13/08/13

Groenlandia, nuovo allarme ghiaccio: si scioglie sia dall'alto che dal basso

Secondo i dati raccolti dal gruppo di ricerca internazionale IceGeoHeat, il calore rilasciato dalle profondità del pianeta gioca un ruolo determinante nello scioglimento. La causa sarebbe la conformazione del mantello terrestre, particolarmente sottile in quella regione

Roma - Non è solo il clima che si riscalda a far sciogliere i ghiacci della Groenlandia: a ridurre le gelide placche anche dal basso sarebbe la grande quantità di calore che proviene dal mantello terrestre. È questa la conclusione a cui ha portato uno studio pubblicato su Nature Geoscience, in base a dati elaborati dal gruppo di ricerca internazionale IceGeoHeat. Stando agli esperti, il calore rilasciato dalle profondità del pianeta gioca un ruolo determinante nello scioglimento. Questo effetto, sarebbe dovuto alla conformazione della litosfera, lo strato roccioso della Terra, particolarmente sottile in quella regione. Si tratta dell'ennesimo allarme legato alla riduzione dei ghiacciai in Groenlandia (Foto): nel 2012 si era staccato un iceberg grande come Manhattan.
Ogni anno scompare ghiaccio pari a 60 milioni di piscine olimpioniche. La calotta glaciale della Groenlandia perde, ogni anno, 227 miliardi di tonnellate di ghiaccio, l'equivalente all'incirca di 60 milioni di piscine olimpioniche, contribuendo di 0,7 millimetri all'innalzamento degli oceani (che salgono nel complesso di circa 3 millimetri l'anno).

Anche il terreno ha il suo ruolo. La comprensione di tutti gli elementi chiave dello scioglimento della calotta della Groenlandia rappresenta quindi fondamentale per lo sviluppo dei possibili scenari futuri. Gli attuali modelli utilizzati per comprendere e prevedere lo scioglimento di questi ghiacci hanno finora trascurato il calore che si sprigiona dal terreno. Secondo il gruppo internazionale di ricercatori, la particolare conformazione geologica del territorio giocherebbe un ruolo chiave nello sciogliere i ghiacci anche dal basso.

Azione combinata. La combinazione di pressione esercitata dallo strato di ghiaccio e lo strato particolarmente sottile di litosfera (di circa 70 chilometri) permetterebbe le condizioni per uno scioglimento anche della base della calotta. Secondo i ricercatori, il modello realizzato comprendendo anche questi aspetti combacerebbe pienamente con i valori di scioglimento registrati negli anni.

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