Istituire "nello stato di previsione della spesa del ministero dell'Ambiente" un apposito capitolo per il finanziamento della demolizione di immobili realizzati in aree a rischio idrogeologico "elevato
o molto elevato, in assenza o in totale difformità dal permesso di costruire". Lo prevede l'articolo 29 di una bozza del ddl collegato alla Stabilità, in materia ambientale, dal titolo "Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di
risorse naturali", che introduce un nuovo articolo (il 72-bis) al decreto legislativo 152 del 2006 ("Norme in materia ambientale"). La norma finanzia gli interventi contro l'abusivismo edilizio, agevolandone rimozione e demolizione, contrastando il "deficit di attuazione delle ordinanze di demolizione". Le normativa attuale prevede che l'amministrazione comunale, in sostituzione del soggetto inadempiente, debba eseguire l'ordine di demolizione degli immobili abusivi. Tuttavia
spesso gli enti locali non hanno a disposizione le risorse finanziarie adeguate. L'istituzione del fondo va in questa direzione, con uno stanziamento iniziale, per il 2014, pari a 10 milioni di euro, ricavabili dai fondi stanziati in appositi capitoli di spesa del ministero dell'Ambiente. Si prevede anche un meccanismo di rialimentazione, per gli anni successivi, basato sulle "somme che i Comuni beneficiari del finanziamento dovranno recuperare dai destinatari di provvedimenti definitivi di demolizione non eseguiti". Per gli interventi verrà data priorità al finanziamento per operazioni in aree classificate a rischio molto elevato. I finanziamenti statali, a cui i Comuni accedono tramite domanda di concessione, sono aggiuntivi rispetto alle somme già percepite dalle stesse amministrazioni locali, e devono essere restituiti al ministero se l'intervento non è realizzato entro il termine di quattro mesi.
(Public Policy)
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