24/06/14

Ambiente: rilancio delle politiche per le aree protette

È un forte appello al rilancio delle politiche per le aree protette quello che giunge da Fontecchio (AQ) dove per due giorni le maggiori Associazioni ambientaliste italiane  ed i principali attori istituzionali e sociali, insieme a nomi di primo piano dell’ambientalismo, della ricerca e della cultura italiana, si sono confrontati sul presente e sul futuro dei parchi e delle altre aree naturali protette italiane.

Le difficoltà vissute dalle aree protette sono principalmente il frutto di una marginalizzazione culturale e persino di un fraintendimento strumentale, delle loro funzioni essenziali, per non dire delle pressioni indebite che spesso giungono dalla cattiva politica, come conferma l’incontro di Fontecchio che ha affrontato numerosi temi tra cui la conservazione della biodiversità, il rapporto con paesaggio, territorio e beni culturali, la gestione dei conflitti, la dimensione di beni comuni, l’educazione ambientale e la comunicazione.
Al contrario CTS, FAI, Italia Nostra, Lipu-BirdLife Italia, Mountain Wilderness Italia, Federazione ProNatura, Touring Club Italiano, WWF Italia ribadiscono che quello dei Parchi deve essere un ruolo sempre più centrale, non solo per la conservazione degli ecosistemi e del prezioso capitale naturale da cui dipende il nostro benessere presente e futuro, ma persino per il rilancio più generale del progetto Italia, considerati gli straordinari valori custoditi e rappresentati dalle aree protette e le loro potenzialità in termini di biodiversità, buon uso delle risorse, modelli di sostenibilità, attrattività turistica, buona economia.

Si tratta del resto di obiettivi pienamente in linea con i grandi temi del dibattito internazionale che non a caso saranno al centro del V° Congresso Mondiale dei Parchi della IUCN (Unione Internazionale della Conservazione della Natura) programmato a Sydney dal 14 al 19 novembre 2014, dal titolo Parks, people, planet: inspiring solutions.

“Da Fontecchio – affermano le associazioni Mountain Wilderness,  CTS, FAI, Italia Nostra, Lipu-BirdLife Italia, , Federazione ProNatura, Touring Club Italiano, WWF Italia che hanno organizzato la due giorni – emergono per Governo e Parlamento richieste per sei preliminari azioni prioritarie :

1.    riavviare un confronto realmente approfondito e partecipato sulla proposta di riforma della legge quadro sulle aree protette attualmente in discussione al Senato; riforma che è molto lontana da ciò di cui la nazione ha oggi bisogno e che non aiuta il raggiungimento dei fini costitutivi delle aree naturali protette;

2.    assicurare nella prossima Legge di Stabilità le risorse finanziarie e professionali necessarie per una efficace gestione delle nostre aree protette, in particolare quelle marine aumentate di numero con un’ulteriore riduzione di fondi per la gestione ordinaria;

3.    vincolare i finanziamenti per le aree protette alle azioni da svolgere per la conservazione della biodiversità e la tutela rigorosa del paesaggio, ed ottenere un’implementazione di tali azioni e un loro attento monitoraggio;

4.    sanare la situazione ormai insostenibile che vede ben 20 parchi nazionali sui 23 esistenti senza consiglio direttivo (alcuni parchi si trovano in questa situazione da oltre 7 anni);

5.    convocare la terza Conferenza nazionale sulle aree protette, da troppo tempo attesa;

6.    adottare, attraverso un processo partecipato aperto a tutti i soggetti interessati alla tutela della biodiversità e del paesaggio, una Carta delle Aree naturali protette che rilanci la missione dei Parchi quale snodo “alto” di un globale progetto di  gestione delle risorse naturali e culturali.

Sono richieste che toccano aspetti essenziali per il futuro dei parchi, quali quelli politici, finanziari, programmatici, organizzativi, culturali. Aspetti, che non possono essere più elusi, pena un danno grave al sistema delle aree protette e un inquinamento ulteriore del dibattito intorno ad esse.

Gli operatori e responsabili degli Enti di gestione dei Parchi hanno evidenziato come le manovre di stabilità della spesa pubblica hanno introdotto procedure che stanno impedendo la loro azione, non consentendo operativamente di fare molte attività istituzionali a cui sono preposti. Gli Enti parco sono Enti pubblici atipici, con caratteristiche e funzioni non paragonabili ad altri, e necessitano quindi interventi che devono essere commisurati e proporzionati alle loro specifiche funzioni.

Le Associazioni sollecitano gli Enti gestori dei parchi e Riserve naturali ad assumere pienamente un ruolo centrale in questo dibattito, riscoprendo il loro compito fondamentale di tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale del Paese. La Natura italiana ha bisogno di competenza, inventiva, capacità decisionale e coraggio. Gli Enti gestori di Parchi e Riserve più di ogni altro soggetto istituzionale devono mettere in campo tali qualità aprendosi al confronto con il mondo esterno, forti dell’interesse costituzionale alla tutela dell’ambiente e della salute loro riconosciuto.
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Il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha inviato alle Associazioni riunite a Fontecchio un video messaggio nel quale ha ribadito che “i Parchi sono una risorsa essenziale per lo sviluppo del nostro Paese, ma serve un salto di qualità”, sottolineando per questo l’impegno del Governo a “mettere la salvaguardia della natura tra i punti prioritari della guida italiana del semestre europeo “.

La due giorni di Fontecchio, sostenuta dalla preziosa collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Fontecchio, ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori di varie Università italiane, Presidenti, Direttori e personale tecnico degli Enti Parco, rappresentanti nazionali delle maggiori Associazioni ambientaliste e di vari rilevanti portatori di interesse, per concludersi con una sessione speciale dedicata ai parchi dell’Abruzzo.
La situazione nella “Regione dei Parchi” è estremamente problematica a causa di tutta una serie di progettati interventi infrastrutturali (dal Piano di sviluppo sciistico sul Gran Sasso al cd Protocollo Letta) che minaccerebbero specie ed habitat tutelati, eroderebbero il valore di paesaggi di grande fascino e avvilirebbero il significato stesso dei Parchi. Per la Regione Abruzzo è arrivato il momento di riaffermare con forza la propria vocazione di tutela ambientale come strumento per una corretta valorizzazione del territorio. In tale prospettiva la proposta di candidare l’insieme dei Parchi naturali abruzzesi come monumento del mondo (World Heritage) dell’UNESCO, deve essere tenacemente perseguita.

Le otto associazioni che hanno promosso e contribuito all’organizzazione del convegno hanno preso l’impegno di elaborare un documento di sintesi del dibattito delle due giornate, al quale verrà dato il nome di Charta di Fontecchio.

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