Un convegno promosso dalla Cia a Bruxelles per creare un dibattito
aperto sull'importanza di mettere al centro delle politiche agricole i
giovani. Una questione che interessa l'intera Ue, con una media del 6%
di agricoltori "under 35" rispetto a un terzo di agricoltori "over 65".
"Senza i giovani non può esistere crescita e sviluppo per il settore
agricolo. Servono incentivi e strumenti per favorire il loro ingresso".
"Terra
ai giovani": questo è lo slogan che ha ispirato il convegno promosso
dalla Cia a Bruxelles per affrontare il problema del ricambio
generazionale nel settore primario, individuando proposte e opportunità.
Un dibattito di alto profilo a cui hanno preso parte il presidente
della Cia Dino Scanavino, la presidente dell'Agia Maria Pirrone, il
presidente del Ceja Matteo Bartolini, l'ambasciatore Marco Peronaci,
rappresentante permanente aggiunto d'Italia presso l'Ue, oltre che
rappresentanti delle Istituzioni europee, delle Regioni italiane in
Europa e gli europarlamentari De Castro, Zullo, Giuffrida, Zanonato e
Dorfmann. Le riflessioni emerse hanno messo in luce il ruolo strategico
dell'agricoltura e dell'ambiente all'interno dell'Europa per creare uno
sviluppo sostenibile, passando per un indispensabile ricambio
generazionale nel settore, attualmente frenato da diverse barriere
all'ingresso: accesso alla terra, burocrazia, "credit crunch". Sia in
Europa che in Italia sono attive misure interessanti per i giovani, ma
ancora non pienamente sufficienti per imprimere quell'accelerazione che
invece servirebbe.
"Non può esistere crescita e sviluppo per il settore agricolo senza i giovani. C'è bisogno di incentivi e strumenti per favorire il loro ingresso nel comparto -ha sottolineato il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino. Confidiamo che il prossimo Expo, assieme ad alcune misure contenute nella Pac e nei provvedimenti varati dal governo, possano attivare un percorso virtuoso che renda sempre più appetibile lavorare la terra". Per Maria Pirrone, presidente dell'Agia, "il ricambio generazionale in agricoltura rimane un grande problema, in Italia ancor più che in altri paesi dell'Ue. Basti pensare ha affermato che registriamo una ulteriore contrazione delle presenza dei giovani nelle imprese agricole nonostante la crescita delle iscrizioni alle facoltà di Agraria e agli Istituti tecnici per l'agricoltura". Matteo Bartolini, presidente del Consiglio europeo dei giovani agricoltori (Ceja), ha evidenziato come "è tempo di trovare nuovi strumenti in grado di rendere accessibile la terra ai giovani, con una garanzia bancaria europea che accompagni il neo imprenditore nell'accesso al credito durante i primi anni di attività, quando è molto difficile -se non impossibile- arrivare subito a un reddito soddisfacente".
Dal canto suo il rappresentante permanente aggiunto d'Italia presso l'Ue, l'ambasciatore Marco Peronaci, ha sostenuto che "per l'Italia i temi agricolo e ambientale dovranno costituire dei pilastri strategici nella revisione della strategia Europa 2020, come opportunità di sviluppo e quindi di lavoro per le nuove generazioni. Convegni come questi, con il coinvolgimento di tutti gli attori in campo ha proseguitopossono essere propedeutici per individuare, attraverso l'analisi delle reali problematiche presenti nel settore, quelle linee guida che dovrebbero ispirare scelte politiche lungimiranti in Europa, a tutto vantaggio del benessere collettivo e quindi dei singoli Stati membri".
di Marilisa Romagno
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