Nelle ultime 48 ore la Sardegna è stata ancora una volta vittima dei
criminali che hanno incenerito 8mila ettari e il pericolo non è ancora
passato, visto che si teme una recrudescenza delle fiamme a causa del
forte maestrale.
Davanti a questa devastazione di natura e
bellezza, il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza,
sottolinea che «Ci sono tagli che fanno male al Paese, e che non ci
fanno risparmiare un soldo perché, anzi, si trasformano in una spesa. E’
il caso, purtroppo, del mancato stanziamento di risorse per la
prevenzione antincendio, come sta dimostrando la pesantissima emergenza
incendi in corso in Sardegna, dove i costi ambientali, sociali ed
economici dei roghi saranno di gran lunga superiori al risparmio
iniziale ottenuto coi tagli. C’è da chiedersi anche quali aerei servano
veramente all’Italia: se gli F35 sui quali il governo ha deciso di
investire o i mezzi aerei antincendio che invece sono stati ridotti.
Risparmiare sulla prevenzione è un gravissimo errore; al contrario,
occorre potenziarla e destinare le risorse necessarie per le attività di
contrasto ai soggetti che cooperano nella lotta agli incendi boschivi e
ai comuni. Inoltre, bisogna imporre l’applicazione della legge quadro
353 del 2000 con la realizzazione e l’aggiornamento del catasto delle
aree percorse dal fuoco, l’unico vero strumento per limitare a monte la
possibilità di speculare sulle aree bruciate perché solo così è
possibile vincolare le modifiche della destinazione d’uso delle aree
bruciate».
Il presidente del Cigno Verde conclude ricordando un
altro aspetto paradossale della lotta anti-incendio: «Un ruolo
fondamentale spetta alle amministrazioni locali ma gli ultimi dati ci
dicono che solo il 50% dei comuni ha aggiornato il catasto al 2010 e
solo il 5% applica pienamente la legge quadro in materia di incendi
boschivi, che prevede oltre alla realizzazione del catasto, anche una
costante attività di prevenzione e tutela del territorio, un sistema di
interventi tempestivi per lo spegnimento dei roghi ed attività
investigative e di contrasto del fenomeno. Numeri decisamente bassi.
Applicare la legge 353 è fondamentale e gli enti locali vanno sostenuti
adeguatamente in tal senso».
Sulla questione interviene anche Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della camera, «Mentre si fronteggia l’emergenza incendi che nelle ultime 48 ore ha mandato in fumo magliaia di ettari di prezioso territorio sardo mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini e dell’ecosistema, e che per fortuna al momento sembra aver allentato la morsa anche grazie al lavoro e alla professionalità del Corpo Forestale della Regione Sardegna, bisogna dare la massima priorità alle politiche di prevenzione. La questione degli incendi va infatti affrontata per tempo, con misure che mirino alla prevenzione, con risorse adeguate, e attivando un coordinamento per razionalizzare al meglio i mezzi a disposizione. Un obiettivo per cui la Commissione di cui sono Presidente si impegna a lavorare. Improrogabile per altro la piena operatività del Censimento nazionale delle aree percorse dal fuoco, vigilando sulla corretta applicazione da parte dei Comuni del sistema catasto incendi e dando la competenza di tale controllo al Corpo Forestale dello Stato (Cfs) come proposto lo scorso inverno dal ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali rispondendo a un mio atto di sindacato ispettivo. Proprio per fare fronte al fenomeno, infatti, la legge quadro sugli incendi boschivi prevede che le zone boscate ed i pascoli percorsi da fuoco non possano avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni e a tal fine prevede l’istituzione di un censimento nazionale delle aree percorse da fuoco. Purtroppo però la validità della Legge 353/2000 e la conseguente tutela del paesaggio dagli incendi è limitata, nei fatti, dal parziale adempimento da parte degli enti locali del cosiddetto catasto incendi. Benché il Corpo Forestale dello Stato provveda ad inserire nel Sistema Informativo della Montagna i rilievi effettuati su aree e soprassuoli percorsi da fuoco e benché tali dati siano a disposizione dei Comuni che ne facciano richiesta al fine di aggiornare annualmente il proprio catasto degli incedi, il ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali lo scorso inverno rispondendo al medesimo atto di sindacato ispettivo aveva reso noto che solo il 50% dei 3.000 Comuni interessati da incendi boschivi si avvale della banca dati del Cfs. Visti i numeri, appare strategico supportare in modo adeguato gli Enti Locali e dare così effettiva applicazione al censimento delle aree percorse da fuoco».
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