Cosa possono fare le amministrazioni delle città per prevenire
allagamenti e inondazioni come quelli che stanno flagellando l'Italia
proprio in questi giorni? Lo abbiamo chiesto al climatologo Vincenzo Ferrara, secondo il quale la gestione del territorio è anche, e prima di tutto, una responsabilità dei sindaci.
Cosa può fare un sindaco per evitare disastri legati al maltempo?
Per
prima cosa, gli amministratori dovrebbero prendere atto del cambiamento
climatico in corso. I fenomeni di questi giorni, per dire, un tempo
erano tipici dell'autunno, e si verificavano di solito a fine ottobre o
inizio novembre. Negli ultimi anni, invece, la tendenza è cambiata e i
sindaci dovrebbero prendere coscienza del cambiamento. Solo con questa
premessa è possibile fare una prevenzione davvero basata sul futuro.
Che intende dire, di preciso?
Che
al momento i rischi, compreso quello idrogeologico, vengono calcolati
sulla base degli eventi del passato, invece bisognerebbe, analizzando il
cambiamento in atto, rivedere queste previsioni, aggiornarle sulla base
dei nuovi dati disponibili.
E dovrebbero farlo i sindaci, questo?
Non
direttamente, ma dovrebbero pretendere che i rischi idrogeologici
vengano ricalcolati da chi ne avrebbe la competenza, ovvero le Autorità
di distretto idrografico, che in Italia esistono sulla carta ma non sono
mai divenute pienamente operative. Se fossi un sindaco, per prima cosa
esigerei che questi soggetti cominciassero a funzionare davvero. Poi,
una volta aggiornate le informazioni scientifiche, occorre ripensare
completamente l'urbanizzazione, non solo tenendo conto dei fenomeni
alluvionali, ma anche delle ondate di calore estive.
E in questo il ruolo delle amministrazioni cittadine è fondamentale...
Assolutamente.
Prima di tutto andrebbe buttato giù tutto quello che è stato costruito
nel totale dispregio delle regole, in barba a ogni misura di prevenzione
del rischio idrogeologico. La piaga dell'abusivismo, invece, è stata
spesso tollerata o perpetrata direttamente dagli amministratori locali.
Che poi, tanto, non rispondono economicamente di eventuali danni.
In che senso?
Quando i cittadini vengono danneggiati da inondazioni o altri eventi meteorologici, alla fine vanno a farsi risarcire dallo Stato, e i Comuni non fanno che battere cassa.
Non dovrebbero, invece?
Quello che non funziona è che i sindaci si fanno sentire solo quando c'è da chiedere soldi. Cominciassero invece a pretendere maggiori controlli da parte delle autorità statali e regionali, esigano l'aggiornamento e l'attuazione dei piani di prevenzione, combattano l'abusivismo sui loro territori. È l'intero sistema della gestione della risorsa idrica che non funziona, e questo non vale soltanto per l'eccesso di acqua, come quello che si sta verificando in questi giorni, ma anche per la mancanza d'acqua e i fenomeni siccitosi. Torniamo al principio: bisogna davvero prendere atto che le cose stanno cambiando, e comportarsi di conseguenza.
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