Al via oggi l’attesa riunione dell’Ipcc e il Wwf,
attraverso il suo direttore scientifico e nostro collaboratore
Gianfranco Bologna, lancia un doppio allarme: «Il nuovo rapporto
dell’Ipcc offrirà maggiore chiarezza sulla scienza del clima e maggiori certezze sulle cause dei cambiamenti climatici,
evidenziando una realtà drammatica: ovvero che il pianeta si sta
riscaldando a un ritmo allarmante e che questi cambiamenti di
temperatura stanno già avendo serie conseguenze sia sulle persone che
sulla natura. Il nostro ambiente naturale sta lanciando un appello di
sofferenza e lo stiamo ignorando a nostro rischio e pericolo. Ma se i
governi agiscono ora, in modo completo e immediato, avranno la
possibilità di cambiare il pericoloso percorso che abbiamo intrapreso».
Una realtà, quindi, sempre più allarmante, con scenari che prevedono temperature globali in pericoloso aumento e
conseguenze già gravi sulle persone e sui sistemi naturali del nostro
meraviglioso pianeta. A Stoccolma si discuterà nelle prossime ore e
giorni sul testo finale del Summary for Policy Makers del primo volume
del loro nuovo rapporto, dedicato proprio allo stato di conoscenze sin
qui acquisite dalle scienze del clima, che alla fine della settimana
renderà noti il primo assesment complessivo sullo stato dei sistemi
climatici planetari e sul ruolo e le responsabilità dell’attività umana
su di essi.
Il settore energetico, secondo il Wwf, è il maggior colpevole nel causare un cambiamento climatico
fuori controllo, ma contiene anche la soluzione a questa sfida. Per
l’associazione ambientalista infatti verrà data ulteriore conferma che i
combustibili fossili stanno provocando un pericoloso cambiamento
climatico, mentre l’estrazione dei fossili è una causa sempre più
determinante della perdita diretta di biodiversità. Allo stesso tempo,
l’energia rinnovabile fornisce una soluzione diretta, provata e sempre
più conveniente anche dal punto di vista economico, con impatti diretti
di gran lunga minori.
«Se dobbiamo seguire le indicazioni della scienza, dobbiamo smettere di investire nei combustibili fossili e aumentare gli investimenti in energia rinnovabile sostenibile dichiara Mariagrazia Midulla, responsabile Clima e Energia del Wwf Italia Il Wwf sta chiedendo a investitori e istituti finanziari in tutto il mondo di porre fine ai loro investimenti al carbone e aumentare quelli in energia rinnovabile».
Naturalmente greenreport.it è d’accordo a prescindere da ciò che emergerà dal nuovo rapporto, con questa impostazione. Ma bisogna che tutte le associazioni ambientaliste che si dichiarano a favore delle rinnovabili, poi le sostengano là dove conta, ovvero nei territori. Perché altrimenti tutto questo battage non serve a nulla. Le alternative sono tutte quelle energie non fossili Quindi: fotovoltaico, solare, eolico, geotermia e idroelettrico. Nessuno può dire che queste non hanno impatto come minimo visivo, ma non solo. Di certo però, meno delle altre, diversamente – non ce ne siamo accorti – ma stiamo già vivendo nel migliore dei mondi possibili. Perché se si dice no a tutto, allora non è giusto opporsi al carbone, agli oli combustibili e nemmeno al nucleare, visto che poi quando fa freddo il riscaldamento lo accendiamo tutti, la luce in casa la sera la vogliamo e non ci pare si possa fare a meno come minimo dei fornelli. Per chi dovesse pensare che queste precisazioni sono superflue dovrebbe leggersi le rassegne stampa regionali (noi leggiamo quelle della Toscana, ma vale ovunque la stessa cosa) per vedere che cosa accade quando si passa dal dire (rinnovabili) al fare (realizzare un qualsiasi impianto). E ci fermiamo qui, perché bisognerebbe aprire anche un capitolo sul fatto che l’Ipcc si occupa di un solo grande e grave problema come quello del clima, ma che a livello ecologico è almeno altrettanto se non più importante e grave il problema del depauperamento delle risorse di materia, sempre più scarse e sprecate e che necessiterebbero invece di sviluppare al massimo delle sue potenzialità la propria rinnovabilità, che non è altro che il riciclo. Ma questa appunto è un’altra storia, che per di più pare interessare solo a greenreport.it.
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