Per mancato rispetto sentenza 2010, ora Bruxelles chiede multe
E'
stata introdotta oggi alla Corte di giustizia Ue la causa della
Commissione europea contro l'Italia decisa e già annunciata da
Bruxelles nel giugno scorso per il mancato rispetto della sentenza con
cui il 4 marzo 2010 gli stessi giudici di Lussemburgo avevano condannato
le autorita' italiane per la gestione dei rifiuti in Campania.
Una
vicenda su cui l'Italia ha già presentato le sue osservazioni. In
particolare, Bruxelles chiede alla Corte di ordinare all'Italia il
pagamento di una penalità giornaliera di oltre 256mila euro a partire
dal giorno in cui sarà pronunciata la sentenza per l'attuale causa e
fino a quello in cui l'Italia si sarà messa completamente in regola.Ma anche di applicare una penalità forfettaria che risulterà dalla moltiplicazione di un importo giornaliero di circa 28mila euro per il numero di giorni di persistenza dell'infrazione calcolati a partire della sentenza del 2010 e fino alla data della prossima decisione della Corte. Nella sentenza del 4 marzo 2010 i giudici di Lussemburgo avevano stabilito che "l'Italia, non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti nelle vicinanze del luogo di produzione, e non avendo adottato tutte le misure necessarie per evitare di mettere in pericolo la salute umana e di danneggiare l'ambiente nella Regione Campania, è venuta meno agli obblighi che le incombono in forza della 'direttiva' rifiuti". Bruxelles ha deciso di deferire il Belpaese per la seconda volta il 20 giugno 2013 perche', ha spiegato a suo tempo l'allora un portavoce della Commissione, "sono trascorsi sei anni dall'apertura della procedura di infrazione e tre dalla sentenza della Corte Ue. Sono tanti, e nonostante tutta l'assistenza che abbiamo dato alle autoritaà italiane, non è stata trovata una soluzione".
(ANSA).
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