Sono quindici gli organismi di verifica scelti da Accredia per vigilare sulle emissioni di C02.
Accredia
è l’Ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo
italiano per attestare che gli organismi di certificazione ed
ispezione, i laboratori di prova, anche per la sicurezza alimentare, e
quelli di taratura abbiano le competenze per valutare la conformità dei
prodotti, dei processi e dei sistemi agli standard di riferimento. Oggi,
come detto, ha concluso le procedure di accreditamento dei 15 Organismi
di Verifica dei gas serra secondo l’Emission trading scheme dell’Unione
europea (Eu Ets) – leggi qui un approfondimento del nostro think tank
Eco²-Ecoquadro - che potranno cominciare a verificare le emissioni delle
industrie italiane che producono energia, acciaio, sostanze chimiche e
raffinerie e che devono tenere sotto controllo le emissioni di CO2
nell’atmosfera.Gli organismi selezionati sono: Bureau Veritas Italia; Certiquality; CSQA Certificazionui; Det Norske Veritas Italia; ICIM; ICMQ; IGQ – Istituto Italiano di garanzia della qualità; IMQ; Istituto italiano dei plastici; Lloyd’S Register Quality Assurance Italy; Pricewatherhousecoopers; Reconte Ernst & Young; RINA services; SAI Global Italia; SGS Italia.
Accredia sottolinea che così l’Italia si adegua «Si adegua all’obbligo comunitario di accreditamento per i verificatori che sono chiamati ad applicare lo schema Eu Ets (Schema comunitario di scambio delle emissioni) per rendicontare, con l’obiettivo di ridurle nel tempo, le emissioni di gas serra (Ghg) di impianti relativi a specifici settori produttivi e al di sopra di definite soglie di produzione. Lo schema Eu Ets, infatti, si fonda sull’obbligatorietà dell’accreditamento per far si che tutte le dichiarazioni di verifica dei gas serra emesse dal 2014 siano garantite da verificatori competenti, imparziali e indipendenti rispetto alle imprese controllate. Sarà possibile cosi ottenere ricadute positive – in termini di impatto ambientale e di natura economica – per le realtà industriali maggiormente inquinanti, che saranno obbligate a migliorare i loro parametri ambientali, oppure ad acquistare sul “mercato della CO2” i crediti corrispondenti agli eccessi delle proprie emissioni».
Dopo le ultime verifiche di Accredia che in questi primi mesi del 2014 ha affiancato gli organismi di verifica nei controlli diretti negli impianti industriali, Potranno essere emesse attestazioni che consentiranno anche all’Italia di proseguire l’operazione del controllo e del taglio delle emissioni di CO2 sottolinea l’Ente Nel nostro Paese sono all’incirca 1.400 gli operatori che hanno l’obbligo di mantenere sotto controllo le emissioni di CO2 nell’atmosfera; gli obiettivi che si è prefissata la Commissione europea sono particolarmente ambiziosi: riduzione del 20% delle emissioni registrate nel 2005 entro il 2020 e del 40% entro il 2030. Il quantitativo di emissioni verificate è estremamente significativo, pari ad un ammontare compreso tra 1/3 e 1/2 delle emissioni nazionali italiane; che sono stimabili in circa 200 milioni di tonnellate di CO2».
Gli organismi di verifica operano all’interno degli accordi di mutuo riconoscimento che vigono a livello internazionale tra gli enti di accreditamento firmatari, compresa Accredia. Un sistema di garanzia per attuare la direttiva 2003/87/CE che ha istituito l’Eu Ets, e dal Regolamento UE 600/2012 sulla verifica delle comunicazioni delle emissioni dei gas serra e delle tonnellate-chilometro per il settore aeronautico
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