"Provato nesso tra emissioni e aumento patologie popolazione"
"Soddisfazione
per la sentenza" del tribunale di Rovigo, che ha condannato in primo
grado di giudizio i vertici Enel sul funzionamento della centrale
termoelettrica di Porto Tolle, è stata espressa dalle associazioni
ambientaliste Greenpeace, Legambiente e Wwf.
I giudici,
dicono Greenpeace, Legambiente e Wwf in una nota, hanno "riconosciuto
ciò che denunciamo da anni, ossia che la centrale di Porto Tolle ha
continuato a funzionare in mancanza delle autorizzazioni
ambientali, causando gravi danni alla salute della popolazione residente
e all`ambiente. Ora il nesso tra le emissioni di quella centrale e
l'aumento di patologie nella
popolazione locale appare provato,
come pure l'impatto sul fragile ecosistema del Delta del Po che ospita
l'impianto; ed Enel sarà chiamata a rifondere danni per 3,6 miliardi di
euro".
Le associazioni ambientaliste "auspicano che la
sentenza odierna rappresenti anche l'archiviazione definitiva per i
progetti di riconversione a carbone della Centrale di Porto Tolle.
L'impianto, che sorge nel bel mezzo del Parco del Delta del Po, era già
costato ad Enel la condanna in due processi precedenti. La volontà di
trasformarlo per poterlo alimentare con la fonte energetica più
inquinante e dannosa per il clima, il carbone appunto, è sbagliata: non
risponde ad alcuna necessità energetica
del Paese, non ha
fondamento in termini di strategia industriale e consegnerebbe il
Polesine a un modello di sviluppo già dimostratosi perdente e dannoso".
Greenpeace,
Legambiente e Wwf "chiedono ad Enel di fare chiarezza e di dire cosa
intende fare. Poche settimane addietro la Commissione Via del Ministero
per l`Ambiente ha nuovamente
bocciato la proposta di conversione a
carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Enel è pronta a rinunciare
al progetto o tornerà a presentarlo e promuoverlo, dimostrando di non
saper apprendere
dai propri errori e neppure dalle sentenze?"
(TMNews)
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