24/02/14
Guanti e sacchetti, la plastica diventa eco
L'uso degli shopper è già diminuito del 40%. Ora nelle Coop della Toscana comincia la sostituzione dei guanti e dei sacchetti per frutta e verdura. In Italia le resistenze restano forti, ma l'Europa ci prende ad esempio con la nuova direttiva
Gli shopper tocca ai guanti e ai sacchetti leggeri per avvolgere frutta e verdura: l'Italia continua a guidare la corsa delle plastiche biodegradabili, quelle che possono finire nella pattumiera dell'organico. Come già 5 anni fa per gli eco shopper, la rivoluzione merceologica comincia all'Unicoop Firenze: in questi giorni, in tutti i punti vendita in Toscana, per sacchetti, shopper e guanti inizia il processo di messa al bando della plastica che non si può trasformare in compost.
I volumi della sperimentazione sono già significativi: in un anno verranno sostituite 360 tonnellate di plastica che servono a produrre 120 milioni di sacchetti e 40 milioni di guanti. "A livello nazionale parliamo di 6 miliardi di sacchetti di plastica per la frutta e la verdura: sono numeri consistenti e intervenire in modo innovativo significa ottenere molti vantaggi", commenta Francesco Ferrante, uno dei fondatori di Green Italia. "Mettendo in discussione vecchie abitudini si comincia a riflettere sui piccoli gesti, e infatti l'uso di shopper è diminuito del 40%. Poi si abbattono le emissioni serra, perché si sostituiscono materiali organici a prodotti della filiera petrolifera. Infine si ottiene un aumento occupazionale perché la base delle plastiche compostabili è nei campi e così si rilancia il circuito di produzione agricola e di trasformazione".
In Italia le resistenze a far decollare i prodotti in plastica ad alta innovazione sono state molto forti. Il provvedimento, approvato nel dicembre 2006, è stato bloccato a lungo dalla mancata approvazione dei decreti attuativi e ancora oggi l'assenza di sanzioni fa sì che due shopper su 3 siano illegali.
Ma la nuova direttiva europea, attualmente in discussione, sta accelerando il processo di cambiamento perché parte dall'esperienza italiana e progetta di estenderla all'intera Unione. Un successo non solo ambientale ma anche economico per l'Italia che vede una sua azienda, la Novamont, in ottima posizione per la conquista del nuovo mercato visto che il prodotto finora utilizzato è il Mater-Bi, una plastica ricavata utilizzando il mais.
Inoltre eliminando le vecchie plastiche non solo si riduce l'impatto sul paesaggio prodotto dall'invasione degli shopper nelle campagne e nei fiumi, ma si rende più semplice l'organizzazione di un'efficace raccolta differenziata nelle città: oggi uno dei problemi maggiori nella selezione dell'umido deriva dalla presenza di sacchetti di plastica non compostabile.
Antonio Cianciullo
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