Ventitré indagati, tra cui amministratori e i tecnici comunali
Dalle prime ore della mattina sessanta uomini del Corpo forestale dello Stato sono impegnati nell`esecuzione del sequestro preventivo, disposto dalla Procura della Repubblica di Rossano (Cs), di 10 depuratori in otto comuni del versante ionico di Cosenza: Rossano, Corigliano, Bocchigliero, Caloveto, Paludi, Campana, Terravecchia e Longobucco.
L`operazione denominata "Calipso" è il risultato di indagini protratte nel tempo e condotte dal Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Cosenza, che avrebbe accertato negli impianti, alcuni dei quali fatiscenti, una sistematica attività di raccolta e smaltimento non autorizzato dei rifiuti costituiti dalle acque reflue urbane e dai fanghi derivanti dal trattamento di tali acque attraverso gli impianti stessi. L`attività sarebbe avvenuta in totale assenza di depurazione dei reflui urbani e la situazione sarebbe
risultata ancora più grave dopo gli esiti delle analisi dell`Arpacal effettuate nei vari impianti, che hanno evidenziato il netto superamento dei limiti tabellari previsti dal decreto legislativo n. 152 del 2006, recante norme in materia ambientale.
I risultati delle analisi dell`Arpacal hanno registrato un`alta concentrazione, sia nelle acque interne che nei terreni, di carbonio organico disciolto (DOC), di richiesta biochimica di ossigeno (BOD5) e di Escherichia coli.
Sono ventitré gli indagati, tra cui amministratori e i tecnici comunali, che dovranno rispondere dei presunti reati di disastro ambientale e di danneggiamento di acque pubbliche.
(TMNews)
31/07/13
Ambiente/ Cosenza, sequestrati 10 depuratori in otto comuni
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Alessandro Bratti
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Sardegna: confartigianato richiede abolizione sistema tracciabilità rifiuti
Il sistema di tracciabilità dei rifiuti va completamente ripensato ma se non funziona ed è inefficiente, va abolito". E' questo il pensiero di Confartigianato Imprese Sardegna che, attraverso la struttura Nazionale, ha chiesto al Presidente della Commissione Ambiente della Camera, di rivedere le funzioni del Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti. L'Associazione degli Artigiani vuole così sottolineare la necessità di "superare il Sistri che ha prodotto soltanto inefficienze, complessità e inutili costi per le imprese chiamate ad attuarlo. Negli ultimi tre anni il Sistema è costato agli imprenditori italiani milioni di euro e non ha mai funzionato. Per questo va completamente riprogettato e sostituito con un nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti pericolosi che risponda a criteri di efficienza, trasparenza, economicità e semplicità". "I motivi della mancata attuazione continuano gli Artigiani sono le procedure complicate e costose, i problemi e ritardi nella distribuzione dei dispositivi USB e nell'installazione delle black box, i malfunzionamenti , i continui correttivi legislativi e procedurali". "Nessuno conclude l'Associazione degli Artigiani mette in dubbio la necessità di combattere le ecomafie. Ma bisogna riuscire a farlo con modalità semplici in capo alle imprese per garantire una gestione efficiente e poco costosa ed efficaci risultati: Facciamo come hanno fatto gli altri grandi Paesi dell'Europa".Gli artigiani ora attendono la risposta dei Ministri dell'Ambiente Orlando e dello Sviluppo Economico Zanonato.
(AGENPARL)
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Alessandro Bratti
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Rifiuti: consiglio di stato, si'a quelli di Roma in TMB Lazio
I rifiuti della capitale potranno continuare a essere trattati negli impianti di TMB delle altre province del Lazio, individuati dal Commissario per l'emergenza rifiuti di Roma, Goffredo Sottile. E' quanto ha stabilito il Consiglio di Stato, accogliendo i ricorsi del Ministero dell'Ambiente e del Commissario stesso contro Provincia di Frosinone, Comune di Albano Laziale, Unione dei Comuni Antica Terra di Lavoro e Saf Ambiente Frosinone s.p.a: oggetto, la riforma delle sentenze con cui il Tar del Lazio aveva bocciato i decreti, emanati dall'ex ministro Corrado Clini, che prevedevano il trattamento dei rifiuti romani nelle altre province.
