''Non è possibile continuare a cementificare il territorio. L'impermeabilizzazione dei terreni impedisce il naturale defluire delle acque e aumenta significativamente i rischi e i pericoli legati alle alluvioni.
Affinchè non si ripetano tragici eventi, come quelli avvenuti recentemente in Sardegna come a Pescara e per salvare il paesaggio italiano, diciamo basta al consumo di suolo''. Così Legambiente, in occasione della giornata mondiale dei suoli che ricorre domani, giovedì 5 dicembre, torna a lanciare un appello al presidente del Consiglio Enrico Letta e a chiedere a Parlamento e Governo una corsia preferenziale per discutere e approvare una legge che fermi il consumo di suolo e premi, invece, la riqualificazione edilizia, energetica e antisismica del patrimonio edilizio esistente.
L'impermeabilizzazione infatti, secondo quando riferisce Legambiente influisce fortemente sul suolo: un suolo pienamente funzionante immagazzina fino a 3.750 tonnellate per ettaro o circa 400 mm di precipitazioni (in altri termini, un metro cubo di suolo poroso può trattenere tra 100 e 300 litri di acqua). L'impermeabilizzazione riduce l'assorbimento di pioggia nel suolo, in casi estremi impedendolo completamente, con tutta una serie di effetti diretti sul ciclo idrogeologico, ma anche alcuni effetti indiretti sul microclima a livello di temperatura e umidità del suolo per il rischio di frane,
ecc.
Inoltre, oggi a Roma, l'associazione presenta il libro "L'insostenibile consumo di suolo", edito da Edicom Edizioni e scritto a sei mani da Ciro Gardi, Nicola Dall'Olio e Stefano Salata. Il libro presenta una panoramica dei processi di consumo di suolo, partendo da una descrizione di cio' che avviene a livello globale, per arrivare ad analizzare in dettaglio la situazione nel nostro Paese. Vengono descritte inoltre sia le cause di tale fenomeno, sia le conseguenze, a livello di sicurezza alimentare, sicurezza idraulica, cambiamento del clima e altro ancora. Vengono infine presentate le possibili azioni correttive, sia da un punto di vista normativo che da un punto di vista tecnico.
Il consumo di suolo si verifica ogni volta che un'area agricola, seminaturale o naturale viene trasformata in area urbanizzata. E' un fenomeno trasversale che interessa, con intensità variabili, qualsiasi Paese del mondo. In Europa ad esempio, nel periodo compreso tra il 2000 ed il 2006, e' stata "sacrificata" un'area piu' di 600 mila ettari ad una velocità di più di 100 mila ettari all'anno. Ciò implica che ogni anno in Europa è stata costruita una città come Berlino. In Italia ad esempio, a fronte di una crescita demografica ed economica quasi nulla, le aree urbanizzate continuano a crescere al ritmo di diverse decine di ettari al giorno.
Per quanto riguarda l'Italia, i dati dell'Agenzia europea dell'ambiente valutano nel 2,8% la percentuale di territorio cementificata, quindi al di sopra della media europea, e l'Ispra stima un consumo di suolo di 8 metri quadrati al secondo. Il fenomeno è stato più rapido negli anni 90, periodo in cui si sono sfiorati i 10 metri quadrati al secondo, ma il ritmo degli ultimi cinque anni si conferma comunque accelerato, con una velocita' superiore agli 8 metri quadrati al secondo.
Questo vuol dire che ogni cinque mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quella di Milano e Firenze. In termini assoluti, l'Italia è passata da poco più di 8 000 km quadrati di consumo di suolo del 1956 ad oltre 20 500 km quadrati nel 2010, un aumento che non si può spiegare solo con la crescita demografica: se nel 1956
erano irreversibilmente persi 170 metri quadrati per ogni italiano, nel 2010 il valore raddoppia, passando a piu' di 340 metri quadrati.
(Adnkronos)
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