Il premier il giorno dopo il trionfo del Pd: "La speranza ha vinto contro la rabbia. Non ci sono più alibi per rinviare le riforme. Se l'Europa abbandona l'austerity, pronto un piano keynesiano da 150 miliardi". Fiducia nel patto con Fi. E assicura: "Arriviamo al 2018"
"Messaggio ricevuto: ora è il momento di accelerare su tutto. E se
devo essere sincero: no, non mi aspettavo un risultato alle europee con
proporzioni così grandi.
Per alcuni aspetti è quasi
commovente perché hai una forte responsabilità, non devi sbagliare un
colpo". Così il premier Matteo Renzi ha commentato in serata lo
straordinario risultato elettorale del Pd, nel salotto di Porta a porta.
"E' anche un risultato che rafforza quella parte d'Italia che ci crede e
tra le urla e le proposte ha scelto di stare con le proposte. Basta con
il clima da guerra civile. E' chiaro che il derby finale tra Berlusconi
e Grillo, con toni così alti, ha aperto la strada a chi dice 'stavolta
do il voto al Pd, al governo, a una proposta'", ha continuato Renzi.
"Quest'Europa
non ha convinto. Ma se cambierà le sue politiche di rigore", ha
aggiunto Renzi, "e se si aprirà alla crescita potremo fare un'operazione
keynesiana straordinaria in cinque anni: più di 150 miliardi di euro". E
che dirà la Merkel? "Sono assolutamente convinto che in tutte le
istituzioni europee sia molto forte la consapevolezza che ora bisogna
cambiare", ha spiegato Renzi, "l'Italia andrà dalla Merkel a mostrare le
riforme. Solo così siamo credibili, perché loro le riforme le hanno
fatte".Poi il premier è tornato a parlare del nostro Paese: "In Italia non è mai responsabile nessuno. Siccome io penso di essere il responsabile, se le cose non vanno la colpa sarà tutta mia". Renzi ha sostenuto la necessità di una legge elettorale che "individui chi vince o chi perde" e "consenta di avere un vincitore che è il responsabile". E sulle riforme: "Su quella del Senato siamo a un passo dalla soluzione: la commissione ha finito il termine per gli emendamenti e da questa settimana bisogna rimettersi subito in moto e correre. Bisogna superare il bicameralismo perfetto".
Parole di grande soddisfazione, dunque, come quelle che il premier aveva espresso nella conferenza stampa mattutina, il giorno dopo la storica vittoria alle elezioni europee del Pd, che ha chiuso al 40,8%, doppiando di fatto il M5S: "L'Italia c'è e non si rassegna, non si spaventa di fronte alle minacce. E' un Paese migliore di quel che pensiamo, è più forte delle paure che l'attraversano e adesso è in grado di incidere in Europa".
"Si è trattato di un voto di speranza straordinario, non di un referendum sul governo", aveva chiarito il premier, anche se, di fatto, ha avuto la legittimazione che cercava. Non mancando di sottolineare che il Pd è il primo partito del gruppo S&D, l'area socialdemocratica europea, e ha ottenuto più seggi della Spd tedesca (31 a 27), il partito di Martin Schulz.
Poi l'ironia: "Qualcuno mi ha rinfacciato che ho festeggiato poco ha continuato Renzi ma preferisco mantenere il senso della realtà. Ora non c'è più tempo per rinviare le riforme, non ci sono più alibi. Vogliamo arrivare al 1° luglio (giorno di inizio del semestre europeo a guida italiana, ndr) con umiltà, responsabilità e precisione".
"Il risultato di stanotte ci suggerisce ha aggiunto il premier che il cambiamento che abbiamo promesso deve arrivare in tempi ancora più veloci di quelli prospettati". E infine: "Il fatto che il 40% di italiani abbia espresso per la prima volta la propria fiducia in un partito di centrosinistra significa che è stato dato alla speranza il doppio dei voti rispetto alla rabbia".
