28/09/13

Ravenna 2013, come riformare la tares. Le proposte degli esperti

La nuova tassa sui rifiuti non piace a quei gestori pubblici che hanno introdotto la tariffa puntuale e che hanno nel contempo raggiunto alte percentuali di raccolta differenziata. Lo ha spiegato a Ravenna Paolo Contò, direttore del consorzio di comuni del trevigiano (550.000 abitanti con l'80 di RD). “La Taresper Contò  un danno che ancora non ha mostrato tutti i suoi effetti. E’ stata stabilita con un decreto trasversale che ha rotto la coerenza normativa del Testo Unico Ambientale”
 

Come riformare la Tares? E’ questa la domanda a cui ha provato dare risposta la“nuova associazione” (rappresentata a Ravenna da Mario Santi e da Elisabetta Martignoni) che nasce dal “Gruppo Tares” costituitosi dopo l’entrata in vigore del Decreto Monti. La Tares (decreto Legge n. 201 del 6 dicembre 2011 coordinato con la Legge di conversione n. 214 del 22 dicembre 2011) che ha abrogato tutte le varie configurazioni tributarie in uso (Tarsu, Tia1 e Tia2), ha prodotto delle criticità che sono state rilevate in uno studio statistico basato su un questionario sottoposto a più di 100 comuni.
Tra le priorità, secondo questi, c’è quella di scomputare l’onere dei servizi indivisibili dal tributo della gestione rifiuti. Come pure quella di prevedere e di introdurre, oltre al comune, un soggetto diverso per il versamento del tributo comunale, il gestore pubblico: così come avviene in molte realtà virtuose soprattutto del nord Italia. Ultimo punto ma non meno importante, restituire alla tariffazione puntuale la dignità che merita all’interno della legge (oggi è prevista grazie ad un comma di tre righe). La tariffa così come è stato spiegato, è ingranaggio importante per le perfomance di raccolta differenziata e di gestione del servizio.

E in effetti, la nuova tassa sui rifiuti non piace a quei gestori pubblici che hanno introdotto la tariffa puntuale e che hanno nel contempo raggiunto alte percentuali di raccolta differenziata. Lo ha spiegato Paolo Contò, già direttore dei Consorzi trevigiani dei comuni Priula e Tv Tre, oggi coordinatore del consorzio Contarina s.p.a. (50 comuni, compreso Treviso con 550.000 abitanti con una percentuale di raccolta differenziata all’82%). Durante la sua relazione dal titolo “Le esperienze delle aziende pubbliche virtuose e il ruolo della tariffa puntuale” Paolo Contò ha dichiarato: “Non c’è distinzione ontologica tra la tariffa e la gestione del servizio rifiuti. Il sistema finanziario è la gestione dei rifiuti. Molte delle emergenze rifiuti che si sviluppano nel territorio italiano sono in realtà emergenze debitorie, legate alla cattiva gestione del servizio e all'applicazione di un tributo errato, ossia di una tassa sui rifiuti legata esclusivamente la superficie dei locali e non alla produzione dei rifiuti”.
In effetti non occorre andare in altri continenti o in altri stati per comprendere quanto sia matura l’esperienza trevigiana. “Una valida e replicabile esperienza industriale ormai da oltre 13 anni. I 50 comuni consorziati hanno i medesimi diritti e doveri e hanno potuto far convergere le autonomie comunali verso politiche di condivisione”.

Mettere da parte la tariffazione puntuale significa oggi affossare la raccolta differenziata? “Un danno – per Contò – che ancora non ha mostrato tutti i suoi effetti. Infatti – ha concluso – la Tares è stata stabilita con un decreto trasversale che ha rotto la coerenza normativa del Testo Unico Ambientale, rendendo la tariffa (così come stabilito già nel 1997 da Ronchi) che doveva costituire la situazione ordinaria”, è stata ridotta a una variante straordinaria.

Per Paolo Giacomelli di Federambiente se la situazione sulla carta è complessa, lo è molto di più sul territorio. “Il sistema Italia si ritrova la Tares non perché il Parlamento non conoscesse l’esperienza virtuosa della tariffazione puntuale, ma perché in molti comuni vigeva la Tarsu, seppure con grossi problemi finanziari. Non è facile cambiare. Inoltre il pagamento della Tares presso l’Agenzia delle Entrate mediante un comune modello F24, farà sì che figurino numerose entrate nelle casse del Ministero dell’Economia, conti che torneranno utili di fronte all’Unione Europea.

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