L'Impianto
Il biodigestore anaerobico è ospitato nell'impianto di compostaggio di Cà Baldacci. Completamente rinnovato con un investimento sulla struttura da 10 milioni di euro per mettere al centro la nuova tecnologia. «I nuovi processi », spiega il presidente del Gruppo, Filippo Brandolini, «consentono di valorizzare al massimo la frazione organica della raccolta differenziata, permettendoci, senza bruciare nulla, di ottenere ogni anno 8 mila Mwh di energia rinnovabile. E di migliorare la qualità del compost rispetto a quello prodotto con il metodo tradizionale».
Basta odore
Processi classici di
compostaggio che ora, grazie alla digestione anaerobica, sembrano
archiviati. E con loro anche il problema non da poco dell'odore. «Con i
nuovi procedimenti», spiega Piraccini, «abbiamo eliminato completamente
le esalazioni puzzolenti. Un punto importante visto gli scontri sul tema
con i vari comitati di residenti della zona». Battibecchi che, tra
denunce e opposizioni, sono diventati un argomento frequente della
cronaca locale. E che potrebbero trovare una tregua ora che il
compostaggio viene fatto in maniera diversa.
Fermentazione a secco
Primo, tra i cambiamenti del nuovo modo di fare compostaggio, l'assenza dell'ossigeno. Con un procedimento chiamato fermentazione a secco (batch dry fermentation) che avviene all’interno di celle di cemento armato. Con un processo di trasformazione simile alla masticazione e alla digestione degli esseri viventi.
Digestione Anaerobica
«I rifiuti», prosegue Piraccini,«vengono prima tritati e poi lasciati fermentare al buio per 30 giorni a 37 gradi. Si tratta, infatti, di un ambiente ideale per la formazione dei batteri». Batteri che assomigliano a quelli presenti nello stomaco delle mucche, in grado di attivare un processo di digestione anaerobica che produce biogas (60% metano).
Energia fertile
«Il biogas», conclude Piraccini, «viene trasformato in energia elettrica grazie a motori per la cogenerazione. Un altro risparmio visto che in questo modo alimentiamo anche le celle». Oltre a produrre energia elettrica potenzialmente per il fabbisogno di circa 9 mila persone.
Emilia operativa
Ampio, oltre al nuovo biodigestore, il piano di Herambiente per valorizzare i rifiuti della Regione. Con linee di intervento mirate su infrastrutture e impiantistica. E 40 milioni investiti per potenziare la raccolta differenziata e sugli altri biodigestori del gruppo a Cesena e a Voltana Lugo. «In ogni provincia», conclude Bardolini, «installeremo impianti di selezione del secco a lettura ottica nelle piattaforme che selezionano i rifiuti. Un sistema intelligente già attivo a Rimini, Ravenna, Modena, Ferrara. E presto anche a Bologna».Corriere della sera
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