili fossili, con impianti e apparecchiature ad energia solare.
Un importante insieme di misure è inoltre indirizzato alle amministrazioni pubblici al fine di renderle partecipi dello sforzo per la riduzione dei consumi energetici e per lo sviluppo di fonti di energia rinnovabili. In particolare, si è previsto l’obbligo per le nuove costruzioni dell’istallazione dei pannelli solari termici (attualmente previsto solo per il solare fotovoltaico), nonché la semplificazione della procedura di autorizzazione, attraverso la semplice comunicazione. Le amministrazioni dovranno inoltre prevedere la realizzazione di sistemi di illuminazione pubblica secondo tecnologie e metodiche che assicurino risparmio energetico, utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e di limitazione dell’inquinamento luminoso.
Si istituisce poi un Fondo per l’efficienza energetica, con lo stanziamento di 100 milioni di euro all’anno per cinque anni, cui possano accedere gli enti pubblici, in forma singola o associata, per progetti di risparmio e di efficienza energetica. Si affronta il tema dei trasporti e del suo impatto sui consumi energetici e le emissioni di gas serra, favorendo specifici aggiornamenti del Piano generale dei trasporti finalizzati a:
a) ridurre le emissioni di gas serra e le emissioni inquinanti, in particolare nelle aree urbane;
b) promuovere il riequilibrio modale favorendo il trasporto su ferro, il cabotaggio, il trasporto collettivo e la mobilità ciclo-pedonale e la sua integrazione coi trasporti collettivi;
c) decongestionare il traffico nei centri urbani;
d) assicurare una migliore mobilità sul territorio nazionale e i collegamenti internazionali, con interventi coerenti ed integrati negli ammodernamenti e nelle nuove realizzazioni di infrastrutture e nella loro gestione.
e) ridurre la dipendenza del nostro paese dalle fonti non rinnovabili, con particolare attenzione alla riduzione del petrolio.
Per raggiungere questi obiettivi, i piani e i programmi per la mobilità regionale e locale si dovranno conformare, mentre uno specifico sforzo finanziario è finalizzato a incentivare l’acquisto di autobus pubblici a metano e per promuovere il trasporto collettivo sul ferro nel trasporto locale e urbano (300 milioni di euro all’anno per cinque anni) e per l'avvio del piano "1000 treni pendolari" (300 milioni di euro all'anno per cinque anni), più specifiche misure per favorire la diffusione dei biocarburanti e potenziare la rete di distribuzione del metano e del gpl per autotrazione.
Una particolare attenzione è dedicata poi al tema dell’informazione dei consumatori e utenti attraverso il sistema di fatturazione dei consumi elettrici e di gas anche al fine di favorire comportamenti virtuosi da parte dei cittadini. Ugualmente, si prevede che nell’ambito del sistema scolastico si attivino, nel rispetto del principio dell’autonomia didattica, forme di conoscenza da parte delle nuove generazioni di comportamenti rispettosi dell’ambiente, del risparmio energetico e dell’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, dell’uso del suolo e difesa del territorio, dell’uso razionale delle risorse naturali ed in particolare dell’acqua. Infine, per assicurare il dovuto coordinamento e la dovuta semplicità applicativa, si è prevista una delega legislativa volta proprio alla scrittura di un testo unico di tutte le disposizioni dedicate al risparmio energetico e alla diffusione delle fonti rinnovabili, anche al fine di rendere più omogenee e semplici le procedure amministrative dedicate a tale comparto, problema, quest’ultimo, che da più parti viene segnalato come uno dei principali ostacoli alla piena diffusione di tali tecnologie e comportamenti.
05/04/08
la mia agenda2
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Buon week end a tutti!!!
Beh io sono in giro per gli incontri elettorali (vedi agenda sopra) ma voi se non venite andate al cinema! E' anche uscito Juno che dicono sia un bel film.
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