La VI sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti, ha invece emesso quattro ordinanze in cui, con lo stesso dispositivo, "sospende l'esecutività della sentenza impugnata" e impone "di fissare
l'udienza di merito nel primo trimestre dell'anno 2014".Secondo la suprema corte di giustizia amministrativa, "appare prevalente l'interesse pubblico alla prosecuzione dello smaltimento in discarica dei rifiuti, con immutate modalità, anche al fine di prevenire i disagi e le emergenze di natura sanitaria che deriverebbero inevitabilmente, nell'attuale stagione estiva, dalla esecuzione della sentenza appellata".
(AGI)
La VI sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti, ha invece emesso quattro ordinanze in cui, con lo stesso dispositivo, "sospende l'esecutività della sentenza impugnata" e impone "di fissare
l'udienza di merito nel primo trimestre dell'anno 2014".Secondo la suprema corte di giustizia amministrativa, "appare prevalente l'interesse pubblico alla prosecuzione dello smaltimento in discarica dei rifiuti, con immutate modalità, anche al fine di prevenire i disagi e le emergenze di natura sanitaria che deriverebbero inevitabilmente, nell'attuale stagione estiva, dalla esecuzione della sentenza appellata".
(AGI)
Per partecipare al concorso di Legambiente e Federambiebnte, rivolto a una pluralità di soggetti, c' è tempo fino al 30 settembre
La gestione sostenibile dei rifiuti comincia dalla fase prioritaria della prevenzione, come prevedono le norme europee e nazionali. Gestire correttamente i rifiuti vuol dire quindi intervenire a monte, sulle fasi di produzione, distribuzione e consumo dei beni. È questo il messaggio che Legambiente e Federambiente lanciano insieme con la prima edizione del Premio nazionale sulla prevenzione dei rifiuti. Obiettivo del Premio è quello d’individuare, promuovere e diffondere le buone pratiche nazionali, valorizzando le esperienze più rilevanti e innovative e stimolando un’ampia riflessione sul tema che accompagni anche il percorso d’adozione del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti previsto dalla direttiva 98/2008/CE. Il concorso è rivolto ad amministrazioni ed enti pubblici e privati, aziende, imprese, istituti scolastici, cooperative e associazioni che abbiano realizzato sul territorio nazionale iniziative di prevenzione dei rifiuti attualmente ancora in corso o concluse di recente (non prima del 1° gennaio 2013). La partecipazione al premio è gratuita.
“L’Italia, dichiara il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani è ancora indietro sul fronte della prevenzione e riduzione dei rifiuti, vero e proprio tallone d’Achille. Nel nostro Paese le buone esperienze e i risultati ambientali ci sono come hanno dimostrato i 1293 Comuni Ricicicloni 2013 premiati per aver superato il 65% di raccolta differenziata. Però bisogna ancora fare molto, perché la diffusione delle buone pratiche locali da sola non basta. Il Paese ha bisogno di un serio programma nazionale di prevenzione che obblighi il mondo della produzione e della distribuzione a cambiare rotta riducendo la produzione di rifiuti, com’è riuscita a fare la Germania, utilizzando anche la leva economica. Con questo Premio nazionale, insieme a Federambiente, vogliamo infatti ricordare che la gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti migliora la qualità ambientale, dà un impulso alla ricerca e all ’innovazione e apre nuove strade a vere e proprie filiere industriali”.
