03/12/14

(Er) Rifiuti Parma. Comune: inceneritore è sotto-utilizzato

Ma sfora i tetti autorizzati sulle quantità bruciabili ogni ora

L'inceneritore di Parma è sotto-utilizzato (rispetto a previsioni e alle quantità di pattume che è autorizzato a bruciare) e non è ancora classificabile come impianto di recupero energetico e per questo potrebbe non essere soggetto al conferimento di rifiuti da altri ambiti nazionali come previsto dall'articolo 35 del decreto Sblocca Italia. A sostenerlo è il Comune ducale retto da Federico Pizzarotti che, nel pieno della bufera sui compensi dei manager Iren, torna a fare le pulci all'impianto di Ugozzolo. L'amministrazione comunale, con l'aiuto del consulente Marco Caldiroli, ha infatti passato sotto la lente il recente report presentato da Iren sul funzionamento dell'inceneritore a settembre, rilevando "alcuni elementi da approfondire e seguire". Tra questi, appunto, il fatto che il forno non potrebbe essere inserito nell'elenco degli impianti strategici nazionali previsti dal decreto Sblocca Italia, "fino a che non sarà completato l'iter della classificazione e rimarranno i vincoli autorizzativi vigenti" con il conferimento, quindi, dei soli rifiuti di Parma. Secondo il Comune, inoltre, "il report conferma che il forno inceneritore, per i primi nove mesi dell'anno, è stato utilizzato al di sotto delle sue potenzialit e delle previsioni autorizzative, in particolare per quanto riguarda i rifiuti urbani avviati a smaltimento, a conferma del fatto che l'impianto è comunque sovradimensionato rispetto ai bisogni della provincia di Parma" e che "con l'incremento della raccolta differenziata si e' notevolmente ridotta la quantità di rifiuti da conferire al forno".

Infine l'analisi firmata dal dirigente del settore Ambiente del Comune mette in evidenza una criticità relativa al superamento della cosiddetta soglia oraria, corrispondente alla "capacità nominale" indicata nell'autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciata dalla Provincia di Parma. Tale soglia corrisponde a 8,125 tonnellate all'ora, mentre dall'elaborazione del report risulta che sono state in media bruciate quantità superiori di rifiuti (una media di circa 10 tonnellate per ora di funzionamento). Ciò, sostiene il Comune, "perchè i rifiuti avviati a smaltimento presentavano un potere calorifico minimo inferiore a quello di progetto e, quindi, per saturare termicamente l'impianto, si è reso necessario incrementare la quantità in alimentazione". Infine anche "una maggiore quota dei rifiuti speciali rispetto a quelli urbani evidenzia la distanza tra progetto e evoluzione della situazione nella gestione dei rifiuti". Le osservazioni del Comune sono state trasmesse anche alla Provincia il 27 novembre scorso, a seguito della settima seduta della conferenza dei servizi sul Paip del 3 ottobre, ed alla successiva richiesta di parere da parte della Provincia con nota del 13 novembre. Il Comune di Parma promette infine che "continuerà a seguire assiduamente l'attivita' del forno inceneritore nell'ambito delle sue competenze e ad informare i cittadini sul funzionamento dell'impianto".


(DIRE)

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