Quanto alle ripercussioni del voto sugli equilibri politici interni e sull'intesa con Forza Italia sulle riforme, Renzi ha la certezza che il voto non cambierà le intese sull'Italicum: "Sono sicuro - ha spiegato - che Forza Italia non abbandonerà il percorso fatto fin qui". Sul flop dei Cinque Stelle, ha aggiunto: "Mi auguro che il risultato apra una riflessione seria all'interno del M5s". E invita i grillini a dimostrare "buona volontà" e a partecipare al tavolo delle riforme: "Noi siamo convinti che la nuova legge elettorale deve essere una grande riforma da scrivere insieme".
"Si è trattato di un voto di speranza straordinario, non di un referendum sul governo", aveva chiarito il premier, anche se, di fatto, ha avuto la legittimazione che cercava. Non mancando di sottolineare che il Pd è il primo partito del gruppo S&D, l'area socialdemocratica europea, e ha ottenuto più seggi della Spd tedesca (31 a 27), il partito di Martin Schulz.
Poi l'ironia: "Qualcuno mi ha rinfacciato che ho festeggiato poco ha continuato Renzi ma preferisco mantenere il senso della realtà. Ora non c'è più tempo per rinviare le riforme, non ci sono più alibi. Vogliamo arrivare al 1° luglio (giorno di inizio del semestre europeo a guida italiana, ndr) con umiltà, responsabilità e precisione".
"Il risultato di stanotte ci suggerisce - ha aggiunto il premier - che il cambiamento che abbiamo promesso deve arrivare in tempi ancora più veloci di quelli prospettati". E infine: "Il fatto che il 40% di italiani abbia espresso per la prima volta la propria fiducia in un partito di centrosinistra significa che è stato dato alla speranza il doppio dei voti rispetto alla rabbia".
Quanto alle ripercussioni del voto sugli equilibri politici interni e sull'intesa con Forza Italia sulle riforme, Renzi ha la certezza che il voto non cambierà le intese sull'Italicum: "Sono sicuro - ha spiegato - che Forza Italia non abbandonerà il percorso fatto fin qui". Sul flop dei Cinque Stelle, ha aggiunto: "Mi auguro che il risultato apra una riflessione seria all'interno del M5s". E invita i grillini a dimostrare "buona volontà" e a partecipare al tavolo delle riforme: "Noi siamo convinti che la nuova legge elettorale deve essere una grande riforma da scrivere insieme".
Condividi
Rispetto, poi, alla vittoria in Francia del Front national di Marine Le Pen, il presidente del Consiglio ci va cauto: "Oggi sentirò Hollande - ha annunciato - ma non immagino un asse Germania-Italia contro la Francia", ribadendo che il voto italiano dà un segnale straordinario all'intera Europa: "Vogliamo cambiare l'impostazione, non le regole", ha spiegato. E ha aggiunto: "La questione è che nessuno stato dell'Ue si salva da solo dalla crisi. Tutte le volte che ho parlato con Merkel ho trovato affetto profondo verso il nostro Paese e la volontà di uscire insieme da una situazione. Io sono decisamente ottimista".
"La rottamazione non è finita, direi che può iniziare", ha continuato Renzi, "il Pd può essere la terza via tra populisti e restauratori". Nessuna intenzione di andare al voto prima del tempo: "Nessun voto anticipato, vogliamo rispettare la naturale scadenza della legislatura nel 2018. Gli italiani adesso vogliono vedere dei risultati, non tornare a votare. E noi non molliamo su nessuna riforma".
Ad esempio, dopo il varo del decreto, la riforma del lavoro "va accelerata" con l'approvazione del ddl delega perché, sostiene Renzi, "su questo punto ci giochiamo larga parte della nostra credibilità internazionale". Per poi sottolineare che "il dl Poletti ha salvato posti di lavoro". Infine, ringraziando i suoi per l'impegno nella campagna elettorale, ha concluso: "Il bello deve ancora cominciare, la sfida parte adesso".
di MONICA RUBINO
Nessun commento:
Posta un commento