“L’Italia, dichiara il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani è ancora indietro sul fronte della prevenzione e riduzione dei rifiuti, vero e proprio tallone d’Achille. Nel nostro Paese le buone esperienze e i risultati ambientali ci sono come hanno dimostrato i 1293 Comuni Ricicicloni 2013 premiati per aver superato il 65% di raccolta differenziata. Però bisogna ancora fare molto, perché la diffusione delle buone pratiche locali da sola non basta. Il Paese ha bisogno di un serio programma nazionale di prevenzione che obblighi il mondo della produzione e della distribuzione a cambiare rotta riducendo la produzione di rifiuti, com’è riuscita a fare la Germania, utilizzando anche la leva economica. Con questo Premio nazionale, insieme a Federambiente, vogliamo infatti ricordare che la gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti migliora la qualità ambientale, dà un impulso alla ricerca e all ’innovazione e apre nuove strade a vere e proprie filiere industriali”.
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Energia, le rinnovabili supereranno il gas Seconda fonte elettrica dopo il carbone
Il rapporto della Iea presentato a Roma: nel 2018 l'energia pulita aumenterà del 40% arrivando a coprire quasi un quarto della produzione elettrica. La direttrice Maria van der Hoeven: "Non servono alti incentivi ma politiche di lungo termine
Maria van der Hoeven, direttrice dell’Iea (International Energy Agency), è arrivata a Roma con un messaggio molto chiaro che esporrà questa mattina in un incontro alla Farnesina: entro il 2016 a livello globale le rinnovabili supereranno il gas e doppieranno il nucleare diventando la seconda fonte elettrica dopo il carbone. E lo scenario non cambia guardando un po’ più avanti o un po’ più indietro. Nel 2012 l’elettricità prodotta dalle rinnovabili è stata superiore a quella consumata in Cina. Nel 2018 l’energia pulita aumenterà del 40% arrivando a coprire quasi un quarto del totale della produzione elettrica.
Non basta. Il rapporto appena reso pubblico dall’Iea (Medium-Term Renewable Energy Market Report) precisa che all’interno di questo 25% la quota delle nuove rinnovabili (quelle più innovative, escludendo l’idroelettrico tradizionale) continua a crescere: dal 2% del 2006 è passata al 4% del 2008 e arriverà all’8% nel 2018.
Maria van der Hoeven entra anche nel merito della polemica sulle misure di sostegno al modello low carbon spiegando che si può fare molto con poco a patto di non cambiare idea ogni 6 mesi mettendo in difficoltà le imprese: “Molte rinnovabili non hanno più bisogno di alti incentivi. Ma hanno ancora bisogno di politiche di lungo termine che consentano la formazione di un mercato affidabile e di una cornice di regole compatibile con gli obiettivi sociali”. E anche il poco necessario può essere a costo zero a patto di non regalare soldi a chi inquina: “A livello globale i sussidi ai combustibili fossili restano 6 volte più alti degli incentivi alle rinnovabili”.
Maria van der Hoeven, direttrice dell’Iea (International Energy Agency), è arrivata a Roma con un messaggio molto chiaro che esporrà questa mattina in un incontro alla Farnesina: entro il 2016 a livello globale le rinnovabili supereranno il gas e doppieranno il nucleare diventando la seconda fonte elettrica dopo il carbone. E lo scenario non cambia guardando un po’ più avanti o un po’ più indietro. Nel 2012 l’elettricità prodotta dalle rinnovabili è stata superiore a quella consumata in Cina. Nel 2018 l’energia pulita aumenterà del 40% arrivando a coprire quasi un quarto del totale della produzione elettrica.
Non basta. Il rapporto appena reso pubblico dall’Iea (Medium-Term Renewable Energy Market Report) precisa che all’interno di questo 25% la quota delle nuove rinnovabili (quelle più innovative, escludendo l’idroelettrico tradizionale) continua a crescere: dal 2% del 2006 è passata al 4% del 2008 e arriverà all’8% nel 2018.
