19/06/14

(Er) Mafie. Post-sisma, 31 aziende non ammesse alle White List

 Prefetto Bologna: dopo l'estate tornata di controlli

Sono 31 in tutto le aziende in Emilia-Romagna non ammesse alle white list per la ricostruzione post-sisma. Nello specifico a Reggio Emilia i controlli antimafia hanno bocciato 10 imprese (236 le iscrizioni contro 821 istanze), 11 a Modena (1.360 le iscrizioni su 4.200 richieste), tre a Ferrara (677 su 1.228) e sette a Bologna (453 su 788). I dati sono stati forniti oggi dalla Prefettura di Bologna che ha convocato la stampa dopo la Conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza. Nel complesso gli uffici antimafia delle Prefetture della regione hanno ricevuto oltre 32.000 istanze nel 2013, adottando 28 interdittive. A destare maggiore preoccupazione in Emilia-Romagna, spiega il prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano, è il fenomeno della 'ndragheta, che risulta quello più radicato in tutta la regione. E non è un caso se l'unico processo in corso per associazione mafiosa in Emilia-Romagna, e precisamente a Bologna, sia quello a Nicola Femia, presunto boss della 'ndrangheta. Presenza particolarmente attiva è quella della 'ndrina "Grande Aracri", insediata in provincia di Reggio Emilia, ma con propaggini nel bolognese, nel modenese e nel parmense. Un altro dato messo in rilievo dalla Prefettura e' che mezzi intestati a soggetti ritenuti vicino al clan Arena, anche questo calabrese, hanno trasportato oltre il 26% dei conferimenti in regione (cioe' relativi a materiali di scavo). Proprio due mesi fa un'operazione della Dda aveva portato in carcere o ai domiciliari 13 persone ritenute affiliate a questa cosca. 
 Per evitare che la criminalità organizzata entri nei cantieri, spiega Sodano, oltre ai controlli a monte, vanno fatti anche quelli in corso d'opera. Un punto, questo, su cui le Prefetture vogliono tenere alta l'attenzione tant'è che alla ripresa dei lavori dopo l'estate è prevista una massiccia verifica direttamente sul campo. Verifica che riguardera' anche le 'cooperative spurie' che per loro natura possono prestare il fianco a infiltrazioni di criminalita' organizzata. Nella riunione di oggi si e' discusso anche della possibilità di adottare il sistema "Sciamano" (Sistema Controllo Integrato Anti Mafia per Appalti graNdi Opere), per ora in uso solo in Calabria sugli appalti pubblici. Si tratta di un mezzo informatico che permette di controllare in tempo reale i cantieri.

(DIRE)

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