Una performance che si spiega anche come, negli Usa, un credito d’imposta aiuti a compensare il costo del capitale di parchi eolici, ma nonostante gli enormi investimenti, in parallelo calano i prezzi dei contratti dell’energia eolica arrivati ad una media di 40 dollari per megawatt-ora).
Secondo L’Lbnl, il motivo del calo del prezzo dell’energia eolica è da ricercarsi nella simultanea diminuzione, dal 2008, del 20 – 35% dei prezzi delle turbine eoliche, insieme al miglioramento dell’efficienza delle turbine nel convertire anche il vento più debole in elettricità.
L’energia eolica attualmente rappresenta oltre il 12% della produzione elettrica totale in 9 Stati Usa, con 3 di questi stati sopra il 20%, e fornisce più del 4% del totale del fabbisogno energetico degli Usa. Il rapporto fa anche notare che i parchi eolici sono sempre costruiti con materiale di produzione nazionale. 7 dei 10 fornitori di pale eoliche con la maggiore quota del mercato statunitense nel 2012 hanno visto entrare in fase operativa uno o più impianti di produzione, solo 8 anni fa negli Usa era attivo solo un produttore di turbine nazionale. Come conseguenza di questo boom produttivo, una percentuale crescente delle apparecchiature utilizzate nei progetti eolici è made in Usa.
Il rapporto si concentra sulle “selected trade categories”, e ne viene fuori che la percentuale dei costi delle pale eoliche attribuibile a componenti importate dall’estero è sceso dal 75% del 2006-2007 al 28% del 2012. Dati che smentiscono indirettamente le accuse di repubblicani e dei comitati contro l’eolico, che accusano l’energia del vento di aprire il mercato Usa ai cinesi.
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