In linea di principio è più che legittimo discutere di quale sia il modello di partito migliore, di chi debba aver diritto di voto in un congresso e se far coincidere la figura di segretario con quella di candidato premier. Ma nella situazione data, se un partito come il Pd che finora ha sempre chiamato a scegliere il proprio leader non solo gli iscritti ma anche i propri elettori decidesse all’improvviso di restringere il diritto di voto, farebbe un errore imperdonabile, perché si darebbe un messaggio di chiusura proprio nel momento in cui la profonda sfiducia verso i partiti richiede non meno ma più partecipazione, non meno ma più apertura e innovazione.
Il Partito Democratico va rifondato e il modo migliore di farlo è centrare lo sguardo non sul nostro ombelico ma sui problemi degli italiani e sulla visione del futuro, a partire dalla necessità di un ‘green new deal’ per uscire dalla crisi.
Fabrizio Vigni, presidente degli Ecologisti Democratici
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