«Non ci sono evidenze di un nesso diretto tra esposizione
all'inceneritore e patologie croniche e tumorali, queste ultime in calo a
Modena, mentre per quanto riguarda i nati pre-termine, le criticità
evidenziate dallo studio Moniter a livello regionale richiedono
ulteriori approfondimenti, dal momento che non c'è sostanziale
differenza nel valore statistico medio registrato intorno agli impianti
rispetto al resto della popolazione regionale». È quanto spiegato da
Adriana Giannini, direttore del Dipartimento di sanità pubblica
dell'Ausl, e Carlo Alberto Goldoni, direttore del Servizio epidemiologia
e comunicazione Ausl, alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria,
che all'ordine del giorno dell'ultima seduta aveva un approfondimento
sul tema dei controlli ambientali nell'area del termovalorizzatore e le
possibili conseguenze sulla salute. «È ormai assodato che
l'inquinamento, in particolare atmosferico, produce effetti sulla salute
delle popolazioni esposte, sia a breve che a lungo termine. In questo
ambito - hanno spiegato Giannini e Goldoni - non è univoca la
valutazione delle possibili eventuali conseguenze derivanti dalla
presenza degli inceneritori le cui emissioni, per quanto rilevanti,
restano sempre una frazione relativamente ridotta del totale». Nel
ricordare i diversi studi a livello regionale oltre a Moniter e gli
ulteriori studi aggiuntivi svolti dall'Ausl di Modena, previsti
dall'Autorizzazione ambientale integrata, Adriana Giannini ha
sottolineato «la necessità di tenere insieme dati epidemiologici e
ambientali».
Nel suo intervento, Carlo Alberto Goldoni ha ricordato come «in rapporto ad altre popolazioni europee lo stato della popolazione modenese può essere definito buono: la speranza di vita supera gli 80 anni per gli uomini e 85 per le donne, valori entrambi migliori rispetto alla media regionale. Altri indicatori segnalano un progressivo miglioramento dello stato complessivo di salute: in campo oncologico si assiste a una riduzione della mortalità e anche del numero assoluto di casi». Gli studi svolti in Emilia Romagna sugli inceneritori, «sicuramente all'avanguardia ha aggiunto Goldoni hanno aggiunto una notevole massa di informazioni a quanto già si sapeva». Non solo: «Gli studi epidemiologici non hanno evidenziato effetti in termini di danno alla salute pubblica. Quanto all'aumento di parti pre-termine, per ora osservato riguardo a popolazioni esposte a inceneritori unicamente da Moniter, non vi sono differenze tra il dato medio nell'area dell'inceneritore e il dato medio del restante territorio regionale». Su questo elemento Emilio Sabattini, a nome della Conferenza territoriale, ha sollecitato le autorità sanitarie a «fare ulteriori approfondimenti, d'intesa con il Comitato scientifico, per avere a disposizione maggiori elementi conoscitivi e dati il più possibile aggiornati».
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