Maria van der Hoeven entra anche nel merito della polemica sulle misure di sostegno al modello low carbon spiegando che si può fare molto con poco a patto di non cambiare idea ogni 6 mesi mettendo in difficoltà le imprese: “Molte rinnovabili non hanno più bisogno di alti incentivi. Ma hanno ancora bisogno di politiche di lungo termine che consentano la formazione di un mercato affidabile e di una cornice di regole compatibile con gli obiettivi sociali”. E anche il poco necessario può essere a costo zero a patto di non regalare soldi a chi inquina: “A livello globale i sussidi ai combustibili fossili restano 6 volte più alti degli incentivi alle rinnovabili”.
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Società multata di 5 milioni per reati ambientali
Occultava la provenienza di rifiuti ferrosi. Secondo i registri, falsificati, nella ditta si sarebbero presentate 10 mila persone per portare il materiale
Maxi multa di 5 milioni di euro a una società di Sesto che commercia metallo per aver occultato la provenienza di 44 mila tonnellate di rifiuti ferrosi, attribuendoli a 10 mila cittadini inesistenti. Dai registri (falsificati), si sarebbero presentati ai cancelli di una ditta che commercia materiali ferrosi almeno diecimila coscienziosi cittadini in tre mesi: un vero e proprio record. L’unico primato, tuttavia, che la società rischia di battere è quello per la multa in tema di violazione delle norme a tutela dell’ambiente, fiscali e per il corretto recupero dei rifiuti. È di 5 milioni di euro, infatti, la sanzione che l’azienda brianzola dovrà pagare entro 60 giorni, dopo le indagini svolte dal gruppo di Sesto San Giovanni della Guardia di Finanza. I militari, guidati dal tenente colonnello Omar Salvini e coordinati dal sostituto procuratore del Tribunale di Monza, Donata Costa, si sono concentrati sull’esame di società che operano nel campo del commercio dei metalli ferrosi. A volte accade che venga occultata la reale provenienza dei rottami di ferro, per aggirare il fisco ed evitare di rispettare le rigide regole in materia ambientali.
Maxi multa di 5 milioni di euro a una società di Sesto che commercia metallo per aver occultato la provenienza di 44 mila tonnellate di rifiuti ferrosi, attribuendoli a 10 mila cittadini inesistenti. Dai registri (falsificati), si sarebbero presentati ai cancelli di una ditta che commercia materiali ferrosi almeno diecimila coscienziosi cittadini in tre mesi: un vero e proprio record. L’unico primato, tuttavia, che la società rischia di battere è quello per la multa in tema di violazione delle norme a tutela dell’ambiente, fiscali e per il corretto recupero dei rifiuti. È di 5 milioni di euro, infatti, la sanzione che l’azienda brianzola dovrà pagare entro 60 giorni, dopo le indagini svolte dal gruppo di Sesto San Giovanni della Guardia di Finanza. I militari, guidati dal tenente colonnello Omar Salvini e coordinati dal sostituto procuratore del Tribunale di Monza, Donata Costa, si sono concentrati sull’esame di società che operano nel campo del commercio dei metalli ferrosi. A volte accade che venga occultata la reale provenienza dei rottami di ferro, per aggirare il fisco ed evitare di rispettare le rigide regole in materia ambientali.
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Gdf, 2 denunce per reati ambientali
Finanzieri comminano a società anche 5 milioni euro
Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano ha denunciato due persone ed elevato sanzioni amministrative per 5 milioni di euro nei confronti di una società per violazioni di reati ambientali. E' stata esaminata la contabilità di una società brianzola, dalla quale è emerso che gran parte dell'acquisto del rottame non è stato attestato ovvero è stato documentato dall'emissione di autofatture riportanti codici fiscali inesistenti.
(ANSA)
Il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Milano ha denunciato due persone ed elevato sanzioni amministrative per 5 milioni di euro nei confronti di una società per violazioni di reati ambientali. E' stata esaminata la contabilità di una società brianzola, dalla quale è emerso che gran parte dell'acquisto del rottame non è stato attestato ovvero è stato documentato dall'emissione di autofatture riportanti codici fiscali inesistenti.
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