'Ci saremmo aspettati, inoltre - aggiungono tra l'altro gli assessori
dei criteri per scegliere le discariche che saranno chiuse o non
realizzate anche se gia' pianificate (il Documento, infatti, non sembra
distinuguere fra realizzato e pianificato, e questo e' un aspetto da
chiarire) e con quali regole avviare il decommissioning degli impianti
di incenerimento. Allo stesso modo avremmo voluto vedere un'attenta
ricognizione delle piattaforme di recupero, se si punta a recuperare il
60% della materia estratta dai rifiuti si deve avere l'ambizione di
incentivare e sviluppare le imprese della filiera. Occorre un'analisi
delle prospettive di mercato del materiale recuperato'. In
Emilia-Romagna oggi sono otto gli inceneritori, se si conta anche
l'impianto di Parma per il quale sono cominciate le prove d'avvio. Per
gli assessori 'e' necessario anche affrontare il tema dei rifiuti
speciali, oggi smaltiti a libero mercato, e valutare le condizioni e le
opportunita' di intercettazione, recupero e smaltimento negli impianti
esistenti in regione. E' importante che la Regione ripristini il sistema
di controllo e monitoraggio della produzione di rifiuti speciali ed i relativi flussi di smaltimento'.
'Non
ha senso - proseguono gli assessori - licenziare un documento
preliminare privo di strategie operative senza integrare l'atto di
Giunta con una nuova normativa regionale.
Alla luce di questa poverta' strategica della Giunta appare ancora piu' insensato il rallentamento rispetto alla proposta di legge regionale, votata dai numerosi Consigli comunali e da un Consiglio provinciale, contenente strumenti operativi concreti per raggiungere i risultati prefissati. E non e' neppure possibile lasciare che Atersir, l'agenzia di controllo del servizio idrico e rifiuti voluta dalla Regione, sia fortemente sotto organico ed impossibilitata a dare risposte alle richieste provenienti dai territori'. 'Impegnarsi perche' si cambi rotta precisano non e' una forma di opposizione a questa Giunta ma e' l'unico modo perche', su questi temi, sia possibile essere alla testa del dibattito politico e non all'inseguimento. Su questi argomenti abbiamo gia' perso troppo tempo'. Il documento inviato dalle Province ai Comuni capoluogo per un'eventuale condivisione e' firmato dai sette assessori provinciali all'Ambiente: Emanuele Burgin (Bologna), Giorgio Bellini (Ferrara), Patrizia Barbieri (Piacenza), Luciana Garbuglia (Forli'-Cesena), Mara Roncuzzi.
Le Province dell'Emilia-Romagna 'spingono' la Regione ad essere piu' incisiva sulla progressiva dismissione di inceneritori e discariche. Emerge da un documento condiviso dagli assessori all'Ambiente di tutte le Province tranne Parma (e Modena ma perche' non ha sostituito l'ex assessore Stefano Vaccari eletto senatore). Un documento che comincia cosi': 'Poca innovazione, pochi contenuti e nessuna strategia operativa. Questo, in estrema sintesi, e' il giudizio che si puo' dare sul documento preliminare al Piano Regionale di Gestione rifiuti proposto dall'assessore regionale all'ambiente e deliberato dalla Giunta alla fine di marzo. Dopo nove mesi di assemblee, incontri con i portatori di interesse e riunioni tra amministratori, avremmo voluto vedere molto di piu''.
'Nei mesi scorsi prosegue il documento l'assessore Freda aveva emanato un 'editto' per bloccare tutti gli iter autorizzativi degli impianti di smaltimento rifiuti in attesa dell'iter di approvazione del Piano. Cio' veniva motivato con un'abbondanza di impianti sul territorio regionale. Era quindi prevedibile che il documento preliminare potesse contenere indirizzi chiari sul superamento delle discariche e su un piano di decommissioning degli inceneritori, partendo da quelli piu' obsoleti'.
(ANSA) - BOLOGNA
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