A spingere l’aumento dei consumi sarà la crescita di Cina, India e Paesi in via di sviluppo
Secondo l’International Energy Outlook 2013 ( Ieo2013 ), pubblicato oggi dall’Energy information administration (Eia) del governo statunitense, «nel corso dei prossimi tre decenni, il consumo mondiale di energia dovrebbe aumentare del 56%, trainato dalla crescita nel mondo in via di sviluppo».L’amministratore dell’Eia, Adam Sieminski, ha spiegato che «l’aumento della prosperità in Cina e in India è un fattore importante nelle prospettive per la domanda globale di energia. Questi due Paesi rappresentano insieme metà incremento complessivo mondiale del consumo di energia fino al 2040. Questo avrà un profondo effetto sullo sviluppo dei mercati energetici mondiali».
Intanto la tecnologia del carburante pulito sta svolgendo un ruolo importante e secondo l’Ieo2013, «nel periodo di previsione, le energie rinnovabili e l’energia nucleare dovrebbero crescere più velocemente di combustibili fossili».
Il rapporto presenta proiezioni aggiornate dei mercati energetici mondiali fino al 2040, ma non tiene conto della legislazione o delle politiche che potrebbero potenzialmente influenzare i mercati energetici.
Ecco i principali punti dell’ Ieo2013:
Il consumo mondiale di energia aumenterà dai 524 quadrilioni British thermal units (Btu) del 2010 ad 820 quadrilioni di Btu nel 2040. L’aumento del consumo mondiale di energia è in gran parte dovuto al mondo in via di sviluppo, dove la crescita è guidata da una forte crescita economica, a lungo termine. Metà della crescita totale mondiale del consumo di energia è attribuita a Cina e India.
Fino al 2040 aumenterà il consumo mondiale di energia da tutte le fonti di combustibile. I combustibili continueranno a fornire gran parte dell’energia utilizzata in tutto il mondo. Anche se petrolio ed altri liquidi rimangono la principale fonte di energia, la quota di combustibili liquidi commercializzati nel mondo per il consumo energetico scenderà dal 34% nel 2010 al 28% nel 2040. Le energie rinnovabili e l’energia nucleare saranno le fonti di energia in più rapida crescita al mondo, ognuna in aumento del 2,5% all’anno, tuttavia, fino al 2040, i combustibili fossili continueranno a fornire quasi l’80% del consumo mondiale di energia.
In prospettiva, il gas è il combustibile fossile in più rapida crescita. Il consumo globale di gas naturale cresce dell’ 1,7% per cento l’anno. L’aumento delle forniture di gas, gas di scisto e di metano coalbed sosterrà la crescita dell’utilizzo di gas prevista in tutto il mondo. Il carbone crescerà più velocemente dei consumi dei combustibili liquidi fino a dopo il 2030, a causa degli aumenti del consumo di carbone in Cina e tiepida crescita della domanda di combustibili liquidi, della crescita lenta nei Paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e degli elevati e sostenuti prezzi del petrolio.
Gli altri punti salienti dell’International Energy Outlook 2013 disegnano un quadro a tinte fosche del nostro futuro energetico e quindi ambientale/climatico.
Il prezzo spot del Brent Crude Oil, nel 2012 è stato in media di 112 dollari, lo Short-Term Energy Outlook dell’Eia prevede medie di 105 dollari al barile nel 2013 e addirittura un calo fino a 100 dollari al barile nel 2014. Ma i prezzi dovrebbero aumentare a lungo termine. Basandosi sul prezzo reale mondiale del petrolio nel 2011, il greggio sarà a 106 dollari al barile nel 2020 ed a 163 dollari al barile nel 2040.
Quasi l’80% dell’aumento della produzione di elettricità rinnovabile sarà alimentato dall’energia idroelettrica ed eolica. In particolare, il contributo dell’eolico negli ultimi 10 anni è cresciuto rapidamente, un trend che continuerà nel futuro. Dei 5.400 miliardi di kilowattora di nuova produzione da fonti rinnovabili che si aggiungeranno secondo le proiezioni Eia, il 52% verrà dell’idroelettrico ed il 28% dall’eolico. Ben l’82% della produzione idroelettrica si verificherà nei paesi non Ocse, aumentando così i conflitti già in corso per la costrizione di mega-dighe, mentre il 52% della produzione eolica verrà dai Paesi Ocse, dove non sempre le pale eoliche sono ben viste da alcune associazioni ambientaliste.
Ma la previsione più controversa del rapporto Ieo2013 è sicuramente quella dell’energia nucleare che, nonostante il netto rallentamento post-Fukushima e le molte centrali nucleari a fine vita, dovrebbe passare dai 2,6 trilioni di kilowattora del 2.010 ai 55 trilioni di kilowattora nel 2040, «dato che le preoccupazioni sulla sicurezza energetica e le emissioni di gas serra sosterranno lo sviluppo di nuova capacità di produzione ione nucleare. Ma lo stesso rapporto ammette che le previsioni sul nucleare sono complicate perché comprendono le conseguenze del disastro del marzo 2011 a Fukushima Daiichi, le dismissioni di centrali nucleari nell’Europa Ocse e la continua forte crescita del nucleare nei Paesi asiatici non Ocse.
Nonostante le politiche e le normative vigenti che limitano l’utilizzo dei combustibili fossili, in tutto il mondo le emissioni di CO2 legate all’energia nel 2010 sono salite a circa 31 miliardi di tonnellate e raggiungeranno i 36 miliardi di tonnellate nel 2020, per poi schizzare a 45 miliardi di tonnellate nel 2040, un aumento del 46% nell’arco di 30 anni. Esattamente il contrario di quello che il nostro pianeta avrebbe bisogno per salvarsi dalla catastrofe climatica prossima ventura: quel taglio delle emissioni globali del 45% chiesto a gran voce dai piccoli Stati insulari e dai Paesi più poveri. Un 46% in più che rende più o meno ridicole le promesse dei grandi della terra di tagliare le emissioni di gas serra dell’80%, ma con calma, entro il 2050.
Il nostro pianeta rischia di soffocare per troppa energia.
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