"Le recenti dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, riportate dalla stampa, in relazione alla ipotizzata volontà del governo di ridurre il peso degli incentivi alle rinnovabili portando a trent'anni il periodo di incentivazione oggi previsto per legge a venti inducono forti elementi di preoccupazione". Lo afferma Enrico Borghi, capogruppo Pd in commissione Ambiente della Camera. Un provvedimento di questo tipo, esteso a tutte le fonti rinnovabili e dagli effetti retroattivi, "rappresenterebbe, infatti, un duro colpo alla credibilità del nostro Paese rispetto alla capacita' di prestare fede ad impegni presi nei confronti delle imprese interessate ad investire in Italia- rileva Borghi- gravi errori sono stati fatti in passato nelle politiche di incentivazione e oggi, indubbiamente, vi sono diversità di trattamento tra i beneficiari delle numerose tipologie di contributo difficili da comprendere". Tuttavia, "riteniamo che l'introduzione di nuovi elementi di incertezza colpirebbe tutto il comparto green - biomasse e efficienza energetica incluse - rappresentando una grave debolezza e inaffidabilità del quadro normativo del nostro Paese", spiega il deputato. In particolare, "se l'annunciato decreto dovesse produrre degli effetti generalizzati, riducendo ulteriormente l'incentivo sui piccoli impianti a biomassa, mini eolico e mini Hydro verrebbero compromessi e vanificati i notevoli sforzi che gran parte dei comuni montani stanno ponendo in essere al fine dello sviluppo delle economie locali delle aree interne conclude Borghi occorre pertanto evitare il blocco generalizzato degli investimenti green sul territorio nazionale".
DIRE
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