Signora Presidente, noi deputati
PD voteremo la fiducia al suo Governo perché vogliamo raccogliere quella sfida
al cambiamento di cui lei ha parlato ieri.
Non è più il tempo delle parole, ne
siamo tutti consapevoli e lo siamo, dovendo anche convincerci che è il tempo,
forse l'ultimo, dei fatti concreti, delle azioni per le quali tutte le parole
sono state spese, tutti i buoni propositi consumati. C’è un terreno sul quale
emblematicamente potremo misurare la nostra capacità di indicare un cambiamento
vero: mi riferisco alla sostenibilità dello sviluppo, alla tutela e
valorizzazione delle nostre risorse ambientali, al lavoro che sapremo creare
nei settori più innovativi della green economy. Una sfida, quella della
sostenibilità ambientale, molto moderna, molto innovativa e molto diffusa tra i
cittadini cui gli schieramenti politici del Novecento non hanno saputo
attingere e che oggi, nel nostro Paese, stenta a decollare nella
maggior parte della classe dirigente, per zavorre retrograde e conservatrici.
Eppure, signor Presidente, noi ci auguriamo e non da oggi che si sia in grado
di cogliere un'occasione storica per costruire misure destinate a far ripartire
l'economia e creare lavoro a partire dall'ambiente e dalla green economy.
Pacchetto riduzioni ed emissioni di CO2: l'Italia affronterà la guida del
semestre europeo dovendo dire la sua. I cambiamenti climatici lo impongono:
green economy, nuovi indicatori nella definizione delle politiche economiche,
fiscalità ambientale, e dovrà farlo in un contesto di crisi del sistema
produttivo. Con cautela, sì, ma con visione e competenza.
La questione
chiave per noi è: come possiamo far sì che le politiche e i principi
fondamentali, i principi ambientali diventino parti della soluzione delle sfide
che la politica economica dell'UE ha di fronte. Non vorremmo più assistere
all'eterna, sterile contrapposizione tra industria ed ambiente. Mi riferisco
alle politiche di supporto ed al consolidamento e potenziamento dell'uso delle
energie rinnovabili, della gestione e dell'innovazione del ciclo dei rifiuti,
del sistema delle bonifiche di molte aree, industriali e non, gravemente
inquinate a danno della salute dei cittadini e dell'ambiente, della revisione
del ciclo integrato delle acque.Ventisei
milioni di cittadini sul tema «acque e servizi pubblici» hanno scelto di
affidarsi alle istituzioni pubbliche e di questo dovremmo farci
responsabilmente carico. Consumo di
suolo, dissesto idrogeologico: dal sindaco del mio piccolo comune fino a quelli
delle città metropolitane e lei lo sa bene arriva un appello. Più risorse,
certo, con progetti e misure di prevenzione definiti e programmabili in tempo
medio, con l'esenzione dal patto di stabilità degli investimenti destinati alla
messa in sicurezza, con la netta eliminazione della sovrapposizione di
competenze, cause di ritardi e spese eccessive.Vorremmo,
assieme al suo Governo, Presidente, risolvere definitivamente il grave problema
delle diseguali misure per i cittadini colpiti da calamità naturali, eliminando
il senso di ingiustizia e sfiducia generalizzati in molte parti d'Italia. Gestione delle
emergenze, prevenzione, stanno in un'unica cultura. La manutenzione del
territorio costituisce un'opportunità occupazionale molto concreta per
migliaia di imprese, oggi vittime di una crisi economica che ha visto, ad
esempio nel comparto delle costruzioni, una perdita di 500
mila posti di lavoro negli ultimi anni.Le imprese di
quel comparto è sempre importante ribadirlo sono sopravvissute grazie al
recupero ed alla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio innescato
da intelligenti politiche di incentivi fiscali per le ristrutturazioni avviate
dal Governo Prodi nel 2007 e poi difese e potenziate da questo Parlamento in
ogni legge di stabilità. Oltre 283 mila posti di lavoro nel 2013 e ricadute per
19 miliardi, un punto di PIL, sono i dati Cresme, unico vero segno positivo
nella nostra economia nell'ultimo anno. Vogliamo
continuare così, proporre anche per la messa in sicurezza sismica del nostro
patrimonio edilizio queste misure diffuse. Nessun condono edilizio, ma
incentivi e coerenza nelle politiche. Lei ha
affrontato di petto il tema della burocrazia e dalla nostra visuale possiamo
affermare con altrettanta decisione quanto male abbia prodotto, in termini di
scarsa trasparenza, di bassa concorrenza tra imprese e professioni e di mancata
velocizzazione delle procedure, lo stratificarsi di norme, soprattutto in
materia di appalti per lavori pubblici,servizi, forniture. Per non dire
che tutto ciò ha anche precostituito alibi per commissariamenti eterni, per
scorciatoie, i cui unici risultati evidenti agli occhi dei cittadini sono stati
i numerosi episodi di corruzione. Trasparenza, open data, riduzione della
farraginosa macchina burocratica ci permetteranno anche di ridisegnare il
sistema dei controlli a vantaggio delle imprese di qualità, dei cittadini
onesti, e a tutela della salute, della sicurezza e della concorrenza. Portare a
compimento la legge che introduce i reati ambientali nel codice penale per
contrastare le ecomafie che tante risorse drenano al sistema sano delle
imprese, sarà un risultato su cui il Parlamento e il Governo misureranno la
loro credibilità nelle prossime ore. A noi servirà molto insistere su una
clausola di flessibilità negli investimenti nell'interlocuzione con l'Unione
europea, non solo per le politiche di messa in sicurezza del territorio,
Presidente, ma anche su alcuni temi che riguardano il grave stato della mobilità del nostro Paese. Tutto il lavoro avviato sull'edilizia scolastica
permetterà di rendere efficaci e rapidi i meccanismi di spesa delle risorse già
destinate, da cui risulterà un improcrastinabile e fondamentale segnale di
ripresa e di attenzione. Signor Presidente, su queste rapide considerazioni
dovremo tornare e lì si misurerà la nostra capacità di cambiamento, la nostra
sfida. Chiediamo a lei e al suo Governo un tasso di innovazione pari alla sfida
del nostro tempo e noi lavoreremo con voi. Buon lavoro (Applausi dei deputati
del gruppo Partito Democratico) !
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