29/07/13

Termovalorizzatori addio: Rimini guida l'onda verde Il biodigestore anaerobico di nuova generazione che non genera cattivi odori è entrato nei giorni scorsi a pieno regime

Se l‘Emilia Romagna fosse uno Stato, adesso sarebbe al quinto posto in Europa per la raccolta dei rifiuti. La differenziata supera il 50%, e di questo il 93,4% riesce a essere riciclato». Sono risultati che si vedono solo nell'olimpo di Paesi virtuosi come Austria, Belgio, Danimarca e Germania, quelli che, commenta con un certo orgoglio Enrico Piraccini, responsabile degli impianti di compostaggio e digestione Herambiente, durante la presentazione del nuovo biodigestore anaerobico di Rimini. Un impianto entrato in questi giorni a pieno regime, dopo una fase di collaudo durata sei mesi e che potrebbe nel giro di poco tempo alzare ancora la posizione dell'Emilia Romagna dentro la classifica europea. Grazie alla tecnologia d'avanguardia, scovata dal gruppo Hera a Monaco di Baviera, che permette di valorizzare al meglio il patrimonio di rifiuti organici. Trasformati non solo in fertilizzante naturale, ma anche convertiti in energia elettrica rinnovabile.


L'Impianto
Il biodigestore anaerobico è ospitato nell'impianto di compostaggio di Cà Baldacci. Completamente rinnovato con un investimento sulla struttura da 10 milioni di euro per mettere al centro la nuova tecnologia. «I nuovi processi », spiega il presidente del Gruppo, Filippo Brandolini, «consentono di valorizzare al massimo la frazione organica della raccolta differenziata, permettendoci, senza bruciare nulla, di ottenere ogni anno 8 mila Mwh di energia rinnovabile. E di migliorare la qualità del compost rispetto a quello prodotto con il metodo tradizionale».


Basta odore
Processi classici di compostaggio che ora, grazie alla digestione anaerobica, sembrano archiviati. E con loro anche il problema non da poco dell'odore. «Con i nuovi procedimenti», spiega Piraccini, «abbiamo eliminato completamente le esalazioni puzzolenti. Un punto importante visto gli scontri sul tema con i vari comitati di residenti della zona». Battibecchi che, tra denunce e opposizioni, sono diventati un argomento frequente della cronaca locale. E che potrebbero trovare una tregua ora che il compostaggio viene fatto in maniera diversa.


Fermentazione a secco
Primo, tra i cambiamenti del nuovo modo di fare compostaggio, l'assenza dell'ossigeno. Con un procedimento chiamato fermentazione a secco (batch dry fermentation) che avviene all’interno di celle di cemento armato. Con un processo di trasformazione simile alla masticazione e alla digestione degli esseri viventi.



Digestione Anaerobica
«I rifiuti», prosegue Piraccini,«vengono prima tritati e poi lasciati fermentare al buio per 30 giorni a 37 gradi. Si tratta, infatti, di un ambiente ideale per la formazione dei batteri». Batteri che assomigliano a quelli presenti nello stomaco delle mucche, in grado di attivare un processo di digestione anaerobica che produce biogas (60% metano).



Energia fertile
«Il biogas», conclude Piraccini, «viene trasformato in energia elettrica grazie a motori per la cogenerazione. Un altro risparmio visto che in questo modo alimentiamo anche le celle». Oltre a produrre energia elettrica potenzialmente per il fabbisogno di circa 9 mila persone.



Emilia operativa
Ampio, oltre al nuovo biodigestore, il piano di Herambiente per valorizzare i rifiuti della Regione. Con linee di intervento mirate su infrastrutture e impiantistica. E 40 milioni investiti per potenziare la raccolta differenziata e sugli altri biodigestori del gruppo a Cesena e a Voltana Lugo. «In ogni provincia», conclude Bardolini, «installeremo impianti di selezione del secco a lettura ottica nelle piattaforme che selezionano i rifiuti. Un sistema intelligente già attivo a Rimini, Ravenna, Modena, Ferrara. E presto anche a Bologna».

Corriere della sera

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