Lancette avanti di un'ora nella notte tra sabato 29 e domenica 30
marzo. Secondo Terna, nei sette mesi di ora legale l'Italia risparmierà
556,7 milioni di kilowattora, pari al fabbisogno annuo medio di circa
200 mila famiglie. Ad aprile il risparmio maggiore | Eco dalle Città
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La
primavera, se non altro quella astronomica, è iniziata da qualche
giorno e, come di consueto, il suo arrivo sarà seguito dall'avvio dell'ora legale, che scatterà nella notte tra sabato 29 e domenica 30 marzo.
Come ogni anno, nello stesso periodo, le lancette degli orologi
dovranno essere spostate in avanti di un'ora, con buona pace dei più
dormiglioni, che dovranno aspettare la fine di ottobre per “recuperare”
il sonno perso.
Per circa 7 mesi, dunque, le nostre giornate saranno scandite dall'ora legale, che in Italia è stata introdotta per la prima volta nel 1916,
dopo che la Camera dei Comuni di Londra aveva già varato il “British
summer time”, un espediente per risparmiare energia in piena Grande
guerra. Nel 1920, però, il primo esperimento italiano si concluse, per
tornare in auge soltanto tra il 1940 e il 1948, pur se in maniera
discontinua a causa della Seconda guerra mondiale. Una legge del 1965,
infine, l'ha reintrodotta definitivamente a partire dall'anno
successivo, in linea con gli altri Paesi dell'Unione Europea.
Inizialmente, l'ora legale durava quattro mesi, dalla fine di maggio
alla fine di settembre, ma prima nel 1981 e poi nel 1996 la sua durata è
stata allungata, così come nel resto d'Europa, fino ai 7 mesi attuali
(dall'ultima domenica di marzo all'ultima di ottobre).
Il risparmio energetico è la ragione per cui già nel lontano 1784 Benjamin Franklin propose (allora senza successo) di mandare avanti le lancette nei mesi d'estate. Nella balla stagione, infatti, il sole sorge molto presto, e senza il ricorso all'orario estivo, tanta “generosità luminosa” andrebbe sprecata. L'ora legale, invece, permette di ritardare apparentemente l'alba, permettendo di godere di un'ora di luce in più nelle ore serali. Con buona pace dei più mattinieri.
Ma a quanto ammonta, effettivamente, il beneficio in termini di elettricità risparmiata ed emissioni evitate? Secondo Terna, la società che gestisce la distribuzione dell'energia elettrica nel nostro Paese, l'anno scorso l'ora legale ha permesso di preservare circa 650 milioni di kilowattora in 7 mesi: una quantità di energia pari a circa la metà del fabbisogno elettrico annuo per il comparto domestico di una regione come il Friuli Venezia Giulia. Grazie allo spostamento in avanti delle lancette, inoltre, dalla scorsa primavera è stata evitata, secondo le stime di Terna, l'emissione in atmosfera di circa 300mila tonnellate di Co2.
Per il 2014, la società prevede un risparmio complessivo dei consumi di energia elettrica pari a 556,7 milioni di kilowattora, pari al fabbisogno annuo medio di circa 200 mila famiglie. In termini di costi, considerando che un kilowattora costa in media al cliente finale circa 16,6 centesimi di euro al netto delle imposte, la stima del risparmio economico relativo all’ora legale per il 2014 è pari a circa 92,6 milioni di euro. «Dal 2004 al 2013 – aggiunge Terna - l’Italia ha risparmiato complessivamente circa 6,6 miliardi di kilowattora, corrispondenti a circa 950 milioni di euro di minor costo».
Nel periodo primavera-estate, il mese che segna il maggior risparmio energetico stimato è aprile, con 144,2 milioni di kilowattora (pari al 26% del totale). In autunno, invece, il primato va al mese di Ottobre con 152,3 milioni di kilowattora risparmiati. Ciò è dovuto al fatto che aprile ha giornate più “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Nei mesi estivi, da giugno ad agosto, invece, poiché le giornate sono già più “lunghe” rispetto ad aprile, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attività lavorative sono per lo più terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricità.
Numeri interessanti, anche se non mancano le voci fuori dal coro. Qualche anno fa, infatti, l'economista americano Matthew Kotchen pubblicò uno studio in cui metteva in dubbio l'effetto di riduzione dei consumi energetici. «Sebbene l’ora legale riduca la richiesta di elettricità nelle case – si legge nella ricerca, condotta in Indiana - ne produce anche una più elevata per i condizionatori durante le sere d’estate e per il riscaldamento durante la primavera e l’inizio dell’autunno». Un parere che, evidentemente, non è condiviso dai Governi di molti Paesi del mondo, che hanno introdotto la modifica estiva dell'orario ormai da decenni.
di Silvana Santo
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