Le dichiarazioni del pentito Schiavone effettuate nel 1997 alla Commissione bicamerale sul traffico illegale del ciclo dei rifiuti mettono in luce diversi aspetti che meritano alcune considerazioni .
Il tema della secretazione. La secretazione delle dichiarazioni o degli atti che sono depositati viene ritenuta indispensabile soprattutto quando vi sono da parte della Magistratura indagini in corso. Non è quindi come spesso si è sentito dire in questi giorni un tentativo di occultare informazioni ai cittadini quanto una necessità di non alterare, con la fuga di notizie, processi giudiziari in corso. Vi è poi anche il caso, soprattutto quando si acquisiscono documenti dai Servizi, (AISE, AISI)
della cosidetta apposizione del segreto di Stato che ha una sua propria
regolamentazione. Non voglio disquisire su questioni giuridiche ma non vi è dubbio che sul tema sia necessario una revisione delle norme.
La trasparenza e l’informazione. Nella scorsa legislatura per cercare di divulgare le numerose problematiche collegate al traffico illecito dei rifiuti, avevamo inaugurato la procedura di portare in discussione in Parlamento le singole relazioni approvate in Commissione . Alla Camera abbiamo discusso la relazione sulla Calabria, sulla Sicilia, sul Lazio, sulla Puglia. Non siamo riusciti ad affrontare le relazioni sul tema delle bonifiche dei siti contaminati , sul Sistri, sui rifiuti radioattivi, sulle Navi a perdere e sulla morte del Capitano Natale De Grazia, sulla Lombardia e sulla Campania (ultima relazione ultimata dalla Commissione). Queste relazioni sono facilmente scaricabili da internet ! All’interno di quelle relazioni si trovano migliaia di documenti e di dichiarazioni che hanno suscitato grande interesse nella stampa specializzata, molto meno sui grandi media.
Le proposte. L’introduzione dei reati ambientali nel codice penale, la semplificazione del quadro normativo riguardo alla gestione del ciclo dei rifiuti e delle bonifiche, la riforma del sistema dei controlli, un maggior coordinamento delle forze di polizia, la riforma delle agenzie ambientali, la cessazione dei commissariamenti straordinari, un maggior raccordo tra Procure e DDA. sono proposte per contrastare il fenomeno criminale. Dove i poteri pubblici non agiscono in modo efficace, le maglie si allargano, agevolando la penetrazione della criminalità fino alla gestione diretta dei servizi o di altre attività. Simbolico della situazione italiana è lo strumento del commissariamento. In questi casi l'esperienza ha dimostrato che non solo i problemi non sono risolti, ma si creano vere e proprie voragini nei conti pubblici mediante la moltiplicazione di costi con l'istituzione di strutture superflue e l'affidamento pretestuoso di incarichi di consulenza. Alcune di queste indicazioni oggi sono progetti di legge depositati alla Camera.
Il fenomeno oggi Attualmente si sta verificando un progressivo ampliamento del raggio di interesse e penetrazione delle organizzazioni criminali nel settore ambientale, anche attraverso il sostegno fornito da imprenditori e soggetti non propriamente affiliati alle cosche, indagati spesso per concorso esterno in associazione mafiosa. Attraverso questi contatti, la criminalità organizzata sta tentando di acquisirne la gestione complessiva inserendosi anche nel circuito internazionale. I reati ambientali, al pari di altre tipologie di reati, quali il traffico di stupefacenti, il traffico di esseri umani, il riciclaggio, sono reati a vocazione tipicamente transnazionale, il che significa che spesso gli organi investigativi si trovano di fronte alla necessità di superare i confini nazionali e instaurare collegamenti di indagine con l'autorità giudiziaria e la polizia giudiziaria di altri Paesi. Nell'ambito delle singole relazioni territoriali svolte dalla Bicamerale scorsa è emerso come diverse regioni italiane siano interessate dai traffici transfrontalieri illeciti di rifiuti, soprattutto quelle regioni che hanno porti di dimensioni tali da rendere difficile un controllo capillare da parte delle forze dell'ordine. Connessi sono anche i reati di riciclaggio e di reimpiego dei profitti illeciti, reati questi che hanno un'elevata potenzialità offensiva essendo in grado di incidere sul corretto funzionamento del mercato, alterandone le regole basilari. Si è anche avuto modo di costatare come il reato di traffico illecito di rifiuti sia normalmente accompagnato dalla consumazione di altri reati, come i reati fiscali, i reati di falso ed il reato di riciclaggio.
Alla luce di tutto ciò noto un forte immobilismo dei Partiti rispetto al fatto che ormai a dieci mesi dal rinnovo del Parlamento non sia ancora stata approvata la Commissione Bicamerale sulle ecomafie. Di fatto è rimasta l’unica bicamerale non costituita !. Era necessario operare in continuità con i lavori svolti dalle Commissioni precedenti. Lo stesso fenomeno della Terra dei Fuochi era già stato oggetto di attenzione così come il tema delle navi affondate nel mediterraneo. Fenomeni d'illegalità antichi e recenti che meritano un’attenzione costante! Occorre far luce sul passato ma soprattutto attrezzarsi per il futuro perché la globalizzazione non riguarda solo la finanza o i mercati o meglio riguarda anche i mercati connessi all’illegalità che in questo campo oltre a drenare risorse importanti all’economia sana provocano morti e ferite insanabili all’ambiente in cui viviamo.
Alessandro Bratti pubblicato su L’Unità
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