03/09/13

Strategie antismog per il bacino padano. Summit a Milano con il ministro Orlando

Gli ambientalisti chiedono di cancellare le infrastrutture inutili e insostenibili e finanziare un efficiente piano di trasporto pubblico interregionale

Il 4 settembre il ministro dell’ambiente Andrea Orlando ha convocato un vertice per concordare con le regioni del Nord Italia una strategia antismog comune per il bacino padano. Nella lettera inviata ai presidenti delle Regioni Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Val d’Aosta e ai presidenti delle Province autonome di Trento e Bolzano per convocare la riunione Orlando evidenziava che «con una comunicazione dello scorso Aprile, la Commissione Europea ha provveduto ad aprire un nuovo caso di precontenzioso contro l’Italia sui temi dell’inquinamento atmosferico».

«Come noto aggiungeva  l’Italia sta affrontando da diversi anni un complesso contenzioso comunitario in materia di qualità dell’aria che ha portato, nel dicembre 2012, a una sentenza di condanna, che non ha determinato seguiti sanzionatori per il nostro Paese per un mero vizio procedurale riscontrato dalla Corte europea di Giustizia nel ricorso inoltrato dalla Commissione Europea».
«Al fine di avviare spiegava ancora il ministro – una nuova e più determinata strategia a livello nazionale, che si integri con quanto già messo in campo dalle Regioni e Province autonome per porre rimedio alla diffusa situazione di inadempimento esistente sul nostro territorio, si è tenuta il 23 luglio u.s., presso questo Dicastero, una riunione preliminare con i Ministri aventi competenza sui settori che producono emissioni in atmosfera volta ad individuare le azioni e gli impegni da assumere per risolvere il contenzioso comunitario in corso. Tutto ciò considerato e tenuto conto del fatto che la problematica dell’inquinamento atmosferico ha una conseguenza ambientale ed una eco rilevante, soprattutto con riferimento alle regioni del bacino padano, che va ben oltre il contenzioso in atto, ritengo opportuno convocare un apposito incontro per il giorno 4 settembre 2013, volto ad analizzare le possibili strategie da attuare per la soluzione delle problematiche sopra esposte».

Alla vigilia del vertice istituzionale Legambiente ha convocato un pre-vertice dei suoi presidenti delle regioni padane: Damiano Di Simine (Lombardia), Fabio Dovana (Piemonte e Valle d’Aosta), Lorenzo Frattini (Emilia Romagna), Gigi Lazzaro (Veneto),  che si sono riuniti per concordare le loro strategie sulla mobilità.

«Da anni Legambiente sottolinea come per contrastare efficacemente lo smog servano interventi su area vasta, mirati prioritariamente a ridurre le emissioni da traffico, causa prima dell’emergenza sanitaria e ambientale che interessa le nostre regioni», hanno detto gli esponenti ambientalisti, che aggiungono: «Fa bene il ministro Orlando a convocare i governatori delle regioni coinvolte per tradurre in atti concreti la volontà espressa a più riprese di mettere in campo interventi coordinati nella Pianura Padana. Ma non si può prescindere dai controlli. Gli enti locali continuano infatti a fare poco o a procedere in ordine sparso perché manca una pianificazione a livello centrale, c’è scarsa disponibilità di risorse ma anche poca lungimiranza e scarso senso di responsabilità. L’appello che rivolgiamo al ministro e ai presidenti di regione è di non ripartire ancora una volta da zero nella discussione. Le cause, così come la terapia per uscire dall’emergenza sanitaria e ambientale che affligge la Pianura Padana, sono ben chiare. Quello che serve è una capacità politica nuova, che punti su un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione».

I presidenti regionali di Legambiente  riconoscono che «per la prima volta, col tavolo convocato dal ministro Orlando, abbiamo la possibilità di affrontare con maggiore tempestività la questione dei provvedimenti antismog da adottare per la stagione invernale. Speriamo che questo appuntamento sia poi realmente seguito da atti concreti e non più, come avvenuto sinora, da dibattiti sterili incapaci di mettere in campo provvedimenti efficaci».

Secondo Legambiente «c’è bisogno di una profonda revisione della programmazione delle infrastrutture e dei servizi che attengono alla mobilità di un’area ad alta densità demografica e ad altissimo livello di motorizzazione individuale, qual è la Pianura Padana. Continuare, infatti, a realizzare le grandi infrastrutture stradali che sono in progetto o in via di esecuzione (si pensi all’inutile ramo di Ti-Bre a Parma o al raddoppio del tunnel autostradale del Frejus o l’autostrada Orte-Mestre) non va certo nella direzione di una mobilità più efficiente e meno inquinante».

«Lavoratori e cittadini del Nord Italia scrivono ancora  hanno bisogno di servizi di Tpl urbano e regionale adeguati, più frequenti e affidabili; del rilancio del trasporto ferroviario passeggeri, di scala regionale e interregionale; di una logistica integrata, sostenibile ed efficiente per le merci che oggi viaggiano quasi solo su strada, e non di una mobilità fondata su faraoniche e impattanti infrastrutture come la Torino-Lione ma di una diversa politica degli incentivi che sappia premiare il trasporto ferroviario a scapito di quello su gomma, utilizzando ed ammodernando le linee ferroviarie già esistenti».

I presidenti delle regioni padane di Legambiente ricordano però che «la risposta delle Regioni fino ad oggi è consistita in un aumento di progetti di opere autostradali faraoniche e ridondanti, su cui la via del finanziamento privato è miseramente (e non a caso) fallita. Ma invece di prendere atto di questo fallimento e di interrogarsi sulle ragioni per le quali nessun grande gruppo privato si sente di mettere risorse proprie sulla seconda autostrada tra Milano e Brescia o sulla seconda tangenziale di Milano, sulle costosissime Pedemontane Veneta e Lombarda o ancora sulla tangenziale est di Torino, i governatori regionali sembrano voler continuare a pregare il Governo per ottenere garanzie e avanzamenti progettuali coperti da finanziamenti pubblici, sconti fiscali o anticipazioni da Cdp, come avvenuto per il balletto di richieste sul passante nord di Bologna, per la E55 e per il tris Pedemontana  Brebemi  Tem in Lombardia, tre opere che costano 10 miliardi pur non risolvendo nessun reale nodo di congestione strade».

I presidenti regionali di Legambiente concludono: «Se davvero il Ministro Orlando vuole cambiare registro, chieda di concertare col ministro delle Infrastrutture e dei trasporti il piano delle autostrade previste dalla legge Obiettivo nel Nord Italia, sottoponendo ogni grande progetto ad una revisione indipendente che ne valuti sostenibilità e rapporto costi-benefici, cancellando ogni finanziamento per i progetti che non superano il vaglio. Con le risorse risparmiate potremmo finanziare uno dei sistemi di Tpl interregionale più avanzati d’Europa, e ottenere una durevole riduzione delle percorrenze automobilistiche e commerciali a beneficio della mobilità collettiva».


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