Le energie rinnovabili prova a prendersi il mondo. Stando a una ricerca del Worldwatch Institute, dal 2005 a oggi il numero dei paesi che investono sulle rinnovabili è quasi triplicato passando da 48 a 127. Ma il dato più sorprendente è che a puntare sulle sostenibili sono soprattutto i paesi in via di sviluppo, paesi che spesso devono fare i conti con la carenza di risorse energetiche a fronte degli imperativi di crescita. Se nel 2005 il 58% degli Stati che finanziavano le energie sostenibili erano in Europa e Asia centrale, nel 2013 i paesi di questa area pesano solo per poco più di un terzo del totale.
È l'Africa Sub- sahariana a dare l'esempio. Negli ultimi otto anni sono 25 gli Stati dell'area ad aver investito sulle energie sostenibili e a promuovere il passaggio all'energia pulita; 17 invece sono dell'area Caraibica e 12 quelli tra Medio Oriente e Nord Africa. L'adozione delle rinnovabili comporterebbe per questi paesi non solo una maggior indipendenza energetica, ma anche un'importante riduzione dell'inquinamento ambientale.
A differenza del sud del mondo, molti paesi europei, americani e asiatici hanno subito una forte battuta d'arresto nella promozione dell'energia pulita a causa della crisi economica che riducendo i budget destinati alle energie rinnovabili ha portato in alcuni casi come Spagna, Grecia e Bulgaria alla loro tassazione.
A rallentare la crescita degli incentivi in alcuni paesi ha contribuito anche lo sviluppo tecnologico, come nel caso del fotovoltaico che ha visto crollare negli ultimi 4-5 anni il costo dei moduli dell'80% (riducendo quindi la necessità di finanziamenti).
Al momento, per sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili, novantanove Stati hanno adottato lo schema di sostegno chiamato feed-in tariff (fit), meccanismi simili al nostro vecchio conto energia per il fotovoltaico. Altri modi sono il renewable portfolio standard, cioè l' obbligo per i produttori di ottenere determinate percentuali di elettricità dalle rinnovabili (adottato da 76 nazioni) e le politiche di net-metering, un sistema molto simile allo 'scambio sul posto'.
Per promuovere l'energia pulita molti paesi, circa 66, ricorrono anche a delle agevolazioni fiscali che variano in base allo stato. Ci sono poi i tax credit, degli sgravi fiscali sulla produzione energetica come quelli usati dagli Stati Uniti per l'eolico e ancora deduzioni o specifiche esenzioni.
Ma la sfida per gli Stati non è solo quella di incrementare il passaggio alle rinnovabili, ma anche integrare questo tipo di energia nel sistema elettrico nazionale, soprattutto in vista della grande diffusione che stanno avendo settori come il fotovoltaico e l'eolico.
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