06/07/14
Terra dei fuochi, doppio allarme
Bambini e donne ad alto rischio, sconvolgenti i dati sui ricoveri di neonati malati di tumore e di leucemia.Nel primo anno di vita eccesso di incidenza dei tumori del sistema nervoso centrale.
È vero o no che nella Terra dei fuochi che i tumori sono più diffusi, che si muore di più? Ed è vero o no che si muore a causa dei rifiuti tossici e dei roghi? L'aggiornamento dello studio «Sentieri» dell'Istituto Superiore di Sanità non fornisce una risposta netta, né affermativa né negativa. Nelle 12 pagine della relazione introduttiva il nesso causale è profilato cinque volte. A pagina 2, a pagina 9, due volte a pagina 10, e a pagina 11, dove si afferma: «I risultati del piano di sorveglianza epidemiologica qui presentati hanno corroborato la nozione di un carico di patologia, nell'area in esame, per il quale le esposizioni a emissioni e rilasci dei siti di smaltimento e combustione illegale dei rifiuti possono avere svolto un ruolo causale o concausale». Insomma i ricercatori non si sbilanciano esplicitamente, ma sembra proprio che considerino «colpevole» l'immondizia.
Eppure sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità è comparsa una sorta di precisazione che ribadisce: «“Sentieri” è uno studio di tipo “ecologico” ovvero non prende in considerazione le esposizioni dei singoli individui a particolari inquinanti, ma piuttosto esamina la situazione sanitaria delle popolazioni che risiedono in luoghi in cui sono presenti sorgenti di inquinamento. Pertanto le sue caratteristiche metodologiche non consentono, in linea generale, la valutazione di nessi causali, permettono tuttavia di individuare situazioni di possibile rilevanza sanitaria da approfondire con studi mirati». Quindi lo studio ha scoperto che la Terra dei fuochi è un'area «di possibile rilevanza sanitaria». Ed è servito a capire che occorrono altri studi.
Per fortuna da un certo punto di vista, ma purtroppo non da altri non è questa la sola cosa rivelata da «Sentieri». Dai dati emerge infatti che nella Terra dei fuochi c'è una maggiore diffusione di tumori, ovviamente una maggiore ospedalizzazione e una mortalità in eccesso rispetto alla media regionale, sia nei 32 comuni che rientrano nel territorio della Provincia di Napoli che nei 23 della Provincia di Caserta, sia tra gli uomini che tra le donne. Significativi proprio i dati che riguardano le donne: l'indice è a 113 nei comuni napoletani e a 106 in quelli casertani. Gli uomini comunque superano la media regionale (fissata a 100), ma si fermano rispettivamente a 110 e a 104. E il dato femminile è una novità. La relazione spiega che è stato individuato il gruppo di patologie per le quali sussiste un eccesso di rischio in entrambi i generi per tutti i tre indicatori utilizzati (mortalità, ricoveri, incidenza tumorale), costituito da tumori maligni dello stomaco, del fegato, del polmone, della vescica, del pancreas, della laringe, del rene, linfoma non Hodgkin.
E sottolinea che il tumore della mammella è in eccesso in tutti gli indicatori. In provincia di Caserta rilevanti eccessi in entrambi i generi per mortalità e ricoveri relativi ai tumori maligni dello stomaco e del fegato. I tumori del polmone, della vescica e della laringe risultano in eccesso tra i soli uomini. Dallo studio, tuttavia, emerge anche che l'incidenza non è disponibile per i comuni del Casertano, per assenza del Registro dei tumori. Infatti i dati utilizzati sono quelli dell'Istat fino al 2011 e quelli del Registro tumori dell'Asl Napoli 3. Un paradosso, soprattutto considerando la situazione, e lo stesso studio sottolinea che «nell'ambito dell'epidemiologia dei tumori, l'incidenza è considerata un indicatore più valido della mortalità». E infatti nella Terra dei fuochi, per quanto riguarda la salute infantile «non si osservano eccessi di mortalità».
Sono tuttavia sconvolgenti i dati sui ricoveri di neonati malati di tumore e di leucemia. Nei comuni in Provincia di Napoli l'incidenza è rispettivamente 151 e 145. Sempre nel primo anno di vita, si osserva in particolare un eccesso di incidenza dei tumori del sistema nervoso centrale. Per i quali l'indice è alto (117) anche in età pediatrica (0-14 anni) e adolescenziale (fino a 19 anni). Ancora maggiore l'eccesso di bambini ricoverati per tutti i tumori in Provincia di Caserta (168), in particolare per quelli del sistema nervoso centrale (189).
Sebbene i numeri relativi ai bambini malati e alla mortalità femminile colpiscano, il quadro generale che emerge dallo studio non è difforme da quello tracciato già nel 2004 per l'area compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano, «famosa per il forte aumento della mortalità per cancro dovuto allo smaltimento illegale di rifiuti tossici da parte della camorra», come spiegava l'articolo firmato da Kathryn Senior e Alfredo Mazza, ricercatore del Cnr di Pisa, pubblicato dieci anni fa dalla prestigiosa rivista scientifica internazionale The Lancet Oncology con il titolo «Italian “Triangle of death” linked to waste crisis», cioè «Il “Triangolo della morte” italiano collegato alla crisi dei rifiuti». Seguì nel 2007 uno studio epidemiologico di Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituto Superiore di Sanità, Cnr e Regione Campania che monitorò la mortalità per tumori e le malformazioni congenite in 196 comuni campani tra il 1994 e il 2002.
Emersero nuovamente mortalità e malformazioni congenite in eccesso in aree «interessate dalla presenza di discariche e siti di abbandono incontrollato di rifiuti», ma si sosteneva che «è comunque difficile stabilire se la corrispondenza dei numerosi eccessi con la possibile occorrenza di esposizioni legate allo smaltimento dei rifiuti sia di natura causale». Nel 2004 tanti dubbi non c'erano, nel 2007 cominciarono a radicarsi, oggi invece di fugarli l'ennesimo studio conferma brutte notizie e incertezza sulle cause. Del resto le ecoballe, quasi sei milioni per circa cinque milioni di tonnellate di monnezza, sono accatastate qua e là nella Terra dei fuochi fin da vent'anni fa. E il problema di cosa fare dei rifiuti della provincia di Napoli è irrisolto da 1996, quando l'allora sindaco Bassolino decise di chiudere la discarica di Pianura. E nemmeno l'incombente maxi multa europea sembra fare paura alle amministrazioni comunali.
Pubblicato da
Alessandro Bratti
alle
10:40
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