Ma sfora i tetti autorizzati sulle quantità bruciabili ogni ora
L'inceneritore di Parma è sotto-utilizzato (rispetto a
previsioni e alle quantità di pattume che è autorizzato a bruciare) e
non è ancora classificabile come impianto di recupero energetico e per
questo potrebbe non essere soggetto al conferimento di rifiuti da altri
ambiti nazionali come previsto dall'articolo 35 del decreto Sblocca
Italia. A sostenerlo è il Comune ducale retto da Federico Pizzarotti
che, nel pieno della bufera sui compensi dei manager Iren, torna a fare
le pulci all'impianto di Ugozzolo. L'amministrazione comunale, con
l'aiuto del consulente Marco Caldiroli, ha infatti passato sotto la
lente il recente report presentato da Iren sul funzionamento
dell'inceneritore a settembre, rilevando "alcuni elementi da
approfondire e seguire". Tra questi, appunto, il fatto che il forno non
potrebbe essere inserito nell'elenco degli impianti strategici nazionali
previsti dal decreto Sblocca Italia, "fino a che non sarà completato
l'iter della classificazione e rimarranno i vincoli autorizzativi
vigenti" con il conferimento, quindi, dei soli rifiuti di Parma. Secondo
il Comune, inoltre, "il report conferma che il forno inceneritore, per i
primi nove mesi dell'anno, è stato utilizzato al di sotto delle sue
potenzialit e delle previsioni autorizzative, in particolare per
quanto riguarda i rifiuti urbani avviati a smaltimento, a conferma del
fatto che l'impianto è comunque sovradimensionato rispetto ai bisogni
della provincia di Parma" e che "con l'incremento della raccolta
differenziata si e' notevolmente ridotta la quantità di rifiuti da
conferire al forno".
Infine l'analisi firmata dal dirigente
del settore Ambiente del Comune mette in evidenza una criticità
relativa al superamento della cosiddetta soglia oraria, corrispondente
alla "capacità nominale" indicata nell'autorizzazione integrata
ambientale (Aia), rilasciata dalla Provincia di Parma. Tale soglia
corrisponde a 8,125 tonnellate all'ora, mentre dall'elaborazione del
report risulta che sono state in media bruciate quantità superiori di
rifiuti (una media di circa 10 tonnellate per ora di funzionamento).
Ciò, sostiene il Comune, "perchè i rifiuti avviati a smaltimento
presentavano un potere calorifico minimo inferiore a quello di progetto
e, quindi, per saturare termicamente l'impianto, si è reso necessario
incrementare la quantità in alimentazione". Infine anche "una maggiore
quota dei rifiuti speciali rispetto a quelli urbani evidenzia la
distanza tra progetto e evoluzione della situazione nella gestione dei
rifiuti". Le osservazioni del Comune sono state trasmesse anche alla
Provincia il 27 novembre scorso, a seguito della settima seduta della
conferenza dei servizi sul Paip del 3 ottobre, ed alla successiva
richiesta di parere da parte della Provincia con nota del 13 novembre.
Il Comune di Parma promette infine che "continuerà a seguire
assiduamente l'attivita' del forno inceneritore nell'ambito delle sue
competenze e ad informare i cittadini sul funzionamento dell'impianto".
(DIRE)
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