L’esclusione dalla white list dell’impresa legata anche a
pagamenti finiti sotto osservazione Dubbi sulle frequentazioni di alcuni
operai. Ora sono a rischio pure i lavori all’Expo 2015 di Milano
Dipendenti
sospetti, la scoperta di un pregiudicato nel cantiere delle scuole di
Finale, i rapporti economici con imprenditori dubbi. Sono le
motivazioni, pubblicate nel dettaglio da Giovanni Tizian su L’Espresso,
che hanno portato all’esclusione della Bianchini Costruzioni dalla white
list. Ma oltre alle sette assunzioni finite nel rapporto del Girer e
che ha portato il prefetto Basile a rigettare la domanda, il mirino
degli inquirenti si sofferma anche su due fatture emesse dalla Bianchini
in favore di altrettante società e scoperte dai carabinieri durante
un’operazione antidroga.
Alta velocità e amicizie
Una
fattura è intestata alla Edil Cutro della famiglia Lerose: Gaetano
Lerose amministratore unico fino al gennaio 2010 è stato segnalato in
passato nell’ambito dell’operazione Caronte, che ha riguardato la
spartizione tra Cosa nostra e ’ndrangheta dei subappalti dell’Alta
velocità nel tratto di Parma. La ditta con sede tra Cutro e Colorno è
considerata in contatto con la storica azienda di Boretto, Bacchi Spa,
iscritta a Confindustria Emilia Romagna e destinataria nel 2011 di
un’interdittiva antimafia che dura ancora oggi. Dall’inchiesta Caronte è
emerso che la società Bacchi “per l’effettuazione del trasporto inerti
pur disponendo di un elevato numero di mezzi avesse utilizzato quasi
esclusivamente i camion di società terze, tra cui la EdilCutro”. E
inoltre: «È emerso come Gaetano Lerose rivestisse il ruolo di mediatore
con gli esponenti della cosca mafiosa palermitana Maranto». Mediazione
che doveva servire ai clan Calabro-Emiliani a utilizzare loro società
per trasportare la terra “dalla cava della famiglia Bacchi”. C’è
un’intercettazione agli atti in cui Lerose definisce “loro amico”
Claudio Bacchi, imprenditore che dava “i giusti spazi”. Per questo
durante la telefonata Lerose suggerisce a un palermitano coinvolto
nell'inchiesta di “non porre in essere danneggiamenti o intimidazioni
nei confronti della Bacchi”. Il motivo per cui Bianchini abbia avuto
rapporti di lavoro - certificati dalle fatture - con la Edilcutro
andranno spiegati.
Il cantiere delle scuole di Finale
Il 3 settembre 2012 i carabinieri trovano nel cantiere delle nuove scuole dove sarà successivamente rinvenuto amianto (così come a Reggiolo e Concordia, tutti cantieri in subappalto della Bianchini) - Michele Bolognino “condannato per associazione mafiosa”. Non è un dipendente della Bianchini e ciò insospettisce gli investigatori che lo considerano una sorta di intermediario tra azienda e cosca Grande Aracri. Bolognino è personaggio di spicco della famiglia calabrese a cui è collegato - almeno sentimentalmente - anche un operaio incensurato di Bianchini.
L’affitto del ramo d’azienda
Nel 2008, Bianchini affitta un ramo d’azienda della Villani Virginio. Quest’ultimo, già denunciato per reati ambientali (un leit motiv che ricorre spesso) è socio nella Mu.Vi con Antonio Muto, la cui famiglia è “contigua ad esponenti del gruppo mafioso dei Grande Aracri”.
Bianchini e ambiente
Nelle informative compilate dai carabinieri di Modena e dal Girer, il gruppo interforze costituito ad hoc per vigilare sulla ricostruzione, sono segnalati anche i precedenti di Bianchini senior e junior: Augusto ha un decreto di condanna penale del 2011 per violazione della normativa ambientale, per il quale ha fatto ricorso; il figlio Alessandro ha la stessa condanna, ma del 2012 e per la quale pende opposizione, quindi non è definitiva.
Le ripercussioni sull’Expo
L’azienda di San Felice sta lavorando a Milano nei cantieri dell’Expo 2015. Anche in questo caso è subappaltatrice dei lavori della Cmc (la stessa che aveva vinto l’appalto delle scuole di Finale) e, semmai la battaglia amministrativa intrapresa dalla Bianchini dovesse vederla sconfitta ecco che anche i lavori lombardi rischierebbero di bloccarsi come già avvenuto per tutti i cantieri legati alla ricostruzione della Bassa.
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